Film > Alice nel paese delle meraviglie
Ricorda la storia  |       
Autore: Fiore del deserto    08/07/2016    4 recensioni
L’autunno è colorato, matto e, al contempo, saggio. Il momento perfetto per tenere conto di ciò che abbiamo fatto, di ciò che non abbiamo fatto, e di ciò che vorremmo fare il prossimo anno. Le foglie variopinte sono le fiaccole che illuminano la via delle decisioni, il profumo della pioggia aiuta a ricordare antichi impegni. E la coscienza di Alice verrà messa a dura prova con il bivio che le si para davanti, tra una vita di sogni e tra la fredda realtà, le fantasie di una bambina e le responsabilità di una giovane adulta. E' tempo di decidere, Alice.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Alice e il Cappellaio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CALLOOH! CALLAY!
Eccomi di nuovo qui! Che vi avevo detto? Per niente al mondo mi sarei fermata e, come promesso, eccovi una sorpresa tutta per voi! Ve la meritate!
E non vedo l'ora di trascorrere una nuova avventura con tutti voi!
Che ne dite? Vogliamo immergerci nel mondo di Alice, del Cappellaio e dei loro amici?
Un BACIONE e BUONA LETTURA!


 
Nessun giardino della memoria e nessun palazzo dei sogni le aveva più fatto nascere una nuova speranza di un nuovo e desiderato incontro.
Il pomeriggio non era così giovane e in certe situazioni, si sa, i sogni sono molto pericolosi per i cuori tristi e pieni di malinconici ricordi.
Il parco era ornato di foglie dorate e gli alberi diventavano sempre più nudi e spogli.
Il vento soffiava leggero con le foglie che danzavano felici, poggiandosi leggere sul prato.
- Mi sembrate distratta, Capitano. - osservò James Harcourt mentre passeggiava con Alice per il variopinto parco di Londra.
Una passeggiata tra colleghi per parlare di affari, come aveva detto Alice alla madre per non creare nessun disguido, e, in effetti, era la verità.
Lo stesso, però, non poteva dirsi per James.
Più il tempo passava e più rimaneva affascinato ed incantato davanti a quella giovane donna che brillava di una luce speciale.
Alice era diversa. Era tosta e non si fermava mai davanti a nessuno.
- Va tutto bene, signor Harcourt. - mentì Alice.
- Sapete, - disse lui tutto d'un fiato - pensavo che questa passeggiata avrebbe potuto essere un'occasione per poter fare qualcosa di diverso, oltre che essere un momento per poter discutere dei nostri tremendamente importanti affari. -
- Signor Harcourt, sapete bene cosa ne penso degli affari. - era chiaro che Alice avesse intuito qualcosa, ma preferì non saltare alle conclusioni affrettate - Come avete detto voi, sono tremendamente importanti e non possiamo perderci in chiacchiere di altro genere. Ogni minuto è molto prezioso. -
James abbassò lo sguardo, chiaramente imbarazzato. Ma non voleva arrendersi.
Si sedettero su una panchina e contemplarono il paesaggio colorato.
Alice inspirò l'aria.
- Pensate mai ai sogni? - domandò a bruciapelo.
James si incuriosì di quella strana, ma interessante, domanda.
- Da piccolo sognavo di diventare un uomo importante. - rispose James e Alice scoppiò a ridere.
- Non vi ho chiesto se fate i compiti. Vi ho chiesto se vi siete mai interrogato sul loro mistero, se valga la pena di seguirli nonostante tutto quello che ci accade nella realtà. -
James era sempre più ammaliato da quel fiume di sagge parole, così precise e insolite.
Nessun'altra ragazza si sarebbe mai posta simili domande e lui sapeva che il suo Capitano non era una ragazza qualunque. Era questo a renderla speciale.
- I sogni, a volte, restano per i fanciulli. - rispose James - Dicono che gli adulti sognatori siano dei matti. Io credo... - prese un po' di tempo per trovare le parole adatte - che il mondo sia per i sognatori. Perché lo vivono in una maniera diversa, scappano da qualcosa che a loro non piace e lottano per sopravvivere da una realtà triste e, a volte, travagliata. -
Alice lo guardò sorridendo. Non si aspettava che nel suo mondo esistesse qualcuno che fosse ancora in grado di sognare e di credere che le fantasie e i sogni non fossero solo per i bambini. Era bello poter sentire quella rivelazione e gli occhi di lei si illuminarono.
James la guardò negli occhi e sorrise imbarazzato.
- Capitano, c'è una cosa che devo dirvi. -
- Parlate. - Alice si chiese perché James avesse un tono così basso e strano.
- Qualsiasi uomo, sarebbe molto fortunato se avesse voi nel suo cuore. - quelle parole fecero sussultare Alice - Io, probabilmente, non ne farò mai parte. Ma è giusto che voi sappiate che ho sempre provato una sincera ammirazione verso di voi. Non ho nessuna intenzione di compromettervi, voglio solo essere sincero. - James deglutì e Alice si sentì come se un gelido vento le avesse penetrato il petto.
James stava aprendo a lei il suo cuore.
E lei? Lei cosa provava per James? Sentì un crack in lei, deducendo che fosse la sua anima.
Per la prima volta, si era sentita come divisa in due strade molto difficili da scegliere.
In una strada, nel suo mondo, c'era James Harcourt. Un giovane di buona famiglia, educato, ligio e composto.
E nell'altra? L'altra portava nel Sottomondo, dove un allegro, armonioso, folle e giocoso Cappellaio l'attendeva incondizionatamente.
Cosa doveva fare? La circostanza si era rivelata molto imbarazzante.
A salvarla fu il tuonante scoccare delle cinque del pomeriggio dell'orologio del Big Ben. Era l'ora del tè, pensava. E anche questo pensiero le aveva toccato un nervo sensibile. Il tè, naturalmente, le ricordò di nuovo il Cappellaio.
James si alzò dalla panchina e guardò malinconico il suo Capitano.
- Vogliate scusarmi, Capitano. Ma per me è giunta l'ora di andare. Purtroppo, ho un impegno. -
Alice era ancora molto presa da quel tarlo che le punzecchiava il cervello, ma trovò il modo di salutare James anche se un po' freddamente.
Sola sulla panchina, con le foglie che danzavano ai suoi piedi, i pensieri l'attanagliavano.
Non si era mai sentita così. Continuava a chiedersi quale fosse la scelta giusta da prendere. Sapeva di non essere più una bambina, ma nel frattempo non voleva rinunciare ai propri sogni, alla speranza di ritornare dal Cappellaio.
Una foglia vicino ai suoi stivali si muoveva leggera, poi con l'ausilio del vento si alzò nell'aria e raggiunse i capelli di Alice.
Alice la tolse con gentilezza e afferrata dalla base prese ad osservarla. Era arancione e quel colore continuava a ricordarle una caratteristica in particolare. Proprio i capelli del Cappellaio.
Sospirò, questo non la aiutava.
In quel momento, Alice giurò di aver sentito la foglia emettere un suono strano.
Come una risatina femminile. No, si disse, si era sicuramente sbagliata.
Ma quel suono riecheggiò di nuovo. La foglia, come di sua volontà, riprese a fluttuare intorno ad Alice, ridacchiando allegramente.
- Ma cosa? - Alice si chiese se stesse impazzendo, ma giurava di sentire sul serio quella foglia ridere. Era simile ad una risata di bambina.
La foglia girava e Alice si alzò dalla panchina per afferrarla, la foglia la evitò continuando a ridere.
- Non mi prendi. - disse infine con allegria e Alice sbarrò gli occhi - Giochiamo. -
Alice non si era sbagliata, quella foglia rideva ed ora parlava.
La foglia continuò a fluttuare nell'aria.
- Non mi prendi. - disse giocherellona.
- Aspetta. - Alice la rincorse, ebbe la sensazione che la foglia volesse essere seguita.
Infatti, così era stato.
Volava ridacchiando con Alice alle calcagna, conducendola in una zona più nascosta del parco. Volò finché non arrivarono ad un grosso castagno. La foglia si avvicinò al busto e sotto gli occhi increduli di Alice, il tronco si aprì come una porta e fece entrare la fogliolina.
Alice non credeva ai suoi occhi. Quel castagno si era aperto come una porta d'ingresso. Si avvicinò e poggiò una mano su di esso. Venne colta da uno spavento quando sentì una voce... appartenente proprio al castagno.
- Non ti viene in mente di bussare? -
Alice fece un balzo indietro.
- Che sfacciataggine questi giovani di oggi. - sbuffò il castagno.
- Mi scusi. - disse Alice, poi, sempre più incredula, fece quanto l'albero le avesse detto.
Bussò sul tronco ed esso si aprì.
Alice fece un passo incerto in avanti. Era un nuovo passaggio verso Sottomondo? si chiedeva. Era solo un sogno?
- Vuoi entrare, sì o no? - si spazientì il castagno e Alice, finalmente, si decise ad entrare. Il troncò si chiuse rumorosamente alle sue spalle e, con grande sorpresa di Alice, si era ritrovata in un luogo con un cielo senza nuvole, con funghi giganteschi come alberi, tutto investito da colori brillanti con insetti bizzarri che svolazzavano di qua e di là.
Una risatina echeggiò alle sue spalle. Era la foglia.
Alice, finalmente, era riuscita ad afferrarla.
- Hai vinto tu. - le disse - Ora, per favore, puoi lasciarmi andare? Devo andare dalle mie foglie sorelline. - Alice non disse una parola e la lasciò librare nell'aria come una farfalla, la foglia l'aveva ringraziata - E' stato bello giocare con te. -
Ma ad essere grata era Alice: senza quella foglia, non avrebbe mai pensato che ci sarebbe stato un altro modo per poter tornare nel Sottomondo. Quella foglia le aveva dato una nuova possibilità.
- Cappellaio. - disse infine lei. Era lui il suo unico pensiero.
Quanto tempo era passato dal loro ultimo addio? Un anno? Due? Non lo sapeva. Il tempo era trascorso lentamente senza di lui, ed ora Alice avrebbe avuto l'occasione per poterlo rivedere. Non sapeva dove si trovasse con esattezza, ma non le importava. In un modo o nell'altro, sarebbe riuscita a trovare il Cappellaio. Si mise in cammino con il cuore che le batteva forte in petto con una frase che le balzava nella mente: sono tornata.    


 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alice nel paese delle meraviglie / Vai alla pagina dell'autore: Fiore del deserto