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Autore: Luce_Della_Sera    10/07/2016    1 recensioni
(Sequel di “L’amore è sempre amore” e di “La vera essenza delle famiglie”)
Dal terzo capitolo: "L’amore per i figli è l’amore più grande: è infinito, così infinito che ti lascia senza fiato".
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 14: Epilogo

“Non ci posso credere. Scusa, puoi ripetere?”
Irene sentì la figlia sospirare, come se le pesasse: in realtà, sotto sotto si sentiva che era contenta.
“Ho preso novantasette, mamma”.
“Allora avevo sentito bene! Novantasette su cento, pensa!”.
“Eh, già”.
Di nuovo, la ragazza faceva finta di nulla: Irene la immaginò mentre,davanti al portone della scuola, studiava con i suoi occhi verdi il tabellone con i risultati dell’esame di maturità.
“L’hai detto a mamma Sara?”
“Sì, poco fa”.
“E…a tuo padre?”.
“Lo farò tra poco”.
“Ora che fai? Sei da sola lì?”
Vittoria si guardò attorno: no, non poteva proprio dire di essere sola! Intorno a lei c’era un sacco di gente: i suoi compagni di classe che commentavano i voti, e i ragazzi delle altre quinte…ma per lei, esisteva una persona soltanto:era come se fossero solo loro due, lì in quel momento.
“No, mamma, non sono sola: c’è Davide qui con me”.
Ascoltò sua madre che le diceva di farle sapere quando sarebbe andata via, e scelse di non replicare al “quindi, il prossimo passo è la patente, no?”; non voleva pensarci: voleva solo godersi la giornata con il suo fidanzato. Poi, la sera ci sarebbe stato tempo per i festeggiamenti e i complimenti! Salutò la madre, e si preparò per la terza telefonata: prima, però, sorrise a Davide, che non aveva smesso un attimo di guardarla, e gli strinse la mano.
 

 
“So che sembrerò paranoica, e anche ripetitiva…ma pare ieri che è nata, e ora ha già preso il diploma!”.
“Verissimo…spero che con Gabriele il tempo non passi altrettanto in fretta”.
“Ne dubito: anche con lui, sono passati già dieci anni!”.
“Hai ragione. Ma almeno, lui è ancora un bambino e perciò non sa ancora cosa vorrebbe fare da grande! Vittoria invece vuole scrivere, a quanto mi ha detto”.
“Sì, lo so. Essendo portata, secondo me avrà successo… meglio che vendere cosmetici tutta la vita, di sicuro!”.
“E se il suo sogno fosse stato quello, invece?”
“Beh, l’avrei appoggiata, che domande: è mia figlia, dopotutto, e il mio interesse primario è quello di vederla diventare una adulta felice e realizzata. Però, a mio avviso i libri sono qualcosa di meglio… e non lo dico solo perché sono una gran lettrice e non mi trucco!”.
“Mi ha detto di aver preso in considerazione l’idea di scrivere libri sulla nostra famiglia, sai?”.
“Bella idea: il mondo dovrebbe sapere che le persone come noi non sono né divinità, né poveri incompresi, né mostri… con più libri sul tema, forse ci sarebbe più informazione e di conseguenza meno omofobia. Sarebbe utile far capire alla gente che gay si nasce e non si diventa, che non lo si sceglie e che avendo due padri o due madri non si rischia di diventare omosessuali. Sarebbe un bene far capire che se gay e lesbiche vogliono avere figli non lo fanno per capriccio, per ‘traviare i giovani’ o altro: lo fanno per istinto, come gli eterosessuali. E’ una scelta d’amore: perché l’amore per i figli, è l’amore più grande che esista! Si tratta di una legge universale, che travalica i gusti sessuali dei singoli”.
“Perfettamente d’accordo. Ma visto come stanno le cose, non ci resta che attendere e vedere come evolverà la situazione nei prossimi anni, no?”.
“Speriamo che evolva in meglio, Sara: intanto, che ne pensi se stasera faccio la pizza? Bisogna festeggiare!”.
“Ottimo! Che ne dici, invitiamo anche Tommaso e Marco?”.
“Ovviamente: sono i nostri consuoceri!”.
“E Dario e Jasmine?”.
Irene ci pensò un po’ su prima di rispondere: avere il suo ex in casa le trasmetteva molta inquietudine.
“Se a te non disturba, per me va bene. Sono sempre parte della famiglia di Vittoria dopotutto, in un certo senso”.
“Io non ho problemi, se tu non li hai. La nostra piccolina ha proprio una grande famiglia, vero? Invitiamo pure Sofia, tanto più siamo meglio è!”.
Famiglia. Genitori, figli: tre concetti così naturali, e così scontati per loro, ma non per il mondo esterno…entrambe le due donne, ognuna nel suo posto di lavoro, pensavano a come fosse possibile il dover lottare per avere un posto nel mondo all’interno di realtà che per tanti erano così scontate!
“Sono sicura che prima o poi vedremo riconosciuti i nostri diritti, così come tutti gli altri!”, pensava Sara, mentre salutava la moglie e si preparava a chiudere la comunicazione per tornare al suo negozio.
“Finiremo mai di essere considerati cittadini di serie B, prima o poi?”, pensò invece Irene mentre riponeva il cellulare nella borsa. “Kevin e Isabel hanno un padre e una madre; Davide ha due padri, e una madre naturale che ha dovuto rinunciare legalmente a lui; Tommaso si è dovuto far fare un documento in cui dichiarava di essere padre single di un bambino non riconosciuto dalla mamma, e tutto per cosa? Perché per la legge adesso sono una coppia vera e propria, ma i figli restano comunque solo del genitore biologico….poi ci sono Vittoria e Davide hanno noi: né io né Sara abbiamo un pene, ma questo non vuol dire che non li sappiamo amare. Anche se forse non tutti lo capiranno mai, anche se dovessimo metterci anni a farci sentire e ad avere un riconoscimento vero e proprio anche nella pratica e non solo sulla carta, cosa che comunque mi auguro avvenga quanto prima, il concetto non cambia: noi siamo una famiglia”.
Guardò fuori della finestra, verso il cielo limpido di luglio; poi abbassò lo sguardo verso il suo computer, ma l’ultimo suo pensiero prima di rimettersi a lavorare fu come sempre per le tre persone più importanti della sua vita: sua moglie, e i loro due splendidi figli.

  
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