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Autore: marti97    05/07/2016    0 recensioni
Cosa succede se incontri il coinquilino in casa del 'tuo lui'?
Se nei suoi occhi marroni tu ci vedi l'oceano? Se vorresti solamente perderti nel suo sguardo e annegare nel suo abbraccio?
"Il colpo di fulmine è quella cosa a cui nessuno crede, finché non arriva".
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si tratta di una semplice One-shot, senza troppe pretese, in cui cerco di spiegare cos'è il colpo di fulmine in poche parole. Molte persone lo sottovalutano, o soprattuto non considerano la sua esistenza, finché però non arriva e le colpisce così intensamente da non lasciar loro scampo e farli ricredere totalmente.
P.S.: mi scuso anticipatamente dell'orrenda formattazione, ma cercare di sistemarla dall'IPhone è un'impresa titanica a quanto pare, ed io non ne sono capace! Scusate ancora. 

Guardavo il mondo scorrere veloce dal finestrino del treno. Sotto i miei occhi passavano immagini di tutti i tipi, dai fiori dalle mille sfaccettature, dalle piante imploranti che scendesse un po di pioggia, dalle strade e dai ponti che non facevano altro che ricordarmi quanto fosse potente l'essere umano. Ma anche fragile, vulnerabile, poiché tutte le sue opere erano nulla se confrontate alla forza della natura. Ok, forse studiare Leopardi non sempre comporta dei benefici. Stavo cercando disperatamente una posizione più comoda, un pensiero che mi distraesse dalla noia di quel viaggio. Finché non mi si balenò di fronte un controllore, al quale mostrai con un malcelato orgoglio il mio biglietto. Ecco, in quei momenti mi sentivo estremamente potente. Realizzai che stavo scappando dalla mia routine, dalla monotonia della mia vita. Mi stavo recando a casa di un ragazzo sicuramente molto simpatico e molto carino, con la flebile speranza di costruire con lui qualcosa di diverso, di serio, che mi restituisse la voglia di sorridere, pur essendo consapevole che l'unica cosa che avrei costruito con lui sarebbero state le mille posizioni sul letto matrimoniale. Questi pensieri mi innervosirono, poiché troppo veri e troppo pesanti da sopportare in un viaggio in treno. Mi facevano sentire sporca, fottutamente sporca, nonostante stessi solamente cercando di evadere, di trovare un nuovo punto di appiglio, la mia strada. Finalmente giunsi all'ultimo step del mio viaggio, che prevedeva cambiare treno e salire su un altro, verso quel posto escluso dal mondo, oscurato da una stazione in cui i treni passavano due volte al giorno. Il che, tradotto, significava che o prendevo il treno o passavo la notte in una stazione sconosciuta. Fortunatamente, scelsi la prima. Quando lo vidi, sentii il mio cuore rallentare un po il battito: riconoscere un viso familiare mi dava conforto. Era proprio come lo ricordavo, simpatico e carino. Ci recammo a casa, la quale non era niente male, anzi. Era un luogo accogliente, abbastanza spazioso; non mi faceva sentire fuori posto. Ero a mio agio e ringrazi il Signore per questo. Ci mancava solo che fossi in imbarazzo o intimidita: in quel caso, sarei stata finita. Scoprii con sorpresa che non viveva solo, ma bensì con un altro ragazzo, più grande di lui di qualche anno, con il quale condivideva il suo grande sogno. Lo ammiravo per questo, aveva un obiettivo da raggiungere, una maglia per cui sudare: sapeva cosa voleva dalla vita, e non era poco. Anzi. Iniziammo a parlare del più e del meno, finché non si lasciò travolgere dalla passione, e io con lui. Almeno inizialmente, non era mia intenzione farmi coinvolgere così, di punto in bianco; avrei voluto resistere un po di più, non essere un animale che seguiva, senza minimamente ragionare, i suoi istinti primordiali. Ma questo non mi portò ad assecondare i miei pensieri, anzi, non feci altro che rispondere con più foga. Sapevo di star commettendo un errore; non era realmente ciò che volevo, probabilmente avrei preferito di gran lunga fare una camminata per la città o andare a comprare un gelato. Cose romantiche insomma. Invece, ero sdraiata su un letto, a non concludere in bellezza il rapporto, poiché mestruata. La tipica situazione in cui dai ma non ricevi. A metà pomeriggio mi ritrovai sola in una casa che non conoscevo, in un paese che stavo iniziando a detestare, con in mano un libro e il timore di alzarmi dal letto. Mi sentivo nel posto sbagliato, ma soprattutto quella sensazione di sporcizia non ne voleva sapere di allontanarsi da me. Non stavo facendo nulla di male in fondo, ma il mio cervello la pensava diversamente: essere in quel letto, da sola, aspettando speranzosa il suo ritorno non era il massimo. Ero realmente in difficoltà, finché non giunse la mia salvezza. In tutti i sensi. Era ora di cena, quando sentii la porta d'ingresso schiudersi e vidi il coinquilino entrare in casa. Iniziammo a squadrarci e il mio primo pensiero fu: che gran figura di merda. Chissà cosa pensava di me, mi avrà sicuramente etichettata come una zoccola. Il che non era giusto, ma comprensibile. Ci presentammo e con mia enorme sorpresa mi invitò ad andare con lui a comprare la pizza, dato che in casa non c'era nemmeno lontanamente l'ombra di cibo. Parlammo del più e del meno, eravamo in grande sintonia: bastava uno sguardo, un sorriso, mezza parola, e già era chiaro cosa volessimo. Mi sorprese e non poco quella nostra intesa; solitamente, impiegavo più di un mese a fidarmi o comunque aprirmi liberamente con una persona. Inoltre, non mancava mai di farmi un complimento, un apprezzamento e ciò mi imbarazzava, ma al tempo stesso mi compiaceva. Volevo piacergli. Sarà perché sono una donna e vogliamo piacere a tutti, ma io desideravo che lui mi notasse. Cenammo tra una chiacchiera e l'altra, finché non giunse il momento del: che facevamo mentre aspettavamo che tornasse il mio 'lui'? Giocammo. All'inizio fu imbarazzante, ma poi trovammo il nostro mondo, il nostro idillio e io mi ci persi completamente. Scherzavamo, ridevamo a crepa pelle: le mani si intrecciavano autonomamente, i sorrisi sorgevano spontanei, la voglia di confidarsi e conoscersi cresceva a dismisura. Non mi era mai capitato di ritrovarmi in casa da sola, con un ragazzo bellissimo, sul divano, a ridere e scherzare riguardo allo sport. Mi sembrava una situazione surreale, ma ci stavo così bene, così fottutamente bene, che avrei voluto non finisse mai. Avevo trovato il mio posto nel mondo. Eravamo perfetti, due esatte metà di un puzzle, le cosiddette 'anime gemelle'. E ce ne rendemmo conto entrambi. Fu così che arrivò il momento più complesso; la tensione sessuale nella stanza era percepibile a chilometri di distanza ed era sempre più difficile resistersi. Era pensieroso e io fremevo dalla voglia di sapere cosa pensasse, ma non me lo disse. Quando invece iniziai io a fissare l'orologio, cercando di evitare quello sguardo maledetto che mi attraeva come non mai, che mi spogliava con violenza, la sua voce interruppe il flusso dei miei pensieri. Io chinai la testa, appoggiandola sul divano, e in un soffio leggero gli dissi: "Sto pensando a quanto tempo passerà prima che mi bacerai". Non era una situazione semplice e io non volevo passare per la sempliciotta di turno, ma quel ragazzo aveva un tale potere su di me, da rendermi matta. Mi toglieva il fiato il solo sfiorarlo, avvertirne la presenza, guardarlo negli occhi. Io desideravo solo essere baciata, volevo che i nostri mondi si unissero e che per un solo istante della mia vita io non mi sentissi sbagliata. Dopo qualche tentennamento, mi saltò letteralmente addosso. E la passione esplose, vincendoci, lasciandoci preda ad un desiderio che era nato in poche ore, ma che distruggeva entrambi. Non ero una fumatrice accanita, ma amavo fumare, sentire il fumo invaderti il corpo, ed espirare. Mi rilassava, ed in quel momento ne avevo proprio bisogno. Mi sentivo sporca come non mai, ma al tempo stesso percepivo di aver fatto la cosa giusta. Ci cercavamo con lo sguardo e l'unica cosa che trovavamo era la consapevolezza che ciò che era successo non era evitabile. Sarebbe successo e basta, perché ci appartenevamo. Capii di esserne realmente innamorata, quando mi fece sedere sulle sue gambe, guardando le stelle e mi baciava teneramente prima sul collo e poi sulle labbra, alternativamente. Mi sentivo a casa. Non avevo mai provato sensazioni simili prima d'ora. Mi confidò di non essere mai stato innamorato, e che l'unico motivo per cui si avvicina alle donne è per portarle a letto. Lo disse sospirando, per poi darmi un lungo bacio. Compresi le sue difficoltà nel tenermi in braccio e non scappare. Aveva paura, ma quello era un viaggio che avremmo fatto insieme. Sentivo di appartenergli. Prima che rientrasse a casa il mio 'lui', passò a darmi la buonanotte: mi lanciò uno sguardo pieno di amore, di tenerezza, di parole non dette per paura delle conseguenze, per poi baciarmi prima sulla fronte e poi con un tenero bacio sulle labbra. All'inizio non compresi cosa mi stava succedendo: il cuore batteva forte, sarei annegata nei suoi occhi. Solo qualche giorno dopo, sentendone la mancanza, lo capii: mi ero innamorata di lui, dal primo momento in cui lo avevo visto. È stato un colpo di fulmine, che mi ha colpita come un pugno nello stomaco, lasciandomi con tanti interrogativi e una sola consapevolezza: non avevo mai provato niente del genere in tutta la mia vita. ANGOLO AUTRICE Spero con tutto il cuore di aver reso il concetto, di aver scritto una storia breve ma intensa, interessante sotto vari punti di vista. Accetto serenamente recensioni, positive o negative che siano! Mi piace scambiare idee ed opinioni con altre persone, magari anche più colte e preparate di me! Un bacio Martina
  
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