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Autore: Overfire    08/07/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo:
"Chi sono ? Non lo so.
Apro gli occhi. Dove sono ? Cosa è successo ?
Sento un enorme vuoto all'altezza del petto. Dove sta il cuore. Attorno a me ci sono quattro pareti metalliche, il pavimento è di piastrelle bianchissime, talmente immacolate da dare il voltastomaco. Cerco di muovermi, ma incontro resistenza, sono legata. La porta in fondo alla stanza emette un cigolio e si apre, lasciando passare un uomo dai cortissimi capelli scuri e gli occhi marroni, coperti da un paio di occhiali da vista dalla montatura blu scuro. È alto e indossa un camice bianco da laboratorio. "
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sono ? Non lo so. 
Apro gli occhi. Dove sono ? Cosa è successo ? 
Sento un enorme vuoto all'altezza del petto. Dove sta il cuore. Attorno a me ci sono quattro pareti metalliche, il pavimento è di piastrelle bianchissime, talmente immacolate da dare il voltastomaco. Cerco di muovermi, ma incontro resistenza, sono legata. La porta in fondo alla stanza emette un cigolio e si apre, lasciando passare un uomo dai cortissimi capelli scuri e gli occhi marroni, coperti da un paio di occhiali da vista dalla montatura blu scuro. È alto e indossa un camice bianco da laboratorio. 
"Soggetto  117" si rivolge a me con fare indifferente, sembra studiarmi.
Cerco di parlare e nessun suono esce dalle mie labbra.
"Il trasferimento celebrale è andato a buon fine. Credo che 117 abbia perso la memoria e la facoltà di parlare, a causa della morte il cervello deve essersi danneggiato un po', nulla di irreparabile" pronuncia, con chi parla ?
"Capisco. Donald, portala ai laboratori, falle fare un giro. È necessario che si ambienti" una voce risponde da chissà dove, magari se riuscissi a parlare potrei scoprire di più. 
"Chi...? Dove...? Cosa...?" Farfuglio finalmente qualcosa dopo interminabili istanti di tentativi
"117, sei in un laboratorio di ricerca. Abbiamo trapiantato il tuo cervello in questo corpo meccanico. Adesso ti slego e verrai con me dalla vecchia Baba, ti darà dei vestiti e ti spiegherà come funziona qui" spiega, il mio none è 117 ? 
L'uomo fa come detto. Mi slega e mi conduce in un corridoio dalle pareti metalliche, tinte di bianco accecante. Svoltiamo a destra, andiamo a dritto e poi ancora destra, per poi entrare nella seconda porta sulla sinistra. Si tratta di un appartamento in stile rustico e un po' country credo. Non conosco troppo bene l'utilizzo di questi termini, ma mi sembra di stare in una vecchia casa di campagna, invece che in un centro ricerche. Una signora, bassa e con i capelli bianco sporco ci accoglie con aria pacata. Sembra che il suo fisico sia acciaccato, ma i suoi occhi sono vispi. 
"Ti lascio 117, distraila un po', fa' in modo che si adatti" l'uomo ci lascia ed io aspetto che la signora dica qualcosa. 
"Ciao cara. Mi chiamo Baba" dice sorridendo con tenerezza al mio senso di smarrimento, non riuscendo a parlare anche sta volta, mi inchino leggermente per far capire di aver ricevuto il messaggio.  
"Quello che ti ha portata qua è il signor Stardust. Vieni con me, ti darò uno specchio, così deciderai cosa fare del tuo aspetto" la seguo ed entriamo in una camera da letto. C'è un letto in legno scuro, coperto da lenzuola lilla, credo sia un colore carino, mi piace. Baba apre l'armadio e si scosta lasciandomi davanti ad uno specchio che riflette la mia intera immagine. Il mio corpo è grigio scuro. Sembra il corpo di un umano, ma so che non lo è, lo sento. Picchio le nocche sulla mia pancia per accertarmene, avevo ragione. Si sente un eco metallico. I miei occhi sono più grandi di quelli umani, sono più arrotondati e non hanno ciglia. Sono di uno strano azzurro chiaro e fluorescente. Dove termina la fronte inizia una specie di cupola trasparente, attraverso la quale si vede il cervello collegato ad una moltitudine di fili argentati, che luccicano ora che sto cercando di elaborare un'opinione sul mio aspetto.
"Guarda cara" mi fa cenno di osservare l'interno dell'armadio. È stracolmo di vestiti, ma vestiti giovanili. 
Le rivolgo uno sguardo interrogativo
"Vedi cara, io mi occupo delle persone che vengono sottoposte agli esperimenti. Ogni tanto esco da questo posto e vado in città a comprare vestiti per voi, qualche ninnolo eccetera. Scegli quello che più ti piace e tienilo. Un giorno usciremo assieme a fare shopping" Baba mi fa l'occhilino e per la prima volta dal mio strano risveglio, sorrido. 
"Grazie signora Baba" biascico a forza, ancora mi viene difficile parlare, ma ci sto lavorando.
"Che ne dici se ti diamo un nome ? 117 suona male e ti fa sembrare un oggetto. Immagino tu non ricordi il tuo" dice l'anziana mentre io frugo nel guardaroba. Mi volto con una canotta nera e dei pantaloni militari in mano annuendo. Baba mi passa della biancheria intima, anche se non sono proprio sicura che mi serva, visto che a quanto pare sono un robot. Mi cambio velocemente sotto i suoi occhi.
"Che ne dici di Soul ? Il tuo silenzio (anche se involontario), mi fa pensare ad un'anima molto profonda con tante cose celate da scoprire" sorride sincera
"Mi piace" mi sento appagata e rilassata. Questa signora sembra quasi una madre, mi sento al sicuro, anche se ho tante cose incerte davanti e tantissimi punti domanda a cui rispondere. 
"Questo posto è come una piccola città fortificata, c'è di tutto, posti di lavoro, un supermarket e perfino qualche negozio di abbigliamento (anche se non c'è confronto con quelli della città qua fuori intendiamoci)" Baba ride all'ultima sua frase ed io con lei.
"Posti di lavoro ?" Chiedo incuriosita
"Si può lavorare nei laboratori come il signor Stardust, nell'elite di sicurezza, nella sala di controllo, nei negozi, nell'ospedale, nell'hangar che fa da officina multiuso e nell'amministrazione. Molto presto dovrai scegliere anche tu un lavoro" mi risponde
"Lei ha anche parlato di 'persone che si sottopongono agli esperimenti'. In che senso ?"
"Chiamami nonnina e NON mi dare del lei. In sostanza sono le persone che fanno da cavie, volontariamente si intende e dopo un'accurata introduzione agli scopi ed ai dettagli dell'esperimento. Ma tu sei un caso a parte Soul. Ti hanno trovata morta da poco, davanti all'ingresso della cittadella. Per salvarti, hanno trapiantato il tuo cervello dentro un corpo meccanico, il numero 117" mi spiega paziente Baba
"Nonnina, credi che recupererò la memoria ?" Mi incupisco un po', mi turba l'idea di non ricordare ciò che ero, ed ancora di più non poterlo mai venire a sapere.
"Ma certo cara ! Ho fiducia nel tuo successo !" La nonnina mi abbraccia con trasporto, non posso fare a meno di pensare che lei sarà una figura di riferimento importante.
"Soggetto 117, andiamo. Devi visitare i laboratori" il signor Stardust ci interrompe trascinandomi con lui
"Torna quando vuoi cara" mi dice la nonnina prima che l'uomo si chiuda la porta alle spalle. 
"Ti sto portando al laboratorio da Evans, ti farà un check up completo" dice Stardust atono
"D'accordo" annuisco e credo di vedere un lampo di sorpresa nei suoi occhi, non si aspettata una risposta.
  
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