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Autore: JacobStark    11/07/2016    5 recensioni
ATTENZIONE, IL CAPITOLO 7 E' STATO RICARICATO A CAUSA DI UN PROBLEMA DEI SERVER
Davanti a lui c’era una ragazza dall’aria stranamente familiare, profondamente addormentata nonostante le urla di Akane. La dormiente era rossa di capelli, ben dotata, snella ma muscolosa e cosa più importante, o imbarazzante, Ranma sul momento non seppe dirlo, era completamente nuda.
Ma la cosa che riuscì a pietrificare il ragazzo fu un’altra. Perché il volto, il volto era quello di lui in forma di ragazza!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gatte, duelli e strane castagne


 

Akane

Era appena sorto il sole, e i suoi raggi avevano infastidito Akane, svegliandola. La ragazza dai capelli blu si ritrovò davanti una familiare ragazza dai capelli rossi. Stava per colpirla con tutte le sue forze, ma si ricordò di ciò che era successo in quei due giorni. Ranma e Ranma, i suoi allenamenti con la ragazza con il codino, la sua imbarazzata richiesta di dormire con lei, dato che stare con il fratello la imbarazzava, la sberle che aveva dato a Ryoga, il suo strano scontro con P-chan. Ripresasi, decise di osservare meglio la ragazza dai capelli rossi che le dormiva davanti. I suoi tratti erano similissimi a quelli di Ranma maschio. Le stesse sopracciglia, la stesse labbra, gli stessi occhi. Anche la stessa buffa e dolce espressione, che tante volte aveva osservato nel ragazzo prima di andare a svegliarlo. Non aveva mai desiderato tanto una sorellina come in quel momento. Si accoccolò meglio accanto alla ragazza, annusandone il profumo. Sapeva di Ranma. Con una nota di dolcezza. “Buongiorno sorellona.” disse la ragazza con i codino, aprendo un poco gli occhi e fissando Akane. Le ragazze si sorrisero, ancora sotto le coperte. “Bella scenetta! Vi state divertendo?” La voce sarcastica di Ranma interruppe quel momento magico. Quanto lo odiava Akane quando faceva così. “RANMA VAI FUORI!” disse, tirandogli un cuscino, prontamente schivato dal ragazzo . “Ci vediamo giù!” commentò il ragazzo, correndo via dalla stanza. Akane prese un respiro per calmarsi. Nessuno era in grado di irritarla come il suo presunto “ragazzo”. Anche l’altra ragazza si era svegliata, alzandosi e rivelando la sua figura snella e sensuale. Akane doveva ammetterlo, aveva davvero un bellissimo corpo. Decise di vestirsi, mentre anche l’amica si preparava, indossando, per qualche strano motivo, sempre i vestiti cinesi di Ranma. Scesero insieme, dirigendosi verso il soggiorno dove Kasumi stava servendo la colazione. “Buongiorno ragazze, potreste andare a svegliare Ranma? Sta ancora dormendo.” Akane rimase interdetta. “Scusa Kasumi, ma se ci ha svegliato proprio lui!” Kasumi rimase un po’ stranita. “Davvero? Non è sceso a colazione, magari  “Come al solito, che razza di pigrone…” “Dai Akane, secondo me lui fa finta di dormire. Secondo me vuole che sia tu ad andare a chiamarlo.” disse Ranma, con il solito sorriso beffardo. “Ran-chan! Ma che dici! Figurati se è così!” Disse Akane, che, nonostante tutto, decise di andare a svegliare il ragazzo. Una volta arrivata davanti alla stanza però, decise di fare una prova. Mettendosi d’impegno imitò la voce di Kasumi: “Ranma, la colazione è pronta.” La reazione del ragazzo, al contrario del solito, fu immediata. “Va bene Kasumi, scendo sub…” Disse, aprendo la porta e trovandosi davanti un’Akane furiosa “Allora a  Kasumi da retta vero? Io non valgo nulla per te?” Disse lei, rancorosa. Non notò l’espressione un po’ delusa di Ranma “Ma, Akane…” Disse il ragazzo, del tutto confuso dalla vista e dalle parole della ragazza, che girò i tacchi furiosa e scappò via. 

 

 

Ranma

 

Ma cosa diavolo era successo? Era tornato a dormire dopo aver preso in giro le ragazze, poi aveva aspettato che Akane lo venisse a chiamare, tanto per farla arrabbiare, magari fingendo di non sentirla per costringerla ad entrare, e poi avevo sentito Kasumi chiamarlo, strano, mandavano sempre Akane, e si era alzato, aveva aperto la porta e si era trovato davanti la stessa Akane, che gli aveva dato del maleducato che che l’aveva accusato di qualcosa che neanche aveva capito. Ma che aveva quella ragazza? Scese a colazione, vagamente deluso dal non essere riuscito a vedere Akane mentre lo svegliava. Doveva ammettere che, quando non litigavano o lei gli faceva scherzi, gli piaceva essere svegliato da lei e iniziare la giornata con il suo volto come prima immagine. Ma quella mattina le cose erano andate tutte storte. Perché Akane aveva imitato la voce di Kasumi? Non aveva senso, non c’era motivo di farlo! Arrivò il cucina, ma per qualche motivo non sentì l’aura micidiale di Akane che lo minacciava. Anzi, sembrava molto tranquilla lei, tutta occupata a chiacchierare con Ranma e le sue sorelle. “Salve, di che parlate?” Tutte le ragazze si girarono verso di lui, che si sentì un poco a disagio. In quei due giorni non ci aveva pensato, ma lui era solo in casa con tre e poi quattro ragazze. Era letteralmente circondato da belle donne. Perché doveva ammetterlo, le ragazze Tendo erano tutte molto belle. E se Akane fosse stata meno scorbutica doveva ammettere che il fidanzamento combinato del suo vecchio non gli sarebbe poi tanto dispiaciuto. Si accorse di essere arrossito sotto lo sguardo delle ragazze, che, per risposta, lo fissarono ancora più intensamente. Riuscì a riprendersi prima che partissero domande imbarazzanti. “Allora,che c’è per colazione?” Chiese, cercando di sembrare indifferente. Si sedette a tavola, ascoltando le chiacchiere mattutina. Nabiki doveva andare ad un appuntamento con le sue amiche, Kasumi che si sarebbe recata ad una piccola riunione con le sue amiche di liceo, quindi sarebbe stata fuori fino a sera, meglio mangiare fuori, si appuntò Ranma, mentre Akane e Ranma avevano deciso di andare a fare una corsetta nel quartiere, per sgranchirsi un poco e far recuperare alla rossa qualche concezione del quartiere. “Fratellone, verresti con noi?” “P-Perché?” Chiese il ragazzo, un po’ stranito dalla richiesta. “Perché voglio andarci con te e Akane.” Entrambi i ragazzi prima si guardarono, poi guardarono lei, poi si guardarono ancora. La rossa fece una faccia buffissima, che sciolse i cuori di entrambi. “Daaaiiii! Fatelo per la vostra sorellina smemorata!” Ranma non era in grado di resistere alla faccetta della ragazza. Ma un brivido gli passò per la schiena. Era questo l’effetto che aveva sui ragazzi dunque? Tuttavia nemmeno Akane era riuscita a resistere agli occhioni sfoderati dalla rossa, quindi decise che sarebbe senza dubbio andato. “D’accordo, almeno mi riposerò un po’ dopo la lunga corsa di ieri.” “Cosa vorresti dire scusa?” Chiese Akane, seccata dal tono di Ranma, un po’ arrogante. “Beh, di certo non correrete quanto me.” il doppio colpo che ricevette fu incredibile. Le ragazze lo avevano beccato in pieno, offese dalla sua insinuazione di essere meno forti di lui. Il poverino cadde a terra, in stato di shock.

 

 

Ranma

La rossa con il codino era soddisfatta della riuscita del suo piano malefico. Era riuscita a convincere sia suo fratello ed Akane ad andare a correre insieme, anche se doveva ammettere che lui adorava cercarsele. Prendere in giro così era davvero da stupido. Comunque finirono la colazione e si prepararono ad uscire. Akane si mise una tuta gialla e rosa, mentre lei decise di rimanere con i suoi vestiti cinesi, del tutto uguali a quelli del fratello. Uscirono dal cortile dei Tendo, e mentre lei cercava di ricordarsi qualcosa mentre procedevano a velocità sostenuta, ma tranquilla. Ranma, indispettito dallo schiaffone ricevuto, era rimasto indietro. Ma che razza di permaloso, era stato lui a provocare, cosa faceva l’offeso a fare. Akane invece correva accanto a lei, a sua volta offesa. Chissà come mai tutto questo rancore tra di loro, eppure avevano solo litigato un pochino. Mah, forse ci avrebbe capito di più osservandoli meglio durate la passeggiata. La corsa continuò a lungo le vie di Nerima, che piano piano le tornavano in mente, come risorgendo dalla fitta nebbia che le riempiva la mente, e che era riuscita ad ignorare solo grazie alle chiacchere e agli allenamenti. Ricordò alcuni negozi di dolci, chiedendosi se c’era mai stata, magari con Akane. Improvvisamente uno dei bar attirò la sua attenzione. Le sembrava che in quello fosse accaduto qualcosa di importante, ma non riusciva a mettere a fuoco cosa. Magari le sarebbe venuto in mente correndo ancora un poco. Ma decise comunque di chiedere, magari loro l’avrebbero illuminata. “Akane, in quel locale è successo qualcosa?” La ragazza in giallo si girò verso il bar, e per un secondo si fermò ad osservare il posto. Poi sbiancò, come se le fosse venuto in mente qualcosa di brutto. “N-no, non ne ho proprio idea, Ranma, a te ricorda qualcosa?” Anche suo fratello si fermò ad osservare il negozio, un po’ seccato dall’interruzione. “No, non mi risulta.” disse lui, confuso. “Sicuro che non sia successo nulla?” Poi anche lui sbiancò, sembrava essersi ricordato qualcosa. “N-no. Nulla.” Ranma li guardò confusa. Perché si guardavano così? Era successo qualcosa di brutto? Mah, chissà. Li vide parlottare preoccupati. Ma che diavolo stava succedendo? 

All’improvviso sentì una scossa attraversarle la mente. Un paio di flash le attraversarono il cervello. Una mangiata epica, una sfida, un lampo color lavanda. Ma che diavolo gli veniva in mente? Perché avvertiva un’improvvisa sensazione di pericolo? Le sarebbe piaciuto saperlo. Ripresero a correre, ma la rossa aveva un prurito fastidioso che la tormentava. Poi all’improvviso sentì qualcosa. Un campanello che trillava, un rumore di ruote che stridevano e un fastidioso saluto che le fece tornare quello strano brivido per la schiena. “Ni-hao Lanma. Dove vai di bello?” la persona che aveva parlato era una bella ragazza cinese con lunghi capelli color lavanda, che correva su una bicicletta. Fissava suo fratello con lo sguardo di una che aveva appena visto un banchetto imperiale. Era inquietante. Almeno quanto lo era il modo in cui si era appiccicata a Ranma. In effetti anche il ki di Akane faceva paura. Che diavolo stava succedendo? Poi si sentì lo sguardo della tipa viola addosso. La ragazza passò lo sguardo da lei al fratello un paio di volte, confusa. Poi la guardò con un’odio infinito. E Ranma seppe che doveva scappare. Non sapeva perché ma doveva scappare. Dove decisamente scappare. Così girò i tacchi e scappò saltando per i tetti. Ebbe solo il tempo di sentire suo fratello urlare: “Shampoo! Fermati, non azzardarti a toccarla.” Ma più che le urla del fratello lo preoccuparono le urla della cinese “MUOLI LANMA!” Ma perché la voleva uccidere? Non lo ricordava, ma doveva esserci un buon motivo, almeno sperava. Che cavolo aveva combinato per guadagnarsi l’odio di quella cinese? 

Stava correndo da quasi dieci minuti, quando si imbatté in quel buffo ragazzo vestito di giallo che era venuto il giorno prima a casa loro. “Scusa!” disse, saltandogli addosso e usandolo come trampolino di lancio, saltando poi oltre una recinzione in muratura. Tuttavia si fece furba e si nascose in un cespuglio, nascondendo il ki. Fra le frasche vide la sua inseguitrice che la cercava, e che, data la sua totale sparizione, si diresse nella direzione da cui era venuta. “Ran-chan!” “Sorellina!!!” Le voci di Akane e Ranma la raggiunsero, così se la svignò dal giardino in cui aveva trovato riparo e raggiunse i due ragazzi che la cercavano. “Scusate se sono sparita, ma quella tipa mi voleva morta e ho pensato che fosse meglio scappare. Ma voi sapete cosa le ho fatto? Fratellone, tu la conosci, vero? L’hai chiamata Shampoo, vero?” Ranma rimase in imbarazzo per un minuto, poi arrivò Akane a spiegare. “Quella è Shampoo, una guerriera proveniente da un villaggio di amazzoni in Cina. Ranma l’ha sconfitta in un combattimento e per le leggi del suo villaggio dice che lo deve sposare.” Ranma guardò prima Akane poi il fratello. Poi si diresse verso di lui. Gli si mise davanti, e con la mano gli picchiettò sul petto, leggermente arrabbiata, ma con una vena di divertimento nella voce. “Fratellone, che cosa combini? Ti metti a sconfiggere ragazze quando hai già Akane e fai il casanova?” Ranma arrossì come un peperone. “Ma io non volevo! Mi ha costretto a sconfiggerla! E comunque ora quella pazza di Shampoo è più un problema tuo che mio.” “In che senso scusa? Cioè, a parte la sua incomprensibile voglia di uccidermi.” “Ecco, proprio di questo dobbiamo parlare. Vedi, durante il nostro viaggio di allenamento in Cina tu l’hai sconfitta nel suo villaggio durate un torneo. E, per le stesse leggi che regolano il matrimonio, ora lei ti cerca per ucciderti.” “CHE COSA? Non ci credo! Non sono così matta da firmarmi una tale condanna a morte da sola.” Ranma la guardò, sconsolato. “Non lo sapevi, e l’hai messa a terra con un colpo solo. Avevamo fame e… Fa nulla, non è importante cosa è successo, a parte che ora lei vuole ucciderti.” Ranma lo guardò, mantenendo comunque uno sguardo interrogativo. “Si, ma come e quando è arrivata qui?” rispose Akane, leggermene indispettita. “In realtà è qui da un bel po’, ma fino ad ora eravamo riusciti a ottenere una tregua. Non so che le sia preso oggi. Ranma, tu riaccompagna Ran-chan a casa, parlerò io con Shampoo.” La faccia di suo fratello passò dal preoccupato all’ancora più preoccupato. “Akane, sei davvero sicura di quello che dici?” “Perché? Pensi che non potrei farcela?” “No, ma tu e Shampoo non andate esattamente d’accordo, quindi…” Akane era arrabbiatissima, e scappò verso una delle vie cittadine. “Dai sorellina, torniamo a casa prima che quella pazza di Shampoo torni indietro.” La rossa annuì e si diresse nuovamente verso casa.

 

 

Akane

Ma che pensava Ranma, che non era in grado di parlare con Shampoo? La reputava così incapace? Gli avrebbe dato il fatto suo. Raggiunse il ristorante “Il Gatto” furiosa, ma non ci trovò Shampoo. C’era piuttosto Obaba, intenta cucinare. “Salve Obaba, Shampoo è tornata?” La minuscola vecchietta si voltò verso di lei, con il suo solito, beffardo e raggrinzito sorriso sul volto. “Oh, salve Akane. Perché cerchi mia nipote? Hai finalmente deciso di farti da parte e lasciare a Shampoo il Futuro Marito?” La ragazza si sentì arrossire di rabbia. Ma quando si sarebbe decisa a mollare il colpo? “No Obaba, non ci sperare nemmeno. Piuttosto l’altroieri è successa una cosa piuttosto strana a Ranma, magari tu potresti illuminarci.” “E’ capitato qualcosa al Futuro Marito? E cosa? A quel ragazzo ne capita una ogni due per tre.” Akane prese un gran respiro e cercò di spiegare tutto alla vecchietta. La separazione dei due, l’amnesia della Ranma femmina, la loro scelta di affrontare la questione con la scusa dell’amnesia, il recente attacco di Shampoo. 

“Purtroppo non ho risposte per te. Quello che è successo non ha precedenti, nessuno si era mai scisso in quel modo dalla sua stessa maledizione. Tuttavia le leggi del villaggio prevedono che noi ci vendichiamo con la straniera che ci ha sconfitto, quindi…” “Ma Ran-chan non ha fatto nulla, è stato Ranma a sconfiggere Shampoo, e…” la vecchietta la fermò con un gesto. “Come stavo cercando di dire prima che mi interrompessi, è nostro costume vendicarci della straniera che ci ha sconfitto. Ed inoltre mi hai detto che avete raccontato alla ragazza che comunque lei a battuto Shampoo. Ma forse potremmo organizzare qualcosa per renderci la vita un poco più facile.” Akane non capì subito cosa diceva la vecchietta. Che diavolo intendeva? “Vedi, io non credo che a nostra tradizione sia adatta nel modo di oggi. Tramandare le tecniche e le tradizioni è un bene, ma vedendo come e quanto il mondo è cambiato cose non è più il caso di uccidere le persone solo per vendicarsi. Non nego che trovare un buon marito con questo metodo sia ottimo, ma forse non è più il modo giusto per vendicarsi. Proporrò a Shampoo uno scontro definitivo, in cui si combatteranno finché una delle due non cadrà a terra priva di sensi. E qualunque sia il risultato sarà definitivo. Anche perché, da quanto ho potuto capire, Il Futuro Marito tiene molto a questa ragazza, come se fosse davvero sua sorella, e non credo che perdonerebbe mai Shampoo se lei osasse farle davvero del male. No, la cosa migliore è davvero organizzare un grande combattimento tra loro e vedere chi vincerà. Se vi trovate d’accordo potremmo farlo oggi stesso, nel vostro dojo. Ci vediamo nel pomeriggio!” Akane la guardò interdetta, un po’ stupita dalle affermazioni della vecchietta. Insomma, la sua proposta aveva senso, e di rado era capitato che la vecchietta cinese dicesse cose pienamente sensate. “Obaba, non credevo che tu fossi così elastica.” la vecchietta sorrise “Quando vivi per trecento e passa anni impari ad adattarti al tempo che passa. Può andare di comportarsi in quel modo al villaggio, ma nel mondo esterno dobbiamo adattarci. “ Akane decise che aveva parlato abbastanza con Obaba, e che più o meno avevano raggiunto un’accordo. 

Tornò a casa, dove trovò Ranma e Ran-chanche si sfidavano nel dojo. Rimase a guardarli affascinata. Il due combattevano ad una velocità spaventosa, i colpi quasi invisibili. Si vedevano subito le differenze tra i due, così come le somiglianze. Ranma tirava pugni velocissimi, ma non riusciva a colpire la sorella, che schivava i suoi colpi spostandosi del tutto dalla traiettoria dei colpi, lasciando il fratello con un pugno di mosche. “Sei lento fratellone!” lo provocava, ma non riuscì in tempo a schivare la spazzata improvvisa, che però non riuscì a buttarla a terra, dato che lei ne approfittò per stendere le braccia e colpirlo al mento con un doppio calcio,  che lo stordì abbastanza per permettere alla rossa di colpirlo con un paio di pugni al volto, velocissimi, purtroppo troppo deboli per ottenere un’effetto superiore al lieve stordimento su Ranma, abituato a resistere hai ben più forti colpi di Ryoga, che infatti si riprese subito e colpì la sorella con un poderoso pugno al torace, solo in parte evitato dalla rossa che aveva saltato indietro per ridurre l’impatto. Entrambi i ragazzi stavano ansimando per i colpi dati e ricevuti, ma c’era qualcosa di diverso in Ranma. Di solito era concentrato, un po’ spavaldo o a volte addirittura preoccupato. Non questa volta. Negli occhi del ragazzo con il codino c’era un bagliore divertito che di rado gli aveva visto in combattimento, come se stesse giocando e basta, e non allenandosi alla sua solita maniera, cioè rischiando di farsi male sul serio. Rimase ad osservarli mentre si guardano con aria di sfida, e quando la tensione sembrava aver raggiunto il culmine entrambi scoppiarono a ridere, spiazzando Akane, che fino a quel momento era rimasta con il fiato sospeso. “Ma che state combinando?” Chiese la ragazza, sorpresa dalle azioni dei due. “Scusa Akane-chan, volevo vedere come ero messa a combattere contro qualcuno molto più forte di me. Ma sembra che mio fratello non sia poi così forte, vero onii-chan?” Disse, prendendo in giro Ranma, che però stranamente non si arrabbiò. “O forse tu sei molto più brava di quello che credi, non potrebbe essere?” disse, con una nota d’orgoglio nella voce mentre le accarezzava la testa, in un gesto di dolcezza fraterna inedito per lui. Akane ebbe un brivido di gelosia, ma decise di ignorarlo. Non era mica il caso, insomma, Ran-chan non pretendeva certo di sposare Ranma, quindi non aveva senso essere gelosa. Poteva sopportare che i due si comportassero così. Però a lei Ranma non aveva mai fatto nulla di così dolce, si disse la ragazza, un po’ seccata. 

 

 

Ranma

Si era appena allenato con la sorellina, che in effetti gli aveva dato filo da torcere, con sua grande soddisfazione. Ora era sicuro che non avrebbe avuto problemi con nessuno a Nerima, tranne forse che con Ryoga, ma lui non sarebbe stato un problema. Si concesse un gesto di dolcezza, scompigliando i capelli della sorellina, Mentre Akane faceva una faccia buffissima, che non le aveva mai visto fare. Era come se cercasse di contenere la gelosia, ma in modo diverso dalle altre volte. Non aveva trattenuto la rabbia come al solito, ma aveva gonfiato le guance, seccata. Era una cosa che non aveva mai visto, ma gli fece uno strano effetto. In quel momento era davvero carina. Poi però Ran-chan gli fece lo sgambetto, facendolo precipitare addosso da Akane, che si era avvicinata a loro. Quando atterrò sulla ragazza si ritrovò in una posizione scomoda. Molto scomoda, dato che aveva la faccia affondata nel seno di Akane. Sentì il ki di Akane aumentare e diventare furibondo, mentre uno schiaffone lo fece volare dalla parte opposta del dojo. Durante il volo riuscì ad urlare “NON L’HO FATTO APPOSTA AKANEEE!” SBANG! Il rumore dello schianto sulla parete di legno arrivò prima del dolore e lo avvertì dell’imminente bernoccolo che gli sarebbe spuntato in testa a breve. Si tirò in piedi e si preparò alla lite. “Dannato maschiaccio, secondo te l’ho fatto apposta?” Si trattenne però dal definirlo poco femminile. La sensazione di morbidezza era ancora troppo impressa sul suo volto per poterla denigrare. Vide che però Ranma si stava scusando al posto suo. “Mi dispiace Akane-chan, volevo fargli uno scherzo, non pensavo che fosse così attratto da te.” Le parole di sua sorella erano completamente senza senso, ma improvvisamente il ki furioso di Akane scomparve, sostituito da un’espressione preoccupata. “Akane, che cosa succede?” 

La ragazza si fece seria e spiegò l’idea di Obaba ha due fratelli. Guardò preoccupato la sorellina, ma quello che vide fu un segno inequivocabile del suo legame con lui. Nei suoi occhi brillò la luce della sfida. Capì al volo il pensiero della sorellina. Non importava se non ricordava nemmeno il nome di quella tipa, se l’aveva sfidata gli avrebbe dato il fatto suo. Era certo che fosse quello. Anche perché era quello che avrebbe fatto lui. 

 

 

Ranma

Non ci aveva capito molto, ma una cosa gli era chiara. Se avesse sconfitto la cinese ci sarebbe stato un problema in meno ad assillare nella sua missione di far ammettere a quei due testoni i rispettivi sentimenti. “Sono pronta Aknane, e mio fratello lo sa bene.” disse, guardando prima l’amica e poi il fratello. “Si, è decisamente pronta ad affrontare Shampoo. Di sicuro sarà in grado di darle il fatto suo. Tu non hai visto tutto l’incontro, sembra che l’amnesia non abbia assolutamente intaccato le sue abilità marziali.” “Davvero? Meno male!” Disse Akane, con tono sollevato. LA rossa sorrise. Se entrambi gli davano il loro pieno sostegno di certo non avrebbe perso. Decise che avrebbe passato il resto della giornata da allenarsi e prepararsi allo scontro. 

Nel pomeriggio giunse finalmente l’ora. Davanti a le c’erano sia la ragazza dai capelli viola di quella mattina sia una strana e minuscola vecchietta vestita di verde, che stava appollaiata in precario equilibrio su di un lungo bastone, che le permetteva di avere un’altezza quasi normale. Vide parlottare per un’attimo la vecchietta con Akane, per poi rivolgere lo sguardo al fratello, che faceva da arbitro di quella lotta. La sua avversaria invece impugnava due curiose armi di fattura cinese, Akane le aveva detto che si chiamavano bonbori, o qualcosa del genere. Sapeva che avrebbe dovuto eliminarli, quei due palloni d’acciaio erano decisamente troppo pericolosi. Entrambe fecero un piccolo inchino e si misero in guardia. Ora la vera lotta poteva iniziare. 

All’urlo “Hajime!” del fratello la cinese piombò verso di lei agitando le sue armi, che la rossa schivò abbassandosi e ne approfittò per reagire, spezzando il manico di una delle due armi con un rapido calcio e lanciando l’arma lontano da loro, troppo per essere recuperata. Esultò per un attimo di troppo, ricevendo il calcio della cinese nello stomaco, ma riuscì a rotolare via e a schivare l’ennesimo colpo del bonbori rimasto, che si abbatté a pochi millimetri dalla sua testa. Si preoccupò per un attimo. Quel colpo l’avrebbe potuta uccidere! Ma ormai l’euforia della lotta l’aveva invasa, e saltò direttamente sull’arma di Shampoo, colpendola con forza alla spalla che impugnava l’arma, facendole mollare la presa. Privata di entrambe le sue armi la cinese cambiò guardia, preparandosi a combattere a mani nude. Ranma attaccò con tutte le sue forze, svolazzando attorno a Shampoo, che continuava a tentare di colpirla con calci e pugni senza però riuscire a colpire la rossa. Dopo dieci minuti buoni di schivate, parate e colpi a vuoto Ranma si decise a concludere. Saltò fin quasi al soffittò, puntando l’avversaria con un calcio volante. Quando però la cinese si mise in una posizione per parare il colpo Ranma sorrise, e cominciò a tirare calci potenti e precisi, così veloci da non essere nemmeno visti. “Tecnica modificata delle Castagne. Cento Calci!” La cinese non poté fare altro che tentare di difendersi e limitare i danni dei calci. Alla fine riuscì ad afferrare una gamba dell’avversaria, che però torse il busto e piantò le mani a terra, sollevando, con la sola forza degli addominali, l’avversaria, facendola schiantare a terra ribaltandola. Ranma eseguì un salto mortale all’indietro rimettendosi in guardia. Shampoo si rialzò, parecchio malconcia e stupita dalla forza dell’avversaria, troppo forte e abile per lei, ma nei suoi occhi si vedeva che non si sarebbe mai arresa. “Ehi Shampoo, senti, io non mi ricordo nemmeno che cosa io ti abbia fatto, perché non a smettiamo e ti arrendo? Tanto mi hai colpito solo una volta, mentre io ti ho colpito almeno una decina di volte. Sei un po’ lenta, vero?” La ragazza cinese si mise a fumare dalla rabbia. “Ops, ho parlato troppo?” Chiese, strafottente, la rossa. Shampoo la assalì con furia, ma proprio la rabbia che cercava di riversare addosso alla rossa la fregò. Infatti i suoi colpi diventavano più lenti ed imprecisi mano mano che la rabbia montava, e la ragazza con il codino diventava sempre più veloce, finché non riuscì a spezzare la debole guardia della cinese, colpendola con due pugni ed una ginocchiata al diaframma, un punto estremamente vulnerabile. Il terribile colpo abbatté la cinese mettendola in ginocchio, che poi cadde a terra svenuta. Ranma aveva il fiatone, ma era estremamente soddisfatta del risultato. “Ma allora non sei così forte come vorresti far credere, vero Shampoo cara?” Disse la rossa, immensamente soddisfatta dal risultato dell’incontro. Poi si rivolse alla vecchietta. “Allora vecchiaccia, mi sono guadagnata la pace?” l’anziana signora si era appena caricata in spalla la nipote svenuta, “ Si futura cognata, sei libera dalle nostre tradizioni, così come lo è la mia cara nipote.” Ranma si arrabbiò. “Ma cosa dici, l’unica che può chiamarmi così è Akane vecchiaccia!” disse, irritata dalla sicurezza della vecchia. “Se credi giovanotta, se credi…” Disse la vecchia, sfottendola e andandosene portando via la nipote svenuta. 

 

 

 

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Capitolo finito, spero che il combattimento tra Shampoo e la nostra eroina vi sia piaciuto, e spero di essermi fatto perdonare per non aver inserito nemmeno una scena di lotta nel capitolo precedente. Non ho molto altro da dire tranne che spero vi sia piaciuto il capitolo, di avervi intrattenuto almeno per una decina di minuti e chiedervi di lasciarmi una piccola recensione per farmi sapere che ne pensate. 

Ciao dal vostro 

Jacob Stark di Grande Inverno

 

 

  
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