Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: gigliofucsia    09/07/2016    0 recensioni
Anziano ha paura di morire così preso dalla depressione si chiude in casa ma ben presto succederà qualcosa che non si aspetta.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fuori dal tempo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La luce dei lampioni entrava dalle fessure delle persiane nella stanza oscura. Il rombo di un’auto riempì la stanza e poi si allontanò. In quella stanza aleggiava un’aria di polvere. L’involucro tra le coperte del letto si mossero. All’improvviso ne uscì fuori un uomo pericolosamente vicino agli ottant’anni. Reti di rughe gli solcavano il viso e ogni sbuffo sapeva di medicine, minestrone e prugne secche. L’uomo guardò la sua stanza deserta poi sbuffò guardandosi le mani raggrinzite e pallide. Quando una voce roca e divertita gli raggiunse le orecchie e lo schernì.

– Non sei più un ragazzino è? –

L’anziano si voltò verso l’angolo della stanza lo specchio. Lì dentro, c’era un uomo in pigiama a righe in piedi che, reggendosi con il bastone lo guardava con scherno e soddisfazione. Era la sua immagine.

Scostò il piumone, l’aria invernale gli congelò le gambe. Si mise gli occhiali sul naso e afferrò il bastone con mano tremante. Tenendosi con tutte e due le mani strinse i denti e cercò di sollevarsi. Mentre la voce continuò:

– Veloce! Forse entro natale ce la fai? – ridendo alla sua battuta.

L’anziano si era alzato con il fiatone. Tenendosi la schiena urlò:

– Zitto! – il sè stesso nello specchio si zittì di colpo mantenendo sempre il suo ghigno sulle labbra.

Con lentezza, l’anziano arrivò davanti allo specchio guardando la propria immagine allo specchio con un moto di agitazione sullo stomaco. Non si chiese come mai il suo riflesso parlasse e si muovesse  da solo, perché non gli importava.

La sua immagine si appoggiava al suo bastone come se fosse per semplice decoro e la guardava dicendo:

– Amico! È inutile che ti chiudi in camera al buio, tutto ciò ti farà ringiovanire –

L’uomo strinse forte il bastone, i suoi palmi sbiancarono. Non voleva sentirselo dire. Batté il bastone sul pavimento e gridò:

– Non mi importa! Odio invecchiare, odio questi tutti questi dolori, odio questo mondo maledetto e odio vedermi così brutto –

La sua immagine si strinse lo stomaco e rise:

– Con il muso lungo che ti ritrovi non mi sorprende, chi vorresti essere? Dorian Gray? –

Esclamò ridendo la sua immagine:

– sì! va bene? Vorrei rimanere giovane in etereno come Dorian Gray. Lui aveva tutto! I soldi, la stima, la bellezza e l’eterna giovinezza, nessuno vorrebbe di più –

A quel punto la figura nello specchio si afferrò la testa con disappunto

– Oddio! Non è possibile che a ottant’anni ragioni ancora come un moccioso, ti comporti come se non avessi già vissuto abbastanza! –

L’anziano si avvicinò e sputando dalla dentiera gridò:

– Senti chi parla! Mentre sono in balia del tempo tu rimani bello pimpante! Che puoi saperne tu di come mi sento? –

La figura divenne seria:

– Guarda che vivere per sempre non è una pacchia come pensi. Dovresti darlo per scontato. Non puoi essere fuori dal tempo, prima o poi la morte arriverà e tu non potrai farci niente. Accetta la realtà ti sentirai meglio –

L’anziano divenne ancora più rosso in viso, come si permetteva di dargli lezioni?

– Smettila! Tu non subisci il tempo perché? Perché non mi vuoi dire come fai? Non ti suscito abbastanza pieta? –

Il riflesso scosse la testa sbuffando:

– Tu non capisci, non è il tempo a pesarti sulle spalle, sei tu che te lo fai pesare… io a differenza di te, non me lo faccio pesare, quando arriverà la mia ora, arriverà ma intanto mi godo la vita. Solo così puoi sperare di sentirti meglio –

Il vecchio diede le spalle allo specchio urlando:

–Taci! – Lui non era nella sua situazione, non aveva il diritto di parlare.

In quel momento dei passi si udirono fuori dalla porta, passi lenti. Un respiro affannoso ed un fumo nero si levò da sotto la porta chiusa. L’anziano la guardò e sbiancò. Era arrivata!

Sentì un moto di panico assalirlo.

Voltandosi verso lo specchio, lasciò cadere il bastone. Si afferrò allo specchio mentre la sua immagine la guardava, confusa e sconvolta.

– Ti scongiuro! – lo pregò

Dei colpi bussarono alla porta della camera. L’anziano sentendo che era arrivata la sua fine guardò sé stesso negli occhi.

– Ti prego fa qualcosa! – gli disse.

Il riflesso facendo un passo indietro si indicò spalancando gli occhi:

– Io?! – disse

La maniglia si abbassò decisa e attraverso la fessura si vide una mano nero e una mano scheletrica mentre il fumo invadeva la stanza come una cascata.

– Io sono frutto della tua immaginazione – concluse sé stesso – non posso aiutarti! –

La porta si spalancò. La stanza venne violata da una figura alta e rigida. Le mani scheletri che uscivano dalle maniche della tunica nera afferrando una falce lunga e affilata. Il cappuccio le oscurava il volto. Il suo respiro pareva freddo e insensibile.

L’anziano senza il suo bastone cadde in ginocchi strisciando verso l’angolo della stanza, urtò lo specchio che cadde, frantumandosi in mille vetri che riflettevano altro che il suo viso spaventato. La morte puntò lo sguardo verso di lui e avanzò, trascinandosi dietro una nebbia nera.

Il cuore dell’anziano batteva così forte da temere l’infarto. Quando il respiro della morte lo raggiunse, mise le mani avanti:

– No! Mi risparmi ti prego – non voleva morire, non in quel momento.

La morte senza pietà alzò la falce con solenne lentezza. La fermò il tempo necessario per vedere l’uomo rannicchiarsi ancora di più sul muro nascondendosi il viso con le mani.  Poi, senza pietà, la lama cadde verso di lui.

 

L’anziano si alzò a sedere sul letto ancora mezzo addormentato. Il cuore tamburellava sul petto e sentiva ancora un dolore alla gola come se fosse stata trapassata da una falce. Fece lunghi respiri e la prima cosa che fece fu, alzarsi dal letto e spalancare la finestra. Il sole illuminò la stanza e l’anziano si sentì rincuorato. Era stato tutto un sogno.

Si accorse che tutto quel tempo in casa lo aveva depresso. Guardò la strada illuminata dal sole.

Dopo di ché, si vestì, afferrò il cappotto ed uscì di casa.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: gigliofucsia