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Autore: Kirara_bellissima_    09/07/2016    3 recensioni
E se Rin e Sesshomaru non si fossero mai incontrati?
Una storia ambientata nel futuro a Tokyo, i protagonisti sono ''Io'' e Sesshomaru. ''Io'' sono una ragazza trasferita dall'America, Sesshomaru è il capo di una banda di motociclisti. Ma lei lo scoprirà solo dopo vari avvenimenti... chissà se lei lo accetterà e se lui saprà apprezzare un mezzo-demone.
spero la mia storia vi possa piacere...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora è proprio vero… non sei felice di quello che hai finché non lo perdi… Io caro Diario, lo so! Mi chiamo Sofia Kudo. Abito in America, ma sono nata e cresciuta in Giappone, Tokyo. Ho 17 anni e tra tre mesi sarei diventata maggiorenne, purtroppo in Giappone dovrei ancora fare il terzo anno delle superiori. Vuoi sapere quel che è successo? Oh beh, è semplice. Sono orfana. Certo la tristezza, il dolore, ok! Ma quando scopri che si sono praticamente dimenticati di te, quando sei via da casa da soli due anni non mi piace affatto, anzi, mi fa proprio arrabbiare. Mi hanno detto che a casa, in Giappone, è scoppiato un incendio e sono morte mia madre e la mia sorellina Rin; mentre mio padre si è suicidato non ricordandosi che c’ero ancora io nella famiglia. Dimenticata, abbandonata… non potevo chiedere di meglio. Ok, basta col sarcasmo! Ora mi tocca tornare a Tokyo, perché devo organizzare i funerali. Ma proprio a me devono accadere certe cose? Una vita normale e monotona non andava bene per un comune mortale? Due mesi dopo… Jakostu, il mio migliore amico, ha avuto le lacrime di coccodrillo appena saputa della mia partenza e ora che ci troviamo qui, all’aeroporto non la smette di piangere… mi da proprio fastidio quando fa così… la natura gli ha dato il corpo di uomo, ok il carattere da donna, che tra parentesi neanche io ho, ma deve per forza allagare l’aeroporto? A distrarmi dai miei pensieri è un improvviso abbraccio stritolante che riconosco subito come suo. In preda alle lacrime mi chiede :-Sicura di dover partire?- ma quante volte glielo avrò detto??? Un po’ seccata, ma comunque felice perché si impensierisce per me gli rispondo con un tono talmente pacato da poter tranquillizzare un orso (ahahah, che sono scema, lo so lo so Diario, non me lo devi dire tu) :-Sì Jako, te l’ho già detto. Vado a Tokyo, si svolgono i funerali e ti prometto che cercherò di fare qualche soldo per comprare il biglietto di ritorno. Destinazione: i tuoi stritolanti abbracci. Ahahah, mi prometti di non piangere più?- io caro Diario ci ho provato a tranquillizzarlo, ma se non ci sono riuscita allora mi arrabbio sul serio, ma si salva la vita con due semplici parole, quelle che ti ritrovi a sentire dalla sua bocca molto di più che la messa in bocca al prete, ossia : Ok, honey!- Stiamo ancora parlando quando la voce metallica di una probabile hostess ci interrompe dicendo :- I signori passeggeri del volo New York –Tokyo sono pregati di iniziare l’imbarco, grazie e buon viaggio.- Mi rattristisco all’istante. Non so perché, dopotutto sto tornando a casa, nella mia città, ma non posso assolutamente fare a meno di provocare dentro di me una continua battaglia tra il fort4e battere nervoso del cuore e il mancamento dell’aria causata dai singhiozzi strozzati. Diario che vuoi? Sì sono una ragazza, ma mi sono fatta una reputazione e non posso distruggere due anni di fatica… Riprendendomi dal mio ipotetico litigio con il mio diario, riesco a dire al mio best friend, con un velo di tristezza nelle parole :- Allora ci siamo… sto davvero per partire… ciao amico.- mi manca il fiato non riesco a respirare, mi viene da piangere. Mi volto e tento di andarmene prima di esplodere, ma vengo bloccata da un Jakostu ancora in preda alle lacrime che mi avverte che Tokyo è una città pericolosa… ‘’che ci sarà di pericoloso…’’ Dopo averlo nuovamente salutato con uno dei miei finti ‘Ciao’ scocciati, salgo sull’aereo e spengo il telefono. Dopo poco decido di andare a fare una visita al mio amico Morfeo. Svariate ore dopo vengo svegliata da una mano sulla mia spalla destra e da una voce all’apparenza molto gentile e calma che mi dice :- Signorina, si svegli, signorina…- decido allora di aprire gli occhi ancora nella mia comodissima posa da ‘’La cuccia è strettissima’’ e con la voce ancora impastata dal sonno chiedo la nostra posizione. Ancora quella mano… se il proprietario non la leva immediatamente dalla mia spalla, giuro la mordo. Vengo distratta dai miei pensieri cannibalistici da quella voce così tremendamente calma da far venire il volta stomaco… questa volta però nel suo :- Siamo arrivati, dobbiamo scendere.- ci trovo un pizzico di autorità, che mi mancava, quella autorità e paura che solo un padre può infondere. Mi sento a casa… ma perché? In ogni caso gli rispondo con un sorriso stampato sulle labbra :- Oh, grazie per avermi svegliato signore.- lui mi sorride di rimando dicendomi:- Non c’è di che, signorina…?- ‘’Aspetta vuole il mio nome? Come mi chiamo? Ah, sì ora ricordo!’’ Come mio solito, mi impiccio e questa volta non ricordo il mio nome… sto messa proprio male. Dopo svariati secondi che a me sembrarono ore rispondo :- Kudo, Sofia Kudo. Lei?- gli chiedo di rimando, sperando che non me lo abbia già detto e che io non lo abbia sentito, ma la fortuna è dalla mia parte perché lui mi risponde dicendomi che si chiama Touga no Taisho… Chissà dove l’ho già sentito? Mah! Non me lo ricordo proprio. Vabbè, ringraziamolo e andiamocene da qui. Sempre col mio finto sorriso, che detto tra noi Diario non sembra neanche tanto finto gli dico :- Allora grazie Signor Taisho.- Dopo esserci salutati prendo il mio bagaglio e decido di chiamare un taxi. Arrivata a casa mi ricordo che un amico di famiglia l’ha ristrutturata. ‘’Beh, meglio così, almeno non dovrò cercarne un’altra’’ penso. Entrando mi accorgo che è addirittura più bella di prima, facendo un giro trovo la mia nuova camera, una camera matrimoniale, al piano di sopra, la cucina e la sala al piano di sotto. Hanno persino curato il giardino… caro Diario, devo proprio ringraziarli, peccato non mi ricordo chi siano! Vabbè! Ne avrò l’occasione prima o poi. Dopo aver disfatto le valige nel mio nuovo armadio con specchio attaccato alle ante, trovo al suo interno una divisa e una lettera, così inizio a leggerla: “ Sofia, tesoro, abbiamo saputo dell’incidente e ci dispiace molto. Io e mia moglie ti porgiamo le nostre più sentite condoglianze per la perdita. Avendo una ditta di ristrutturazione, abbiamo pensato di farti una sorpresa. Spero ti piaccia. La famiglia Yoro P.S. Ciao, sono Koga, visto che hai ancora 17 anni devi ancora finire la scuola qui in Giappone, per questo per non farti avere problemi con i Servizi Sociali, ti abbiamo iscritto al liceo dove vado io. Il Liceo Sen Goku. Ci si vede domani.’’ L’unica cosa che mi viene in mente e che senza rendermene conto inizio ad urlare è :-MA CHE DIAVOLO.- Questo è troppo. È vero avrei di sicuro avuto problemi con i servizi sociali perché qui la scuola la devo ancora finire, ma… non riesco a non pensare nulla che non sia chiedere a Jako che cosa fare. Così dopo questa sconcertante scoperta, lo chiamo e come da programma lui si è scoperto più scioccato di me.
   
 
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