-Invincible-
I said don't do it babe
Said it ain't worth it babe
But you did it anyway
Four or five drinks and you were on your way
Avevo
detto di non farlo tesoro…
Detto che non ne valeva la pena tesoro
Ma tu l’hai fatto comunque
4 o 5 drink ed eri sulla tua strada
-Sicura che non vuoi
che ti accompagni? Non mi dispiace, davvero.
Quante volte te lo
avevo ripetuto quella sera? Tante, troppe…
Forse era proprio
perché insistevo tanto che tu avevi rifiutato…
Non doveva finire in
quel modo. Se me lo avessi permesso avrei impedito ogni cosa.
-No Kiba…
è meglio se
sto da sola per un po’. Ho bisogno di riflettere.
Avevi buttato
giù
l’ultimo bicchiere con un sorso, chiuso gli occhi per un
attimo e poi mi avevi
rivolto lo sguardo più triste e sconsolato che avessi mai
visto.
I tuoi occhi erano
troppo belli per esprimere una tale disperazione.
Avevi preso la tua
giacca stropicciata e la borsa con mani tremanti, appoggiandoti allo
schienale
dello sgabello per non cadere.
Avevo fatto finta di
non vederle.
Che idiota.
-Grazie lo stesso
però,
sei un tesoro…
Mi avevi abbracciato,
inondandomi con il tuo profumo, dopo un sorriso che volevi far passare
per
rassicurante, eri sparita dietro a quella porta, lasciandomi con
l’amaro in
bocca, ancora una volta.
Perché
ho lasciato
perdere? Perché non ti sono corso dietro?
September
1st, 2003
It took the life right out of me
Hung up the phone
And raced out the door
Broken
I tried to believe that it wasn't true
But in my heart I always knew
That being the life of the party would catch up to you
Your family was waiting and crying for three damn hours
1°
settembre 2003
Mi ha portato via la vita
Lasciato lì il telefono
mi sono precipitato fuori dalla porta
a pezzi
ho cercato di credere che non fosse vero
Ma nel mio cuore ho sempre saputo
Che essere sempre l’anima della festa ti si sarebbe ritorto
contro
La tua famiglia stava aspettando e piangendo per tre maledette ore
Quel giorno, quel primo
settembre, quella telefonata ha segnato la mia vita, per sempre.
-Kiba!! Hinata…
lei,
con la macchina… è in ospedale, lei…
lei è gravissima! Un incidente, io… era
troppo veloce… adesso, Hinata…
Tuo cugino era in preda
al panico, parlava in modo confuso.
Eppure mi ci vollero
pochi secondi per capire cosa fosse successo, appena
pronunciò il tuo nome mi
fu tutto chiaro.
Sentii chiaramente la
carne lacerarsi dentro di me e preso da una furia cieca uscii di casa
lasciando
tutto e arrivai in ospedale pochi minuti dopo, temendo di essere
arrivato
troppo tardi.
Urlai chiedendo dove
fossi, spalancando la porta ancora con il casco in testa.
Tutti erano così
tranquilli e composti, mentre tu lottavi contro la morte, che persi
ulteriormente il controllo.
-Ditemi
dov’è!-
sbraitai alla povera ragazza che si trovava all’accettazione.
Un’infermiera mi
indicò
dove andare con un’insopportabile pietà stampata
sul volto.
Non avevo bisogno di
pietà.
Avevo bisogno di
certezze. Dovevo sapere che tu stavi bene.
Non avevo bisogno di
altro.
Eravamo tutti
lì,
seduti su delle scomode poltroncine.
Non riuscivo a stare
seduto nella stessa posizione per più di qualche minuto: era
frustrante saperti
sotto i ferri solo a pochi metri da me, senza poterti raggiungere per
via di
una stupida porta che ci separavi.
Non sapevo cosa fare
lì
fermo, completamente inutile; non riuscivo a pensare a qualcosa che non
fossi
tu; cercavo disperatamente un posto dove andare a sbattere la testa!
Non potevi
lasciarmi in quel modo, così stupido e… non
potevi lasciarmi.
Tu dovevi vivere.
Continuavo a ripetermi
che tutto si sarebbe aggiustato, a cercare di convincermi che anche se
qualcosa
fosse cambiato, sarebbe stato in meglio.
Eppure, c’era
sempre,
incessante e martellante, una voce che mi diceva che era tutto inutile,
che il
tuo destino si era scritto nel momento in cui siamo entrati in quel
bar, quando
tu hai ordinato da bere.
Mi diceva che era solo
questione di tempo, che presto avresti smesso di combattere e ti
saresti
lasciata avvolgere dalle mani invisibili della morte, lasciandomi.
E mi assillava ancora
dicendo che in fondo era solo e unicamente colpa mia, delle mie
esitazioni,
delle mie paure, della mia debolezza. Perché non
l’avevo riaccompagnata, perché
l’avevo abbandonata.
Ho pregato, ho sperato
fino all’ultimo, ma quella speranza, quel sottile filo che
ancora mi teneva
stretto a te, si è spezzato. Eri troppo fragile per fare
tutto da sola e le mie
preghiere non sono bastate per salvarti. Non erano… non
erano state abbastanza.
Il senso di colpa non
faceva che schiacciarmi, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto.
L’ansia. Quasi si
poteva toccarla, in quella squallida sala d’attesa, tanto era
intensa e
presente.
Tuo padre andava su e
giù davanti alla sala operatoria, lanciando occhiate nervose
alla porta. Non
sia avvertiva niente, tranne il ronzare delle macchine e le voci
smorzate dei
medici.
Mormorava che era colpa
sua, che avrebbe dovuto occuparsi te invece di abbandonarti a te
stessa.
-Non anche tu…
non
posso perdere anche te, Hinata…
E tua sorella…
lei mi
guardava terrorizzata, singhiozzando senza controllo.
-Lei starà bene
vero?
Guarirà, lei deve guarire! Non può…
è troppo giovane! Chi mi aiuterà? Solo lei
mi stava vicino nel modo giusto! Chi si prenderà cura di me?
Non voglio, lei
non deve andarsene!
Continuava a riaperlo,
afferrando il mio braccio inerte e scuotendomi, cercando in me
rassicurazioni
che io non potevo darle.
Sperava che potessi
dirle che tu saresti tornata lì con noi, ma il rimorso, il
dolore, continuava a
sussurrarmi piano di non illuderla, perché sarebbe stata
più dura da affrontare
poi.
Mi imponevo di non
ascoltarla, ma il mio cuore era brandelli e sanguinava. Ogni respiro
provocava
un dolore indicibile.
Lui sapeva già
che era
troppo tardi, non sarebbe stato così agonizzante se ci fosse
stata anche la
minima possibilità di salvarti.
Ma non osavo ammetterlo,
soprattutto con me stesso.
Non potevo ammetterlo. Era
come arrendersi ai fatti e io non volevo farlo.
Doveva esserci ancora
una speranza.
Restai zitto,
non dissi
neanche una parola, per tre dannatissime ore.
I
said don't do it babe
Said it ain't worth it babe
But you did it anyway
Four or five drinks and you were on your way
Everything’s cool on the straight away
But you took that turn doing eighty-five in a thirty-five
Why babe?
Avevo
detto di non farlo tesoro
Detto che non ne valeva la pena tesoro
Ma tu l’hai fatto comunque
4 o 5 drink ed eri sulla tua strada
Va tutto bene finchè sei su una strada dritta
Ma hai preso quella svolta a 85 all’ora quando era a 35
Perché
tesoro?
Te lo avevo detto,
ripetuto.
Ti avevo rassicurata,
tranquillizzata e risollevata tante di quelle volte…
Non era così
diverso
quella volta, perché non ti sei fidata di me?
Lo sapevi che ti avrei
accompagnata volentieri, che avrei provato a consolarti in tutti i modi
e pur
di farti dimenticare quella brutta giornata, avrei fatto
l’impossibile.
Era questo che volevi
evitare? Allora non avrei detto una parola tutto il tragitto, ti avrei
lasciato
con i tuoi pensieri, non mi sarei intromesso, se solo tu me lo avessi
chiesto,
sussurato.
Se solo Naruto non
avesse fatto la sua proposta in ginocchio proprio lì,
davanti a te, senza alcun
riguardo per i tuoi sentimenti.
-Sakura, sposami ti prego!
Non lo hai mai avuto il
rispetto per te, era troppo egoista per accorgersi del tuo piccolo
cuore
calpestato e delle tue lacrime versate incessantemente per lui.
Stupido, stupido
stupido.
E Sakura? Tu eri stata
la prima a cui aveva confidato tutta la sua felicità,
distruggendo quel poco di
dignità che avevi cercato di salvare.
-Hinata, Hinata!! Guarda
che bell’anello mi ha
preso il mio futuro marito! Non è stupendo? Pensa tra meno
di due mesi ci
sposeremo! Hinata? Non sei felice per noi?
-Certo che lo sono!
Perché non dovrei? È
una notizia… fantastica.
Troppo buona, come
sempre. E lei lo aveva fatto apposta, sai? Per dimostrare quanto lei
fosse
migliore di te, di come avesse ottenuto qualcosa che tu non potrai mai
avere.
Lei non vale neanche un
centesimo di quanto vali, valevi,
tu.
E se non fossero
entrati proprio nel
locale dove eravamo
noi, gridando al mondo intero il loro amore e del loro fidanzamento,
forse tu
avresti smesso di bere e il futuro sarebbe stato completamente diverso.
-Sta sera pago io per
tutti! Sono l’uomo più
felice del mondo e lei presto diventerà la moglie
dell’uomo più felice del
mondo!
-Io sono già la
donna più felice del mondo!
Facciamo una coppia perfetta, non trovate?
Tu li hai guardati, hai
applaudito insieme agli altri con un sorriso cortese mentre loro si
baciavano
davanti a tutti, ma i tuoi occhi erano avviliti come poche volte.
-Un gin-tonic, per favore.
E così hai
iniziato,
respingendo le mie proteste con un gesto stanco.
Se avessi saputo cosa
sarebbe successo…
Mi sarei inventato
qualcosa, ti avrei recuperato dal baratro dove stavi cadendo, ti avrei
preso in
tempo.
Ma io non ho mai saputo
prevedere il futuro e la vita non sorride a tutti.
Naruto era riuscito a
conquistare la sua bella e il loro si stava trasformando in un lieto
fine a
tutti gli effetti.
Io non avevo fatto in
tempo a dirti quanto ti amavo.
Eri uscita da quella
porta, malferma nei tuoi passi, dopo tutti quei bicchieri buttati
giù come se
fossero acqua, ed eri sparita. Per sempre.
È bastata una
curva,
l’unica curva prima di casa tua e mi hai tolto ogni
possibilità.
Perché
non mi hai
lasciato venire con te, amore mio?
Every time I'm home I pass that road
Driving alone and the street feels cold
Seeing your face yeah it's haunting me
My mind goes crazy tryin' to figure out
Just where you'd be four years from now
And what you were thinking when the lights came down
The doctors were trying to save you for three damn hours
Ogni
volta che sono a casa, supero quella strada
Guidando da solo e la strada sembra fredda
Vedendo il tuo viso, si, non mi lascia in pace
Divento pazzo cercando di immaginare
Dove saresti in questi 4 anni
E a cosa pensavi, quando le luci si sono spente
I medici hanno tentato di salvarti per tre dannate ore
Quasi
tutti i giorni percorro
quella strada sulla mia moto, neanche a farlo apposta: è
come se l’inverno
fosse perenne in quella via.
Lo sento penetrare
lentamente dentro le ossa, una gelida lama che mi toglie il respiro.
E poi il tuo viso, il
tuo bellissimo volto compare davanti ai miei occhi e non riesco a
scacciare
quell’ultimo sorriso sconsolato che mi hai rivolto.
Se ti avessi salvata,
forse sarei riuscito a renderti felice: ti avrei dato tutto me stesso
pur di
farti dimenticare tutte le sofferenze che ti avevano inflitto, ti avrei
tenuta
per mano finchè non fossi stata capace di camminare di nuovo
da sola e… ti
avrei amata alla follia, non ti avrei mai lasciata.
Lo sai che lo avrei
fatto, vero?
Magari avresti cambiato
lavoro, o addirittura città, per lasciarti tutto il passato
alle spalle una
volta per tutte e io ti avrei seguita senza alcuna esitazione, per
aiutarti a
rimetterti in piedi se fossi caduta un’altra volta.
Ti sei resa conto di
quello che ti stava succedendo? O è stato tutto troppo
veloce, troppo sfocato
per capirlo? Io spero solo che tu non abbia patito troppo
allora…
Lo sapevi che sarebbe
successo?
Non dirmi che aspettavi
quel momento… sarebbe l’ennesima pugnalata
inflitta lentamente, per rimarcare
il dolore.
Non posso
dimenticare
il dottore che veniva verso di noi, lanciando i guanti per terra in un
moto di
frustrazione per poi guardarci, amareggiato e addolorato, dopo tre
maledette
ore di speranze infrante.
Who ever said that life was fair
When you live without a care
When you're invincible
When you're invincible
When you're invincible
Who thinks about leaving when you're living
Chi
ha
mai detto che la vita è giusta?
Quando vivi senza una preoccupazione
Quando sei invincibile
Quando sei invincibile
Quando sei invincibile
Chi pensa mai ad andarsene, quando stai vivendo?
Cosa dovrei fare
adesso? Sono passati 4 anni e ancora non riesco a dimenticare.
Ogni volta che passo
davanti a quella lapide bianca, le gambe cedono e non riesco a
rialzarmi.
Non ci riesco.
Tu eri sempre
così
viva, così brillante, così splendente,
così… Hinata.
E io non ho fatto in
tempo.
Te ne sei andata e io
ti ho persa…
Per sempre.
Perché
mi hai fatto
questo amore mio?
Avevo
detto di non farlo tesoro…
Detto che non ne valeva la pena tesoro
Ma tu l’hai fatto comunque
4 o 5 drink ed eri sulla tua strada
Questa
è la prima fiction pubblicata dalle Baka Rangers.
Mi
rendo conto che non è un’inizio molto allegro, ma
è arrivata così, da sola.
Questa
canzone è vecchia e neanche troppo famosa, ma se avete
bisogno di deprimervi,
può fare al caso vostro.
L’idea
è stata tutta mia, Yellow_B, quindi fan delle KibaHina
è con me che dovete
prendervela (Hikura infatti mi ha guardata scovolta quando le ho detto
chi
avevo scelto per questa song-fic).
Questo
è il mio pairing preferito in assoluto, anche se non sembra,
e ho pensato che fosse
perfetto fin dal primo mento in cui l’ho preso in
considerazione.
Ma
il giudizio finale lo lascio a voi, anzi spetta a voi di diritto.
Grazie
a chi deciderà di recensire o di mettere questa song-fic tra
i preferiti, o semplicemente di leggerla.
E
grazie a Hikura, senza la quale niente di tutto questo sarebbe stato
possibile.
Yellow_B