Una spessa coltre di nebbia velava il paesaggio agreste, ricopriva le
colline e i prati rendendo i contorni delle cose sfumati e irreali.
All’improvviso, da quella che sembrava una strada sterrata
cominciarono ad emergere i contorni poco nitidi di quella che pareva
essere una figura umana.
Man mano che questa strana figura si avvicinava ed emergeva dalla
nebbia si distinguevano sempre più i suoi tratti: era
Xavier, il Matto.
Anche se il suo volto ancora non si distingueva bene era impossibile
sbagliarsi, solo lui poteva indossare una casacca rossa così
sgargiante… Finalmente apparve in piena vista; era proprio
Xavier.
Giunto al centro della piazza si sedette per terra con le gambe
incrociate, posò il suo bastone accanto a sé e
cominciò a cantare: -Molti viandanti passan
di qua molti vengono,
qualcuno va solo lo straniero dal
nero mantello resta qui anche col bel
tempo. Ma un giorno il Matto di
rosso vestito Farà fuggir
quel gran bandito.
Mentre Xavier continuava il suo strano ritornello, un’altra
figura emerse dalla nebbia.
Era una giovane donna con lunghi capelli ricci color mogano e grandi
occhi nocciola. Indossava una lunga veste viola, stretta in vita da una
fascia rossa.
Giunta al centro della piazza la ragazza si guardò intorno,
in cerca della fonte dalla quale proveniva la musica:
-E voi chi siete?- chiese la ragazza quando ebbe individuato
l’uomo, incuriosita dal suo strano abbigliamento e dal
comportamento oltremodo insolito.
Xavier continuò imperterrito a cantare, fino a giungere alla
fine del suo ritornello poi sollevò lo sguardo:
-Ho molti nomi, mia Signora…. Qui mi chiamano semplicemente
Xavier il Matto. Xavier è folle, imprevedibile, si muove
come il vento e come il vento appare e scompare…
chissà dove apparirà la prossima volta, chi
abbraccerà, chi colpirà….- e
scoppiò a ridere.
La ragazza lo guardò dubbiosa e interdetta, poi rispose:
-Lieta di conoscerla, Monsieur Xavier il mio nome è
Lilith…
-Lilith la bella, certo- l’interruppe il matto- Xavier
conosce tutto di tutti, conosce anche te… Lilith la Bella,
dama del castello, signora del bosco….- e Xavier riprese a
cantare- La bella dama vaga
contenta Ignorando
però che deve stare attenta Lì dietro
l’angolo l’insidia si cela Vaga vestita di nera tela E se salvarsi la bella
dama vuole Ascoltar deve il buon
Xavier, Matto del Cuore.
Lilith lo guardò preoccupata, incerta su come interpretare
questo nuovo ritornello:
-Stai parlando di me?- chiese alla fine
Ma Xavier non diede segno di averla sentita, continuando a cantare i
suoi due ritornelli di seguito, come se fossero un’unica
canzone, un unico messaggio.
La giovane donna tentò ancora per un po’ di
parlare con lui, sempre senza ottenere risposta, e alla fine se ne
andò.
Il Matto non diede segno di accorgersene, continuando imperterrito a
cantare.
Nel frattempo la nebbia si stava diradando, rivelando i contorni delle
cose e delle case. La piazza dove sedeva Xavier era
l’unica di quel piccolo paesino e, con l’alzarsi
della nebbia e l’arrivo di un bel sole, si riempì
di gente
Tutti coloro che passavano guardavano Xavier con sospetto e a volte con
paura, e lo ignoravano completamente ma il Matto non se ne curava.
Ad un certo punto passò davanti a lui un giovane vestito da
garzone che si fermò, incuriosito da ciò che
cantava e rimase ad ascoltarlo fino alla fine. Quando la canzone
finì il giovane, Jean-Claude, offrì al Matto una
pagnotta:
-La vostra canzone è splendida, Messere, mi piacerebbe
sapere come prosegue e che succede alla bella fanciulla…
vogliate farmi l’onore di accettare questo tozzo di
pane….
Mentre il ragazzo parlava, Xavier fissava per terra senza mostrare di
ascoltarlo o tentare di prendere il pane. Il giovane stava per
andarsene quando all’improvviso il Matto parlò:
-Il destino della giovane fanciulla? È questo che vuoi
conoscere, strano giovane del pane? Nessuno, neanche Xavier
il matto può saperlo… solo la donna che ci guarda
può capirlo…
E ricominciò a canticchiare.
Il giovane rimase interdetto a fissarlo, finche un uomo non lo
chiamò, allora il ragazzo si riscosse e si avviò
pensando che dopotutto quello che dicevano di quello strano uomo
vestito di rosso era vero: era proprio Matto.
Nel frattempo Xavier, come se all’improvviso si fosse
stancato di stare lì, raccolse il suo bastone, si
alzò e si avviò per la stessa strada dalla quale
era venuto, continuando a cantare: -La bella fanciulla
ormai è in pericolo fuochi di rogo brucian
nel vicolo ma ella testarda non
vuole scappare questo gran Matto la
obbliga a restare… Ella si ferma, lo
ascolta interdetta Poi si avvia con molta
fretta Ora il pericolo
è vicino e incalzante Il fumo dei roghi si
avvicina costante, ma il richiamo del Matto
deve ascoltare continua imperterrita il
suo amore a cercare Cielo nero di fumo e
grida Ecco che alta si innalza
la pira La bella Lilith vien
condotta sul rogo Per liberarla dal
malefico giogo. Per voler il Matto
ascoltare Ora
è troppo tardi per potersi salvare E mentre le fiamme le
lambiscono il vestito Un lento sorriso le
colora il viso Muore contenta, senza
tremare Il suo unico amore
è riuscita a salvare Nelle crudeli fiamme del
fuoco purificatore Così si
consuma il suo immenso amore. Ormai non
c’è più nulla da vedere Della bella fanciulla
non resta che cenere Il Matto riprende il suo
viaggio, va ancora a cercare Color che solo Amore
può salvare. E tu che vivi dove cala
la sera Segui ciò che
vedi nella sfera Il Matto di rosso vestito Ha sconfitto il nero
bandito Or può
riprendere tranquillo il suo viaggio E voi tutti lo
incontrerete come miraggio.
Lilith la bella alzò lo sguardo dalla sfera di cristallo.
Aveva sperato di sbagliarsi ma ora non c’erano più
dubbi, aveva visto quale sarebbe stato il suo destino, e
l’avrebbe accettato… L’imporante era che
il suo amore si salvasse.
Nell’alzarsi dal tavolo urtò la sfera, che
rotolò al suolo, rompendosi.
E dai cocci della sfera si librò un sottile fumo rosso, che
restò sospeso per un attimo nell’aria formando una
sorta di cuore e poi si dissolse nell’aria.
Xavier il Matto si era dissolto come un miraggio.