Ancora non ci credo. Mi passano davanti agli occhi tutte le immagini di quel giorno. È come se fosse successo ieri, anche se sono passati mesi ormai. Non riesco a trovare un motivo. Più mi sforzo e meno ci riesco. Quasi ci arrivo a darmi una spiegazione, ma poi tutto sparisce e mi riporta alla normalità: meraviglia e stupore. Nessuno riuscirebbe a spiegarmi la ragione; nessuno potrebbe farlo, a parte te. Te ne sei andato, in una mattina di Gennaio, abbandonando tutto e tutti, lasciando la vita in sospeso, senza dire niente a nessuno come fa chi fugge da qualcosa. Hai deciso di mollare, di lasciarmi da solo in questo mondo ordinariamente banale e meschino, dove si corre verso qualcosa di irraggiungibile, dove la felicità è un'utopia nostalgica disegnata con colori finti e dove tutto si riduce a poche ed insignificanti parole. Mi hai lasciato da solo a combattere. Nonostante tutto, mi accorgo che la vita va avanti, procede lentamente come suo solito. Cerchiamo faticosamente di ricomporre i pezzi delle nostre esistenze e credo che ci riusciremo, un giorno, anche senza di te.  Chi non ci è passato non potrà mai capire di cosa parlo e sinceramente nemmeno glielo auguro.  Io intanto resto qui al freddo, ad aspettarti, inquinandomi i polmoni con l'ennesima sigaretta che aspiro fino alla fine del mozzicone, perché il fumo colora l'ossigeno che fuoriesce avvelenato come il mio spirito, sperando di rivederti tornare. Ma sono consapevole che ciò non accadrà.