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Autore: Lux Nox    11/07/2016    0 recensioni
"Era una persona orribile.
Luke era orribile. Che tipo di sentimento si poteva provare per un mostro, se non pietà?"
A prima vista, Kaylee DiDonato appare come la classica principessina bionda dagli occhi azzurri sempre in cerca d'aiuto. Un aspetto fragile, l'eterno amore per il nuoto e uno sguardo tormentato da far capitolare molti ragazzi della sua età. Ma la realtà non può essere più che diversa, perché appena Kaylee apre bocca si fa più nemici che amici.
Luke è intelligente, scandalosamente bello e arrabbiato con il mondo.
Ed è il suo peggior nemico, che oltre ad abitare sotto il suo stesso tetto porta anche il suo stesso sangue. La voglia di distruggersi a vicenda e la passione che brucia i flebili legami portano ad un punto di non ritorno. E quando quel punto sarà superato, Kaylee scoprirà che non tutti i mali vengono per nuocere, che forse quello che credeva fosse la sua realtà non è nient'altro che un castello di sabbia.
Perché il peccato è più dolce del tuo sangue.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo

Era tutta colpa sua. Colpa di ciò che provava… meritava di sparire dalla faccia della terra.
I polmoni le scoppiavano… pretendevano aria. Doveva riemergere.
Rifiutò di ascoltare le necessità del suo corpo e si lasciò trasportare dalle correnti.
I capelli si muovevano sinuosi dentro l’acqua e l’abitino nero le stringeva come un corda il corpo. Era in trappola, nella sua stessa trappola. Mosse le braccia per poter affondare di più e sfiorare la sabbia del mare con le dita. La medesima sabbia che scandiva il tempo… il poco tempo rimasto per poter riemergere e salvarsi.
Kaylee voleva morire.
Voleva che quei sentimenti feroci che le facevano fremere la pelle sparissero come per magia. Desiderava strapparsi il cuore e consegnarla al mare, come un dolce invito a rapirla nelle sue profondità. I suoi sentimenti era sbagliati, soprattutto, se erano ricambiati e rifiutati dalla persona amata.
Afferrò uno scoglio e si tagliò la mano. Il sangue tinse l’acqua di rosso, e il rosso si espanse tra i suoi capelli biondi, colorò la pelle chiara del corpo che era in netto contrasto con l’oscurità delle profondità marine.
Morire e dormire per sempre. Illudersi di vivere. Il rosso contornò la sua mano fragile e lei sorrise, ricordando il suo peccato.
Amare il suo stesso sangue. La sua metà perfetta. Il suo errore.
 Aprì la bocca e si affidò totalmente al mare. Al suo amato elemento.
 
 
Capitolo uno
 
-Sei uno stronzo Luke!- urlò sconfitta per l’ennesima volta Kaylee contro suo fratello. Una cosa era la sua fastidiosa presenza nella vita quotidiana di una ragazza diciassettenne, e un’altra fare sesso con la sua migliore amica nella sua camera da letto. Luke si era giustificato, con un sorriso vittorioso, che la sua cosiddetta camera era la più vicina e la più comoda per farci le diavolerie.
Kay aveva molta pazienza, era tollerante anche verso un vero stronzo patentato come il suo consanguineo, molte volte cercava di capire le ragioni del suo comportamento e altre lo spediva a quel paese senza problemi.
Kay e Luke si odiavano da anni. Nessun abbraccio, nessuna carezza o conforto tra due fratelli di un anno e mezzo di differenza. Anche questo colpa di sua madre che non aveva avuto un solo uomo ma bensì tre! Li aveva frequentati contemporaneamente senza pudore, ma a Chester’s non interessava a nessuno chi amavi o con chi facevi sesso, l’importante era farsi gli affari propri. Come cittadina del New Jersey, faceva pena. E che c'era da aspettarsi da una paese menefreghista?
La bionda fece ritornare l’attenzione su Luke, sul suo letto disfatto e sul suo lenzuolo preferito attorcigliato al corpo di Julia. Luke era in boxer, il corpo asciutto in piena vista e la sua altezza gigantesca in mostra, i capelli castani scompigliati, gli occhi marroni vispi, illuminati dalla sfida.
E la sfida come al solito era posta a lei.
Luke era il contrario di lei… problematico, indifferente e uno stronzo puttaniere. Era suo fratello e infondo, ma molto molto infondo gli voleva bene.
Sua madre Ella, si era fatta mettere incinta da due uomini completamente diversi in un anno e mezzo di differenza. Padri diversi, stessa madre bellissima che aveva gli occhi di un cerbiatto.
Kay pensava che forse non avevano la stessa madre per quanto fossero differenti. Lei bionda, con gli occhi azzurri e la pelle bianca, non aveva nulla a che fare con Luke. Almeno lo pensava fino ai cinque anni.
-Io mi prendo la tua stanza.- sentenziò Kay a suo fratello. Poteva rubarle la colazione, prenderla in giro a scuola, flirtare con le sue amiche ma non toccare le sue cose. Perché si chiamava stanza privata? Perché fare sesso con Julia?
Oddio, si sapeva che Julia aveva una cotta per suo fratello maggiore da anni e aveva fatto di tutto per finire tra le sue grazie. Si era tinta mora, aveva perso dieci chili in quattro mesi, metteva lenti a contatti al posto degli soliti occhiali e aveva cominciato ad indossare abiti provocanti. Julia non era più Julia, semplicemente una straniera che aveva preso il posto della sua migliore amica e Luke… rimaneva il solito bifolco.
Luke perse il suo sorriso vittorioso e chiese scocciato: -Non hai di meglio da fare, Lee?-
Kay incrociò le braccia infastidita. Odiava quando la chiamava Lee!
-Secondo te?-
Kay lanciò un’occhiataccia alla sua migliore amica, che cercava i suoi vestiti imbarazzata sopra il suo letto, e anche a suo fratello.
-Vi voglio fuori dalla mia stanza, entro cinque minuti.- precisò la bionda andandosene via.
La sua stanza era un casino. Brr… non voleva nemmeno immaginare cosa ci avevano fatto. Accidenti a suo fratello, non poteva tenersi i pantaloni a posto per una volta tanto?
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente per calmarsi.
Come risposta la porta della sua stanza venne sbattuta violentemente e Kay fu costretta ad imprecare ad alta voce.
 
Ci erano volute due ore intere, per sbattere fuori dalla sua stanza Luke e Julia. Aveva dovuto ricorrere alle minacce finché il suo amato fratellone era uscito di lì, con la sua nuova effimera fiamma- se di fiamma si potesse parlare.-
Kay era seduta in cucina con le braccia incrociate, intenta a fulminare Luke che beveva acqua con addosso soli i boxer. Non aveva avuto la decenza di vestirsi ‘sto stronzo!
-Non mi consumo se continui a guardarmi.- disse mellifluo Luke, girandosi verso di lei.
Kay strinse le labbra furiosa e si trattene da una battuta acida che le avrebbe costato troppo.
Suo fratello era il tipo di ragazzo vendicativo e attaccabrighe, non si poneva problemi per fare a botte… viveva per le botte.
-La tua amica era veramente focosa. Non la smetteva di graffiare dalla goduria.- la informò il ragazzo sfidandola con lo sguardo. La testimonianza degli graffi si trovavano sulle spalle larghe e sul petto, dove lunghe strisce rosse erano come marchi sulla pelle.
Okay, stava per vomitare. L’immaginazione correva troppo per i suoi gusti.
-Che schifo!- e fece il segno del vomito verso Luke.
Un ghigno si formò sulle labbra di lui.
No, questo tizio non era sangue del suo sangue. Non erano affatto fratelli, sperò. Chi voleva essere imparentato con un gorilla accalorato? Mha!
-Comunque chiederò a mamma di occupare la mansarda. Io in quella stanza non ci metto più piede manco morta.- spiegò disgustata la bionda. Luke scrollò le spalle e rise.
-Come sei suscettibile, tonno!- e uscì dalla stanza, depositando sul tavolo il bicchiere mezzo-vuoto in cui aveva lasciato l’impronta delle sue labbra .
-Eh, non chiamarmi tonno!- urlò Kay arrabbiata.
Luke rise a squarciagola e si mise a fischiettare vittorioso.
Non esisteva fratello peggiore sulla terra. Prese il bicchiere e sfiorò con le labbra l’impronta rimasta, bevendo il resto dell’acqua.
 
-E’ stato fenomenale!- spiegò Julia al telefono con il collegamento a quattro, con lei, Maggie e Saige.
Kaylee era seduta sul divano di casa, avvolta con una coperta pesante a mangiare popcorn ed a chiacchierare con le sue migliori amiche. Non era riuscita a parlare a tu per tu con Julia, c’era imbarazzo tra le due e dopo, cinque ore il fatto, non riusciva a smaltire l’immagine di lei e suo fratello che si baciavano in uno strano modo.
Bleah.
-E ci credo! Cosa pretendevi da Luke DiDonato?- chiese sospirando, più a se stessa che alle altre, Maggie.
Si erano tutte coalizzate contro di lei? Pareva proprio di sì.
-Ragazze, state parlando di quello sciancato di mio fratello. Io sono qui.- e rise fintamente la bionda. Odiava quando l’argomento si concentrava su quello stupido.
-Sarà sciancato secondo te, ma è sexy ugualmente!- ammise la più seria delle quattro, Saige.
Kay alzò un sopracciglio dubbiosa.
-E io, me lo sono fatto.- disse orgogliosa Julia. Le altre due esultarono dalla gioia.
-Nella mia stanza.- precisò acida Kaylee. La sua amata stanza, usurpata da due cretini affamati di sesso.
Ci fu un silenzio spettrale tra le ragazze riempito dai loro respiri.
-Sai Julia, potevi scegliere un altro posto dove scopare…- iniziò Saige seria:- ma non ti biasimo, affatto.- e rise seguita dalle altre.
Kaylee spalancò la bocca a forma di O.
La sua stanza. La sua amata stanza. E loro pensavano solo a quanto era stato fantastico… ma stavano scherzando?
-Dentro la mia stanza, dove non ci dormirò più.- continuò Kay arrabbiata.
-Fai a cambio con quella di Luke.- disse una cosa ovvia Maggie. Le stava per uccidere a tutte quante. Stava perdendo la sua lucidità. Mancava poco.
-Se fosse mio fratello… Mmm..- disse Saige compiaciuta.
Kay chiuse la chiamata, inorridita.
Okay, adesso avevano superato il limite.
Il telefono squillò tra le sue mani e lei rispose:-Non continuiamo più a parlare di mio fratello, ve ne prego.-
-E così parlavate di me, porcelline?-
Kay digrignò i denti perdendo il suo ultimo barlume di pazienza che aveva in corpo. Suo fratello era un cafone maschilista!
-‘Fanculo, Luke.- e chiuse il telefono di nuovo. Adesso sì, che era arrabbiata a morte. Voleva solo che la smettesse di esistere. Era tanto complicato?
Fu il suo cellulare a vibrare questa volta. Il suo maledetto cellulare da centinaia di dollari. La gente normale non sapeva cos’era la privacy?
Inspirò profondamente per calmarsi e dopo svariati secondi rispose. Doveva stare assolutamente calma.
-Se ti dicessi che Oliver vuole incontrarti?- disse Maggie per scusarsi con lei. Kay strabuzzò gli occhi sconcertata.
Le cattive notizie non facevano che aumentare.
-Direi che può andare a quel paese.- rispose la bionda acida.
Oliver Saxon era un altro stronzo da cui stare lontana. Maledettamente lontana. Era il miglior amico di suo fratello, e non l’aveva mai calcolata fino ad oggi. Punto. Lui, con la sua bellissima compagnia di amici squilibrati speravano di essere superfighi solo perché fumavano e bevevano. Quanto si sbagliavano!
-Dimmi perché odi tanto tuo fratello?- chiese sconcertata Maggie.
E lo chiedeva pure, questo era il problema. Maggie sapeva i motivi per cui odiava suo fratello, li conosceva meglio di Saige e Julia. La storia tra lei e Luke… era confusa. Semplice.
-Me lo domandi pure?-
Sì, si stava arrabbiando per dei futili motivi ma non poteva farne a meno. Ogni qualvolta che Luke la guardava, si accendeva dentro di lei un misto di disgusto e dispiacere. Perché tutto era cominciato quella notte.
Era colpa sua.
Colpa di una scommessa da parte di Oliver.
Tutto perché si era beccata una cotta per colui che odiava. Eppure, andava contro ogni logica umana. Era sbagliato. Errato. Era immorale. Era sacrilegio.
 
Due mesi prima
 
-Sei un antipaticoooo!- urlò sbattendo la porta della sua camera. Scese al piano di sotto, dove erano sedute le sue migliori amiche e si vergognò della sua situazione famigliare. Un fratello disastrato, una madre quasi assente e un patrigno sempre in viaggio per i suoi convegni. Kaylee mise su’ un sorriso forzato e si sedette sul divano con tutto il peso che possedeva, cioè massimo cinquanta chili.
-Da come hai sbattuto la porta, deve averti detto di no.- disse Julia amareggiata.
Kay le lanciò un’occhiata furibonda e incrociò le braccia al petto. Solita storia, solita vita, soliti amici.
Stessa risposta, stessa ruotine e niente di nuovo a parte questa festa. Ci vanno solo gli adulti, le aveva risposto seccamente Luke, e lei quindi era fuori lista. Nella sua catastrofica vita da strafigo di Chester’s, Luke non poteva semplicemente darle delle carte d’identità false? Cosa gli costava?
Kay e le altre avrebbero pagato oro per poter intrufolarsi nel campus dell’università di Huchs, la cittadina affianco a Chester’s. Era lì dove si concentravano i ragazzi più fighi secondo il radar di Julia ed era lì che studiava Rory, il suo amico-sexy.
Rory aveva diciannove anni, capelli castani e due occhi verdi da far paura. Erano inquietanti e magnetici i suoi occhi, talmente rari che Kaylee ci aveva scritto un diario intero. Kay si era innamorata di lui attraverso la voce, perché Rory cantava in una rock band che cercava di sfondare a tutti costi ma con scarsi risultati. Okay, Rory non era paurosamente bello, era un tipo normale ma con un sorriso magnifico. Era divertente e allegro e quando c’era da cantare, lui cantava. Quando c’era la baldoria era il primo a buttarsi nella mischia, ed era stato ad una festa che Kay l’aveva incontrato. Aveva quindici anni, era appena sbocciata sia fisicamente che interiormente, era il tempo in cui doveva ancora forgiare il suo carattere che adesso possedeva.
Lui stava ballando con Maggie, ex sua nemica, quando si erano urtati. Kay aveva seguito Luke come un cagnolino, anche se lo odiava a morte, era l’unico essere umano che conosceva lì dentro, ed era anche sangue del suo sangue. Luke era sparito dietro a qualche gonna e l’aveva mollata con poche istruzioni: non farti abbordare dai ragazzi più grandi e non accettare niente.
Rory le aveva chiesto scusa e lei, gentilmente le aveva accettate, senza sapere che mezz’ora dopo si sarebbero ritrovati a stare stretti in un minuscolo capannone per sfuggire alla polizia. Solo loro due. Tra una battuta e l’altra, avevano stretto un legame molto forte che durava ormai da anni.
Kay in quegli anni, si era innamorata di lui.
-Kay chiama terra. Ci sei?- le schioccò le dita davanti al naso Saige. La bionda sbatté le palpebre, confusa dalla situazione.
-Dicevi?- chiese stranita lei. Saige fece una smorfia disgustata.
Kay sapeva, che Saige era una tipa molto irritabile e intrattabile se non la seguivi passo per passo.
-Stavi pensando a Rory.- affermò Maggie con un sorrisone sulle labbra.
Kay negò con la testa – odiava parlare di Rory con loro!-. Maggie ammiccò con gli occhi e Kaylee le fece la linguaccia. Doveva solo ignorare le insinuazioni della sua amica. 
-Non puoi ritentare di convincere tuo fratello?- supplicò Julia sbattendo le sue lunghe ciglia e attorcigliandosi una ciocca castana tra le dita. Kay le lanciò un’occhiata di rimprovero… supplicare Luke era come convincere sua madre a buttarlo fuori di casa.
-Perché non glielo chiedi tu?- chiese pungente la bionda. Julia le sorrise dolcemente-Posso secondo te?-
Kay trattene una smorfia e la incoraggiò con un finto sorriso che non passò inosservato a Saige, che sbuffò contrariata. Era un mantra la cotta di Julia verso Luke… ormai era fissata dalle medie con quel zuccone-stronzo, da quando Luke le aveva detto che era carina. Per precisare che Luke non diceva mai carina ad una ragazza, non faceva mai complimenti sinceri e non diventava geloso facilmente. Luke aveva molti vizi: si ubriacava, fumava certe volte, si faceva le canne e scopava. A scuola era bravo, negli sport idem, gli mancava solo il cuore per essere perfetto. Kaylee in tutta la sua vita, non l’aveva mia visto interessato a qualcuna… forse per quella ragazza. La ventenne. La bellissima ragazza disegnata su ogni foglio e quaderno.
-Se ci riesci a convincerlo, giuro che sarò una santarellina e ubbidirò ad una tua richiesta assurda.- disse Kay luminosa. Tutte le sua amiche si voltarono a guardarla schioccate dalla sua proposta, invece Julia aveva ancora quel dannato sorriso da pesce lesso.
Kay non ubbidiva mai, aveva la lingua tagliente ed era per natura acida. Julia annuì con vigore e le porse la mano.
-A qualsiasi richiesta?-
-Qualsiasi.- confermò la bionda.
-Secondo me incominceranno i guai.- preannunciò Saige melodrammatica.
Peccato che Julia riuscì magicamente a convincere Luke la sera stessa, sia per farsi falsificare i documenti e sia portarle alla festa in un battibaleno. Chi sa cosa gli aveva promesso? Kay non ci pensò più di tanto alle conseguenze, era solo felice di poter incontrare Rory.
Se solo non avesse parlato. Se solo non si fosse fidata di Julia, non si sarebbe mai trovata nelle mani di Oliver e della sua maledetta sfida. 

Hey, ciao a tutti! Questa è la mia nuova storia originale, spero che vi piaccia e vi faccia incuriosire. A presto! 

 
   
 
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