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Autore: esthernathalie    19/04/2009    1 recensioni
Ginny in tutto il suo coraggio, in tutta la sua forza ma pure in tutta la sua debolezza, Ginny che ride, che soffre, che sfida, Ginny innamorata, Ginny che osa, che cade e si rialza... Ginny in questa storia. NOTA: è ambientato tutto nel settimo anno, ma ho inventato...
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perplessa eseguii gli ordini. Entrai nell’armadio e Fred mi seguì, trapassando la parete di legno.
-Questo armadio è una specie di oggetto svanitore- spiegò, -nella cantina dei “Tiri vispi Weasley” ce n’è uno uguale, è lì che finiremo non appena chiuderai l’anta. Solo che io e George abbiamo aggiunto una parola d’ordine, senza di quella questo rimane un comune armadio: preucazione anti-mamma, sai… Su, chiudi l’anta! –
Feci come aveva detto e piombammo nel buio.
-La parola d’ordine è questa… - Fred fece una pausa ad effetto e poi la sua voce riecheggiò solenne:
-Balbettantebamboccionabandadibabbuini!
La mia risata si trasformò in un urlo quando non sentìi altro che aria sotto i miei piedi. Mi dimenai sospesa nel vuoto, ma la caduta durò solo due secondi. I miei piedi toccarono bruscamente terra e barcollai, picchiando la spalla contro la parete in legno di quello che doveva essere l’armadio gemello nella cantina del negozio.
-È stato interessante, non sapevo che questo coso funzionasse anche per i fantasmi! A proposito, la prossima volta piega le ginocchia, l’atterraggio sarà più morbido… sai, io e Ge avevamo provato a mettere dei cuscini sul fondo di questo armadio, ma è stato un disastro, mentre noi venivamo qui loro si trasferivano nell’armadio della Tana, e sai, i cuscini ci sono volati in faccia, c’erano piume dappertutto, avresti dovuto sentire gli starnuti di George, peggio di un barrito d’elefante... Uh, mi sta dicendo che solo un Troll lo troverebbe divertente, ed è costernato dal fatto che Sirius stia ridendo…
Risi anch’io, e mi dimenticai di arrabbiarmi per il fatto che non mi aveva avvertita di quello che sarebbe successo dopo la parola d’ordine. Ogni notizia che Fred mi dava di George mi riempiva di gioia, mai come in quei momenti riuscivo a sentire i gemelli così vicini a me, quasi non fossero morti.
Ad un tratto mi ricordai di una cosa e affranta dissi a Fred:
-Oh no, mi sono dimenticata di avvisare Verity del fatto che… di quello che è successo! Scusa, scusa Fred!
-Non fa niente, anzi forse è un bene, così potrò dirglielo io di persona. – La sua voce insolitamente tormentata mi fece capire che lui e Verity non avevano un semplice rapporto di amicizia. Decisi di non intromettermi, e rimasi in silenzio fino a che non si decise lui a prendere di nuovo la parola per indicarmi le scale che portavano di sopra, e salimmo insieme nel negozio. Per via della tarda ora era un po’ troppo buio nella stanza, così estrassi la bacchetta e mormorai “lumos” .
-Naah. Non fa una gran luce la Bacchetta. È meglio se batti le mani!
Eseguii e la stanza si illuminò a giorno. Spensi la Bacchetta e ammirai estasiata gli scaffali ricolmi di scherzi, giochi e pozioni varie. –Su- disse Fred, -prendiamo quello che serve e torniamo alla Tana prima che qualcuno si accorga della nostra assenza…
***
In camera facemmo l’inventario delle cose prese:
-Forse… forse abbiamo esagerato.
-Dici? Ma nooo, son solo centoventitré prodotti “Tiri Vispi Weasley” .
Rovesciai anche il contenuto delle mie tasche.
-E con questi ora sono almeno duecento.
-Duecento stupendi articoli inventati da me e George che libereranno il Mondo Magico e Babbano dalle grinfie di No Pipì No Pupù! –disse Fred deliziato. –Anche se ancora non capisco l’utilità di trenta Puffole Pigmee…
-Ma son così puffose! –dissi ridendo guardando affettuosamente le trenta palle di pelo che facevano compagnia ad Arnold nella gabbia ora così ingrandita da occupare un quarto di stanza.
–Ma non si spaventano neanche quando le trapasso, anzi lo adorano… che gusto c’è?! –sbuffò Fred deluso.
Ridacchiai e per tutta risposta lui, con un sorriso malandrino, si avvicinò a me per attraversarmi...
-No, no ti prego ho già freddo adesso, non voglio, Fred! Ho detto NO, per favore! – Lo pregai, ma lui era già arrivato davanti a me, e con un sorrisone stampato in faccia avanzò ancora. Serrai le palpebre, contrariata: non era divertente, non ora, quando avevo le mani gelate.
Passò un secondo, e ancora Fred non mi aveva trapassata. Aprii gli occhi, stupefatta ed incredula: mi aveva dato ascolto? Davanti a me non c’era, così mi voltai e lo trovai a un palmo di naso da me.
-Hei, dove hai nascosto il mio Fred, sai, quello spassoso che non ubbidisce mai? Comunque grazie per non avermi attraversata! – dissi sollevata. Il fantasma sbuffò: per una ragione a me sconosciuta trovava ironico quello che avevo detto. Quando cominciò a farsi strada nella sua mente il pensiero che apparivo piuttosto sincera aprì la bocca, la richiuse, rimase zitto per un istante, poi la riaprì e si decise a parlare, esitante.
-Io ti ho attraversata, Ginny. – Fui io questa volta a fare scena muta, quasi fossi un pesce fuor d’acqua.
-No… - Dissi infine.
-Sì.
-No! – sbuffai. Perché si ostinava a mentire?
-Sì! Guarda, ti faccio vedere…
-No! – Sbottai contrariata, ma lui era già partito in quarta, lo vidi farsi sempre più vicino finchè non mi attraversò.
E poi Fred, a ritroso, passò ancora attraverso il mio corpo, e rimase a guardarmi, incerto. Dal canto mio io restai in piedi, incredula: non avevo sentito alcun gelo. Nella mia testa cominciarono a vorticare le parole che avevo sentito oggi.
“Volontà di ghiaccio… forza del leone… Il suo potere sboccerà… supererà i confini… supererà i confini della magia conosciuta… “
Boccheggiai. Era vero… era tutto vero! Quando recuperai un autocontrollo sufficiente dissi a Fred della profezia. A racconto finito lui mi guardò in silenzio, e io gli lasciai il tempo di assimilare ciò che aveva appena udito. Dopodichè, senza preavviso, lui sorrise di un sorriso a trentadue denti: -Avanti: facciamo delle prove, vediamo fino a dove puoi arrivare!

 

 

 

  
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