ansia
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Cammino? Sfioro il collasso, e tremo ad ogni passo, incerto e traballante, vibro di sinfonie malincoliche e prive di significati profondi.
Allora, contro la ringhiera, le nuvole lattee, e mi tuffo in acqua come per la prima volta, respiro d'introspezione, visito i miei pensieri profondi in quel leggero lasso di tempo, ricado su batuffoli ripieni di incertitudini e sofferenze interiori, incomprensibili all'occhio esterno.
Mi crogiolo nel peccato del non aver fatto quel che volevo, a rimpiangermi adosso le piogge aride nei giorni pił soffocanti, qualche balbettio innocuo e molti bisbigli che racchiudono gli innumerevoli singhiozzi spintonati contro il tessuto elastico della mia pazienza. Mi gonfio.
Mi smuovo un po', contro l'oceano di pensieri instaurati e sconnessi nel mio cervello.
Corrodermi fino alla sfinimento, brucio i peli sulla lingua, nessun criterio adatto a librarsi come meglio si deve.