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Autore: Amberle_Dubhe    11/07/2016    2 recensioni
Shizuo ringhia, troppo basso perché Izaya possa sentirlo, anche se pensa che sarebbe cambiato poco o niente, e non alza lo sguardo mentre i passi di Izaya percorrono il corridoio.
Shizuo trova che vivere con Izaya sia irritante, principalmente per la facilità con cui adotta una routine.
[Quarta parte della serie Immediate] [college!AU] [POV: Shizuo]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Immediate '
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Tradotta dall’originale Live-in di tastewithouttalent. Qui la serie originale completa.

 

Quarta parte di Immediate. Potete comprendere senza aver letto At First Sight? Meh, arrivati a questo punto non ha molto senso, filate a recuperare la serie completa, su <3



 

SOSPETTO


 

 

Shizuo sta facendo colazione quando Izaya ritorna da qualunque cosa sia quello che Izaya fa nelle prime luci del giorno del week-end. Fuori piove, un acquazzone continuo si rovescia dal cielo coperto dalle nuvole; il tempo rende Shizuo rilassato e pigro, lo spinge a prendersi il tempo per cucinarsi una confezione di uova al posto del solito latte e cereali con cui generalmente comincia la giornata. Ha appena iniziato a mangiare quando la porta si apre per far entrare il rumore della tempesta insieme alla promessa di Izaya di rovinargli la mattinata.

“Chiudi la porta” gli dice al posto di un benvenuto più premuroso, senza disturbarsi di alzare lo sguardo dal piatto di cibo davanti a sè. “Stai facendo uscire il caldo.”

“Quale caldo?” Chiede Izaya, la voce abbastanza chiara per essere udita anche senza il bisogno di alzarla ulteriormente, cosa che fa comunque. Shizuo sente lo strascicare dei passi nell’ingresso, lo schiocco di vestiti bagnati che colpiscono le piastrelle; poi, proprio quando un refolo di vento si insinua lungo il corridoio per scompigliare i capelli di Shizuo, la porta viene sbattuta con un’obbedienza deliberatamente prolungata. Shizuo ringhia, troppo basso perché Izaya possa sentirlo, anche se pensa che sarebbe cambiato poco o niente, e non alza lo sguardo mentre i passi di Izaya percorrono il corridoio.

“Dovremmo alzare la temperatura della caldaia” osserva Izaya dall’ingresso, ancora fuori dalla sua vista prima dell’angolo della cucina. “Fa freddo quasi quanto fuori. Come riesci a esistere con solo quello che hai addosso? Non è che il tuo sangue è più caldo per alimentare il tuo carattere disumano?”

“Non potevi rimanere fuori fino a crepare congelato?” ribatte Shizuo. “Sei così magro che di sicuro non ci sarebbe voluto ancora molto.”

“Eri preoccupato per me?” chiede Izaya, sporgendosi dall’angolo così che Shizuo possa vedere i capelli scuri schiacciati sulla testa dall’umidità. “Hai avuto un incubo sulla mia scomparsa?”

“Un incubo su di te, certo” ammette Shizuo, si tira un indietro dal tavolo di qualche centimetro mentre Izaya s avvicina. “La scomparsa era particolarmente assente.”

“Sei cattivo, Shizu-chan” canticchia Izaya chiaramente apprezzando tutto questo. Abbassa la mano sul retro del collo di Shizuo, le dita così fredde che ottengono un sibilo e un brivido di fastidio dall’altro; Izaya ride della sua reazione, si china più vicino per interrompere fisicamente il movimento del braccio di Shizuo impegnato a mangiare. “Non puoi ingannarmi.”

“Stai zitto” dice Shizuo, sapendo che regredire a questo genere di replica è un chiaro segno della sua sconfitta e troppo distratto da quanto siano fredde le mani di Izaya contro il suo collo per fregarsene. “Stai gelando, che cazzo ci stavi a fare in una tempesta?”

“Eri preoccupato” ripete Izaya, le parole simili a fusa, come fa sempre, come se fossero una specie di presa in giro o forse una confessione, come se non sia del tutto convinto dell’interesse di Shizuo finché non lo inquadra esplicitamente in un discorso. “Dovresti aiutarmi a riscaldarmi.”

“Non hai risposto” brontola Shizuo, ma è troppo intorpidito dai persistenti rimasugli del sonno per radunare la sincerità di una lamentela; lascia la propria colazione ad attendere, scambia il peso della forchetta con il bordo affilato del fianco magro di Izaya sotto la mano. “Hai già fatto colazione?”

La risata di Izaya è acuta, deliberatamente alta e così dolce che Shizuo avrebbe perso il tremito sottostante se non lo stesse ascoltando, se non avesse già retroattivamente identificato questa stessa dimostrazione come ansia in una marea di conversazioni precedenti. “Ti nutri sempre più volte nello stesso giorno?” La sua mano si regge al collo di Shizuo, e a quella si unisce il peso del suo braccio appoggiato intorno alle sue spalle, e poi l’equilibrio fra loro si sposta ed è Shizuo a reggere il peso di Izaya per lui piuttosto che l’altro a rimanere sui suoi piedi. “E’ questo il segreto della tua mostruosità?”

“Piantala di farlo suonare una cosa anormale” ordina Shizuo, sposta di lato la maglietta di Izaya per premere i polpastrelli sul profilo dell’osso sotto la pelle fredda come la pioggia. “Hai bisogno di mangiare di più se hai intenzione di correre per la città a metterti nei guai.”

“Come fai a dire che mi metto nei guai?” chiede Izaya, la faccia premuta contro un lato del collo di Shizuo* fa in modo che le parole vengano attutite nella la canottiera dell’altro. “Magari aiuto le vecchiette ad attraversare la strada. Salvo gattini. Faccio volontariato al ricovero dei senzatetto.”

“Perché tu sei tu” dice Shizuo. Izaya ride nella sua canottiera, mormora un suono che sta per una divertita concessione, e solleva la testa.

“Forse hai ragione” gli concede Izaya, con tanta facilità che Shizuo assottiglia gli occhi insospettito anche prima che prosegua. “Forse dovrei unirmi a te e ai tuoi tre pasti completi al giorno.” Sposta il peso all’indietro, guarda oltre le sue spalle senza lasciar andare il collo di Shizuo. “Cosa stai mangiando, ora?”

“Colazione” dice Shizuo, succinto. “Mia.”

“Hmm” riflette Izaya per un attimo. “Non ha un aspetto terribile.”

“Grazie per la critica entusiasta” ringhia Shizuo, spinge contro il fianco di Izaya in un tentativo completamente inutile di farlo sloggiare. “Se hai voglia di criticare la mia cucina puoi andare a farti qualcosa.”

“Non l’ho nemmeno assaggiata” gli fa notare Izaya col tono di qualcuno che sta pazientemente spiegando un’ovvietà ad un idiota. “Come faccio a criticarla appropriatamente?”

“Non--” sbotta  Shizuo quando capisce quello che sta per succedere, ma Izaya ha già allungato una mano per acchiapparne un boccone direttamente dal piatto con una totale inosservanza per la forchetta di fianco. “Ehi.

“Davvero, non è terribile” gli concede Izaya, allunga la mano per un altro boccone riuscendo in qualche modo ad ignorare gli sforzi di Shizuo di buttarlo giù dalle sue gambe e sul pavimento.

“Non credevo valessi un granché come cuoco, ma sembra che ti abbia sottovalutato.”

“Stai zitto” dice Shizuo, perché se c’è qualcosa di meno tollerabile delle prese in giro di Izaya, quelli sono i complimenti di Izaya. “Vatti a fare la tua colazione.”

“Mi piace la tua” annuncia Izaya, che finalmente allunga la mano verso la forchetta di Shizuo che era stata messa rapidamente da parte. “Dovresti prepararmi qualcosa.”

“Cosa?” Shizuo afferra il polso di Izaya, riesce a intercettare e fermare il suo movimento appena prima che riesca ad appropriarsi della posata. “Perché cazzo dovrei prepararti la colazione?”

Izaya porta lo sguardo su di lui. Per un attimo, Shizuo ha la premonizione di essere camminato dritto nella trappola che non era riuscito a vedere. “Perché tu vuoi che io mangi” dice Izaya. confermando il sospetto di Shizuo. “Altrimenti potrei svenire per la fame in un qualche vicolo e tu non sapresti mai cosa mi è successo. Pensa a quanto saresti preoccupato, Shizu-chan, detesto pensare alla tua sofferenza.”

“La avveleno” ringhia Shizuo, conscio che la sua minaccia è solo una minima copertura della resa della sua frase anche prima che i denti di Izaya facciano capolino dal sorrisetto di chi è soddisfatto di sè stesso. “Ti starebbe bene.”

“Shizu-chan” lo rimprovera Izaya, chinandosi per premere un bacio freddo di pioggia sulla bocca di Shizuo con una velocità così disinvolta che Shizuo sta ancora sussultando di sorpresa quando l’altro si ritrae. “Dovresti davvero fare qualcosa per questa abitudine dei tentativi di ingannarmi. Non sei nemmeno molto bravo.”

“Oh, stai zitto” dice Shizuo, e si alza così in fretta che Izaya quasi cade prima di recuperare l’equilibrio e appropriarsi della sedie abbandonata.

Shizuo presta a Izaya più attenzione possibile mentre cucina. Izaya, in qualche modo, riesce comunque a mangiare quello che rimane della sua colazione mentre non guarda, lasciando un piatto vuoto e un sogghigno sardonico ad attenderlo quando ritorna al tavolo. Shizuo alza gli occhi al cielo, offre a Izaya uno dei due piatti che ha avuto il buonsenso di preparare, e per qualche minuto la discussione è abbandonata in favore del cibo.

Shizuo apprezza sempre i metodi per far tacere Izaya.



 

*no ok mi sono messa a piangere?? non sto bene?? ma immaginateli in quella posizione Izaya tipo un micino appolipato a Shizuo e piangete con me dfkjffvjdfovfkvjqeo.

 



NOTE:

NON MI SONO SCORDATA sorry sono stata fuori quasi tutto il giorno e poi ho cenato, ora eccomi qui. Prima parte del domestic bliss, enjoy. Sono così carinidvfjasivasfoivfdiv (ho perso il conto delle volte che l’ho detto).

A voi i commenti, io c’ho troppo caldo per formulare due pensieri in fila. Vivibì <3

Amberle

 
   
 
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