Film > The Avengers
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Autore: slice    10/07/2016    0 recensioni
"We are out for prompt" è una pagina fb che ospita mini sfide, drabble contest e roba simile che mi piace tanto tanto. Siccome invece i titoli non mi piacciono affatto, ho risolto col titolo di questa pagina.
Non so bene cosa come e quando sarà infilato qui dentro, quindi mi scuso se non sono abbastanza precisa nella descrizione della raccolta: è che proprio ancora non so cosa ci metterò.
Gente mi dà prompt, io li svolgo. Ecco.
La prima è per una ragazza di Sant Light perché, insomma, perché no?
Warning: parolacce, parolacce come se piovesse!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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#1 Bucky e Steve. Bucky non riesce ancora ad abituarsi che quella montagna umana sia in realtà quel mingherlino di Steve.







Doom è un cazzone, ma i suoi stupidi robot sono ogni volta più resistenti, più insidiosi, più... splendenti?
Barnes ha appena finito di prendere a pugni uno di quei barattoli di latta quando la scelta della cromatura acquista finalmente un po' di senso.
Attraverso il suo giubbotto antiproiettili c'è una macchia bianca dai contorni netti, si muove, trema, e lui alza la testa in tempo per trovarsi il nemico nuovamente davanti. Questa volta, lo scudo di Steve lo aiuta a liberarsene in fretta. Bucky si volta per ringraziare, fare un cenno, ma proprio quando i loro sguardi si incrociano il malefico riflesso è sulla faccia di Steve.
Succede tutto in un attimo: Steve, l'idiota, si lancia alla cieca, il robot, lo stronzo, aumenta la velocità e Bucky può vedere la fine della sequenza come se fosse un film. Agisce d'istinto, si lancia in una capriola, allarga le braccia ed è pronto per raccogliere i pezzi un'ennesima volta.
Steve Checcazzo Rogers pesa un quintale, gli frana addosso come un sacco di patate, con la grazia e gli spigoli taglienti di un carroarmato. Il fianco impatta col suo inguine, un gomito gli incrina una costola e James si becca pure una spallata sul mento che è esattamente quello che ci vuole per sdraiarlo lungo in terra come una cazzo di matricola alle prese col rinculo della sua Beretta. Era già successo che si dimenticasse della differenza di mole perché, in effetti, ha passato molto più tempo con lui come Steve fatina dei denti, piuttosto che Steve gigante buono, ma Bucky si rende conto lì, su un tetto di New York, dove con la coda dell'occhio può scorgere il suo sangue sul cemento e dei calzini svolazzare sui fili per i panni, che se non si decide a ricalibrare, Capitan America lo ucciderà. O lo castrerà, che è uguale, insomma.
“Bucky, ehy Buck, tutto bene?”
Lui digrigna i denti insanguinati, ingoia un insulto colorito e annuisce.
Hanno dovuto tagliare fuori Stark perché continuava a commentare la tecnologia di Doom e monopolizzava la linea, ma Barnes è sicuro di sentire la sua risata, da qualche parte.







Non mi appartiene pressoché niente e non c'è lucro. Mannaggia.



  
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