Bath Foam
Entrando in casa, la prima
cosa che
colpì Danny fu un forte sentore di pino silvestre, che gli
ricordava molto la
fragranza del suo bagnoschiuma.
Confuso, cercò di avvicinarsi alla zona
di provenienza dell’odore.
Arrivato alla lavanderia, trovò Grace che
stava traendo fuori dalla lavatrice un cesto di bucato appena fatto.
“Grace, che hai combinato?” le chiese
dubbioso.
La ragazza, ormai quindicenne, gli
sorrise per poi rispondere: “Ho fatto il bucato; il cesto
della roba sporca era
pieno, così…”.
“Tua madre non ti ha insegnato che nella
lavatrice si deve mettere il detersivo e non il
bagnoschiuma?” le chiese il
padre con un vago cenno di ilarità nella voce.
“Sì” annuì Grace,
“Ma a zio Steve piace
avere il tuo odore addosso!”.
*
* *
Quando a notte fonda Steve entrò in
casa, posò il suo borsone sul pavimento del salotto e si
diresse subito in
camera. Il viaggio di ritorno dal centro di addestramento reclute gli
aveva
portato via la maggior parte del giorno, quindi non si sorprese di
trovare
tutti già addormentati.
Arrivato in camera, si diresse subito a
salutare il detective. Dopo tre settimane lontani, l’unica
cosa che voleva era
addormentarsi tenendolo stretto fra le sue braccia; avrebbe pensato una
volta
entrambi svegli ad un saluto in grande stile.
Immerse il volto nei capelli del
compagno e trasse un profondo respiro inebriandosi del dolce profumo al
Ginseng
e Guaranà. Sorrise, compiaciuto da quella inaspettata
sorpresa.
Danny, sentendo la presenza del partner
aprì un occhio, ancora mezzo addormentato e con la voce
impastata gli disse: “Sei
tornato, finalmente!”.
Steve sorrise felice, “Perché hai
l’odore
del mio doccia schiuma addosso, Danno?” non potette impedirsi
di chiedergli.
Danny, prima di rispondere, allungò un
braccio per trarre più vicino a sé il corpo del
Marine.
“Grace ha utilizzato tutto il mio per farti
il bucato” ammise innocentemente.
Steve rise sommessamente e con quanta
più delicatezza possibile cercò di divincolarsi
dalle braccia del compagno.
“Faccio una doccia e torno da te” disse
rivolto ad un Danny quasi del tutto, di nuovo, addormentato che rispose
soltanto con un vago mormorio.
Prima di dirigersi in bagno però, decise
di deviare per la camera di Grace.
La ragazzina dormiva tranquillamente in
quella che, a tutti gli effetti, era la sua camera. Tutti i mobili
scelti,
comprati e montanti in tutti quei weekend liberi che avevano passato
insieme.
Si avvicinò al letto e posando un
leggero bacio sulla testa bruna della piccola, le disse:
“Grazie mille, tesoro!”.
Inaspettatamente, quasi lo avesse
sentito, Grace sorrise nel sonno.
*
* *
Dopo una rapida doccia, con un cambio
fresco di bucato addosso, Steve entrò nel letto, pronto ad
una notte di sonno. L’abbassamento
del materasso finì per risvegliare, ancora una volta, Danny
che senza accennare
proteste si avvicinò al corpo del compagno per poi
abbracciarlo.
“Perché hai il mio odore addosso?”
chiese al Navy Seal, con la voce impastata di sonno.
“Perché ho preso un cambio dai vestiti
lavati da Grace” provò a giustificarsi Steve.
“No, non è vero. La tua pelle profuma di
pino silvestre” spiegò il detective che nel
frattempo aveva tuffato il viso
nell’incavo del collo del compagno.
Steve sospirò, ben sapendo che non
avrebbe potuto continuare a mentire al suo partner.
“Ok, ne ho rubato un po’ prima di andare
via” ammise flebilmente, temendo già la reazione
del compagno.
Danny sorrise, vagamente lusingato dalla
cosa. Lasciò un dolce bacio sul collo del marine per poi
sussurrargli
dolcemente: “Sei il solito animale”.
Steve sogghignò, grato che la sua pena
si limitasse solo a quello, per poi stringere a sé il corpo
del detective e
mettersi comodo per dormire.
“Danno?”
“Mhmm?”
“Ti amo!”
“Anch’io, Babe, anch’io.”
Note:
Lo
so, LO SO!
Non mi stavate aspettando con questa, ma
non posso farci niente, c’è troppo caldo e riesco
solo a scrivere le
minch***ate.
Mi spiace per voi che state aspettando
da mesi, oramai…
Alla
prossima!