Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    08/07/2016    10 recensioni
Makoto Kino è innamorata. Gen Masashi la segue a ruota.
Con una relazione nata nella battaglia, non hanno più segreti tra loro, eppure hanno ancora molto da scoprire l'uno sull'altro. E non vedono l'ora di farlo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto/Morea, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Corrente Naturale - agosto 1997

 

 

Corrente naturale

di ellephedre

 

 

 

Agosto 1997 - In vacanza al mare

  

La sabbia dorata, l'acqua cristallina, l'orizzonte azzurro... Trovarsi sulla spiaggia con Gen era un sogno diventato realtà.

Makoto spremette la crema solare sulla mano e iniziò a spalmarla sulle braccia.

Gen era seduto accanto a lei, con i piedi affondati nella sabbia. Appena erano arrivati, dopo aver sistemato le loro cose e l'ombrellone, lui era entrato in mare per una rapida nuotata di riscaldamento. Dai suoi capelli continuavano a cadere piccole gocce d'acqua che scivolavano lungo la sua schiena, indugiando sui rilievi dei muscoli come minuscole perle prima di evaporare al sole.

Lei allungò una mano verso una sua spalla, solo per avere il piacere di toccarlo. Ricevette in cambio un sorriso.

«Ti aiuto?»

«Dopo.» Quel giorno era decisa a conseguire una bella abbronzatura. Aveva comprato un due pezzi privo di spalline, per non ritrovarsi i segni del costume. Voleva una pelle delicatamente bronzea, senza arrivare a scottarsi. L'aiuto di una buona protezione solare era indispensabile.

Gen la osservò durante la sua accurata opera di applicazione della crema, stringendo gli occhi senza volerlo.

«Sei un testardo. Perché non porti degli occhiali da sole?» Gli aveva detto di prenderne un paio a Tokyo, ma lui aveva dichiarato che non gli servivano.

«Sbiadiscono i colori. La luce non mi dà fastidio.»

«Ma se tieni le palpebre socchiuse.»

«Sto bene così.»

Lei si rassegnò a perdere quella battaglia. «Dài, vieni più vicino. Metto questa crema anche a te.»

Almeno per quello, Gen non protestò. Appena ebbe le sue mani sulla schiena, lui piegò la testa all'indietro, rilasciando un lamento di piacere. «Paradiso: sole, mare, e le mani di una bella ragazza sulla pelle.»

Il complimento le causò un sorriso. Ma lui aveva scelto un modo particolare di descrivere quella beatitudine. «Era una cosa comune per te?»

Rilassato, Gen tenne gli occhi chiusi, offrendo il viso alla furia diretta del sole del primo pomeriggio. «Cosa?»

Lei gli girò la testa nella sua direzione, per avere modo di spalmargli la protezione anche sulla faccia. «Avevi spesso una ragazza che ti metteva la crema solare?»

Lui corrugò la fronte, senza allontanarsi dalle sue mani. «Parlavo di te, Mako.»

L'uso del nomignolo quasi la distrasse, ma non aver ricevuto una risposta alla sua domanda la spinse a indagare. «È successo ogni estate?»

Gen sollevò le palpebre. «Perché stiamo parlando del passato?»

Per una sorta di... masochistica curiosità, che era cresciuta nelle ultime settimane ma che covava da tempo. Gestiva meglio l'idea di ciò che era stato quando conosceva i fatti per intero, soprattutto quando si trattava di lui e delle sue ex.

Gen comprese che ragionamenti stava facendo. «Gli anni scorsi andavo in vacanza in gruppo, tra amici.»

Per Makoto fu un sollievo sentirlo. «Allora non sei mai stato in vacanza con una ragazza, da solo?»

Gen fece una pausa. 

Oh.

«Una volta.»

«Per quanti giorni?»

In volto lui aveva scritto un rifiuto. «Sai già che ho avuto delle relazioni che sono durate più di qualche settimana. Vuoi solo torturarti.»

Forse. Il suo problema era che faticava a capire come fosse possibile entrare tanto in intimità con altre persone senza che questo lasciasse degli strascichi, o dei ricordi importanti. Voleva comprendere fino a che punto quelle esperienze avessero plasmato Gen - sesso a parte. Su quell'ultimo aspetto non aveva dubbi.

Vedendo che quel pensiero non le passava, lui rese la bocca una linea severa. «È stato due anni fa. La vacanza è durata cinque giorni. Ho rotto con quella ragazza appena siamo tornati a casa.»

Brutale. 

Gen valutò la sua reazione, poi si alzò. «Se mettermi quella roba addosso ti mette di cattivo umore, ne farò a meno.» Tornò verso l'acqua, lasciandola sola, seduta sul loro asciugamano.

Lei balzò in piedi. «Gen!»

Di malavoglia, lui rallentò.

Era la prima volta che lo irritava tanto. Lo raggiunse di corsa, toccandolo su un braccio. «Non volevo farti arrabbiare.»

Gli uscì un sospiro che suonò esausto. «Stiamo insieme da otto mesi, Makoto. Non dovresti più confrontarti con le mie precedenti ragazze.»

Una vocina nella testa le disse, 'Tu però le hai frequentate per otto anni.' La ignorò. 

Gen era ancora rivolto verso il bagnasciuga. «Senti, non è la prima volta che ti confronti con loro. Non risolveremo la cosa oggi. Siccome abbiamo appena iniziato la nostra vacanza, preferisco andare in acqua finché non ci pensi più.»

Quel rifiuto di parlare l'avrebbe fatta arrabbiare se non fosse stata subito in grado di capirne la ragione: Gen era scocciato e, visto che era una persona calma, quella reazione non era nata da un giorno all'altro. Evidentemente su quel punto negli ultimi mesi lui era stato molto più paziente di quanto le avesse dato a intendere. L'ultima uscita di lei sul tema, circa un mese fa, non doveva aver aiutato il suo umore.

Lo sfiorò su una mano, prima che potesse andarsene. «Tesoro.»

Lui si voltò, colpito dall'appellativo.

«Non ti farò più nessuna domanda se ti dà fastidio. Però, senza discutere, mi piacerebbe farti capire che la mia non è solo gelosia.»

In lui l'irritazione sparì. «Okay.»

Mentre si sedevano sulla sabbia bagnata, Makoto cercò le parole giuste. «Penso che il problema sia che non ho mai avuto una vera relazione prima di incontrarti. Forse riuscirei a capire meglio come una persona può dimenticare tutto ciò che c'è stato un tempo. Diventa sempre così poco importante, dopo?»

Quando udì Gen sospirare, si rese conto che, senza volerlo, aveva fatto una domanda che riguardava loro due.

«Mako, se tu avessi avuto altri ragazzi prima di me... Be', penso che giudicheresti ancora importanti quelle storie. È fondamentale la ragione per cui si entra in una relazione. Fin dall'inizio tu cercavi l'amore. Tanti anni fa io volevo solo... passare un po' di tempo in compagnia. Volevo sperimentare, imparare. Giocare» ammise. «Non sceglievo la nuova ragazza con cui stare cercando quella giusta. Mi importava solo che lei avesse qualcosa d'interessante per me in quel momento. La relazione durava finché il mio interesse reggeva.» Si assicurò che lei avesse compreso prima di continuare. «Visto che per me iniziava in questo modo, e non sceglievo con troppo criterio, non ci mettevo molto a scoprire che io e la ragazza eravamo incompatibili in qualcosa di fondamentale. Non lo trovavo un problema. A volte, se lei era gentile e accomodante, continuavo a starci insieme ugualmente. Per questo non ho rimpianti o grandi ricordi. Non sceglievo qualcuno di cui potermi innamorare.»

Era il punto che la lasciava più incredula. «Non è mai successo? Non hai mai iniziato a provare qualcosa di più?» Com'era possibile? Come si poteva fare l'amore tante volte, con la passione che lui ci metteva, e non sentire di entrare in intimità con un'altra persona, cominciando a provare almeno un po' di affetto?

«Alcune mi stavano più simpatiche di altre. Ho iniziato a tenere a qualche ragazza, ma... Quando pensavo che le avrei fatto male lasciandola, capivo che era finita. Perché anche se ero dispiaciuto, lo avrei fatto comunque prima o poi.»

Non era la storia completa. «Qualche volta sei stato mollato, no?»

Lui annuì. «Avevano capito prima di me che non ero abbastanza coinvolto.»

... perciò era tutto così semplice?

Gen aveva rammentato qualcosa, con riluttanza. «La ragazza con cui sono andato in vacanza al mare. È stato un grosso errore. C'era intesa tra noi, e quella volta mi ero convinto a provarci sul serio. Per questo sono partito solo con lei e non più in gruppo: mi sembrava un passo avanti. Dopo tre giorni passati insieme mi sentivo intrappolato. Avrei anticipato il rientro, ma non mi andava di pagare due volte il viaggio di ritorno. E sarebbe stato maleducato, no? Mi sono costretto a rimanere cercando ragioni per non ammettere di essermi sbagliato così tanto. È stato uno smacco.»

Le sfuggì un sorriso.

Gen le dedicò un lungo sguardo. «Nemmeno io so come si esce da una relazione seria.»

Una relazione come la loro. «Perciò... io non diventerò qualcosa che vuoi dimenticare?»

Era stata una domanda molto stupida. 

Seppe che Gen non avrebbe risposto e abbassò gli occhi. Si ritrovò col fiato di lui sulla bocca.

Il bacio fu il punto che Gen decise di mettere su quella faccenda.

     


     

«Te l'avevo detto.»

Di sera Makoto si stava prodigando a spalmargli del latte doposole sulla schiena provata.

Chi aveva inventato il nome 'latte', si domandò Gen, per un prodotto come quello? Fino a prova contraria, non si mangiava. 

La voce di lei era cantilenante e dolce mentre lo rimproverava. «Domani mi ascolterai quando ti dico che la crema va rimessa ogni due ore, come minimo, e ogni volta che esci dall'acqua.»

Qualcuno gliel'aveva spiegato in passato - forse sua madre. Lui sapeva anche che nelle estati precedenti aveva già imparato quella lezione, eppure, con l'arrivo del primo sole estivo, gli sembrava puntualmente ridicolo doversi ricoprire di crema per difendersi dalla forza del sole. Come avevano fatto gli antichi, senza quei rimedi? Erano sopravvissuti comunque, no? Era un fastidio sopportabile, a suo modo di vedere. Anche se quella roba lenitiva era fantastica sulla pelle. «Mettine ancora.»

«Oltre il primo strato non si assorbe. Ti vedo stanco. Dormi.»

«Dovevamo uscire.» Era la loro prima serata in quella località di mare. Sbadigliò.

«Ci saranno le prossime sere. Riposa, su. Le scottature sono come ferite da cui il corpo deve riprendersi.»

Gen strizzò gli occhi. «Sto bene.»

Makoto gli massaggiò la nuca. «Fai ugualmente un pisolino.»

Avrebbe obiettato a sentirsi trattato come un bambino se non avesse cominciato a sentire la magia delle dita di lei sulla testa. Si rilassò.

Il sonno incombette su di lui e lo prese.

     

Riaprì gli occhi nel buio.

Cercò Makoto nello spazio sul letto accanto a lui, ma lo trovò vuoto.

Dov'era lei? Quanto aveva dormito?

Si alzò, squadrando l'area del monolocale che avevano affittato mentre i suoi occhi si abituavano alla mancanza di luce.

La porta della veranda era aperta e lasciava filtrare aria fresca.

Insonnolito, si diresse fuori.

Era una notte senza luna. La sagoma scura di Makoto era accucciata sul prato.

Fece rumore avanzando e lei si voltò prima che lui potesse parlare. «Ehi» lo salutò.

«Cosa fai qui?»

Makoto si spostò sul telo da mare che aveva disteso a terra, per fargli posto. «Mi godevo la nottata.»

Gen si sedette vicino a lei, sbadigliando. Impiegò un momento a focalizzare il cielo.

Makoto appoggiò la testa contro la sua spalla. «Quante stelle, vero? Abbiamo fatto bene a venire qui.»

Già. Avrebbero potuto optare per località più frequentate e vicine a Tokyo, ma a entrambi era piaciuta l'idea di un luogo isolato, magari vicino a qualche bosco o montagna. Makoto non aveva optato per un campeggio solo perché preferiva avere una cucina.

Lui percepì il silenzio di lei.

«Il cielo era così nel posto in cui abitavo da bambina.»

«Coi tuoi genitori?»

Lei mosse la testa, per annuire. «Quando sono andata a vivere con la nonna, Tokyo non mi piaceva perché non c'erano le stelle. Troppa luce. Troppa gente.»

Gen la lasciò parlare.

«Mentre stavo seduta qui, mi sono ricordata una cosa. Da piccolina, l'unica cosa di cui avevo paura era il buio. Quando non c'era la luna non volevo andare fuori la sera, neppure a prendere un gelato. Ero sicura che sarebbero arrivati tanti mostri a mangiarmi.»

Gli sfuggì una risata bassa.

Makoto lo picchiò sul braccio, senza energia. «Avrò avuto quattro anni, non ricordo bene. Una notte papà e mamma mi hanno messo davanti una candela. 'Facciamo un gioco' hanno detto. Invece di mettermi a dormire, papà mi ha preso in braccio e siamo andati in giardino, con mamma, mentre lei ci faceva strada col lume. Mi ricordo che stringevo forte mio padre, cercando di non nascondere la faccia nel suo petto. Non volevo vedere nulla, soprattutto il buio. Mi hanno incoraggiato ad aprire gli occhi. 'Ci siamo noi con te.' Poi mamma ha soffiato forte la candela. Io ho urlato. Credo di aver cominciato a piangere, ma loro mi hanno consolato. Mi massaggiavano la schiena. 'Abbiamo solo spento la candelina che avevamo in mano' hanno detto. 'Guarda quante ce ne sono ancora là sopra.' Ed era vero. C'erano tante candele nel cielo. Mamma e papà si sono seduti con me, su un telo come questo. Si sono messi a inventare storie su ogni singola stella. Io stavo in mezzo a loro e ascoltavo. Alcune storie erano così appassionanti che mi sono messa a saltare, a ridere. Poi cadevo in mezzo ai loro corpi e mi sentivo afferrare. Ricevevo tanti baci.»

Makoto smise di raccontare.

Lui la massaggiò sulla spalla, stringendola con attenzione, senza troppa forza. Comprendeva la forza di quei ricordi, la loro importanza.

Lei strofinò un occhio contro il suo pigiama. «Me n'ero scordata, sai?»

«Eri una bambina.»

«Sì, ma... quel giorno ero così felice, e ho dimenticato lo stesso.»

«No, qualcosa è rimasto. Non hai più avuto paura del buio, giusto?»

Lei chinò la testa talmente a fondo che Gen seppe che stava piangendo.

«Già.»

Non erano solo lacrime di tristezza.

«Andiamo. Hai ancora tante stelle da guardare.»

Makoto gli gettò le braccia al collo, premendo involontariamente sulla scottatura. «Sono sempre più belle.»

A lui non importò del dolore, ricambiò l'abbraccio.

Lentamente, il silenzio si portò via la sofferenza di lei. Infine, Makoto si pulì il viso e alzò di nuovo gli occhi al cielo. «Forse non ci ho pensato più per tutto quello che vedo adesso là sopra.»

«Cosa?»

«... ricordi ancora più lontani.»

Gen non seppe se era perché si era svegliato da poco, o perché Makoto gli aveva appena raccontato di quando era una bambina normale e impaurita, ma non provò disagio nel sentirla parlare della sua antica vita. Era rilassato. Era in pace, nel posto giusto e con la persona giusta. «Cosa ti accadeva a quel tempo?»

Lei rilasciò la tensione. «Non a me. A Giove. Percepivo l'immensità del mondo in cui viveva. Ogni stella per lei era una sorella che metteva ordine nel cosmo. La loro grandezza e forza non la spaventavano. Pensava... 'Un giorno sarò come loro. Lascerò il mio segno in questo universo'.»

Parole in cui c'era talmente tanto di Makoto, che per la prima volta lui sentì un equilibrio in ciò che lei - e loro - potevano essere nella realtà che fino a quel momento si era rifiutato di esplorare.

«... ti fa paura?» si sentì domandare.

«No.» Voleva saperne di più. «Cos'altro hai sognato?»

Da Makoto sgorgarono racconti maestosi, imprecisi, lontani. Gen li ascoltò finché lei, stremata, non si addormentò sul telo sopra il prato, sotto le stelle da cui proveniva la sua stessa essenza.

Lui guardò il cielo con occhi nuovi.

Riuscirò mai a farne parte?


  

Agosto 1997 - In vacanza al mare - FINE

  


 

NdA: Prima che mi azzanniate: ho intenzione di raccontare anche a voi cosa ha sognato/ricordato Makoto in relazione al suo antico passato. E' molto tempo che mi limito ad accennare alla cosa. In questo frangente mi interessava di più parlare della reazione di Gen. Per lui, più che il dettaglio di queste storie, è importante la reazione che ora prova nell'ascoltarle. Ma desidero includere in questa raccolta anche i ricordi di questo passato, per legarla di più alla saga in generale, e perché tutto ciò fa parte di Makoto. Ora che lei e Gen hanno iniziato a parlarne, è finita la fase del 'non voglio sentire, meglio rimandare' di lui. Si è aperta una domanda finale per Gen. Questo farà evolvere la loro relazione. 

Ogni vostro commento è graditissimo :)

 

Elle

 

Il gruppo Facebook dedicato alle mie storie, con anticipazioni e curiosità, è Sailor Moon, Verso l'alba e oltre...

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre