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Autore: HarleyHearts    10/07/2016    2 recensioni
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- La vedi com'è lucida e pulita? Quella statua è quasi nuova. Avrà, sì e no, un paio di anni se non di meno! -
Il ragazzo non riusciva ancora a capire cosa volesse dirgli la sorella - Sai cosa vuol dire? -
Quella domanda stava iniziando a fargli saltare i nervi e farlo innervosire non poco; veramente.
- Che l'hanno ristrutturata? - la sorella scosse la testa - Dio, Emma. Parla! Cosa diavolo vuol dire quella statua? -
- Quella statua non ha bisogno di essere ristrutturata perchè è nuova, Hugo! Nuova -
Finalmente, nella testa del giovane corvino si accese una lampadina.
Finalmente, aveva capito cosa Emma cercava di dirgli da una quindicina di minuti buoni.
Sgranò gli occhi verdi, e riportò lo sguardo verso il parco sconvolto.
Aveva funzionato.
Il loro piano aveva funzionato.
(...)
- Storia presente anche su Wattpad -
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ladybug & Chat Noir stories'
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Capitolo 1

Ancora indolenzita per la brusca caduta, Emma si portò una mano alla testa per massaggiarsela, e con l'altra si aiutò ad alzarsi da terra.
La testa le girava terribilmente, e sentiva lo stomaco sottosopra stretto in una morsa dolorosa; stava davvero uno schifo.
Un gemito sommesso attirò la sua attenzione.
Steso a terra, a qualche metro di distanza, suo fratello minore non sembrava essere messo meglio di lei.
- Stai bene, Hugo? - chiese, leggermente preoccupata, piegandosi appena verso il corpo del fratello ancora steso a terra.
In risposta ricevette un borbottio non molto chiaro, seguito da un sarcastico - 'Na meraviglia -
Emma sembrò tranquillizzarsi.
Se Hugo aveva ancora le forze per fare sarcasmo, voleva dire che stava bene.
Dopo aver aiutato il corvino ad alzarsi, la bionda studiò l'ambiente circostante per capire dove diavolo erano finiti.
Era sera, e si trovavano in un vicolo molto buio che dava su un parco, illuminato dalla luce di alcuni lampioni.
A Emma bastò fare qualche passo, per riconoscere il parco in questione.
Non esistevano molti parchi al mondo, con le statue in ferro dei famosissimi Ladybug e Chat Noir, da ragazzi; nemmeno da dove venivano loro.
- Per tutti i cracker al formaggio - si lasciò sfuggire, portandosi una mano davanti alla bocca piccola e carnosa, con stupore.
- Hugo! - squittì nervosa, ricevendo un'occhiataccia dal diretto interessato, che si stava ripulendo i jeans scuri dallo sporco e dalla polvere del terreno.
- Si può sapere che diavolo hai da urlare come una pazza? - chiese, con fare scocciato.
Emma non rispose; si limitò ad afferrarlo per la maglia blu, e trascinarlo fino all'uscita del vicolo.
- Guarda! - esclamò, con un ampio sorriso, indicandogli con il palmo della mano la statua raffigurante i due eroi parigini.
- Il parco? -
Il tono perplesso e l'occhiata scettica di Hugo fecero alzare gli occhi celesti della bionda al cielo.
- No - rispose spostandogli, con una mano, delicatamente il viso - La statua! - esclamò - La statua di Ladybug e Chat Noir! -
Il corvino non riusciva a comprendere l'eccessivo entusiasmo della sorella.
Che avesse sbattuto la testa, troppo violentemente, contro l'asfalto?
- E... quindi? - chiese confuso - Avremo già visto quella statua un milione di volte. Non ci vedo niente di così esaltante in una vecchia statua -
- Non capisci - lo fermò Emma, scuotendo appena la testa - Guardala bene, Hugo! Sai cosa vuol dire questo? - chiese, felice, con un ampio e luminoso sorriso e con gli occhi chiari che brillavano di una strana luce euforica.
- Che siamo ancora a Parigi? - chiese il ragazza, ancora confuso, alzando un sopracciglio scuro.
Quella risposta fece scomparire momentaneamente il sorriso della bionda; non era quello che sperava di sentire come risposta.
Possibile che suo fratello fosse tanto ottuso da non arrivarci da solo?
- Santissimi numi, Hugo. Guarda quella cavolo di statua! - esclamò, esasperata, prendendolo saldamente per le spalle larghe e spingendolo lievemente in avanti.
- La vedi com'è lucida e pulita? Quella statua è quasi nuova. Avrà, sì e no, un paio di anni se non di meno! -
Il ragazzo non riusciva ancora a capire cosa volesse dirgli la sorella - Sai cosa vuol dire? -
Quella domanda stava iniziando a fargli saltare i nervi e farlo innervosire non poco; veramente.
- Che l'hanno ristrutturata? - la sorella scosse la testa - Dio, Emma. Parla! Cosa diavolo vuol dire quella statua? -
- Quella statua non ha bisogno di essere ristrutturata perchè è nuova, Hugo! Nuova -
Finalmente, nella testa del giovane corvino si accese una lampadina.
Finalmente, aveva capito cosa Emma cercava di dirgli da una quindicina di minuti buoni.
Sgranò gli occhi verdi, e riportò lo sguardo verso il parco sconvolto.
Aveva funzionato.
Il loro piano aveva funzionato.
Oh.
- Louis ci ammazzerà - si lasciò sfuggire, con una smorfia sul volto pallido.
Trovandosi d'accordo, Emma annuì appena con la testa, con la medesima smorfia sul volto - Louis ci ammazzerò - concordò - Ma solamente quando se ne accorgerà, e noi saremo già tornati da un sacco di tempo -
- Come faremo? - chiese, con molta preoccupazione nella voce, il ragazzo mentre si portava una mano alla fronte - Abbiamo solo 72 ore. Come faremo a sopravvivere per tutto questo tempo qui senza soldi e documenti? -
Il sorriso diabolico che nacque sulle labbra di sua sorella non lo rassicurò affatto.
Ebbe l'effetto completamente opposto.
- C'è una persona a cui possiamo chiedere aiuto -
Hugo scosse diversa volte il capo, ed incrociò entrambe le braccia al petto - No. No. E assolutamente no! - disse - Io dalla brutta copia del Maestro Muten non ci vado. Non se ne parla proprio - protestò, contrario.
Emma gli riservò una brutta occhiataccia - E sentiamo, genio del male, che cosa proponi? Louis non c'è, mamma e papà non ci sono... A chi andresti a chiedere aiuto? Alla polizia? O meglio: a Ladybug e Chat Noir? Per dire loro cosa? Sentiamo, su! -
Le parole della bionda ebbero l'effetto sperato, zittendo e facendo ragionare il fratello.
Non avevano molte alternative.
Erano completamente da soli, privi di soldi e documenti.
Loro due lì non erano nessuno, e il Maestro era l'unico che potesse aiutarli.
Maledetto lui e le sue stupide idee!
Hugo si maledì svariate volte nella mente.
Quando sarebbero ritornati a casa, se mai sarebbero ritornati, non avrebbe mai più dato torto a Louis e non avrebbe mai più messo piede nel suo studio.
Mai più.
Il corvino si lasciò sfuggire un pesante sospiro dalle labbra.
Non avevano altra scelta - Andiamo dal vecchiaccio -



Angolo della mente malata:
Vengo tra voi con gloriosi propositi! (Mi sento molto Loki in questo momento XD Mi manca giusto l'elmo con le corna e sono apposto)
Che dire?
Lo so, ho altre storie a cui pensare... ma quando l'ispirazione chiama, non si può fare molto.
Questa è la mia seconda fan-fic che scrivo su Lb&CN, ma è la mia prima long in questo fandom e ammetto di aver un pelino di ansia.
Non so se verrà fuori una cosa decente, oppure no.
Ho il brutto vizio di essere un tantino iper critica nei miei stessi confronti e a farmi un milione di pare mentali XD
Ho visto che la mia altra storia (New Lipstick) è piaciuta ad alcuni di voi e la cosa, oltre ad avermi notevolmente stupita, mi ha fatto un sacco piacere e mi ha dato la grinta per mettermi in gioco con questa long :D
Cosa ne pensate di questo inizio? E cosa pensate di Hugo ed Emma?
Se vi va lasciatemi un commentino per farmelo sapere <3
Io vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*


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