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Autore: _lollypops_yeah    08/07/2016    1 recensioni
Bill incontra Elizabeth, una ragazza alcolizzata che si sente morta con emozioni troppo forti. Il loro amore sembra impossibile a detta di tutti: lei troppo fredda e lui troppo allegro ma si sa, l'amore vince su tutto, anche alle prove a cui il destino deciderà di sottoporli.
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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"Allora, cosa hai intenzione di fare stasera?" Mi chiede mio fratello sdraiato scompostamente sul divano col telecomando in mano, intento a fare zapping alla tv
"Non ne ho la minima idea, immagino che tu andrai in uno dei tuoi soliti locali" gli rispondo continuando a leggere il libro che mi ero portato dietro 
"Bhe, New York è piena di locali del genere e stavolta verrai anche te." 
"Grazie ma sto bene anche a casa" 
"Oh no, stavolta caro fratellino verrai con me a vedere un pò di carne femminile e per rifatti un pò gli occhi" 
Sbuffo sonormete chiudendo il libro
"Dimmi perché devo venire con te" gli dico abbastanza irritato 
"Per la tua salute, fa male restare piegato troppo tempo sui libri e la mia è la miglior medicina" 
Sbuffo di nuovo, questa volta ancora più sonoramnete. Non ne ho proprio voglia di andare con mio fratello per locali di quel genere.
"Non verrò con te" 
"E dai Billy, fallo per il tuo fratellone e per la tua salute" risponde lui senza alzare gli occhi dalla televisione.
"No" 
"Dai"
"No"
"Daiii"
"E VA BENE, hai vinto"
Sorride vittorioso mentre io mi siedo sulla sedia
"Però sarà la prima e ultima volta, sappilo" 
"Si certo, ti aspetto la prossima volta quando mi pregherai di portarti" dice ridendo e ricevendo un'occhiataccia.
Dopo aver cenato con un piatto di pasta ci cominciamo a preparare: mio fratello si mette una delle sue maglie larghe color blu, un paio di jeans altrettanto larghi, le sue scarpe da ginnastica e il suo immancabile cappello mentre io mi metto un paio di jeans strappati con una maglia nera e un paio di stivali neri senza mettermi il trucco, questa sera non ho voglia di truccarmi. Mi metto un pò di gel nei capelli tirandoli indietro e dopo pochi minuti sono stranamente pronto cosi scendiamo le scale della veranda ed entriamo in macchina con Tom al volante.
"Allora, dove andiamo?" Gli chiedo 
"Ohh vedrai, un gran bel posticino che ho scoperto ieri sera" 
"Almeno posso sapere se è lontano o no?"
"È un pò più nella periferia di New York, a più o meno trenta minuti da qui" 
Siamo partiti e dopo mezz'ora giusta siamo davanti ad un night. "Vedrai che ti divertirai" mi garantisce Tom chiudendo la portiera 
"Direi che tra i due quello che si divertirà di più sarai te" dico sottovoce scendendo dalla macchina dando un occhiata al locale: è a forma quadrata, con mille luci colorate che escono dalle finestre altrettanto quadrate. La gente entrava e usciva, perlopiù erano di quelli che si credono fighi, palestrati e con maglie megastrette per evidenziare i muscoli. 
Entriamo e dopo aver posato le nostre cose entriamo in una sala con un palcoscenico posto al centro con delle ragazze seminude che ballavano su una canzone tunz tunz; alzo gli occhi mentre Tom mi prende per il braccio urlandomi una cosa tipo:" hai visto che fine che sono quelle?" Ma non penso abbia voluto dire "fine"; lo lascio andare dalle ballerine mentre io mi ero andato a sedere al bar a prendermi qualcosa di non alcolico visto che probabilmente poi avrei dovuto guidare io verso casa. 
Dopo due ore passate a messaggiare con Andreas in quel casino infernale anche il mio migliore amico mi ha abbandonato, a quel punto mi chiedo cosa ci faccio ancora li e così decido di uscire; vado a prendere la mia giacca dopodiché esco con la testa che mi scoppia. Dopo aver camminato per più o meno un quarto d'ora al freddo decido di entrare in una piccola locanda all'apparenza molto graziosa; all'interno c'era un piccolo camino che riscaldava tutto e l'arrendamento era molto country. Mi vado a sedere sullo sgabello di fronte al bar di fianco ad una ragazza con vari bicchieri di whisky vuoti ed uno in mano. 
"Vuoi qualcosa da bere, ragazzo?" Mi chiede la donna al balcone 
"Un bicchiere d'acqua va più che bene, grazie" e intanto, di fianco a me, la ragazza si mette a sorridere.
"Un bicchiere d'acqua..." si dice quasi parlando da sola, ridacchiando. Rimango un po' sbigottito, un pò per quello che aveva detto ma la maggio parte per il suo aspetto: capelli lunghi scuri e ricci, occhi verdi tristi e malinconici, naso a punta, labbra carnose e la pelle chiarissima, un pò rossa sulle guance sicuramente per l'alcool. 
Prendo il mio bicchiere d'acqua continuando a guardarla con la coda dell'occhio; ha un fascino misterioso che ti attira, mi sento quasi come un marinaio mentre ascolta il canto di una sirena ma purtroppo se ne accorge e, sorridendo, si gira verso di me.
"Lo so, faccio quest'effetto agli uomini, mi mangiate tutti con gli occhi" dice con voce annoiata
"Scusami..."
"Perché devi farlo? Saresti il primo che lo fa" mi risponde continuando a bere 
"Io mi chiamo Elizabeth ma è un nome orribile quindi, mi dovrai chiamare Lizzy" mi dice posando con grazia il bicchiere e porgendomi la mano. Ha una voce bellissima, calma e dolce ma allo stesso tempo malinconica e triste.
"Io sono Bill. Elizabeth non è un brutto nome" 
"Si che lo è, dicono tutti queste frasi di convenienza solo per compiacenti" 
"Ma lo è veramente, a me piace"
"È inglese mentre io sono americana. Lizzy mi piace di più" "va bene, Lizzy." 
Sorride, per poi chiedere dell'altro whisky e mandarlo giù come se fosse acqua.
"Sai, ho sempre creduto nella gentilezza degli estranei e te hai un viso dolce..."
"Ehmm, grazie" si, era decisamente ubriaca 
"Bill... non sembri però inglese o americano, da dove vieni?"
"Germania, sono venuto qui in vacanza con mio fratello"
"Bel posto la Germania, ci sono stata ma sono ricordi che la mia mente non vuole rievocare" 
"È successo qualcosa di brutto?" Gli chiedo 
"Si, ero con i miei genitori e già questa cosa è brutta" sosprira e butta giù un altro sorso di whisky.
"Brutto rapporto con i genitori?" 
"Pessimo..." chiede di nuovo da bere "mi dispiace solo per i miei fratelli" 
"Capisco..." le rispondo 
"I miei sono schifosamente ricchi, le solite persone che cercano di mostrare al mondo che la loro famiglia è perfetta quando in realtà è uno schifo; hai presente le case delle Barbie?ecco, la mia famiglia è come quella: bellissima all'esterno ma finta. Loro e i loro "Elizabeth non fare quello, Elizabeth non comportarti così, Elizabeth non parlare così...per loro esistevano solo le parole "Elizabeth non fare quello, non fare quest'altro", mai un "Elizabeth ti vogliamo bene" o qualche altra frase così" dice mantendo la voce calma ma stringendo forte il bicchiere 
"Ma probabiente non lo facevano con cattive intenzioni..." e dico
"Oh certo, come non avevano cattive intenzioni quando mi hanno mandato in quella scuola per ragazzi alcolizzati come era la loro "cara e dolce Elizabeth"
"Ti hanno messo in una scuola per alcolizzati?" 
"Si, era una scuola dove stavano i ragazzi alcolizzati ma non hanno fatto assolutamente bene, sono stati gli anni più bui e cupi della mia vita. Io non sento niente, mi sento vuota e solo con la droga riuscivo a sentire qualche emozione ma quella me l'hanno tolta definitivamente; ero riuscita a disintossicarmi dall'alcool ma poi niente... eccomi di nuovo qui a bere come una spugna" 
"Mi dispiace tanto, davvero. Se c'è un modo in cui posso aiutarti..." le dico mettendole una mano sulla spalla 
"Sai... a volte vorrei morire buttandomi giù da qualche dirupo ma quando sono lì non ne ho mai il coraggio..." dice accennando un sorriso guardando il bicchiere che aveva in mano
"Ma che non ti venga manco in mente, siamo giovani e abbiamo una vita ancora davanti" 
"Io voglio vivere velocemente e morire giovane" dice con voce atona.
"Ma perché?" Le chiedo "devi essere parecchio ubriaca"
"Certo, e mi va bene così" 
Cerco con lo sguardo l'aiuto della donna che serviva ma lei alza le spalle e continua a lavare piatti e bicchieri.
"Sai, si sente tantissimo che sei tedesco" 
"Ah bene, ed io che pensavo di potermi farmi passare come un perfetto americano" dico con ironia e lei scoppia a ridere. 
"Senti, hai una casa?" Le chiedo
"Dipende, a volte si è altre no" dice ridendo ancora
"E dove dormi?"
"A volte riesco a racimolare un pò di soldi per permettermi una camera di qualche motel" 
"No ruberai mica spero!?" Le dico con tono di rimprovero 
"No di certo" risponde lei tranquillamente "canto in qualche locale come questo" 
"E per stasera?" 
"Mhh, stasera... non mi sembra" 
Valuto l'idea di farla venire in casa nostra, mio fratello ne sarebbe stato ben felice ma era comunque un estranea. Va be', al massimo ci ruba i pochi soldi che abbiamo. 
"Ti ospito in casa mia dai" 
"Molto gentile, grazie" si alza dallo sgabello barcollando tutta, scendo dalla sedia anch'io e la prendo per una spalla.
"Allora Lizzy, quando sarai da noi non cadere nelle tentazioni di mio fratello, ok?"
"Va bene..."
Facciamo per uscire dalla porta quando la cameriera ci richiama 
"Ehi ragazzini, dovete pagare"
"Si, mi scusi. Quanto le devo?" Le dico facendo sedere Lizzy sul divanetto e correndo verso il bancone del bar davanti alla cassa.
"Sono 20 $ visto che la tua amica mi ha svuotato un intera bottiglia di whisky" 
Tiro fuori il portafoglio, prendo la banconota e la porgo alla donna che la mette nella cassa.
"Salve" le dico prendendo Lizzy per la spalla e andando fuori. 
"Toglimi una curiosità, Bill: sei mai stato ubriaco o hai sempre e solo bevuto acqua?" 
"Non sono mai stato ubriaco ma qualche alcolico l'ho bevuto anch'io"
"Non ubriacarti mai, prendi me come esempio al negativo" 
"È normale secondo te sentirsi già morti?" Mi chiede poi
"Te non sei morta, ricordatelo"
"Ma vorrei, questo mondo è così crudele, pieno di regole, giudizi..." 
"Ehi, se tutta la gente pensasse così saremo gia tutti morti" le dico 
"È questo, la gente è troppo superficiale, si ferma solo alle apparenze"
"Adesso toglimi te una curiosità: sei così cinica anche da sobria o è un effetto dell'alcool?" Si mette a ridere, continuando a tenersi stretta alla mia giacca. Quando arriviamo dalla macchina vedo mio fratello scendere le scale barcollando con appiccicate due ragazze mezze nude.
"Scusate ragazze, è stato molto bello passare del tempo insieme a voi ma adesso devo andare" dice venendo verso la macchina staccandosi da quelle quando finalmente si accorge di noi due.
"Ah, vedo che abbiamo fatto conquiste eh, io te lo avevo detto...
"sali in macchina deficiente, guido io." Gli dico spostandolo. Lizzy si siede nel sedile del passeggero mette Tom va dietro, barcollando.
"Allora pupa, ti ha trattato bene il mio fratellino?" Le chiede guardandola col suo solito sguardo da pervertito che era 
"Vedo che sei ben ubriaco anche tu" le risponde lei semplicemente.
"Sai Bill, è davvero bella. Dimmi pupa, quanto ti ha pagato per farti venire con noi?"
"TOM!" Gli urlo indignato "non è come quelle con cui vai te" 
"Hai ragione, è troppo bella e coperta. Posso almeno sapere come ha fatto a convincerti per avere i tuoi favori, ragazza?" 
"Tom, sta zitto o ti abbandono in strada" lo minaccio, cominciando a irritarmi
"Eddai, non ti devi vergognare fratellino"
"Ultimo avvertimento, Thomas" 
"Oh mamma, quando mi chiama col mio nome è pericoloso" sussurra a Lizzy
"Smettila di tormentarla!" Gli urlo
"Gesù, quanto siamo gelosi" 
Fermo di colpo la macchina facendo sussultare i passeggeri e mi giro abbastanza irritato
"Adesso, stai zitto fino a quando siamo a casa o giuro che ti abbandono in autostrada, ricevuto?" Gli dico piano sscandendo bene ogni lettera.
Sbuffa e appoggia la schiena al sedile e finalmente sta zitto fino a quando siamo arrivati davanti alla casetta che avevamo affittato: era la tipica casetta americana, con veranda, prato e garage. Era carina, molto comoda e confortevole. Posteggio la macchina e vado ad aprire la portiera a Lizzy prendendola per una spalla per aiutarla a reggersi in piedi mentre Tom si alza barcollando e chiude la portiera.
"Posso fare un commento?"
"No, devi stare zitto" gli rispondo irritato.
Tiro fuori le chiavi ed apro la porta cercando poi l'interruttore della luce a tentoni e quando lo trovo accendo la luce, illuminando il piccolo salotto che avevamo e tutto il suo disordine. 
"Ok" dico facendo sedere la ragazza sul divano e andando ad appendere la giacca "Tom, tu dormi sul divano" 
"Ma dormici tu sul divano, perché proprio io?" Dice con vice critica
"Perché sei il fratello maggiore e i fratelli maggiori si devono sacrificare per i minori" gli spiego semplicemente 
"Ringrazia che sono ubriaco, Wilhelm" 
Vado a prendere un cuscino e delle coperte per mio fratello e gliele butto sul divano
"Posso dormire io qui" dice Lizzy barcollando
"Oltre che bella è anche intelligente, fa come dice lei, fratellino" dice alzando le sopracciglia com è per spiegare la cosa più facile del mondo.
"Tu sta zitto sennò ti faccio dormire in giardino al freddo" gli dico guardandolo male.
Mostro a Lizzy la casa velocemente dopodiché la lascio nella camera in cui avrebbe dormito.
"Allora signorina, colazione c'è quando io o mio fratello ci alziamo e questo significa tardi, se vuoi preparati del caffè sei libera di farlo, c'è un pò di casino ma se puoi fa come se niente fosse e non accendere il computer per la tua l'incolumità, buonanotte" le dico infine 
"Buona notte" risponde piano chiudendo la porta. Ritorno in sala dove mio fratello stava seduto sul divano a braccia incrociate.
"È davvero bella, dimmi dove l'hai trovata per favore" Vado a sedermi accanto a lui e mi metto comodo
"In una locanda"
"Allora te ne sei andato, ecco perché era così coperta"dice ridendo 
"Quando metterai un pò la testa a posto? Gli domando sorridendo
"Probabilmente manco quando sarò sul letto di morte, notte Bill"
Mi alzo, lasciandolo coricare
"Buonanotte, Tomi" vado in camera mia dove mi cambio e mi metto al caldo sotto il piumone addormentandomi continuando a pensare a quella misteriosa ragazza.



CIAO A TUTTE LE ALIENS
questa è la mia prima storia che pubblico qui su efp, quindi se trovate qualche errore per favore fatemelo notare, grazie. :) 

 
   
 
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