11/07/2016
2 recensioni~People need loving the most when they deserve it least
Rumpelstiltskin di notte non dorme. E’ normale: dormire è un concetto che implica il possesso di una mente serena, e la sua è tutto il contrario, così gonfia e piena di sussurri.
Di notte, quel castello tanto sfarzoso che ha ottenuto a colpi di furbizia e inganno si ricopre di un sottile lenzuolo di luce di luna, che sfoca i contorni e acceca i colori, e trasforma ciò che è fiabesco in macabra illusione.
Di notte, la sua figura sottile è poggiata al davanzale delle alte finestre dai vetri spessi e limpidi, e i suoi occhi mostruosi rivolti alla luna sembrano immersi in epoche lontane e irraggiungibili, persi nell’orrore, nel sangue e nel dolore della perdita.
Di notte non c’è mai nessuno a fargli compagnia, chi mai vorrebbe?
Di notte non c’è bisogno di parlare, c’è solo il silenzio che echeggia in quelle sale arredate con sfarzo eppure così vuote, e ricorda ad un mostro che un tempo era uomo.
“Cosa fai tutto solo qui, quando esce la luna?”
E’ una voce calma, che quasi si confonde con il silenzio, a destarlo una notte. Belle gli si avvicina e si appoggia al marmo del davanzale per osservare la luna, il naso rivolto verso il cielo e occhi stanchi che sono tracce di un sonno interrotto.
“Quando mi sveglio la sera, vengo qui a prendere qualche biscotto, e ti vedo. Sei sempre da solo.”
E’ dolce, Belle. Ha i capelli in disordine e stringe con mani dalle nocche bianche una ciotola di delizie e una coperta di lana calda, rincuorante durante le fredde nottate d’inverno.
La luce della luna sembra giocare qualche scherzo sul suo viso, illuminandolo quasi più del dovuto, immergendosi e amalgamandosi con la pelle candida degli zigomi.
“Le bestie sono sempre da sole, è il loro destino” è un sibilo la voce di lui, quasi impercettibile eppure acuto e minaccioso. “Lo sai”
Belle abbassa gli occhi sulla ciotola dei biscotti, senza dir nulla. Ne afferra uno e lo spezza a metà, dando un morso ad uno dei pezzi, incurante delle briciole che sgocciolano sul pavimento. Gli si avvicina e gli pone una mano sulla spalla coperta dalla veste coriacea, e ripone una metà del biscotto che ha spezzato sul palmo della sua mano mostruosa, richiudendogli le dita con delicatezza.
“Le bestie, per quanto non lo meritino, hanno anche bisogno di affetto”.
E con un ultimo sorriso gentile, si allontana diretta alla propria camera con passi soffici, orme che la luce della luna sembra quasi imprimere indelebili nel pavimento della sala.
Di notte, quel castello tanto sfarzoso che ha ottenuto a colpi di furbizia e inganno si ricopre di un sottile lenzuolo di luce di luna, che sfoca i contorni e acceca i colori, e trasforma ciò che è fiabesco in macabra illusione.
Di notte, la sua figura sottile è poggiata al davanzale delle alte finestre dai vetri spessi e limpidi, e i suoi occhi mostruosi rivolti alla luna sembrano immersi in epoche lontane e irraggiungibili, persi nell’orrore, nel sangue e nel dolore della perdita.
Di notte non c’è mai nessuno a fargli compagnia, chi mai vorrebbe?
Di notte non c’è bisogno di parlare, c’è solo il silenzio che echeggia in quelle sale arredate con sfarzo eppure così vuote, e ricorda ad un mostro che un tempo era uomo.
“Cosa fai tutto solo qui, quando esce la luna?”
E’ una voce calma, che quasi si confonde con il silenzio, a destarlo una notte. Belle gli si avvicina e si appoggia al marmo del davanzale per osservare la luna, il naso rivolto verso il cielo e occhi stanchi che sono tracce di un sonno interrotto.
“Quando mi sveglio la sera, vengo qui a prendere qualche biscotto, e ti vedo. Sei sempre da solo.”
E’ dolce, Belle. Ha i capelli in disordine e stringe con mani dalle nocche bianche una ciotola di delizie e una coperta di lana calda, rincuorante durante le fredde nottate d’inverno.
La luce della luna sembra giocare qualche scherzo sul suo viso, illuminandolo quasi più del dovuto, immergendosi e amalgamandosi con la pelle candida degli zigomi.
“Le bestie sono sempre da sole, è il loro destino” è un sibilo la voce di lui, quasi impercettibile eppure acuto e minaccioso. “Lo sai”
Belle abbassa gli occhi sulla ciotola dei biscotti, senza dir nulla. Ne afferra uno e lo spezza a metà, dando un morso ad uno dei pezzi, incurante delle briciole che sgocciolano sul pavimento. Gli si avvicina e gli pone una mano sulla spalla coperta dalla veste coriacea, e ripone una metà del biscotto che ha spezzato sul palmo della sua mano mostruosa, richiudendogli le dita con delicatezza.
“Le bestie, per quanto non lo meritino, hanno anche bisogno di affetto”.
E con un ultimo sorriso gentile, si allontana diretta alla propria camera con passi soffici, orme che la luce della luna sembra quasi imprimere indelebili nel pavimento della sala.
~Fly's corner
Ho ritrovato oggi pomeriggio questa storia in un file word che avevo dimenticato.
Sinceramente la coppia non mi piace nemmeno più, non dopo le continue menzogne di Gold, ma mi piace il modo in cui li ho descritti in questa fic.
Ho descritto un missing moment di quel tempo in cui ancora credevamo che lei potesse salvarlo. Un amaro, ma dolce, ricordo.
P.S. = Il titolo è una citazione di John Harrigan
Ho ritrovato oggi pomeriggio questa storia in un file word che avevo dimenticato.
Sinceramente la coppia non mi piace nemmeno più, non dopo le continue menzogne di Gold, ma mi piace il modo in cui li ho descritti in questa fic.
Ho descritto un missing moment di quel tempo in cui ancora credevamo che lei potesse salvarlo. Un amaro, ma dolce, ricordo.
P.S. = Il titolo è una citazione di John Harrigan