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Autore: Sui    11/07/2016    1 recensioni
C’era del rilassamento impresso in quel viso e scoprì di esserne un profondo estimatore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si mosse, un leggero fremito delle palpebre, prima che esse si levassero lasciando che due occhi scuri e magnetici trovassero nuovo sbocco sul mondo. C’era una luce tenue, filtrava appena dalla finestra un raggio di Sole quasi che l’astro lucente avesse deciso di fendere l’aria con una scure lasciando dietro la sua dorata scia; dovette strizzarli quegli occhi, attendere qualche secondo, prima di trovare nuova consapevolezza di sé e del proprio corpo.
Hannibal era sveglio, la mattina era ancora silenziosa tanto che in lontananza poteva sentire i  gabbiani rumoreggiare e qualche infrangersi delle onde del mare contro gli scogli poco distanti da casa.
Si girò sul fianco, un fruscio di coperte candide seguì quel suo movimento prima che si assestasse fermo e silenzioso come il cacciatore che punta la sua preda.
Ma non era lì per cacciare, no.
Hannibal era in contemplazione.

Will dormiva con la pancia rivolta verso il materasso lasciando esposta la nuda schiena all’aria tiepida del primo mattino, il viso era poggiato comodamente contro il cuscino – le labbra erano rosa, umide, schiuse in un leggero ma profondo respirare, le palpebre erano calate su un paio di occhi che sapeva essere di un bellissimo azzurro cielo, li difendevano anche sopracciglia scure e lunghe eppure così delicate che avrebbe voluto poter sfiorare la loro consistenza con mano se non avesse saputo che così facendo avrebbe interrotto il suo sonno.
C’era del rilassamento impresso in quel viso e scoprì di esserne un profondo estimatore.

Non era la prima mattina che si svegliava per primo, era capitato per caso e altrettanto per caso si era preso alcuni minuti per rimirare il corpo del compagno avvolto dall’incanto di Morfeo.
Lo aveva trovato sublime con le membra stese in una posa rilassata al pari di ogni capolavoro marmoreo di cui l’uomo fosse mai stato testimone; la tensione dei muscoli, la posa degli arti, quei riccioli bruni e ribelli che cadevano sul suo viso con una grazia tale che il dubbio che una forza più alta intervenisse a sistemarglieli lo avrebbe anche colto se non fosse stato così certo del proprio sapere accumulato in una vita di studi.
No, non era merito di esseri superiori o quant’altro – Will era magnifico di suo.
Hannibal voleva essere testimone di quella magnificenza, lo ispirava, lo inebriava al punto che più di una volta si era ritrovato a ritrarlo in quelle pose catturate loscamente al suo sonno.

Fece correre lo sguardo sul collo, sulla linea dell’ampia schiena scendendo poi verso la base di quest’ultima fino alla morbida curva del fondoschiena solo in parte coperto da un lenzuolo che nelle ore notturne era scivolato via come una drappo candido e molle.
Ogni qual volta lo vedeva, ogni qual volta rubava lui questi momenti privati e unici si riscopriva nuovamente nell’interesse che Will Graham generava nella sua persona, qualcosa di tanto profondo da scuotere corpo e mente all’unanimità. Il desiderio di venerarlo con le proprie mani urlava a gran voce nella sua testa mitigato solo da una razionale prudenza.
Attendeva Hannibal, lo faceva sempre.
Aveva atteso Will per anni, lo aveva fatto tra le mura di una – comoda – cella sapendo che prima o poi quella porta si sarebbe aperta per mostrargli l’unica persona al mondo in grado di poter guardare la vita e la morte dalla sue stessa prospettiva.
Attendeva anche adesso e lo faceva avvolto dal pigro silenzio.

Fu quando il Sole sfiorò la sua pelle, illuminando appena il viso e quei capelli che risplendettero di un castano luminoso e intenso, fu allora che un piccolo, impercettibile movimento scosse il corpo di Will; esso fu subito seguito da un muoversi degli occhi prima che, con timidezza, una palpebra si schiudesse seguita poco dopo dalla compagna. L’azzurro intenso incontrò l’oscurità e un assonnato incurvarsi di labbra ruppe la quiete del viso di Will.

« Buongiorno » gli disse e arrivò come un mormorio pastoso e fragile, sincero e quanto mai umano. Hannibal inspirò il suo profumo assieme all’odore marino che entrava con prepotenza dalla finestra, spostò la mancina affinché stringesse fra due dita una ricciolo morbido e gonfio per il mero gusto di imprimere il suo tocco in quel quadro già perfetto e compiuto.
Allora, poi, rispose con un piccolo sorriso ed esso era pregno della sua ammirazione.
Pregno del suo affetto.

« Buongiorno, Will. »





Note :
Entro nel mondo delle fanfiction Hannigram in punta di piedi con questa piccola one shot, mi sono immaginata questo momento della nuova quotidianità tra Will e Hannibal dopo il finale della terza stagione, in una loro ipotetica nuova casa vicino al mare. Scriverò altro sul tema, sperando di poter aggiungere maggiori dettagli e andare oltre il singolo momento che qui ho voluto fotografare. Ringrazio chiunque leggerà o vorrà lasciare una recensione. 

 
  
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