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Autore: RoloChan105    08/07/2016    0 recensioni
"Il tuo nome" Domandò serio. Nessuna cordialità, non c'era tempo per le manfrine.
"Perchè dovrei risponderti?" Chiese in risposta la voce di una donna, la stessa che Darius aveva udito ore prima.
"è un ordine"
- Dopo averla pubblicata sul forum di league of legends, la pubblico anche qua!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darius, Quinn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il suono ben distinto di un tuono proruppe nel suo maniero e rimbombò per la stanza.
Un rumore così fastidioso quanto importante. Stava ancora piovendo, non aveva fatto altro da giorni. Quella sera ,però, qualcosa era cambiato.
Aveva udito un suono diverso, rumori concitati, passi e urla.
Urla femminili, urla di donna.
Le imprecazioni dei suoi soldati non erano state una melodia per le sue povere orecchie, ma aveva pazientemente atteso quel giorno da troppo tempo.
Quasi un anno fa, una strega gli aveva suggerito di cercare una leggendaria creatura e finalmente, era riuscito nell'impresa.
"Mio signore" La pesante porta si aprì e la voce del maggiordomo si fece sentire. "Tutto è pronto, possiamo andare".

I pesanti passi delle armature rimbombarono in quelle segrete.
I suoi soldati in silenzio, scortavano il suo passaggio e fiero ma teso, passo dopo passo, Darius si avvicinava alla meta.
"è lei" Spezzò il silenzio il maggiordomo fermando il suo padrone proprio davanti alla cella in cui la creatura tanto incredibile era rinchiusa.
Darius annuì e con un cenno del capo, impartì ai suoi soldati di lasciarlo solo.
Quando gli scalpiccii e i rumori terminarono, si rivolse all'entità davanti a sé.
"Il tuo nome" Domandò serio. Nessuna cordialità, non c'era tempo per le manfrine.
"Perchè dovrei risponderti?" Chiese in risposta la voce di una donna, la stessa che Darius aveva udito ore prima.
"è un ordine" Precisò, ma quando non udì nessun suono, iniziò ad innervosirsi. " D'accordo" Si avvicinò alle sbarre della prigione e le prese tra le mani. "C'è un solo motivo per il quale sei stata condotta qua..." Spiegò cercando di essere il più paziente possibile. "Ed è per le tue lacrime".
"Le mie lacrime..."Ripetè le sue ultime parole con calma. "E dunque le vorresti..."
"Esatto..." Una risata proruppe dalle sue labbra facendogli storcere la bocca.
"Mio signore, lei pensa che dopo che i suoi uomini hanno distrutto la mia casa e depredata dalla mia lontana terra, io decida di donarle il mio bene più prezioso?" Con difficoltà, essendo legata, la donna si alzò in piedi.
"Sono una delle poche fenici rimaste e non mi sognerei mai di cedere il mio potere più grande ad un uomo così egoista come lei..."
Quelle parole fecero perdere la pazienza a Darius.
"Cambierai idea prima o poi..."La minacciò."Puoi morire, lo sai bene, ma puoi rinascere dalle tue ceneri. Non riceverai né cibo né acqua finchè non mi avrai dato le tue lacrime..." La minacciò, ma la donna sorrise compiaciuta sentendolo allontanarsi.

I giorni passarono, così come le settimane e i mesi.
Ogni dì, Darius si recava nelle prigioni per chiedere alla fenice di avere quelle maledette lacrime e la donna, ostinata, ripeteva sempre la stessa risposta.
Senza acqua e né cibo, la sua ostinazione era quasi incredibile e più di una volta i soldati, avevano visto le sue ceneri sul pavimento, segno appunto della sua morte e della sua rinascita.
Per quanto quella situazione andasse avanti e fosse un immortale, le sue forze stavano finendo.
"Dammi le tue lacrime"
"No..."
"Che donna ostinata..."Imprecò un giorno Darius allo stremo della sua pazienza. "Cosa vuoi in cambio!? Oro, gioielli?! Ti ripagherò per questo!".
"Voi non potrete ripagarmi di un prezzo così grande..."
"Quanto possano costarvi quelle lacrime?!"
"Molto più di ciò che pensate...".

La situazione dopo circa tre mesi non si era sbloccata, ma Darius aveva infine ordinato di darle da mangiare e da bere; la prigionia era una punizione più che giusta.
Sebbene i primi giorni la fenice rifiutasse ogni pasto, quelli dopo li accettò suo malgrado, troppo debole per resistere a quella corroborante fame.
"Puoi dirmi il tuo nome?" Domandò Darius facendole inarcare le sopracciglia. Non era la domanda che solitamente si sentiva ripete all'infinito.
"Che cosa ci guadagno mio signore?"
"Voglio saperlo..." La fenice socchiuse gli occhi, ma infine, acconsentì.
"Il mio nome è Quinn..."
"Quinn" Ripetè quel nome meravigliato. Mai aveva sentito un nome così particolare. "è un bel nome..." Dire che quella domanda fece accendere in lui la curiosità in quella donna, era dire poco.
Da quel giorno, Darius si recò nelle prigioni, non più con la solita richiesta, ma per poter ascoltare i racconti e la voce di quella donna. Esattamente come un canarino, la sua voce era melodiosa, amabile e ascoltarla, non lo faceva più sentire così solo.
Anche lei aveva iniziato a voler sapere più cose di lui e a sua volta lui soddisfò le sue curiosità narrandole le sue meravigliose battaglie.
"è successo molto tempo fa però..."
"Adesso non combatti più?"
"No" le rispose sempre a qualche metro da lei "non posso più..."
"Perchè? Che cosa ti è successo?" Darius non le rispose e sospirante, si alzò in piedi.
"è per questo che voglio le tue lacrime".

Quei racconti l'avevano toccata nel profondo.
Quinn attendeva il suo arrivo ogni giorno per poter ascoltare le sue storie.
Ancora, nonostante tutte quelle volte che si erano parlati, lei non era mai riuscito a vederlo in volto. La prigione era un posto molto buio ma la sua cella, mese dopo mese, era diventata molto comoda e completa di ogni necessità.
Aveva un bagno, dei libri, carta per disegnare; Darius aveva provveduto ad ogni sua richiesta.
Ma quel giorno, il lord del castello non era ancora arrivato.
Preoccupata, si alzò in piedi e cercò di sbirciare le ampie scalinate che portavano ai piani superiori.
Dopo interminabili ore, le porte si aprirono ma non uscì l'imponente figura di Darius, bensì le guardie del maniero.
"Dov'è Darius?" Domandò arretrando di un passo nella cella.
Le guardie armeggiarono con la serratura e in pochi scatti, la liberarono.
"Lord Darius ci ha dato l'ordine di liberarti."
Non poteva credere alle sue orecchie: dopo tutti quei mesi e quella prigionia, adesso lui la liberava?
Le sue lacrime non avevano più importanza? O forse aveva trovato un altra fenice?
Con velocità, superò le due guardie e corse verso le scale. In pochi secondi arrivò in cima e continuando a correre, setacciò tutto il maniero per trovarlo.
Non appena si trovò davanti all'ultima stanza, affannata aprì le porte e in una stanza completamente buia, lo vide voltato verso una grande finestra ad ammirare la luna.
"Perchè?" Chiese affannata muovendo dei passi verso di lui."Perchè mi lasci libera adesso?"
"Perchè finalmente ho capito..."Le rispose rimanendo voltato.
"Capito cosa?" Si avvicinò a lui fino a che stufa lo strattonò per un braccio. "Capito cosa Darius?"
Le parole le morirono in gola non appena vide il suo volto: una profonda cicatrice solcava la sua faccia e i suoi occhi erano completamente bianchi.
Adesso capiva perchè Darius voleva le sue lacrime: Darius era cieco.
"Come...?" Domandò con voce tremante mollando la presa.
"In battaglia...anni fa..."
Gli occhi di Quinn si fecero umidi e capì che quella, era la cosa giusta da fare. Con entrambe le mani, afferrò il suo volto e lenta, bagnò quell'orribile cicatrice con le sue lacrime.
"Io..."Mormorò Darius tenendo gli occhi chiusi " Non ne avevo più bisogno..."
"E io non potevo dartele prima..." Spiegò con il volto bagnato di lacrime. "Il dono più importante di una fenice sono le lacrime, ma queste non funzionano se la fenice in questione non ama chi le richiede..."
Darius aprì gli occhi e dopo tanto tempo, riuscì di nuovo a vedere.
La vista di Quinn lo lasciò a bocca aperta: splendidi capelli rossi, occhi di un verde smeraldo labbra color corallo. Era una donna meravigliosa.
"Non avevo più bisogno delle tue lacrime..."Ammise per l'ennesima volta prendendo tra le mani il suo volto imperlato di lacrime. "Perchè finalmente avevo trovato qualcuno che allietasse le mie giornate, che mi facesse nuovamente sentire vivo...Quinn, mi hai fatto rinascere."
"Avevi solo bisogno..." Le sorrise lei avvicinandosi al suo volto per poterlo unire al suo "... di una fenice".

-Grazie a tutte le persone che hanno letto questa storia. Amo questa coppia!
Se ne siete rimasti come me, affascinati, seguitemi sulla mia pagina facebook - Rolo's Art- dove ogni giorno posto un disegno o un fumetto!
Vi aspetto :)

https://www.facebook.com/rolosart/

 

   
 
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