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Autore: Kamala_Jackson    12/07/2016    3 recensioni
Un piccolo viaggio nei pensieri di Pervinca mentre si trova alla Rocca, ben lontana dalla sua famiglia e dai suoi amici, schiava dei suoi pensieri e dei dubbi che le attanagliano la mente.
Dal testo:
"Li aveva traditi. Forse era più evidente a lei che ai suoi cari. Non sapeva se sarebbe sopravvissuta, se il suo piano avrebbe funzionato, se dopo ci sarebbe stato ancora qualcuno a volerle bene, ad attendere il suo ritorno.
Eppure questo non aveva cambiato la sua decisione, il giorno in cui era scappata di nuovo dal villaggio.
“Roseto tradì…”
La voce di sua zia echeggiò nella sua testa, facendole stringere le labbra e trasformando il suo viso in una maschera amara.
È quello che ho fatto anch’io."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pervinca Periwinkle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Won’t Close My Eyes

 
 
Il rumore della pioggia che batteva sulle foglie secche la cullava in quella notte che stava volgendo a termine.
All’orizzonte delle pallide nuvole scivolavano sul mare, e ben nascosto tra tuoni e gocce d’acqua, il primo raggio di luce di quel mattino nasceva lentamente, biancastro come solo un fantasma può essere.
Un rombo più forte fece ridestare Pervinca dai suoi pensieri. Accoccolata su uno degli alti torrioni della Rocca, lontana dagli sguardi indiscreti e terribili dei servi del Nemico, osservava la luna sparire lentamente.
La pioggia le bagnava il volto candido, eppure gli occhi verdi erano impassibilmente puntati sulla sottile linea che separava il mare dal cielo.
Un lupo ululò da qualche parte nel bosco, e un istintivo brivido le percorse il corpo esile – non seppe dire se fosse causato dal richiamo dell’animale o dal freddo umido che le intorpidiva le ossa.
Sotto la mantella nera e zuppa d’acqua, le sottili dita della giovane sfiorarono la copertina del Libro Antico.
I polpastrelli lattei danzarono sul cuoio eroso dal tempo, seguendo i caratteri già tracciati e in rilievo, freddi al contatto con la pelle.
Quel libro era stato la chiave di tutto, e Vì lo considerava il suo unico alleato vero e proprio in quella orrenda guerra.
Sapeva che i cittadini di Fairy Oak non si sarebbero arresi, ce la sua adorata sorella avrebbe continuato a credere in lei, nonostante tutto. Nonostante quello.
Qualcosa si ruppe dentro Pervinca a quel pensiero, e una sola, minuscola lacrima abbandonò i suoi occhi, mischiandosi con la pioggia che carezzava i corti capelli color cannella della giovane Strega del Buio.
Li aveva traditi. Forse era più evidente a lei che ai suoi cari. Non sapeva se sarebbe sopravvissuta, se il suo piano avrebbe funzionato, se dopo ci sarebbe stato ancora qualcuno a volerle bene, ad attendere il suo ritorno.
Eppure questo non aveva cambiato la sua decisione, il giorno in cui era scappata di nuovo dal villaggio.
“Roseto tradì…”
La voce di sua zia echeggiò nella sua testa, facendole stringere le labbra e trasformando il suo viso in una maschera amara.
È quello che ho fatto anch’io. Spero mi perdonerai. Spero capirai.
Le dita si mossero veloci, andando a stringere la collana che portava al collo. Il delicato anello che Grisam le aveva regalato giaceva lì, tra le sue mani, e spesso pesava più che mai. Ogni volta che Pervinca pensava al ragazzo che le aveva stregato il cuore, era come se un macigno le crollasse sullo stomaco, soffocandola e dandole la nausea. Si sentiva così sporca in quel luogo, circondata da quegli orrori. Li sognava la notte, sognava come i loro artigli squarciavano il petto dei suoi cari, degli abitanti che l’avevano vista crescere. Sognava che distruggevano le case, che avvelenavano gli alberi, che radevano al suolo il suo caro villaggio.
Sognava lo sguardo distrutto che sua sorella le indirizzava, quello sconvolto e ferito di Grisam
Scusatemi, urlava allora, ma la sua voce spariva nel vuoto, senza arrivare alle loro orecchie, volevo aiutare, volevo salvarvi!
Ma nessuno l’ascoltava, nessuno la guardava più, nessuno la amava come prima.
E Pervinca si svegliava urlando, l’anellino bollente sul suo petto, la gola arsa come il deserto e gli occhi pieni di lacrime mal trattenute.
Aveva così tanta paura, lei, eppure non poteva neanche permetterselo.
Da quando una bambina di dieci anni non può avere paura? Da quando è costretta a subire questo?
Si chiedeva, tremante.
La guerra.
Si rispondeva da sola, tornando alla sua corazza di acciaio, tornando a non chiudere gli occhi per il resto della notte, osservando, ascoltando, pensando.
Non poteva lasciare che le sue paure le impedissero di combattere. Cercava di respingerle, di annientarle, ma come piante velenose quelle avevano messo radici nel suo essere, estirpando spesso e volentieri la sua solita spavalderia.
Oh, Vì odiava sentirsi così debole, così fragile. Era come se ogni mattina dovesse trascinarsi il suo corpo terrorizzato sulle spalle, e lo sentiva pesare sempre di più.
Sempre di più.
Sempre di più.
Eppure pensava a sua sorella, ai suoi genitori, a Felì, al suo Grim, e resisteva. E combatteva. E non cadeva.
La pioggia cessò lentamente, lasciando spazio ad una  nebbia densa che invase la Valle di Verdepiano.
Pervinca si alzò, e alcune gocce caddero dalla sua mantella, nera e strappata in più punti. Lanciò un ultimo sguardo verso l’orizzonte, strinse il Libro Antico nelle mani, e i suoi pensieri svanirono, velocemente come erano iniziati.
Si voltò, lasciandosi avvolgere dall’ombra oscura che governava l’interno della Rocca di Arrochar, sparendo nelle sue profondità.
Più ad Est, il sole sorse, risvegliando Fairy Oak dal torpore della notte.

 
"And I will stay up through the night
Let's be clear, won't close my eyes
I know that I can survive
I'll walk through fire to save my life"
- Elastic Heart, Sia

 
 
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Kamala's Corner

Bao, gente, sono tornata! Questa... cosa è spuntata fuori da non so dove, mentre ero intenta a fare tutt'altro. E così, quando la scrittura chiama, Superman la sottoscritta risponde.
Ho sempre desiderato scrivere qualcosa su Pervinca, ma ogni volta quello che usciva - se usciva - mi sembrava una cacca, quindi ho sempre rinunciato e bon.
E invece, eccomi qui, today. Non so sinceramente che pensare, quindi lascio a voi il guidizio.
A presto,
Kam.


 
   
 
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