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Autore: Fedecchan    10/07/2016    2 recensioni
In un mondo diverso dalla storia che raccontai,
Gino disse “Tina mai ti donai”
Pino confuso da ciò
Si voltò e se ne andò.
Però, prima,
disse “Perché è tutto raccontato in rima?
Se nemmeno la scrittrice sa utilizzare lo stesso numero di sillabe per ogni verso?”
E qui la storia iniziò.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Random nonsensical tales '
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In un mondo diverso dalla storia che raccontai,
Gino disse “Tina mai ti donai”
Pino confuso da ciò
Si voltò e se ne andò.
Però, prima, 
disse “Perché è tutto raccontato in rima?
Se nemmeno la scrittrice sa utilizzare lo stesso numero di sillabe per ogni verso?”
E qui la storia iniziò.


Gino era a casa, con le sue pantofole a forma di ciabatte, che guardava la televisione, sul canale di fiori di vestiti. Si chiedeva se avesse spento il gas prima di sedersi, ma non aveva voglia di alzarsi, però si alzò e andò a spegnere il gas già spento.
A quel punto pensò agli unicorni.
“Chissà se posso creare un tucano di rose...”
Si voltò e vide Tina, la sua mela selvatica, l'aveva catturata durante un giro nell'erba alta, usano la sua speciale “Vasoball”. Adorava essere un allenatore di Poképlant, quando era piccolo giocava sulla sua console non portatile al gioco in scatola che gli aveva regalato il nonno dedicato ai... ai... non si ricordava più il nome... 
“Era tipo... ehm... Pocket Monster? Nah...”
E decise di lasciar perdere.

-Gino? Sei in casa?-
-Pino! Apro subito!-
Aprì la porta. 
-Qual buon vento ti porta qui?-
-Io ti volevo dire una cosa...-
-Cioè?-
-Io... ti...-
-Tu... mi...?-
-...Voglio disegnare!-
-Eh?-
-Ti voglio disegnare!-
Quindi si misero a cucinare patatine in salsa rosa, decisero di non mangiarle e si sedettero sul divano.
-Gino? Hai spento il gas?-
-Non mi ricordo.-
-Perché non controlli?-
-Non ho voglia.-
-Ah... capisco...-
Stettero zitti a fissarsi per più di dieci secondi.
-Non mi ero mai accorto che avessi gli occhi azzurri.-
-E tu li hai verdi! Gino! Pensavo li avessi color blallo.-
-Blallo?-
-Blu più giallo.-
-Ah.-
Gli occhi di Pino si fecero lucidi e le sue guance divamparono e iniziò a guardare intensamente Gino.
-Gino! Credo... che tu...-
-Cosa?-
-...abbia qualcosa sulla fronte.-
Effettivamente aveva una mosca morta attaccata sopra l'occhio destro.
Pino scoppiò a ridere.
La mosca morta si svegliò.
-TU OSARE PRENDERE GIOCO DI MOSCA?! TU ORA BACIARE TIPO QUI CHE TENERE MOSCA SU SUA TESTA.- 
Pino baciò Gino.
Gino, rivoltato, si girò verso lo schermo della televisione e vide delle fangirl impazzite che, dall'interno di essa, stavano spaccando il vetro per entrare nella sua stanza a scattare foto.
-Cosa sta succedendo?-
-Non lo so.-
Le fangirl si fermarono.
Un serpente gigante dalle braccia lunghe aprì il tetto della casa e rubò il frigorifero.
Di seguito la casa si mise a volare nel cielo verde e blallo.
Le nuvole di fuoco bruciato che svolazzavano in acqua salutavano Pino e Gino.
Le fangirl chiedevano di fuggire e il serpente mangiava ciò che trovava.
La casa cadde e affondò in mezzo al mare.
In quell'istante ci fu un minuto di silenzio e tutti si zittirono, mentre Pino e Gino, all'oscuro di tutti, scapparono seguendo una spugna rossa con i pantaloni rotondi accompagnata da una stella marina verde a sette punte, perché come si sa, il sette è il numero massimo di qualsiasi cosa, niente più del sette, niente meno del sette, secondo la setta settenica (non a caso si chiamano tutte sette perché è il numero definitivo) adorante la settina dei sette.
Gino si fermò. Pino lo stava di nuovo fissando. 
-Brlbrlbrlrblrblrbl-
Che significava, nel linguaggio “in-fondo-al-mar”, appena inventato da Gino, “C'è solo una cosa da fare”
-Brlbrlbrlrblrlbrlbrl?-
“Mangiare la stella marina a sette punte?”
-Brlrblrbl brlrllbrlbrblrlblrl-
“Ma che dici, tornare a casa”
Allora si riavviarono verso casa, la quale era tornata al suo posto nel palazzo dove abitava.
-Gino... quel bacio non mi era dispiaciuto.-
-Era davvero...-
-Blallo.-
-Già.-
Quindi decisero di stare per sempre insieme e di adottare la mela selvatica.

-No, oh, ora ditemi chi è stato a dare l'idea di questa storia che lo vado a prendere a casa.-
Disse Gino.
-Narratrice, la potresti smettere un secondo? Vorrei dedicarvi una frase, a voi che leggete questi “risultati delle droghe che si fa la scrittrice”. Non datele idee, potreste causare la Terza Guerra Locale.-
“Vi prego, fatelo!” Disse la narratrice, compiaciuta.
-Se non volete che succeda di nuovo questo insieme di roba psichedelica che si trova solo nei film di droghe pesanti...-
La scrittrice zittì Gino. A quel punto augurò ai lettori che la storia fosse piaciuta e dicendo che, se avessero voluto, avrebbero potuto lasciare una recensione con idee interessanti su cui avrebbe potuto drogarsi e inventare altri nonsense. Ovviamente tenne a precisare che i temi potevano essere liberi, bastavano anche solo due parole, due soggetti o due verbi per dare uno spunto. Infine salutò i lettori e concluse dicendo: “Buona giornata/serata/pomeriggio/notte/Natale/Pasqua/Capodanno/CIAO!”
   
 
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