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Autore: Lady White Witch    11/07/2016    3 recensioni
Omnia mutantur, nihil interit
Tutto cambia, niente muore
(Motto dell’Agenzia)
[...]
'' … Ma questa Agenzia cos’è? L’hai nominata pure poco fa. ‘’
‘’ E’ un’organizzazione specializzata in casi ‘’strani’’ come il tuo. E’ impegnata da secoli a separare il mondo normale da quello soprannaturale. ‘’
‘’ Ve… vuoi dire che le fate esistono?’’
‘’ Kesekeseke… non solo le fate! Draghi, spiriti della natura, elfi, folletti, divinità un po’ folli ma simpatiche… l’Agenzia si impegna a mantenere in equilibrio queste due realtà, senza che una prevalga sull’altra.’’
‘’ Oh… e voi cosa siete?’’
‘’ Fate. Per un quarto. La nostra bisnonna era una fata[...]
[...]
Finita la storia il turco si portò una mano al mento riflettendo.
“ Uhm, vediamo un po', mi sta chiedendo di accettare nell'Agenzia un ragazzino senza alcun addestramento e che non sapeva assolutamente nulla del mondo magico fino a che non gliene avete parlato voi senza autorizzazione, e che potrebbe per sbaglio creare dei doppelgänger che nel migliore dei casi se ne andrebbero per gettare panico nel mondo e nel peggiore ucciderci tutti nel sonno?”
Il biondo arrossì fino alla punta dei capelli prima di annuire e balbettare un: “J-ja!”
A quel punto Sadiq fece una cosa inaspettata. Sorrise [...]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Un po' tutti, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: Lady With Witch 
Co Autore Classicboy
Titolo: The Agency 
Rating Giallo 
Genere fluff, demenziale, romantico, soprannaturale
Coppie  FrUk, Spamano, GerIta, RusAme , SuFin, DeNor, PrHun. 
Avvertimenti: Ooc, What If…? Alternative universe. 

        
ATTENZIONE 
Pesante Ooc di alcuni personaggi di questa fan fiction   
Parodia di Martin Mystere, Hellboy e Huntik. Da maneggiare con cautela
. 
Questa long rappresenta un esperimento dell'autrice: ossia è un'antologia di storie a carattere fantasy/parodico dove fluff e divertimento sono i perni portanti. I capitoli saranno autoconclusivi. Perchè chi dice che il fantasy debba essere sempre preso sul serio? Una risata è tutto quel che serve. Come diceva Chaplin:"Un giorno senza sorriso è un giorno perso." 

Trama 
Feliciano, grazie a Ludwig e Gilbert, ha deciso di entrare a far parte dell’Agenzia per imparare a gestire il suo potere. Gli ci vorrà un po’ di tempo, ma non gli sarà difficile ambientarsi. Nel mentre  Sadiq, il direttore dell’Agenzia, convoca Arthur Kirkland per assegnargli una missione in Scozia, in un villaggio teatro di misteriose sparizioni di natura magica. Ad affiancarlo, un mezzo selkie francese e tra i due è odio a prima vista.

Minimo due recensioni per continuare


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The Agency 

Il misterioso caso del Druido Oscuro  (o la storia di come Arthur ebbe la sua prima missione sul campo e come partner un odioso francese)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Omnia mutantur, nihil interit 
Tutto cambia, niente muore 
(Motto dell’Agenzia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Feliciano si osservava attorno, perplesso. Quando Ludwig e Gilbert gli avevano detto che lo avrebbero portato subito all'Agenzia si aspettava che ci sarebbe arrivato tramite qualcosa tipo il teletrasporto di Star Trek, non che lo avrebbero portato fino a Central Park. 
“ Ve, mi state dicendo che abbiamo attraversato metà città, solo per arrivare qui?”
“Ja, e per fortuna che la tua copia si è riunita a te all'altezza di Manhattan. Nonostante la mia straordinaria forza, non so se sarei riuscito a trasportarlo fin qui” esclamò Gilbert allegro. 
Ludwig sospirò: “Bene, ed ora direi che è il caso di rientrare...” 
“Fermo bruderline! Adesso me ne occupo io!” 
Il biondo alzò un sopracciglio scettico: “Ne sei sicuro?” 
“Certo! Per caso non ti fidi del tuo magnifico fratello maggiore?” 
L'altro evitò di rispondere, e l'albino si avvicinò tronfio verso un albero. Arrivato di fronte prese un ramo basso e cercò di abbassarlo, quasi fosse una leva. Solo che non ci riuscì. 
Il ragazzo assunse un'aria confusa prima di riprovare, stavolta con più forza. Vedendo che non funzionava continuò a provare, aggiungendo vari improperi in tedesco contro l'albero. 
“Ehm, bruder...” 
“Zitto, West! Non vedi che ho da fare?!” 
“Ma che sta succedendo?” domandò sperduto Feliciano. 
“Per ritornare all'Agenzia da New York ci sono vari passaggi. Quello più sicuro è quello di Central Park, mimetizzato con un finto albero. Per aprire la porta tecnicamente bisognerebbe abbassare un ramo che in realtà è una leva, però...” spiegò Ludwig, indicando poi con un cenno il fratello, che adesso era in posizione orizzontale con entrambe le gambe puntate al tronco e le braccia che provavano ad abbassare il ramo, il viso completamente rosso per lo sforzo. 
“Scheiße, basta! Ci rinuncio, la leva deve essersi rotta!” esclamò dopo due minuti l'albino allontanandosi furente.
 “Posso?” domandò Ludwig
 “Bah, vai e vedi se coi muscoli che ti ritrovi riesci a fare qualcosa di utile” 
Il biondo con calma si diresse verso l'albero... per poi proseguire e puntare a quello affianco.
Prese un ramo e lo abbassò senza problemi. All'istante si aprì un porta rivelando un interno simile ad un ascensore.
 “Prego, da questa parte” disse il minore per poi entrare. 
Gilbert lo osservò bocca aperta per un paio di secondi prima di raddrizzare la schiena e ridere: “Kesesese, lo sapevo sin da subito che in realtà era l'albero sbagliato, la mia era tutta una messinscena per vedere se eravate attenti!” per poi seguire il fratello. Feliciano guardò l'ingresso per poi deglutire. Stava per incominciare una nuova avventura, una volta attraversata quella soglia la sua vita non sarebbe più stata la stessa.
 Ma lui era pronto? Alzò lo sguardo e fissò Ludwig che lo osservava interrogativo. A quel punto annuì e li seguì. La porta si richiuse, e a Central Park tornò la quiete. Quando le porte si riaprirono e Feliciano vide l'interno dell'Agenzia gli mancò il fiato. “Benvenuto all'Agenzia, kleine!” esclamò Gilbert con un sorriso a trentadue denti mentre l'italiano cercava di metabolizzare quello che stava vedendo.
L'atrio era immenso, diverse porte si aprivano e sopra ciascuna di loro era riportata una scritta, ovvero la destinazione.
Diversi piani dipartivano dal piano terreno, talmente tanti che sembrava quasi impossibile contarli, e altrettanti si sviluppavano verso il basso, scavati nella terra. Vari personaggi si affaccendavano in giro per la sede, alcuni dei quali non erano neanche umani. 
Feliciano vide una fata che trasportava dei documenti, un uomo fatto di terra parlare con una donna d'aria, un caffé trasportato a mezz'aria chinarsi e essere come sorseggiato da qualcuno di invisibile come un fantasma, quello che sembrava un incrocio tra un uomo e un pesce passò loro vicino per prendere uno degli ascensori, vide un essere metà uccello con in mano dei biglietti d'aereo passare loro di fronte per dirigersi verso una porta che sembrava condurre verso uno dei piani superiori.
 “Ve, perché quel tipo aveva con sé dei biglietti aerei? Voi non siete in grado tramite questi ascensori di trasportarvi ovunque?”
 “Beh, tecnicamente sì, ma l'uso o meno dei passaggi viene scelto dal capo a seconda di quanto urgente è considerata la missione. Solitamente evitiamo di usarla perché di fatto è come se entrassimo illegalmente in uno stato, se ci fermassero per un controllo saremmo nei guai. Nel nostro caso però avevamo scoperto il tutto ieri e quindi dovevamo raggiungerti il prima possibile” 
Feliciano annuì, mentre continuava a guardarsi attorno sperduto. 
Ad un certo punto urtò contro una persona.
 “Ah, scusami, scusami tanto!”
 “F-fa niente” mormorò una voce talmente flebile da essere a malapena udita. Apparteneva ad un giovane biondo con i capelli di media lunghezza, portava un paio di occhiali e aveva un'espressione mite e dolce. 
In mano reggeva dei fogli. 
“Oh, buongiorno Matthiew!” esclamò felice Gilbert, salutandolo.
 “Ehm, ciao Gil, ciao Ludwig. Come è andata la missione?”
 “Perfettamente, come del resto c'era da aspettarsi dal Magnifico Me!” si vantò l'albino. 
Il biondino non pareva essere molto convinto, ma non disse nulla. La sua attenzione si focalizzò invece su Feliciano, che lo osservava incuriosito. 
“Oh, c-che sbadato. Perdonami non mi sono ancora presentato, sono Matthew Williams” e porse la mano.
 “Ve, Feliciano Vargas!” rispose il ragazzo sorridendogli.
 Il giovane annuì: “Non ti ho mai visto, e a giudicare dal tuo aspetto non mi sembri nessuna delle creature appartenenti al Piccolo Popolo. Sei umano?” 
“Ve, sì. O meglio, credo. Il fatto è che ho scoperto di avere l'abilità di creare senza volerlo dei cloni, o esseri del genere con un nome molto più complicato di così, e uno di questi ha iniziato a rubare opere d'arte in giro per il mondo incolpando me. Stavo per essere sbattuto in cella quando Lud e Gil mi hanno salvato e mi hanno raccontato tutto, a quel punto siamo andati da un ladro d'arte per ottenere informazioni, poi in un negozio di vestiti di alta classe, e poi ci siamo infiltrati ad una festa di ricconi dove abbiamo catturato il mio clone. Dopo averlo fatto Gilbert mi ha invitato a unirmi all'Agenzia per controllare i miei poteri in modo che non succeda più una cosa del genere e io ho accettato. A quel punto siamo tornati a Central Park, abbiamo aperto il passaggio segreto e siamo tornati qui - lo fissò negli occhi - Tu invece possiedi qualche tipo di potere?”
Matthew sbattè un paio di volte gli occhi, come se stesse uscendo da una sorta di trance, prima di rispondere: “I-io sono umano. Lavoro qui all'agenzia coma traduttore di testi antichi o in missioni diplomatiche per mettere d'accordo varie fazioni sul piede di guerra” 
“Mattie è un asso nelle lingue! - intervenne Gilbert sorridendo - È merito suo se quattro anni fa non è scoppiata la guerra tra le sirene e le oceanine in Finlandia!”
“ N-non ho fatto nulla di che. Comunque ora devo proprio andare, devo consegnare un rapporto sul caso dei coboldi. Quegli esserini hanno delle pretese assurde. Ci vediamo ragazzi, spero di rivederti Feliciano!” e il giovane se ne andò.
 I tre si diressero verso le scale e presero a salirle. 
“ Ve, dove stiamo andando?” 
“Ti portiamo dal nostro capo, Sadiq Adnan - spiegò Ludwig - A seconda di ciò che dirà potrai o meno fare parte dell'Agenzia” 
“Oh, capisco...” 
“Kesesese, non ti preoccupare, ti accetterà subito. Pare burbero, ma in realtà non è male. Eccoci, il suo ufficio è a questo piano” l'albino fece appena in tempo a mettere piede su quel piano che furono accolti da un urlo: “TIPO, CCCOOOOOSAAAAAAAAAA!?!?!?!” L'onda d'urto fu talmente forte che Gilbert cadde per terra. Feliciano, andato prontamente a nascondersi dietro alla schiena di Ludwig, si sporse leggermente, e vide che un ragazzo coi capelli biondi se ne andava in giro per l'ufficio sbraitando cose qua e là mentre lanciava in aria fogli a caso. 
Ah, e indossava anche un vestito da donna, e a giudicare da com'era doveva anche essere un vestito di marca.
 “Sigh, sembra che Feliks abbia un'altra delle sue crisi da diva” sospirò esasperato Ludwig.
 “Ve, chi? Feliks? È per caso quello...”
 “Ma si può sapere tipo cosa state facendo?! Aspettavo quel rapporto sulla mia scrivani alle 15 precise, e sono già le 15 e ventitré secondi! Io così non posso lavorare! Ho dovuto interrompere il mio sonno di bellezza per venire fin qui, e per la fretta mi sono dovuto vestire totalmente con la prima cosa che ho trovato, e così sono dovuto venire con addosso tipo solo questo straccetto! Dov'è il mio caffè?! Tipo mi state dicendo che non avete ancora pronto il mio caffè?! Sono totalmente deluso da voi, vi ho chiesto tipo dov'è il mio caffè?! E facendomi urlare mi state facendo venire le rughe! Tipo, vi rendete conto?! Ora dovrò totalmente chiamare l'estetista e dirle di aggiungere tipo anche un massaggio al viso! Tipo, dove sono i miei dolcetti?! Dov'è il mio bagno caldo?! Dov'è l'ultimo numero di IoDonna?! Dove sono i miei pony?!” Feliciano si accorse in quel momento che il corpo di quel tipo stava iniziando a fumare, letteralmente. 
Prima che potesse chiedere spiegazioni, questo esplose in una nuvola di fuoco, e al suo posto comparve un elegante uccello colo rosso e oro che prese a volare in giro spargendo cenere e scintille per tutto il piano mentre continuava a gracchiare con tutta la sua voce. 
Dopo un paio di minuti volò verso un'altra stanza e scomparve e in sala ritornò il silenzio.
Dopo alcuni minuti nel silenzio più totale Ludwig si spazzolò la maglietta prima di commentare: “Bene, è il caso di andare dal capo adesso” 
“Come?! No, aspetta!” lo fermò Feliciano.
 “Che c'è?”
 “Come che c'è? Chi era quel tipo? Come mai si è trasformato in una sorta di pollo di fuoco? E perchè voi vi state comportando come se nulla fosse?!”
 “Alla seconda domanda posso rispondere io” intervenne una voce. Feliciano si voltò e vide dietro di sé un ragazzo con dei capelli biondi e arruffati, gli occhi verdi sormontati da due enormi sopracciglia e un fisico asciutto. Tra le braccia recava tre voluminosi libri, talmente ingombranti che era sorprendente che riuscisse a trasportarli. 
“Mi chiamo Arthur Kirkland, laureato in antropologia forense e bibliotecario dell’Agenzia - si presentò il giovane - Quello che hai appena visto è il tipico spettacolo di Feliks che da di matto. Feliks Lukasiewick è una fenice, uno dei mitici uccelli immortali d'oriente, simbolo di vita eterna e rinascita. Col tempo la sua razza ha imparato ad assumere forma umana, e così da allora ce lo troviamo a strillare come una donnicciola isterica ogni volta che ha dei problemi” 
“Oh, capisco. Ve, ad ogni modo io sono Feliciano Vargas, molto piacere” si presentò il giovane con un sorriso. 
Arthur grugnì in risposta: “Sei nuovo, immagino. Come ci sei arrivato fin qui?” I
l ragazzo stava per rispondere quando sentì una voce urlare decisa: “Largo, signorine!” 
Un paio di persone si scansarono e l'italiano vide una giovane ragazza con dei lunghi capelli castano chiari ornati da un fiore e un'espressione a metà tra il fiero e il dolce farsi avanti.
 “Elizabeta!” la salutò Ludwig con un leggero sorriso.
 “Ragazzi! Era ora che tornaste, stavo incominciando a preoccuparmi. Spero che stavolta non abbiate avuto problemi” disse lei mentre si voltava a guardare Gilbert. “Ehi, perché guardi me? Ti ripeto per settima volta che la fuga di quegli spiriti maledetti dallo specchio non fu colpa mia!” protestò l'albino. 
Lei alzò gli occhi al cielo, prima di notare Feliciano. 
Assunse un'espressione sorpresa per poi sorridergli e venirgli incontro con la mano tesa: “Ma tu guarda, un nuovo arrivato! È per me un grande piacere incontrarti, sono Elizabeta Hedervary”
 “Ve, io sono Feliciano Varags - si presentò sorridendo il ragazzo, poi assunse un'aria meditabonda, prima di sorridere - Elizabeta? Ma certo, sei la ragazza di cui mi ha parlato Gilbert!” 
“Ma davvero, e cosa ti avrebbe detto su di me?” domandò la giovane, mentre l'albino impallidiva. 
Non gli piaceva il tono assunto dall'ungherese, né tantomeno il sorriso da psicotica. Lentamente cercò di svignarsela alla chetichella, ma Feliciano stava già rispondendo ingenuamente: “Ve, mi ha detto che sei una divinità minore della guerra di oltre cinquecento anni e che sei una gran tirchia!” 
Lentamente la castana si voltò verso il tedesco, e lui si stupì che la sua testa non girasse di centottanta gradi come quella dei gufi.
“Ma tu senti? Gil caro, ti spiace se parliamo un attimino in privato?” e prima che il giovane potesse rispondere lei gli fu addosso con in mano uno spadone a due mani. All'albino non restò altra opzione se non la fuga. 
“ Divinità Minore?! Oltre cinquecento anni?! Tirchia?! Te lo faccio vedere io chi è la divinità minore vecchietta! Ti strappo le ossa dalla carne, poi ti resuscito e poi ti uccido di nuovo, disgraziato!” urlava mentre Gilbert cercava di fuggire urlando a più non posso e chiamando in aiuto il fratello minore. 
Questi, non avendo manie suicide, si voltò verso Feliciano sospirando: “Ne avranno ancora per un bel po', andiamo” 
Ma prima che potessero fare un solo passo, un uomo entrò sbattendo la porta. “Qualcuno mi vuole chiamare quel gattaro di Heracles?! È mai possibile che quando ho bisogno di lui sparisca nel nulla?! Qualcuno l'ha visto?!”
 Feliciano si ritrasse spaventato. La persona che aveva urlato era un massiccio uomo che poteva avere trentacinque come sessant'anni, muscoloso con i capelli castani scompigliati , di fronte agli occhi aveva una maschera bianca, portava una barbetta sfatta e la carnagione era tipica dei popoli del medio oriente. Si voltò a guardare nella loro direzione, e non appena vide Feliciano assunse un'aria confusa, prima di dirigersi verso il loro gruppetto con passo deciso.
 “Ve!” squiittì il ragazzo  mentre si rifugiava dietro a Ludwig, mentre questa se ne stava fermo immobile ad osservare l'uomo venire verso di loro.
 “ Buongiorno, capo - lo salutò semplicemente - Abbiamo portato a termine la missione come stabilito, il doppelgänger è stato neutralizzato e la lista dei mandanti dei suoi colpi mandata alla polizia. Ben presto le varie opere torneranno ciascuna al proprio museo di appartenenza” 
“Oh, bene agente Ludwig, ottimo lavoro, come sempre. A proposito, dov'è suo fratello?”
 Il biondo si indicò le spalle dove Elizabeta, ancora a spada sguainata, stava inseguendo uno sfinito Gilbert. 
“Ah, capisco. Quindi nessun intoppo?” 
Il biondo arrossì leggermente: “Ehm, ecco a dire il vero c'è una cosa...” e si fece da parte mostrando un tremante Feliciano. 
Sadiq aggrottò le sopracciglia, mentre l'italiano alzava timidamente la mano e pigolava un saluto. 
“Lui è Feliciano Varagas, e vorrebbe unirsi a noi” e prese a spiegare l'intera situazione.
 Finita la storia il turco si portò una mano al mento riflettendo. 
“ Uhm, vediamo un po', mi sta chiedendo di accettare nell'Agenzia un ragazzino senza alcun addestramento e che non sapeva assolutamente nulla del mondo magico fino a che non gliene avete parlato voi senza autorizzazione, e che potrebbe per sbaglio creare dei doppelgänger che nel migliore dei casi se ne andrebbero per gettare panico nel mondo e nel peggiore ucciderci tutti nel sonno?” 
Il biondo arrossì fino alla punta dei capelli prima di annuire e balbettare un: “J-ja!”
 A quel punto Sadiq fece una cosa inaspettata. Sorrise e diede una sonora pacca sulla spalla a Feliciano.
 “ Ma certo che lo accetto! Come se in questa gabbia di matti non avessimo assistito a cose peggiori. Benvenuto tra noi signor Vargas, io sono Sadiq Adnan, direttore dell'Agenzia! Spero che sarà meno problematico di suo fratello. ‘’
 “Pia-piacere! ” esclamò sorpreso l'italiano (inoltre da ore che si domandava come fosse possibile che il suo fratellone non gli avesse mai detto niente su tutto quello) mentre Sadiq gli scuoteva talmente forte la mano da farlo quasi sobbalzare sul posto.
Alla fine il turco si rivolse verso Ludwig: “Allora, visto che l’ha portato fino a qui sarà responsabilità sua e di suo fratello occuparvene, addestrarlo e tutto e farà parte della vostra compagnia. Obiezioni? No, bene!” esclamò il moro ignorando la mano alzata in segno di protesta del ragazzo. 
A quel punto l’uomo si rivolse verso Arthur, che stava dando suggerimenti a uno degli agenti su come riportare Felix nella sua forma umana. 
“ Kirkland, le dispiacerebbe venire nel mio ufficio? Ci sono delle questioni importanti di cui vorrei discutere e che la riguardano personalmente” 
Il biondo assunse un’aria sorpresa prima di annuire: “ Non c’è problema. Ah Toris, puoi portare questi in biblioteca?” 
‘’ C-certamente… forse riesco anche a ritrovare Felix.’’ 
‘’ Ricordati, fallo addormentare prima. Solo così potrà tornare in forma umana.’’
‘’ O-ok…’&rcquo; 
“ Bene, tornate tutti al lavoro! – tuonò il direttore -  E, per favore, qualcuno mi ritrovi Heracles! ”

 



*

 



 

L’ufficio del direttore era in netto contrasto con l’atmosfera asettica dell’Agenzia: era colorato, ricoperto di tende e tappeti orientaleggianti. Sembrava l’angolo nascosto di un harem dell’Impero turco, piuttosto che un ufficio.
 ‘’ Si sieda pure, Kirkland.’’
 ‘’ Ehm… dove?’’ fu la domanda dell’antropologo, non vedendo sedie. 
Il direttore si distese su una pila di cuscini, iniziando a fumare da un narghilè posto lì vicino. 
‘’ Qui, sui cuscini. Si stenda pure, non si preoccupi ‘’ 
‘’ Uhm… va bene.’’
 Con un po’ di difficoltà e cercando di non sembrare un’idiota, anche lui provò a stendersi, con risultati a dir poco deludenti.
 ‘’ Ora che si è sistemato possiamo…’’ 
‘’ Miao…’’ 
Sadiq, trovandosi di fronte un gatto persiano grassoccio e dall’aria pigra, roteò gli occhi, come se fosse una scena a cui fosse già avvezzo suo malgrado. 
Prese l’animale e gridò:’’ Heracles, diavolo di un greco! Vieni qui! Un altro dei tuoi gattacci si è intrufolato nel mio ufficio!’’ 
Nessuna risposta. Il turco sospirò, e quasi rischiò di farsi cadere la maschera dal viso. ‘’ Sempre così… ogni santo giorno. Miriadi di gatti nel mio ufficio, a volte devo chiamare la disinfestazione, altrimenti non potrei entrare nel mio ufficio! Cosa da pazzi! E tutto perché ho come segretario un greco benedetto da Bastet. ‘’
 ‘’ Bastet? – fece sorpreso Arthur – La dea egiziana protettrice dei gatti?’’ ‘’ Purtroppo sì, proprio lei. Conoscevo la madre di questo impiastro, una sacerdotessa di Atena di tutto rispetto.’’ 
‘’ Sacerdotessa? Ma è…’’ 
‘’ Estremamente raro, lo so. Di sacerdoti del vecchio culto ne sono rimasti pochi. E’ più una cosa che si tramanda in famiglia, sai? Per questo pensavo che il figlio di Elena fosse come lei, un cervellone un po’ snob ma efficiente nel suo lavoro. Non mi aspettavo un pigrone di prima categoria che diserta il lavoro ogni due per tre per dormire o per cercare di allevare i suoi stramaledetti gatti. Non mi dispiace che abbia la benedizione di Bastet, ma poteva almeno dargli dei poteri utili!’’ 
Arthur ascoltava in religioso silenzio. Era da appena un mese che era entrato a far parte dell’Agenzia, logico che tutti quei discorsi su magia, divinità e piccolo popolo lo lasciassero ancora spiazzato.
 In mezzo a discendenti di fate, semi dei, spiriti della natura, vampiri, lupi mannari e compagnia bella, si sentiva spaesato. 
Vedendo i suoi colleghi, si chiedeva sempre cosa diavolo ci facesse lui lì. Almeno, non era l’unico lì a non avere poteri. 
Anche Matthew Williams e suo fratello erano umani al 100 %, proprio come lui. Proprio in quel momento, nell’ufficio entrò un ragazzo moro con un gatto sulla testa e uno tra le braccia. 
‘’ Stupido turco, mi hai chiamato?’’ 
‘’ Sì, idiota. Uno dei tuoi gattacci è di nuovo entrato nel mio ufficio!’’
 ‘’ Ah, Malachia… Capiscilo, qui sta comodo. Gli piacciono i tuoi cuscini.’’ 
‘’ Ma non lo posso far stare qui solo perché sta comodo!’’
 ‘’ Beh, non guardare me. Se ti decidessi a rimodernare anche il mio ufficio…’’ 
‘’ Allora è questo? – l’interruppe il direttore – E’ tutta una tua subdola manovra per avere un ufficio nuovo?’’ 
‘’ Ti sembro il tipo da usare queste tattiche?’’
 ‘’ Non me ne stupirei, Heracles. Tua madre fece una cosa simile, solo che lei voleva un aumento! Mesi e mesi passati con gufi, civette e corvi che mi seguivano!’’
‘’ Mhm…in effetti, ora che ci penso io …’’
‘’ Ma non è ancora arrivato l’agente Bonnefoy dalla Provenza? – Sadiq fu più veloce di lui, non era pronto a dover affrontare anche la battaglia per lo stipendio. Aveva una certa età, lui! – Deve essere ritornato da almeno ventiquattro ore!’’
 ‘’ Si, è qui fuori. Lo vado a chiamare?’’
 ‘’ Certo, va va’… io intanto spiego al signor Kirkland i motivi della sua presenza qui.’’ 
Heracles se ne andò, e anche Malachia decise di seguire il suo padrone, facendo sospirare di sollievo il turco.
‘’ Finalmente… comunque, tornando al motivo per cui l’ho convocata qui… ho deciso di affidarle una missione sul campo, signor Kirkland. A Drumnadrochit, in Scozia. ‘’
 ‘’ Cosa? Una missione sul campo… a me? ’’ 
 ‘’ Non sembri tanto sorpreso – commentò il direttore – Considerate le vostre parentele, è naturale pensare a voi per una missione di questo tipo. ‘’ 
‘’ Considerate le mie parentele?’’ pensò l’inglese, confuso. 
Cosa ci poteva mai essere di speciale in un padre minatore e in una madre casalinga? Ah si… dimenticava i quattro fratelli rompiscatole. 
‘’ Un agente di Scotland Yard con ampie conoscenze del mondo magico ci ha contattati in seguito a delle misteriose scompare in questo piccolo villaggio di 150 anime. Sono scoparsi quasi tutti, eccetto lui e un ragazzino. E dalla sua telefonata, non so se voglia essere aiutato per l’entità responsabile delle scomparse, o perché non sopporta più di avere a che fare con un dodicenne iperattivo.’’ 
Arthur stava per ribattere che lui di entità e affini non ne sapeva niente, quando Heracles rientro con un seguito di gatti ordinatamente posti in fila indiana e con accanto un uomo sui venticinque anni, elegante, raffinato… troppo bello per essere un mortale. 
Non che fosse rimasto colpito o chissà che, sia chiaro. Era un’analisi oggettiva, la sua. Quell’uomo era troppo bello. E sicuramente era anche insopportabilmente vanitoso. 
Arthur arricciò il naso. Se quello era l’agente che doveva accompagnarlo in Scozia, la missione era già bella che fallita. 
Aveva tutta l’aria di una persona con cui sarebbe stato impossibile andare d’accordo. ‘’ Mon ami Sadiq, a cosa devo il piacere? Mi avevi promesso un periodo di ferie, ricordi? Non mi aspettavo che mi richiamassi così bruscamente (e senza alcuna eleganza) a lavoro. ’’
 ‘’ Sì, ma le avevo dato una settimana Bonnefoy. Non tre mesi!’’ 
‘’ Sai com’è, noi selkie abbiamo una concezione diversa del tempo. ‘’ 
‘’ Ah, è un selkie – pensò l’antropologo – Ora si capiscono un sacco di cose.’’ 
Sua madre da piccolo gli raccontava spesso delle storie su queste misteriose donne dotate dell’abilità di trasformarsi in foche e la cui vera casa era il mare. Non pensava che un giorno ne avrebbe conosciuta uno… ma le selkie non erano tutte donne? 
‘’ Non siete un selkie completo, Bonnefoy. Vostra madre lo era. Lei lo è solo metà.’’ ‘’ Ehi, ho comunque ereditato gran parte dei suoi poteri. E per la legge del piccolo popolo posso considerarmi a pieno diritto uno di loro.’’ 
‘’ Ma perché discuto sempre con lei… ‘’
 ‘’ E’ la vecchiaia, capo.’’
 In quel momento, il selkie noto Arthur. 
Sfoderò il suo sorriso più affascinante, e gli disse:’’ Ohohoh… chi abbiamo qui? Sembra carino. E che sopracciglia… interessanti. Come ti chiami, mon cher?’’ 
‘’ Arthur Kirkland, rana. E dì una sola parola sulle mie sopracciglia, e giuro che ti rispedisco a calci in Irlanda.’’
 ‘’ Io sono francese – precisò il biondo, e continuò – Sei un tipetto difficile, eh? Non ti piacerebbe approfondire la nostra conoscenza, magari con una cena offerta da me? Oppure passiamo direttamente a casa tua, non sono fiscale sui primi appuntamenti. ’’ ‘’ Grazie, mi hai appena ricordato perché devo istallare un sistema antifurto in casa mia. ‘’
 ‘’ Un antifurto non può tenere a freno il vero amore!’’
‘’ Un pugno in faccia sì, per fortuna.’’ 
Il selkie sembrava spiazzato. Quel ragazzo… non sembrava subire minimamente gli effetti della sua soprannaturale bellezza.  
‘’ Un momento… non mi trovi affascinante? Neppure un po’?’’ 
‘’ Oggettivamente, forse. Ma sinceramente preferirei starti il più lontano possibile piuttosto che stare con te nella stessa stanza.’’
 Sadiq non riusciva a nascondere a smettere di ridere sotto i baffi, e il francese lo fissò come se fosse il responsabile della totale indifferenza di Arthur. 
‘’ Tu… tu lo sapevi!’’ 
‘’ Che fosse immune al fascino della sua razza? No, ma ho voluto fare un esperimento. Non avrei mai immaginato un risultato così soddisfacente!’’
‘’ Ma è umano! Nessun umano può resistermi! E nessuna fata. E nessuna semidea. E nessun spirito della natura. E nessun… ’’
‘’ Agente Bonnefoy – l’interruppe Sadiq, prima che facesse la lista delle sue conquiste – Non l’ho convocata per farle conoscere Kirkland. Voi dovete andare in missione in Scozia, e…’’
 ‘’ Un momento… dovrei avere questo teppistello come mio compagno di squadra? Ma io sono già in coppia con Gilbert e Antonio!’’
 ‘’ All’agente Beilschmidt è stato affidato l’addestramento di una recluta, mentre l’agente Carriedo si trova in Messico.’’ 
‘’ Fortunati… e Elizabeta? Non è finito il suo periodo di ritiro? Andiamo Sadiq, accetterei di andare in missione anche con Felix… ma non con questo sopracciglione!’’ 
‘’ Ehi, almeno io non ho una barbetta caprina!’’ 
‘’ E’ barba virile, sbarbatello. Ma un ragazzino cosa ne può sapere?’’
 ‘’ Ho ventitré anni! E sono già laureato in lingue e antropologia forense! Conosco le usanze del piccolo popolo, degli elfi e di tutte le creature tutelate dall’Agenzia.’’ 
‘’ Perfetto, un cervellone. Di bene in meglio.’’
 Sadiq avrebbe volentieri voluto assistere a quel battibecco ancora un po’. 
Nessuno riusciva a tener testa a Francis Bonnefoy per molto tempo, a causa dei poteri che il giovane aveva ereditato dalla madre selkie. 
Non sarebbe intervenuto, il francese meritava una lezione. 
Peccato che il suo narghilè si stesse liquefacendo, e con lui tutti gli oggetti metallici del suo ufficio. 
E sapeva benissimo di chi era la colpa. 
Lo doveva allontanare, e subito! Lui voleva fumare in pace!
 ‘’ Voi due, smettetela! Heracles vi darà i vostri biglietti aerei per la Scozia, e all’aeroporto troverete una gip che vi condurrà a Drumnadrochit!’’
 ‘’ Ma capo, io…’’ 
‘’ FILATE! ’’ 
Per quanto testardi, nessuno osò fiatare o disobbedire all’ordine del direttore. Uscirono immediatamente, un po’ ostacolandosi un po’ spintonandosi. Il turco sospirò. 
Ma che baracca di matti si era ritrovato a gestire!

 

Volo Boing 403

 Un volo economico. Erano su un fottuto volo economico! 
Francis si sentiva profondamente punto nell’orgoglio! Sadiq non solo lo aveva richiamato dal suo meritato periodo di riposo (ehi, lavorava da dodici anni per l’Agenzia! 
Aveva atteso abbastanza per prendersi una pausa), ma gli aveva messo alle calcagna un novellino privo di stile e tremendamente inglese. 
A differenza sua, Arthur sembrava perfettamente a suo agio in quelle deplorevoli condizioni di volo, con dei bambini dietro a fare chiasso e il fastidioso russare dell’uomo seduto di fronte. Lui leggeva… Leggeva! 
Come ci riuscisse, con tutto quel baccano, era un mistero.
 ‘’ Ma come fai, bruco?’’
 ‘’ Mhm… di che parli?’’ 
‘’ Come fai a leggere con quei mostri dietro! Non dico che non amo i bambini, ma questi… questi vengono direttamente dall’Inferno!’’ 
‘’ Come la fai lunga, rana. Sono cresciuto con quattro fratelli maggiori. So che c’è di peggio.’’
 ‘’ Sempre detto che è meglio essere figli unici… E che libro stai leggendo?’’ 
‘’ Mi sto documentando sul villaggio di Drumnadrochit. Qui c’è una vecchia leggenda che…’’ 
Il francese gli prese il libro dalle mani e cominciò a sfogliarlo distrattamente.
‘’ E’ una guida turistica. ‘’ 
‘’ Non ho avuto tempo di prendere niente di meglio.’’ 
‘’ Ah mon ami… ma leggere non ti servirà a niente! I libri sul campo servono a poco! Si deve essere pronti a tutto, pronti e lesti.’’
 ‘’ Sei peggio di Alfred. Bah… non tutti hanno i poteri come voi creature del piccolo popolo (anche se no so quali siano i tuoi), e documentarsi è l’unico modo per riuscire a capire a cosa si va incontro.’’
 ‘’ Credimi, per esperienza so che è inutile. ‘’ 
‘’ Che ne puoi sapere, le cose cambiano.’’
 ‘’ Non in questo lavoro.’’ 
‘’ Ma il motto dell’Agenzia non dice che tutto cambia?’’ 
‘’ Sì, ma non è del tutto esatto!’’
 ‘’ Sei  più testardo di un…’’
 L’inglese venne interrutto da uno scossone. E poi da un altro. Ne seguirono diversi, l’aereo era in avaria.
 I passeggeri furono presi dal panico, e persino i piccoli mostri dietro di loro smisero di giocare.
 ‘’ Si pregano i signori passeggeri di allacciare le cinture e di stare calmi. L’aereo è incappato in una perturbazione di medie dimensioni. ‘’
 Francis inarcò un sopracciglio. Ok, quello era strano. Da quando in qua una perturbazione appariva all’improvviso? 
Cercò di sporgersi verso il finestrino, per tentare di vedere cosa stesse succedendo. E sorpresa… non c’erano nubi! 
Qualsiasi cosa stesse succedendo all’aereo, non era dovuto al mal tempo. 
‘’ Ci ritroviamo nei guai ancor prima di iniziare. ‘’ 
‘’ Di che parli, rana?’’
 ‘’ Non lo vedi da te? Non ci sono nuv… ehi, stai bene?’’
 ‘’ Perfettamente – mentì l’inglese, mentre teneva salda la presa sul bracciolo del sedile – Non lo vedi? Sono calmo e controllato.’’ 
‘’ Sembri sul punto di metterti a piangere.’’ 
‘’ Io non… oh al diavolo! Odio gli aerei. Non ho mai volato in vita mia, se non una volta. ‘’ 
‘’ Mai fatto un viaggio in aereo?’’
 ‘’ Prima di essere ammesso al Jeffersonian, non sono mai stato fuori da Bristol!’’ 
‘’ Sei di Bristol? Credevo che fossi di Londra.’’
 ‘’ E cosa te lo ha fatto credere?’’ 
‘’ Non ne ho idea, io di britannici non ne so niente.’’ 
‘’ Ma pure tu sei per metà britannico, rana. Le selkie sono di origine irlandese. O scozzese. Dipende. Mia madre mi raccontava diverse storie… ed era sicura che fossero originarie delle nostre parti.’’ 
Pensare a sua madre lo fece calmare. Era infantile, ma era sempre meglio di niente.
 In quel momento, l’aereo si stabilizzò, stupendo tutti, Arthur e Francis in primis. 
‘’ Signori, siamo lieti di informarla che siamo appena usciti dalla perturbazione. Potete slacciare le cinture di sicurezza.’’ 
Il selkie era sicuro che c’era qualcosa di magico dietro a quell’avaria. Ma non capiva cosa… o chi 
Fissò Arthur, che intanto aveva ripreso il controllo di sé, e pensò:’’ Forse è stato lui… nah… ma cosa vado a pensare. E’ un essere umano, mica un aura.’’




*




Una volta scesi dall’aereo presero la gip e si diressero verso il punto indicato, con Arthur alla guida. 
Il viaggio durò un paio d’ore, trascorse nel più totale e imbarazzato silenzio. 
“ Ma perché Sadiq mi ha affidato questo bruco? Ce l’ha ancora con me per la storia di Mellie? Giuro,  non lo sapevo che fosse già sposata  ‘’ pensava Francis mentre scoccava un’occhiata di sfuggita al biondo, che aveva lo sguardo concentrato sulla strada. 
Non lo voleva ammettere, ma il selkie era leggermente inquieto. Continuava a pensare all’episodio della turbolenza e continuava a pensare a quanto fosse stata insolita. Dopo un altro pezzo di strada sempre in silenzio finalmente Arthur esclamò: “Ecco, siamo arrivati” 
Francis scese e si guardò attorno. Era un posto davvero spettrale, e lui di luoghi del genere se ne intendeva. 
Aveva in tutto e per tutto l’aspetto di quei tipici illaggi etti da film sperduti in mezzo ai boschi. Probabilmente avrebbe anche avuto un’aria folkloristica… se non fosse stato per l’assenza totale di persone e il fatto che in giro sbucassero dappertutto sinistri alberi secchi. 
Arthur scese e lo affiancò: “ Lugubre, eh?”
 “Bah, ci vuole altro per spaventare un veterano come me, mon lapin. Le catacombe di Parigi sono ben peggio di questo villaggio. Però se hai paura, stringiti pure a me” e gli lanciò un’occhiata allusiva. 
“ Bah! – fu l’unico commento dell’inglese mentre si allontanava schifato – Piuttosto, dov’è l’agente che ci ha contattato? Spero che sia almeno più decente di te” 
I due presero a guardarsi attorno, e alla fine il francese scorse una figura che si stava lentamente avvicinando. 
“ Oh, eccolo lì ”
 Il biondo si voltò nella sua direzione e prese a guardare verso la figura in avvicinamento. Man mano che si avvicinava sempre di più si riuscivano a scorgere vari particolari, e la prima cosa che notò il francese era che il nuovo arrivato aveva i capelli rossi.
“ Ma tu guarda…” fu il suo unico pensiero prima di voltarsi verso Arthur. Solitamente i capelli rossi erano un segno per gli abitanti del mondo magico. 
Stava per far notare all’altro la coincidenza, ma non appena lo guardò assunse un’aria confusa. Il britannico infatti era impallidito ed ora stava sudando.
 “ No, non è possibile. Vi prego, ditemi che non è lui, non può essere lui” sussurrò nel panico più totale.
Il francese aggrottò le sopracciglia e si voltò verso il poliziotto che si faceva sempre più vicino. Ora era in grado di vedere la divisa tipica da detective e il volto ferino. Doveva avere all’incirca ventinove anni. 
Man mano che si avvicinava inoltre notò che la sua espressione da confusa divenne sorpresa per poi passare ad una identica a quella di Arthur. 
“ No no no no no… No! Per favore, ditemi che non è vero!” esclamò il nuovo arrivato una volta che li ebbe raggiunti, mentre osservava l’inglese con un’espressione di pura disperazione, come a voler dire “non è possibile!”. 
“ Ti prego, dimmi che è tutto uno scherzo, dimmi che non sei davvero tu lo specialista mandato dall’Agenzia!” 
“Anche io provo le stesse sensazioni nel rivederti, Ian” mormorò Arthur, ormai rassegnato. Ian si strinse la testa tra le mani prima di guardare in alto disperato: “Avevo chiesto qualcuno con un po’ di esperienza sul campo, non un novellino piagnucolone e piantagrane! Come se badare al moccioso non fosse già una punizione sufficiente. Lassù ci deve proprio essere qualcuno che mi odia, ma io che ho fatto di male?” 
“Vuoi davvero che risponda a questa tua domanda?” si intromise Arthur, mentre un’espressione di rabbia gli passava sul viso. 
Il rosso si voltò a osservarlo con aria schifata: “Oh, taci. Adesso che ho scoperto chi è l’aiuto che mi hanno mandato, potete anche tornarvene a casa. Piuttosto che chiedere il tuo aiuto, preferisco cavarmela da solo” 
“Ma chi ti credi di essere?! – lo rimbeccò l’inglese – Se sei tanto bravo allora perché hai chiamato l’Agenzia?!” 
“Perché speravo mi mandassero un aiuto valido!”
 I due presero a litigare. Francis li osservava confuso, non riuscendo a capire il motivo di tanta rabbia.
Ad un certo punto gli venne in mente che forse il rosso potesse essere (orrore!) l’ex del bruco, ma poi guardò meglio e notò che anche Ian aveva gli occhi sormontati da due gigantesche sopracciglia. 
“Quelle sopracciglia… mon Dieu! Non ditemi che siete fratelli?!” 
I due si fermarono e si voltarono a osservarlo. Il poliziotto si voltò verso Arthur e commentò acido: “Vedo che te ne sei trovato uno con la tua stessa lampante perspicacia. Ad ogni modo, sono il detective Ian Kirkland di Scotland Yard, e sono il fratello maggiore di Artie” 
“Ti ho ripetuto mille volte di non chiamarmi Artie” sibilò gelido il biondo.
 “ Oh, scusami Artie, prometto che non lo farò più Artie. Sei contento adesso, Artie?” lo provocò l’uomo Francis storse la bocca a sentire quelle parole. 
Capì all’istante che il poliziotto era di gran lunga una persona ancora più insopportabile del fratello.
 “ Bah, piuttosto, invece di stare a discutere, perché non ci porti verso l’unico altro testimone? Tanto ormai la frittata è fatta ed è inutile lamentarsi. Per quanto neanche tu mi piaccia, Ian, prima finiamo questa storia prima potrò lasciare te e il tuo brutto muso” disse Arthur. 
L’altro riflettè per un paio di secondi prima di sospirare: “ E va bene, speriamo che siate almeno utili a qualcosa. Su seguitemi” e tirò fuori una mappa.
 “ Ehm, è quella a cosa serve? – domandò confuso Francis – Non ti basterebbe semplicemente fare a ritroso la strada dalla quale sei venuto?” 
L’altro lo fulminò sul posto: “Oh, grazie, non ci avevo proprio pensato ad una soluzione così ovvia, ti ringrazio per vermi illuminato. Non si può idiota! A quanto sono riuscito a capire da quella peste in mezzo alle sue mille cavolate in questo villaggio i non residenti fanno fatica ad orientarsi, e quindi mi ha fornito questa, ehm mappa” 
La mappa consisteva in un guazzabuglio di linee e quadrati, talmente complicati da far pensare al francese che più che guidarli li avrebbe solo aiutati a perdersi ancora di più. 
“Su seguitemi” li chiamò Ian e si incamminò, non curandosi neanche se i due lo seguissero. 
Arthur, con le mani in tasca, si mise controvoglia dietro al fratello e Francis lo seguì. Dopo un paio di minuti, con Ian che di tanto in tanto si fermava per consultare la mappa, girandola spiegazzandola o avvicinandola al viso, il francese si accostò ad Arthur.
‘’Spero che non dovremo avere a che fare con altri membri della tua famiglia, bruco.’’ ‘’ Per una volta, sono d’accordo.’’ 
Francis lo fissò stupito. 
“ Beh? Che c’è?” sbottò l’inglese. 
“ Niente, solo mi stupisce che per una volta siamo d’accordo su qualcosa”
 “ Faresti come me se avessi convissuto per la maggior parte della tua vita con lui” ed indicò con un cenno della testa il fratello maggiore di fronte a loro.
 ‘’ Guarda che ti ho sentito – sbottò il rosso, mentre cercava di capirci qualcosa dalla mappa disegnata dal bambino – Ho vista ed udito eccellenti, fratellino. ‘’
 “Come no – mormorò Arthur alzando gli occhi al cielo mentre un sorriso crudele si formava sul suo volto – Come quella volta in cui dicesti di aver visto un folletto in giardino ma in realtà era solo una foglia trasportata dal vento?”
 ‘’ Non tutti hanno la tua vista ‘’ borbottò contrariato Ian, senza farsi sentire dagli altri due.
 ‘’ Che hai detto?’’
 ‘’ Ho detto, solo tu potevi essere tanto stupido da credere che ci fosse un folletto in giardino!’’ 
‘’ Ma sentite questo… almeno adesso so che i folletti e le fate esistono! E a differenza tua, lavoro per l’Agenzia! ‘’ 
‘’ Bella vittoria – commentò caustico il rosso – Ma se non ti hanno mai mandato sul campo un motivo ci sarà. Sei un topo da biblioteca Arthur, non sei fatto per l’azione.’’
“Non sono fatto per… Vieni qui, faccia di volpe, e vediamo dopo che ti ho fatto saltare i denti se non sono fatto per l’azione!!!” strillò l’inglese cercando di lanciarsi sul fratello, a stento trattenuto da Francis. 
Lo scozzese si lasciò sfuggire un sorrisino di vittoria, mentre si godeva lo spettacolo del minore fuori dai gangheri. 
‘’ La verità brucia, eh?’’
‘’ Mai quanto la tua faccia dopo che ti avrò pestato!’’
 ‘’ Se ricordo bene, a finire pestato da me e Ken eri sempre tu. E poi filavi da Ellen per farti consolare.’’ 
‘’ Almeno lei un po’ di cervello ce l’ha!’’ 
“Mon dieu, peggio dei bambini!” pensava nel frattempo Francis, ancora stretto ad Arthur. 
Nel frattempo Ian continuava a stuzzicarlo: “Quanti ricordi, eh Artie? Come quella volta in cui hai cercato di fare gli scones ma per poco non hai bruciato casa” 
Oh, grande grandissimo errore! Nessuno doveva mai, e ripeto mai, accennare alle particolari capacità del biondo in cucina.
 “ Francis…” 
“Oui?” 
“ Mollami così posso distruggere lui e quel suo odioso ghigno”

Francis non lo lasciò andare, ma anzi rinsaldò ancora di più la presa.
 Nel frattempo Ian continuava a ghignare. 
“ Ti dispiacerebbe… smetterla?” domandò con una leggera smorfia il francese. 
“E perché mai? Una delle più divertenti cose che mi sia mai capitato di fare è prendere in giro il nostro caro Ar…”
 “E non chiamarmi Artie!” urlò l’inglese. 
Proprio in quel momento una tubatura esplose bagnando completamente i tre e interrompendo la discussione. 
Ian si morse il labbro, come se fosse stato colpito da una qualche illuminazione, per poi scrollare le spalle: “Bah, litigare è inutile. Prima finite il lavoro, meglio è per me così vi levate dai piedi” e riprese a camminare. 
Per il resto del breve viaggio fu di umore tetro, e neanche Arthur pareva più allegro, probabilmente per le frecciatine rivoltegli prima dal maggiore. 
Francis invece se ne stava zitto a riflettere. Chissà perché quella tubatura era scoppiata? Magari era vecchia oppure tutti quegli alberi cresciuti in maniera così strana avevano danneggiato il sistema idrico. Eppure continuava a pensare che ci fosse una risposta diversa a tutto ciò, una risposta di tipo… magico.
 “ Eccoci arrivati” mormorò alla fine Ian mentre si fermavano di fronte ad una casetta, non troppo diversa dalle altre. 
Il rosso si avvicinò e fece per aprire la porte. Ma non appena ci fu uno spiraglio questa venne spalancata di botto, ammaccando il naso del rosso che arretrò stringendosi il viso mentre si dava a varie colorite imprecazioni. 
Ad aver aperto così velocemente la porta era stato un ragazzino, di forse dodici anni, coi capelli color paglia tagliati a caschetto e due occhi azzurro mare. 
Avrebbe anche fatto tenerezza, se non fosse che non appena li aveva visti si era lanciato in domande e considerazioni come un torrente in piena. 
“ Sei tornato Ian, credevo che quella cosa ti avesse preso e che fossi scomparso. Poi come avrei fatto? Però effettivamente forse me la sarei cavata anche senza di te, sei un po’ un imbranato, specie quando hai provato ad indagare senza però riuscire a cavare un ragno dal buco. Ehi, ma questi chi sono? Sono i rinforzi di cui mi hai parlato? Uao, sapete non avete proprio l’aria da rinforzi, anzi sembrate parecchio debolucci. Tu sembri un topo di biblioteca, e inoltre hai delle sopracciglia davvero strane. Perché sono così folte? Mi ricordano quelle di Ian, vuol dire che siete fratelli? Se è così come ci si sente ad avere un fratello? Sai sono figlio unico e me lo sono sempre chiesto. Tu invece sembri una ragazzina, con quei capelli così ridicoli. E anche la barba non è che migliori il tuo aspetto. Così sembri una ragazzina-capra. E perchè profumi in maniera così strana? Ma per caso siete entrambi dotati di poteri magici? No, perché Ian è completamente umano, e ho già constatato che per questo è abbastanza scarso in questo genere di cose. Se non siete umani che cosa siete? Per caso siete una coppia? E poi perché…?”
 La raffica di domande venne prontamente fermata da Arthur che mise una mano di fronte alla bocca del bambino. 
Tutti e tre lo fissavano scocciati. Quella piccola peste nel giro di cinque minuti era riuscito coi suoi commenti a far perdere le staffe a tre persone diverse. Un record. 
“Io direi di buttarlo giù dal tetto” fu il commento di Arthur, mentre il biondino continuava a mugugnare contro la sua mano. 
“Io ti appoggio” intervenne il fratello, già pronto a prendere il piccolo. 
Però in quel momento intervenne Francis: “No! Per quanto sia irritante, è l’unica pista che abbiamo. E poi è solo un bambino, non possiamo fargli male”
 I due, per quanto riluttanti, lasciarono il loro proposito, e Arthur lasciò andare anche la mano. Incredibilmente il piccolo se ne stette zitto. 
“ Come ti chiami, mon petite?” domandò dolcemente Francis accovacciandosi e mettendosi al livello dei suoi occhi.
 “ Peter – rispose lui – E a questo proposito, perchè…?” 
Prima che potesse ricominciare Francis gli tappò di nuovo la bocca. 
“ Che c’è? – chiese agli altri due che lo osservavano – Sapete che nessuno di noi avrebbe retto una raffica come quella di prima!”

Dopo essere finalmente riusciti a ottenere dal ragazzino la promessa di non subissarli troppo con le sue domande, i tre poterono finalmente entrare in casa. Si sedettero nel soggiorno, Francis su di una poltrona, Arthur su di un'altra, Ian in piedi, e Peter sul divano.
 “Allora, Peter, raccontaci cosa è successo in questa città” disse Francis. 
Il bambino ci penso un po' su per poi parlare: “Allora, credo che tutto sia incominciato quando ho per sbaglio liberato il Druido Oscuro” 
I tre lo osservarono basiti. 
“Ehm, puoi ripetere scusa?” domandò Arthur. 
“Che per sbaglio ho liberato il Druido Oscuro” 
Ci fu un attimo di silenzio prima che i tre adulti scoppiassero a urlare assieme. 
“Mi stai dicendo che tutto questo casino è stata tutta colpa tua, you little monster?!” “Perché diavolo a me non l'hai detto, razza di peste?!”
 “Arthur, Ian, calmatevi! Per quanto anch'io sia leggermente irritato da tutto ciò lasciatelo finire. Innanzitutto chi è questo fantomatico Druido Oscuro?” 
“Oh beh, era un tipo cattivissimo vissuto secoli fa in questa terra e che un mago riuscì a sconfiggere” 
“Aspetta, ne ho già sentito parlare! - intervenne Arthur mentre tirava fuori dalla sua borsa la guida che il francese gli aveva visto consultare in aereo - Una delle leggende più note di quest'area della Scozia è quella del Druido Oscuro di Drumnadrochit. Secondo la leggenda era un antico e potente mago il cui potere principale riguardava il controllo delle piante, più vari altri incantesimi. Si trattava di un essere malvagio ed egoista, che intimoriva la città vicina, e a causa di questo gli abitanti chiesero aiuto ad un grande e potente mago lì di passaggio per poterlo sconfiggere. Il mago affrontò il druido e lo sconfisse in un'epica battaglia riuscendo poi a rinchiudere la sua anima nel tronco di un albero. Secondo la leggenda però lo spirito del druido è ancora vivo e reclama vendetta. Non appena riuscirà ad uscire dalla sua prigione intrappolerà 155 anime nel suo incantesimo e una volta fatto tornerà pienamente in forze e distruggerà il mondo” 
Un silenzio di tomba invase la sala, mentre i tre si guardavano preoccupati. Quella non era affatto una buona notizia. 
“ Beh, sì, a grandi linee potremmo dire che la leggenda è questa” intervenne Peter. “Che intendi dire a grandi linee?” chiese confuso Arthur.
 “Beh, intendo che sarebbero potuti essere più precisi. Non fu un semplice mago a sconfiggere il Druido, bensì Merlino in persona, il più grande mago di tutti i tempi” La notizia venne accolta nel silenzio più totale. 
Francis deglutì: “Bene, allora direi che è il caso che tu ora ci dica bene come hai fatto a liberarlo”
 “Okay, allora: tutto è iniziato quando sono andato ad un pic nic coi miei genitori alla vecchia radura. Aveva appena finito di spiegare loro la mia teoria secondo la quale il principato di Sealand deve essere considerato uno stato a tutti gli effetti quando mi hanno chiesto se per caso mi annoiavo e non volevo andare a farmi una passeggiata. Io ho provato a protestare, dicendo che stavo bene, ma loro hanno insistito ed io sono andato. Chissà perché ci tenevano tanto... Ad ogni modo dopo un po' sono arrivato di fronte ad un vecchio e brutto albero contorto. Vedendolo non sono riuscito a trattenermi e ho incominciato a dire quanto fosse messo male. Dopo un paio di minuti la corteccia ha iniziato a creparsi e poi l'albero si è squarciato e l'immagine di questo tizio ha preso a levitare in giro urlando cose della serie “ Sono tornato alla viiitaaaa!”. Dopodiché mi ha visto mi ha indicato e mi ha detto “Tu! Tu sarai il primo!”. Io l'ho ignorato e ho iniziato a fare tutta una serie di legittime domande sul perché fosse rinchiuso proprio in quell'albero, o come ci si sentiva dopo tutti quegli anni a riacquistare forma umana, oppure se quando era albero era mai dovuto andare in bagno e se no se per caso ora aveva qualche tipo di urgenza, o anche com'era avere linfa al posto del sangue. Non so perchè ma dopo cinque minuti se ne è andato tappandosi le orecchie e borbottando qualcosa tipo, ehm, ah sì: “Ma fra tutte le persone che potevano capitarmi proprio un moccioso logorroico? Cosa ho fatto di male a parte tutte quelle carestie e il regime del terrore? Mi sembra troppo crudele come punizione persino per uno come me”. Vedendo che andava via sono tornato a casa, visto che era ormai passato già molto tempo, ma l'unica cosa che ho trovato tornando sono stati tutti questi alberi. A quel punto dopo un paio d'ore, vedendo che non c'era davvero nessuno, ho chiamato la polizia, che mi ha inviato l'incapace detective qui presente. Poi visto che neanche lui riusciva a capirci qualcosa ha chiamato voi e ora siamo tutti qua” 
Ci fu il silenzio. Francis e Arthur riflettevano in silenzio mentre Ian lanciava occhiatacce assassine al bambino per come lo aveva descritto nelle sue ultime frasi. Alla fine Arthur si alzò: “Beh, a questo punto mi sa che è il caso di mettersi ad indagare per capirci qualcosa” 
“E come pensi di fare, genio?” domandò sarcastico il rosso. 
“ Semplice, a quanto sembra questi alberi sono legati al druido, e pertanto direi di partire con quelli”

 

 

 

*

 

 

 

Verso sera, avevano interrotto le loro ricerche. Non tanto perché avessero paura del buio o cavolate simili: nessuno riusciva a sopportare ancora Peter e le sue chiacchiere.
 Quel moccioso aveva blaterato per tre ore senza interrompersi. Arthur era arrivato a ipotizzare che il druido si fosse impossessato di lui, perché era inumano riuscire a blaterare tanto senza fermarsi. Ma ovviamente suo fratello non era d’accordo: il druido, diceva, aveva bisogno di un ricettacolo potente. E probabilmente neppure lui avrebbe sopportato di condividere il corpo con quella piccola peste. Di buono, c’era che avevano capito dove fossero finiti tutti gli abitanti: erano stati trasformati in alberi, quegli stessi alberi che li avevano accolti al loro arrivo. 
‘’ Per questa notte, dovremo dormire a casa di Peter. ‘’
 ‘’ Meglio di niente ‘’ commentò Francis, entrando in casa seguito a ruota dagli altri. Non ce la faceva più, aveva bisogno con urgenza di un bagno caldo! E magari di dormire il più lontano possibile dai Kirkland. 
Per l’amor del cielo, non immaginava che due fratelli potessero essere tanto irritanti insieme. Si sentiva come se fosse tra due fuochi, e non sapeva decidere per chi dei due parteggiare. Lui e il bruco non erano in buoni rapporti, ma Ian… Ian era insopportabile. 
Era il tipico mortale invidioso del piccolo popolo solo perché non poteva essere come loro. 
Lui quei tipi li conosceva bene, durante il suo soggiorno a Londra per una missione con Gilbert una tale Petunia lo stolkerava e aveva esattamente la stessa simpatia del rosso. Da quanto ne sapeva, si era sposata con un tipo molto, molto più brutto di lui. Un certo Venorm… Vernor… non si era neppure sforzato di ricordare il suo nome. 
‘’ Sono sfinito.’’
‘’ Non dirlo a me, rana. Vorrei solo dormire e non sentir parlare nessuno per 12 ore.’’
‘’ Come se in camera con tu sai chi ti mettessi a parlare ‘’ fu la frecciatina di Ian, che fece arrossire il fratello. Lui e le sue insinuazioni! Come doveva fargli capire che tra lui e la rana non c’era assolutamente niente? 
Ma come potevano condividere lo stesso patrimonio genetico? Sicuri che non era stato adottato? 
‘’ Io non so voi, ma vado in camera mia. Potete dormire dove volete, anche nella vasca da bagno. – guardò Francis e gli chiese – Ma voi selkie potete dormire come i normali esseri umani o avete bisogno di essere vicino all’acqua? Oppure…’’
‘’ Ehm… non preoccuparti, un letto per me va più che bene.’’
‘’ Oh – fece Peter, come deluso – Capito. Comunque spero che per vi vada bene la camera degli ospiti al piano terra. O in alternativa c’è quella di mamma e papà.’’
‘’ Quella degli ospiti è mia – disse deciso Ian – Qualcuno deve pur rimanere sveglio per sorvegliare la casa.’’
‘’ Eh no, io col cavolo che condivido la camera con… con lui!’’
‘’ Spiacente fratellino, ma vinco io qui. Sono l’unico armato.’’
‘’ Non credo che una pistola sia utile contro un druido di oltre mille anni – intervenne Francis – Quindi, la camera degli ospiti lasciala a qualcuno con dei poteri.’’
Involontariamente, il rosso fissò di sottocchio il fratello, ma subito prestò la sua attenzione al selkie.
‘’ Non vedo acqua, qui. Non sei certo utile senza essere vicino al tuo elemento.’’
‘’ Ho molti assi nella manica.’’
‘’ Certo, certo… la camera rimane mia. E nessuno dei tuoi trucchi funzionerà su di me. ‘’
‘’ Vuoi provare?’’
‘’ SIII! – esultò Peter – BOTTE, BOTTE MAGICHE!’’ 
‘’ Non ci sarà niente del genere – fece deciso Arthur – Accontentiamo il bambino, e diamogli la camera degli ospiti. ‘’
‘’ Lo sapevo che… Un momento, a chi avresti dato del bambino?! ’’ 
‘’ Paganini non ripete ‘’ e detto questo, l’inglese si voltò e salì le scale, facendo rimanere indietro un poliziotto piuttosto irritato.
‘’ Al diavolo, Artie.’’
Francis fece per andarsene alla chetichella (sapeva già su chi Ian si sarebbe sfogato, e non aveva intenzione di iniziare una seconda discussione con lui. Ah, gente difficile i Kirkland) quando Peter lo prese per un braccio.
‘’ Voi selkie sapete usare la magia?’’
‘’ Un certo tipo di incantesimi sì – e meglio tralasciare che erano tutti incantesimi di tipo sessuale. Non voleva traumatizzare troppo un bambino, a discapito della sua nomea nell’Agenzia – Perché me lo chiedi?’’
Il dodicenne gli indicò un libro lì vicino, messo di sbieco su uno scaffale. Francis lo prese, e lesse:’’ Magie e anatemi: storia della magia dai celti a Merlino.  ‘’
‘’ E’ utilissimo – assicurò Peter – Dentro ci sono un sacco di incantesimi stranissimi!’’
‘’ Ehm… e perché lo stai dando a me?’’
‘’ Boh, così se trovi il cattivo gli fai qualche magia. Che ne so, sei tu quello ad avere poteri. Inventati qualcosa.’’
Beata ingenuità (c’era anche un altro modo per definire Peter, ma era troppo volgare da usare) infantile. 
Beh, cosa gli costava tenersi il libro? Al massimo, lo avrebbe fatto leggere al bruco. Bruco con cui avrebbe dovuto condividere la camera da letto… 
‘’ Grazie… e buona notte.’’
‘’ Notte… ah la camera è la prima a destra. ‘’ 
Salì le scale, lasciandosi alle spalle la piccola peste un esagitato Ian, e si diresse verso la camera indicatagli da Peter.
‘’ Bruco ho una… ehi, che stai facendo?’’
Arthur si era sistemato su una poltrona vicino alla finestra, prendendo una coperta dall’armadio e un cuscino.
Lo guardò come se fosse un povero mentecatto, e rispose:’’ Beh, secondo te dove dovrei dormire?’’
‘’ Sul letto, magari?’’
‘’ Con te? Nemmeno per sogno. Sono certo che ne approfitteresti per mettere le mani dove non devi.’’
‘’ Uhm… forse sì forse no… non è che lì ci sia molto da toccare, bruco. Sei tutto pelle e ossa.’’ 
Sentì uno strano ronzio, ma non vi badò. L’espressione omicida dell’inglese lo preoccupava molto di più. 
‘’ Damned git, spero proprio che il druido ti usi come cavi dei suoi abracadabra o qualunque cosa voglia fare con quegli alberi. ‘’
‘’ Sono così affascinante che trovo offensivo che non si sia già fatto avanti.’’
‘’ Ma quanto sei egocentrico?! ’’
‘’ Ehi,  mai quanto Gil.’’
‘’ Il fratello di Ludwig? In effetti… comunque, me ne starò qua. Prenditi il letto, è tuo.’’
‘’ Un letto così grande va condiviso in due, mon ami. ‘’
Ancora il ronzio, più forte di prima. Francis però continuò a ignorarlo, pensando ‘’Me ne pentirò, già lo so.’’ 
‘’ Io e te nello stesso letto? Neppure tra mille anni. ‘’
‘’ Giuro, non ti toccherò. – non ne aveva l’intenzione, davvero. Il bruco era troppo magro! E non era il suo tipo, troppo complicato -  Ma siamo stanchi, e tu non puoi dormire su quella poltrona scalcagnata. ‘’
‘’ Ho dormito in condizioni peggiori, quando studiavo al Jeffersonian. ‘’
‘’ Si, già ti immagino tra cadaveri e mummie mon lapin.’’
L’inglese aggrottò la fronte, e ribattè:’’ Io non dormivo nel laboratorio, rana. E dormirò bene, purchè ti stia lontano.’’
‘’ Così mi ferisci! Ma questo letto è grande per tutti e due.’’
‘’ Ma perché insisti tanto? ’’
 Il ronzio aumentava, e questa volta era troppo forte per ignorarlo. Francis si massaggiò l’orecchio, e disse:’’ Ma lo senti?’’
‘’ Cosa?’’
‘’ Questo rumore! E’ fastidiosissimo!’’ 
Arthur stava per ribattere, quando nella camera irruppe Ian con la pistola in mano.
‘’ Ehi  piccioncini, interrompete i vostri preliminari e scendiamo giù! Abbiamo un visitatore sgradito!’’
In quel momento, il televisore scoppiò e il rosso imprecò a mezza voce dicendo ‘’Merda non di nuovo…’’
‘’ Ma cosa sta succedendo?’’ chiese il selkie, che per poco non era stato colpito da un pezzo del televisore. 
‘’ Francesino scendi e poi ti racconto. E perché siete ancora vestiti? E’ un qualche strano…‘’ 
‘’ Ti sembrano domande da fare, brutto idiota? – l’interruppe il fratello minore, che prese il selkie per il bavero della giacca e lo trascinò giù per le scale – Se il druido è qui facciamola finita, ora! Non sopporto più nessuno di voi tre.’’
Francis fece cadere il libro, che prontamente  venne ripreso da Ian. Non c’era tempo da perdere, non con uno spirito folle al piano terra. 
‘’ Ma perché ce l’aveva… vuoi vedere che… brutto stronzo di un selkie… appena lo vedo prima sparo a lui e poi al druido.’’
Portò il libro con sé… chissà ce non tornasse utile, usato dalla persona giusta. 
Al piano di sotto, intanto, i nostri eroi erano lievemente in difficoltà. 
Il soggiorno era ricoperto di radici e arbusti, e Arthur appena era entrato era stato preso e messo a testa in giù da un albero, e si dimenava a più non posso. 
Al centro di quell’inferno vegetale c’era LUI, il tremendo, l’oscuro… ehi, perché era mezzo nudo? Passi per il mantello di ordinanza, passi per i pantaloncini da ciclista e gli occhi da pazzo. Ma quel petto… quel tizio aveva bisogno di una depilazione d’urgenza! 
‘’ No, no no! E’ semplicemente tremendo!’’
Il druido sorrise, e disse:’’ Sei terrorizzato, mio giovane selkie?’’
‘’ Si, da come ti sei  conciato! Sembri un gorilla.’’
‘’ Mphdlj’’ provò a protestare Arthur, ma  aveva la bocca tappata. 
Il druido inarcò un sopracciglio e replicò:’’ Voi giovani moderni non ne capite niente di vero stile magico. Questo abbigliamento è l’ultimo grido per druidi che vogliono essere eleganti mentre ammazzano i loro nemici.’’
‘’ Sì, andava di moda nel dodicesimo secolo! Aggiornati! Ma immagino che tanti anni rinchiuso ti abbiano lievemente fatto perdere il senso della moda.’’ 
‘’ Tu… come osi…’’
‘’ Oso eccome! Io sono una vera autorità in fatto di moda. ‘’
‘’ Voi selkie siete… argh siete insopportabili!’’
‘’ Mdjjap…’’ 
L’inglese sembrava d’accordo, e Francis roteò gli occhi.
‘’ Sono circondato da barbari!’’  
‘’ Ai miei tempi le creature del piccolo popolo erano più educati!’’
‘’ Se per questo, ai tuoi tempi non avevate acqua corrente e luce elettrica. E neppure gli specchi, visto il tuo aspetto.’’
‘’ Bada come parli, io sono il grande Knor figlio di Kmer nipote di…’’
‘’ Si si, sappiamo chi sei – l’interruppe ancora una volta il selkie – Le presentazioni drammatiche non funzionano, sono scenicamente antiquate.’’
‘’ Merlino in persona mi temeva!’’
‘’ E ti ha sconfitto – intervenne Ian, con la pistola puntata contro di lui – Merlino ti ha sconfitto alla grande, 0 a 1 per lui. ‘’
‘’ Dettagli. ‘’
‘’ La sconfitta brucia, eh? Oh ciao Artie, come è la vista da lì?’’
‘’ Mhhgkjamdhamhamdha ’’
‘’ Si fratellino, ti voglio bene anch’io. ‘’ 
‘’ Ah basta, ne ho abbastanza di voi… specialmente di te – disse il druido, indicando Francis – Ero venuto qui per prendervi tutti, così avrei completato il rito. Ma ho trovato qualcuno di meglio… che ha tutto quello che mi serve! Ti chiami Artie, giovanotto? Rallegrati, sarai l’ultimo tassello per il mio ritorno in grande stile in questo modo di miscredenti! La moda tornerà, con me! UAHAHAHAHAHA…. Mhm… la risata malvagia non mi viene più bene. Mi limiterò ad andarmene con contegnoso silenzio. Magari potrei lanciare la figura del cattivo silenzioso e misterioso. Sì , che idea fantastica!’’
Finito il suo sproloquio, il druido scomparve, e con lui gli alberi si ritirarono. Per quanto cercasse di scappare, anche Arthur venne trascinato via, sotto lo sguardo costernato del fratello.
‘’ No… non ci credo!’’
‘’ Oh, ma allora ci tieni.’’
Ian lo guardò come se avesse appena bestemmiato, e disse:’’ Ma hai acqua di mare al posto del cervello? Come può essere che un druido preferisca quello lì a me? E’ assurdo! Io sono il maggiore, io dovrei essere al centro dell’attenzione , io…’’
‘’ Mon dieu… questo è peggio di Felkis….’’
‘’ Svegliamo Peter – propose il selkie – Domani dobbiamo salvare tuo fratello. E dobbiamo sapere il posto dove lui ha risvegliato il druido.’’ 
‘’ Pure quel moccioso… ma perché tutti hanno la magia tranne me?’’
‘’ Eh? Ma di che parli?’’
‘’ Niente! – fu la risposta del rosso – Andiamo a svegliare il marmocchio. E tu tieni le mani a posto, non sarò il sostituto di mio fratello.’’
‘’ Sostituto?’’
‘’ Si, per quello che fate di solito…’’
‘’ Litigare? Bah almeno litigare con lui è divertente.’’ 
‘’ Non mi riferivo a quello…’’ 
Due idioti. Erano due perfetti idioti. Perfetti per stare insieme, insomma.


Il giorno dopo 


‘’ Dimmi un po’, ragazzo. E’ una cosa che mi sto chiedendo da un po’ e a cui, nonostante la mia infinita saggezza, non riesco a capire. Tu… insomma, come fai ad avere sopracciglia così? Conoscevo un tizio che le aveva così, ed era forte. E lo ammetto, aveva un culo niente male. Mi pare di ricordare che le sopracciglia fossero…’’
‘’ Uccidetemi ‘’ pensò Arthur, rinchiuso nell’incavo di un tronco e in attesa che il Knor o come diavolo si chiamasse iniziasse il suo rito per diventare corporeo. Era peggio di Peter (e quel marmocchio lo aveva sentito parlare per tre ore di fila), era un egocentrico maniaco della moda che… uhm… chissà perché gli ricordava qualcuno. Felix forse? 
Insomma, una notte passata con quello gli aveva fatto rimpiangere i tempi del Jeffersonian, quando lavorava con Zack. Quel tipo poteva anche essere strano, ma almeno una discussione con lui era costruttiva ed interessante. 
‘’ La mia prima missione, e finisco anche catturato – pensava, mentre il druido continuava il suo interessantissimo monologo su sopracciglia magiche e maghi sexy-Ma perché a me? Perché non poteva catturare la rana? Io sono solo un essere umano!’’  
Il sole era allo zenit, e di Francis o Ian nemmeno l’ombra. Significava solo una cosa: doveva iniziare a pensare a un buon piano per svignarsela da lì. Si mise le mani in tasca, alla ricerca di qualcosa di utile. Un coltellino svizzero, magari. 
‘’ E poi quando iniziò la nostra gara, non ti dico come sbavai per…’’
‘’ FERMO LI! NON TI LASCEREMO PORTARE A TERMINE I TUOI PIANI!’’
‘’ Questa voce… vuoi vedere… o my god… non può essere… quei due… quei due sono completamente usciti di senno!’’
C’era un buon motivo se Arthur pensava una cosa simile: non capiva da dove, non sapeva come, ma suo fratello e Francis (con Peter al seguito con un libro stretto al petto) si erano travestiti come i cantanti dei Village People. Ian da motociclista, Francis da indiano…
L’inglese si sbattè una mano in viso. Quello era il loro brillante piano per salvarlo? Sul serio? La sua vita era nelle mani di quei due idioti? MAI NA GIOIA!
‘’ Ma non siete i tizi di ieri sera? Ehi, mi ricordo di te… sei il selkie che ha insultato il mio stile!’’
‘’ Si, sono io… anche se in questo momento non sono in condizioni migliori.’’
‘’ Taci, idiota – lo zittì Ian – Ieri sera Peter ci ha raccontato un’altra parte della storia di Merlino e del druido oscuro. Merlino vinse dopo un particolare rito magico che aveva previsto ben tre giorni e due notti… ‘’
‘’ MA QUALE RITO PREVEDE CHE VI VESTIATE DA VILLAGE PEOPLE?’’ urlò dalla sua prigione Arthur che, davvero, non sapeva se mettersi a ridere o piangere. 
‘’ Oh questa è una bella storia mon lapin… vedi, stando alla leggenda Merlino sconfisse questo qui dopo una gara di spogliarello. E c’erano anche delle fate a fare da… spettatrici. Di fate qua non ce ne sono, quindi dovremo accontentarci di te.’’
‘’ EEHHHEHHHH?’’
‘’ Non fare quella faccia Artie – disse Ian – Goditi lo spettacolo, non credo che il tuo fidanzato qui si rimetterà di nuovo questo costume. ‘’
‘’ Ehi, non stiamo insieme.’’
‘’ Certo francesino, certo… intanto, hai visto come ti guarda?’’
‘’ Sfido, anche così sono sexy!’’
Il druido non se ne stava certo con le mani in mano! Volevano sfidarlo? Bene, lui e il suo impareggiabile stile avrebbero accettato la sfida. 
Dopo tanti secoli era ancora un gran pezzo di gnocco. 
‘’ E’ così volete sfidarmi, eh? La posta in palio sono gli abitanti di questa cittadina. Se vincete, tornerà tutto alla normalità. Se invece vinco io, farete parte della mia collezione di alberi… eccetto tu, bel rossho. Sai come dice il vecchio detto? Rosso di capelli, goloso di… ‘’
Ian gli sparò al centro della fronte. Il proiettile lo attraversò e andò a conficcarsi nell’albero dove era prigioniero Arthur, facendo venire un colpo al poveretto. 
‘’ Non ho mai detto che non avrei portato con me la pistola ‘’ fu la spiegazione del giovane, sotto lo sguardo allibito di Francis e Peter. 
‘’ Come siamo permalosi – disse il druido – Chissà come sei a letto… Ti farei partecipare al rito solo per vedere la tua mercanzia, ma purtroppo non sei adatto?’’
‘’ E perché non sarei adatto, scusa?’’
‘’ Beh, in primo luogo perché non hai la scintilla. Insomma, non hai la magia. E questo rito è stato ideato solo per esseri come Merlino o come quello lì.’’
‘’ Quello lì – si intromise Francis – Avrebbe un nome. E di certo sono in grado di batterti anche ad occhi chiusi.’’
‘’ Ma no! – fece Ian – A batterlo sarò io! Sono il più sexy qui, magia o non magia!’’
‘’ Su questo avrei da ridere, amico.’’
‘’ Guarda – Ian si tolse la giacca e la fece cadere a terra. Mise in mostra pettorali e tartaruga addominale – Ore e ore di palestra danno i loro frutti. ‘’ 
‘’ Ho di meglio! – il francese si strappò i pantaloni, mostrano delle cosce da urlo, degne di un dio greco – Scommetto che tu hai le gambe a colonna! Queste non si battono, mon ami. ‘’
‘’ Ehm… - il druido sembrava un filino a disagio – Non vorrei interrompervi, perché davvero siete entrambi ben piazzati, ma la sfida sarebbe tra me e…’’
‘’ TACIII!’’ lo zittirono i due, entrambi con il fuoco vivo della competitività negli occhi. 
Il poveretto si fece piccino piccino, e i due continuarono a mettersi in mostra per decidere chi, tra i due, fosse il più sexy. 
Stanco di tutta quella messinscena, Peter aveva deciso di fare di testa sua: si era avvicinato a dove Arthur era prigioniero senza farsi vedere dal druido (troppo impegnati a commiserarsi e a chiedersi come avesse fatto di male per meritarsi di incontrare quei pazzi). 
‘’ Ehilà, vuoi una mano?’’
‘’ Tsk, vorrei uscire da qui.’’
‘’ No problema. Vedi quella radice rossa? Tirala. ‘’
‘’ Uhm.. va bene.’’
Arthur fece come gli era stato detto, tirò la radice e le ‘’sbarre’’ della sua prigione si ritirarono. Si mise a carponi e uscì fuori, e Peter lo aiutò a rialzarsi. 
‘’ Come facevi a saperlo?’’
‘’ Oh beh… c’è scritto tutto qui. E c’è anche il vero incantesimo per riportare indietro il druido!’’
‘’ Aspetta… e lo spogliarello?’’
‘’ Quello? Ah quello è inutile – ammise lui – Merlino con quello lo sfiancò solo, poi usò la formula e lo trasformò in un albero.’’
‘’ E perché non l’hai detto a quei due?’’
‘’ Ci ho provato! Ma il biondino alla parola spogliarello si è illuminato, e Ian mi ha chiesto se c’era un negozio di vestiti di carnevale qui vicino. Gli ho detto di no, ma che c’erano dei vecchi costumi di mio padre di quando andava ai concerti di una strana band… i People… i voyage… boh! Comunque, c’erano solo quelli, e Francis ha detto che si sarebbero accontentati. Poi, subito siamo usciti di casa. ‘’
‘’ Quei due se lo meritano! – esclamò Arthur – Ma allora, la vera formula qual è?’’
‘’ Beh, è questa – Peter aprì il libro dove aveva messo un piccolo segnalibro di metallo – La dobbiamo leggere insieme.’’
‘’ Mhm… sicuro? Mi sembra un tantino… strana.’’
‘’ Ma no! Era lo stile di Merlino! Recitava sempre al contrario le cose che voleva!’’
‘’ Uhm… mi ricorda qualcosa… va beh, diamoci da fare. Meglio sbrigarsi, prima che quei due irritino di più il druido. ‘’
Intanto, Knor figlio di Kmer e nipote di vattelapescà, rimpiangeva i bei tempi andati in cui tutti avevano paura di lui e non osavano neppure avvicinarsi, tanto ero il timore per i suoi incredibili poteri.
E ora, ecco come si era ridotto! Senza corpo tangibile e costretto ad avere a che fare con un moccioso petulante, un umano sexy ma insensibile ai suoi sentimenti, un selkie borioso e un…esattamente non aveva capito bene cosa fosse quel biondino che aveva catturato ieri sera.
Ma aveva avvertito molta magia in lui, quindi non si era fatto tante domande. Sospirò. Perché si preoccupava tanto? Lui era potentissimo! Invincibile! Un semi dio della magia! Poteva rimettere a posto qui due e finire il rito! Ne era capace, sì! Non doveva più indugiare. Si alzò, si mise in posizione eretta, allungò il collo e fissò Ian e Francis con aria torva. Pazienza se non si erano accorti del cambiamento, lui ora… 
  Orucso Ronk, oilgif elled erbenet ehc li out otirips is ighel arret alla erp ermes!’’ 
Oh oh… fine dei giochi per Knor figlio di Kmer. Bye bye… era ora di tornare a fare l’albero.
‘’ Sigh… addio gloria. Ma almeno non avrò più a che fare con questi pazzi. A proposito… bel rossho, ricordati di venirmi a trovare. Sarò anche un albero, ma non sarò né sordo né cieco!’’

 

 

 

*

 

 

Dopo il ritiro del druido nel mondo nei morti, la situazione era tornata alla normalità. 
Grazie al cielo, per ritrasformare gli alberi non c'era voluto nessun rito strano (difficilmente Arthur ne avrebbe sopportato un altro) e Peter si era finalmente ricongiunto coi genitori. 
Persone simpatiche, Wyles e Ellaria, sicuramente meno esuberanti del figlio. 

"Oh, ragazzo non sapremo mai come ringraziarti, sei stato davvero un tesoro, se penso a tutti i rischi che hai passato, povero caro, mi dispiace tanto che..."
" Giovanotto, grazie davvero, e grazie anche per aver badato a Peter. Sa essere un po' troppo su di giri alle volte, ma si è in grado di gestirlo volendo, no? Sei stato davvero bravo a sconfiggere il druido e..."
 Okay, forse non poi tanto meno esuberanti. 
Mentalmente si domandò che fine avessero fatto la rana e suo fratello, che da un paio di minuti erano scomparsi lasciandolo da solo a gestire i due con sorrisi tirati e continui cenni di assenso.
Brutti traditori! Lo avevano lasciato da solo in mezzo a tutta quella gente da gestire, e lui non aveva idea di come gestire la cosa. 
Insomma, l'Agenzia non aveva nessun protocollo a riguardo? Che si doveva fare? Lasciare che ricordassero tutto il casino? 
E se qualche impiccione li avesse intervistati?
 '' Oh non ti preoccupare - gli disse Ellaria, vedendolo tanto preoccupato – So cosa ti preoccupa. Ma nessuno qui parlerà. Siamo persone molto discrete... e con degli interessi da difendere.'' 
'' In che senso?''
 '' Nel senso che qui a nessuno conviene avere gente estranea. Specie durante certe notti di luna piena...''
'' Siete tutti... lupi mannari?''
 '' Ma no sciocchino - disse lei, come divertita - Alcuni si, lo sono. Mentre noi siamo normali al 100%. Solo che ogni tanto nasce nella nostra famiglia un druido bianco. Ogni due o tre generazioni. ''
"Druido... bianco?"
 "Ma sì, ragazzo! Non sai cos'è? - Arthur scosse la testa e lei sbuffò - Ma cosa insegnano al giorno d'oggi nelle scuole di magia?" 
Arthur la fissava sempre più smarrito.
'' Scuole di magia? Signora, non credo di capire.''
 '' Aspetta... non hai ricevuto alcuna istruzione?'' 
Il britannico era ancora più confuso. Ma di che parlava?
 '' Ehm... se le interessa, ho studiato al Jeffersonian.'' 
'' Non mi riferisco a un'istruzione così... babbana. I tuoi genitori non ti hanno detto niente? ''
 '' A parte che dovevo dedicarmi di più alla mia vita privata no, ma sinceramente...'' 
'' Ho capito! Il solito problema - lo interruppe Ellaria - E' una di quelle famiglie, eh? Chissà da chi avete preso... mhm... comunque, voglio darti una cosa. Peter, hai qui il libro di magia del nonno?''
 '' Si, mamma! L'ho usato per battere il druido!''
 '' Caro, che ne dici se lo regaliamo a questo gentilissimo ragazzo?''
"Che?! E perché?! è stato davvero antipatico con me alcune volte, mi diceva di starmene zitto perché parlavo troppo!" si lamentò il bambino.
 Il biondo stava per rivolgergli parole decisamente poco gentili, ma Ellaria intervenne: "Su Peter, non fare i capricci, in fondo lui ci ha salvati, dobbiamo pur ricompensarlo in qualche modo, no?" 
Il bambino gonfiò le guance in segno di protesta ma porse il tomo alla madre che lo prese con un sorriso. 
" Grazie, Peter. Ed ora Arthur gradirei che accettassi questo come piccolo omaggio, in segno di gratitudine da parte di tutto il villaggio" 
L'inglese prese stupito il libro che l'altra gli stava porgendo: "G-grazie, anche se non capisco bene il gesto. All'Agenzia abbiamo molti libri di questo genere" 
"Oh, ma mio caro: questo è esclusivamente destinato a te"
'' Ma io non sono un mago, un druido o...''
 '' Shhh... - la donna gli fece l'occhiolino, e aggiunse - Sei ancora nella classica fase della negazione, dura un po' di tempo. Vedrai, questo libro in un futuro prossimo ti sarà molto utile. '' 
Non era da gentleman rifiutare doni da una signora così gentile. Arthur prese il libro, e gli sembrò quasi che sotto il suo palmo la copertina fosse più calda. 
'' Bah - pensò - Sarà solo una mia impressione.''
Ellaria però gli sorrideva con fare allusivo, come se avesse letto nei suoi pensieri e gli stesse dicendo di no, era il libro nelle sue mani si era davvero scaldato. 
L’antropologo scrollò le spalle leggermente a disagio: " Grazie mille, allora. Dunque posso fidarmi che non direte assolutamente nulla a nessuno per quanto riguarda il druido?" 
"Oh, puoi contarci caro. Come ho già detto: qui sappiamo essere molto discreti su faccende del genere"
Nel frattempo, anche Francis era nel pieno di una discussione col fratello del suo partner. Stavano preparando la gip che li avrebbe riportati a Londra, quando Ian se n'era uscito con '' Mio fratello ha i poteri di un mago ma l'intelligenza di un bradipo a capirlo.''
Francis all'inizio lo aveva osservato stupito, sicuro di aver capito male, mentre balbettava un: "Quoi?" 
A quel punto il rosso aveva sospirato dicendo: "E direi che anche tu come intelligenza sei sullo stesso piano"
E così ora erano loro due, fermi di fronte alla gip, che parlavano del biondo.
" Ripeti e spiegati meglio: che significa che il bruco ha i poteri di un mago? A quanto ne so è un semplice mortale come, beh, come te.’’
'' No, lui non lo è. E' stato fortunato, il piccoletto. O sfortunato, mamma diceva sempre di non invidiarlo perchè i maghi in famiglia sono morti giovani o cavolate simili. Secondo me erano tutte balle, se hai Merlino come avo puoi anche...'' 
'' Un momento - Francis era sconvolto - Cosa vuol dire che Merlino era un vostro avo?'' 
'' Sei sordo? Significa esattamente questo, che la nostra famiglia discende da Merlino. E forse dal lato paterno anche da San Giorgio, ma papà non ha mai confermato. Che bastardo.''
 '' Ma Merlino... voi e Merlino?''
 '' Si, idiota di un selkie. Credevo che la tua razza fosse più intelligente.'' 
'' Allora, io lo sono solo per metà. Secondo, come vuoi che creda che voi discendiate da Merlino quando non vi ho mai visti fare alcuna magia o abracadabra vari?''
 '' Niente magia, eh? Ma dimmi, prima di venire qui non è successo niente di strano? Mio fratello mi ha accennato a un avaria in aereo...''
Francis si morse il labbro. Lo sapeva che non si era trattato si un incidente casuale! 
" Effettivamente sì, però non basta di certo solo una cosa come questa per confermare che qualcuno è un mago"
 "E lo scontro col druido? Lui ha detto che io non potevo batterlo perché non avevo la "scintilla", ciò significa che io ed Artie siamo diversi"
 "Ehm, e quando l'avrebbe detto? Prima o dopo che se ne andasse via esasperato?’’  
"Lascia stare e ascoltami: Arthur è un mago, ma ancora non lo sa! E guai a te se glielo dirai."
‘’ Non può certo rimanerne all’oscuro! Col suo caratteraccio, potrebbe pure far esplodere l’Empire State Building.’’
‘’ Problemi tuoi, selkie – ribatté Ian, che continuò – Sono le regole del nostro clan, non si possono cambiare.’’
‘’ Sembra che tu stia parlando di una famiglia mafiosa.’’
‘’ Magari… comunque, stando alle regole, mio fratello dovrà capire da solo la sua natura. E dopo dovrà scegliersi un insegnante. Spero che non scelga te, già come fidanzato sei un disastro.’’
‘’ Ehi! Io e lui non stiamo insieme.’’
‘’ Certo, certo… e io sono Giacomo I d’Inghilterra. Senti, se ti vuoi scopare mio fratello fa pure. Non ho nulla in contrario. Magari sarà anche meno isterico. ‘’
Quella discussione stava diventando surreale. Non aveva gusti tanto barbari! Come farglielo capire?
‘’ Guarda che io e tuo fratello…’’
‘’ Senti, non voglio sapere i dettagli della vostra relazione. Voglio solo dirti una cosa: spezzagli il cuore, e io ti spezzerò le gambe. Intesi?’’
Il selkie deglutì e annuì. 
‘’ Ma tu non odi tuo fratello?’’
‘’ Forse… qualche volta sì… altre no… ma sono pur sempre il fratello maggiore, e devo comportarmi come tale. ‘’
‘’ Sei stra…’’
‘’ Di che parlate?’’
‘’ Niente – fu la rapida risposta di Ian – Sali. Il tragitto è lungo e io devo tornare a lavoro domani e cercare di spiegare un paio di cose. ‘’
‘’ Tipo perché indaghi su cose che non sono di tua competenza?’’
‘’ Se non fosse stato per me, a quest’ora il villaggio sarebbe bello che distrutto. Sono stato io a contattare l’Agenzia, ricordatelo.’’
‘’ Per me rimani un impiccione.’’
Arthur salì sulla gip, e lo stesso stava per fare Francis, quando il rosso lo afferrò per una spalla e gli sussurrò all’orecchio:’’ Non una parola sulla magia, su Merlino o su altra roba magica. Intesi?’’
‘’ Oui, Ian. Sarò muto come una tomba.’’
‘’ Bene… prenditi cura di lui, selkie. Altrimenti…’’
‘’ Altrimenti potrò anche dire addio alle mie gambe. Hai reso bene il concetto, prima.’’
Il ragazzo sembrava soddisfatto. Il francese sospirò. Gli si prospettavano tempi duri.

   
 
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