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Autore: Finestra45    11/07/2016    0 recensioni
Avvenne così che entrarono in possesso della pietra, la pietra che dava il potere oltrepassare i confini del giorno.
Non furono gioiosi i giorni che seguirono quell'evento, perchè quella razza oscura, non vide più limiti alla sua espansione. Uccise. Rubò. Distrusse. nessuno era più in grado di fermarli. Allora il consiglio dei MagisterMagi si riunì di nuovo laggiù dove la pietra era stata creata; laggiù dove quel fuoco magico era ancora acceso. In esso gli stregoni gettarono una manciata di pietre ,rosse come il cielo che si rispecchia nell'acqua, durante un tramonto estivo.
Fu così che la fiamma prese vita. Si innalzò nel cielo con le sembianze di un maestoso uccello. Questo illuminava la notte come se fosse giorno, e si dirigeva laggiù dove quel popolo maligno dimorava. Non ci fu scampo per loro, vennero sterminati da quella mistica creatura, che poi scomparve, e la pietra andò persa.
Questo fino a che...
Genere: Fantasy, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più a est, qualche giorno prima, sulle rive del lago Coorellin, su una spiaggia di sabbia cristallina circondata da alberi al limitare della foresta, c'era una persona vestita con sontuosi abiti di seta color dell'acqua marina, chinata a raccogliere l'acqua del lago.

Portò l'acqua fino ad un recipiente fatto di legno, vi versò l'acqua e questa inizialmente in quiete iniziò a salire verso il cielo. L'acqua iniziò ad aggregarsi in diverse forme, che danzavano nell'aria così come il vento fa danzare le fronde più estrne degli alberi.

-Caila. Cosa stai facendo?- Disse Fulton mentre usciva a passi solenni dalla foresta.

L'acqua ricadde nel recipiente, tornando alla sua quiete iniziale; la persona che poco prima stava osservando quella magica danza si inginocchiò verso il re dicendo -Perdonami padre, stavo solo ricostruendo quello che era successo-

-Ah si? E come può l'acqua aiutarti in questo?- Rispose il re

-Mi aiuta a focalizzare meglio i miei ricordi-

-Sai cosa penso della magia-

-Sì, che non potrà mai essere superiore all'arte della guerra-

-Esatto, ma non è questo il motivo per cui sono venuto a parlarti-

-E quale sarebbe?-

L'elfo le afferrò delicatamente il mento spingendolo verso l'alto in modo che i loro sguardi si incrociassero.

-Qualche giorno fa dalle nostre prigioni sono fuggiti due vampiri.

Uno di loro deve essersi rifugiato in questa foresta, perchè è qui che le guardi hanno perso le sue tracce al sorgere del sole. Sono qui per chiederti se in questi giorni hai notato qualcosa di strano.-

La principessa rimase impietrita da questa domanda, non sapeva cosa rispondere. Dopo qualche minuto disse -Qualcosa di strano è successo-

-Raccontami-

-Sinceramente non so se è collegato con la fuga dei prigionieri, ma nelle ultime giornate gli animali erano irrequieti, gli uccelli non cantavano. Un pomeriggio mi parve di sentire un fruscio nel sottobosco, quando mi girai per vedere cosa lo avesse provocato non vidi nulla, tuttavia la senzazione che qualcosa si fosse mosso rimase, così come il fruscio che si allontanava da me. Lo seguii ma persi le sue tracce- rispose la principessa mantenendo il contatto visivo con il padre.

-Tutto qui? Nessun contatto con nessun vampiro?-

-No- Mentì

-Bene allora, torno al castello- Disse voltandosi – Mi raccomando non perdere troppo tempo con quella stupida magia e torna presto al castello per continuare ad allenarti, presto dovrai prendere parte anche te alla guerra-

Lei abbassò il capo e pianse silenziosamente. Il fatto di aver mentito al padre era un grande fardello da portare, ma sapeva cosa sarebbe successo se avesse raccontato la verità.

 

So che questa arrazione può risultalti cunfusa, mio caro lettore. È mia premura chiarire i farri.

In realtà quello che accadde nella foresta è ciò che segue:

La principessa continuò a seguire il fruscio, corse incesantemente, si avvicinò e riuscì a capire cosa producesse quel rumore. Una persona vestita di stracci logori stava correndo attraverso la foresta, verso ovest, non faceva caso a cosa calpestasse ma faceva attenzione ad evitare i raggi del sole che riuscivano a trapassare la volta arborea.

Continuava ad inseguirlo. La distanza tra i due si accorciava sempre più, fino a che, nella frenesia del momento, la principessa ruppe un ramoscello, facendo capire al fuggitivo che era inseguito. Questo iniziò a correre più velocemente e la Caila perse le sue tracce. Si fermò, nessun suono, nessuon fruscio. Tutto era fermo. Il fuggitivo era nascosto dietro ad un'albero, in attesa. L'elfa, arresasi tornò su i suoi passi, passando proprio accanto a quell'albero. Il misterioso figuro ne fu sorpreso e non sapendo cosa fare riprese a correre, ma venne fermata dalla principessa, che gli saltò addosso puntandogli il coltello alla gola.

-Chi sei!? Perchè fuggi!?- Nessuna risposta

-Sei un vampiro o qualche altra creatura della notte, è per questo che eviti la luce? Vero?!-

-...-

-Non costringermi ad ucciderti. Rispondi!-

-Per quel poco che ne so, sono un vampiro- Rispose con un filo di voce

-Perchè sei qui?-

-Degli elfi mi inseguivano, sono scappato da una loro prigione-

-Ebbene, perchè non dovrei ucciderti?-

-Non hai nessun motivo per non farlo-

I due erano sdraiati a terra, Caila era sopra il vampiro e lui rimaneva lì fermo senza muoversi, in attesa di essere ucciso. La principessa si alzò e porse la mano verso il vampiro, ma non lo degnò di uno sguardo.

-Forza alzati.- Disse.

-Non vuoi uccidermi?-

-Per il momento no- Rispose lei. I due tornarono in silenzio all'accampamento della principessa. Una volta arrivati lei iniziò con le domande.

-Chi sei? Perchè eri imprigionato? Come sei scappato?-

-Non so dirti chi sono. Nemmeno io so molto di me stesso. Conosco solo quello che mi è stato raccontato da un vampiro che, come me, era imprigionato nel castello qui vicino. Lui si chiama Suail, e professava di essere mio amico, di conoscere mio padre, mi ha raccontato una storia su la guerra che sta devastando questa terra. Io non so se tutto questo è vero, non so se credergli, mi sembra tutto così inverosimile.

Come possono due popoli odiarsi così tanto da uccidersi a vicenda? È da pazzi.-

l'elfa fu sorpresa da questa risposta, non pensava che un vampiro potesse aver un animo buono.

Gli era stato insegnato che loro sono esseri maligni, che non perdono occasione di uccidere qualsiasi creatura abbiano davanti.

-Non è così strano se ci pensi. Comunque, come ti chiami? E cosa intendi dire con ''Nemmeno io so molto su me stesso''?-

-Sembra che io mi chiami Mizar, e intendo che non mi ricordo nulla del mio passato.-

Caila lo guardò stupito -Come può essere?-

-Non lo so come può essere ma è.-

Ancora silenzio, nessuno dei due voleva dire qualcosa, la situazione si stava facendo imbarazzante.

-Allora se posso avere l'ardire di chiederle, come si chiama colei che mi ha risparmiato la morte- Disse Mizar guardando verso di lei.

-Io sono Caila-

-E chi è Caila?-

-Lei è la figlia di Fulton re degli elfi che vivono nella foresta di Aldar. Sorella del primo genito Egemi, principe degli elfi.-

-E come mai una principessa si trova nella foresta e non nel suo castello?-

-Perchè suo padre non apprezza la magia, e quindi lei è costretta ad esercitarzi in questa arte insegnatagli dalla madre morta nella guerra a cui te non credi-

-E questa guerra? Persiste davvero?-

-Seguimi- disse la principessa. I due si incamminarono attraverso la foresta.

Si stavano dirigendo verso nord-ovest. Una volta arrivati al limitare della foresta attesero il calar del sole e continuarono la loro marcia lungo la pianura. Non erano soli, gli animali notturni appena svegliati e alla ricerca di un pasto sostanzioso erano attorno a loro.

Arrivarono dunque a Kumna, la radura dove in quei tempi si svolgevano gli scontri tra le due razze.

Lì Mizar nascosto tra le steppe vide gli orrori della guerra. Persone che si uccidevano tra di loro, senza pensare a chi stessero uccidendo, se avevano una famiglia, qualcuno che avrebbe pianto la loro morte.

Si distinguevano bene le due fazioni; i vampiri per la maggior parte erano avvolti dal fumo nero che permette loro di muoversi velocemente e apparire soltanto come se fossero una nuvola che impedisce di vedere il cielo dietro esse, il resto del tempo incrociavano le loro spade con gli elfi che combattevano indossando le loro sontuose armature, e impugnavano le spade in argento.

 

 

NDS: se la storia o alcuni punti di questa vi sono sembrati confusi, potete benissimo scriverlo nelle recensioni, o anche fare critiche, sono sempre ben accette. Perchè mi preme ricordare che scrivo su questo sito per migliorare il mio modo di scrivere. E non vi preoccupate molti perchè troveranno risposta nei prossimi capitoli. A presto 

   
 
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