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Autore: Jas18    12/07/2016    4 recensioni
I medici del Seattle Grace DemiGods Hospital si stanno preparando per partecipare al 170° compleanno dell'ospedale e a divertirsi, ballare o chiacchierare. Qualcuno non rimarrà indifferente alla new entry di Chirurgia e ci sarà un annuncio importante da parte di qualcun altro.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: April Kepner, Arizona Robbins, Mark Sloan, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Questa breve storia è AU, ciò significa che i personaggi che troverete appartengono al mondo di Grey's Anatomy ma alcuni elementi sono ispirati alla saga fantasy dello scrittore Rick Riordan 'Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo'. Questa raccolta di libri è basata principalmente sulla mitologia greca e non spaventatevi se si accennerà a semidei, divinità o mostri. In particolar modo nella lettura troverete con più frequenza l'utilizzo della parola semidio o mezzosangue (figlio di una divinità ed un umano) ma nulla che, chi non conosce questo mondo, non possa comprendere.
Non mi dilungo oltre, buona lettura.






Era appena passata l'ora di pranzo al Seattle Grace DemiGods Hostital e sembrava fosse una giornata tranquilla per i normali standard della struttura medica. Qualche braccio rotto, vari interventi di routine programmati, ma ancora nessuna maxi emergenza.
Proprio grazie a questa quiete molti dei chirurghi di turno erano in mensa e avevano appena terminato di godersi il pasto, consumato tra le chiacchiere, in piccoli gruppi.
Il pettegolezzo era un'abitudine per l'ospedale e l'ultima novità era il presunto ritrovamento del computer di Dedalo con tutti i dati, le mappe, i passaggi segreti e le trappole del suo labirinto sotterraneo.

Jackson Avery, figlio di Efesto, dio del fuoco e della tecnologia, se ne occupava quando non era impegnato in ospedale. Lo aveva confidato a Mark Sloan, suo superiore ma grande amico e in qualche modo la notizia aveva fatto il giro dei vari reparti ed era arrivata, veloce come un treno, alle orecchie di April. Questa era figlia di Artemide e seppure non poteva donarsi fisicamente a nessuno fino ai 30 anni - età che le giovani discendenti e discepole della dea della caccia dovevano raggiungere vergini - provava un affetto incondizionato per il giovane e bel chirurgo estetico, il quale probabilmente sarebbe partito in missione esplorativa per le buie e pericolose gallerie, prendendosi qualche settimana di pausa dalla sua occupazione di medico.

Difatti la rossa si preoccupava spesso per lui e in questo caso si stava letteralmente arrovellando per saperne di più da qualcuno. Non contenta delle poche indiscrezioni racimolate aveva deciso, dopo una breve battaglia interiore, di chiedere al diretto interessato, cercando di non dare troppo nell'occhio.

Si era diretta al tabellone delle operazioni per essere sicura che non fosse impegnato in sala operatoria, ma l'incontro era stato anticipato di parecchio. Lui era lì, piantato su due piedi a scambiare qualche consiglio con il suo mentore, in una posa quasi statuaria che però riusciva a rendere naturale. April non avrebbe mai capito il perchè di tanta perfezione.

Per alcuni secondi che parvero minuti rimase a qualche metro di distanza, imbambolata a contemplarlo e a perdersi nei suoi pensieri finché la sua migliore amica Arizona non la risvegliò da quel momentaneo stato di trance. Le si parò davanti con un'espressione in viso che era tutto un programma.

'April, che diavolo stai facendo nel bel mezzo del corridoio a fissare in direzione di Jackson?'
'Ehm cosa?' rispose sovrappensiero la rossa.
'Beccata!'

'Ma no, è solo che...'
'Lo so, ho sentito quello che si dice, so cosa ti passa per la testa'  la tranquillizzò l'amica.
'Già, dovrei rimanere a guardare ma...' 

'...Ma tieni troppo a lui, so anche questo. Senti, vai a parlargli, non stai infrangendo nessuna regola, così ti assicuri che sia quantomeno prudente' le suggerì il chirurgo pediatrico.

'Parli facile te, non riesco ad affilare due parole davanti a quegli occhi e so già che farei un disastro!'
'Okay aspetta, ho un'idea' disse esultante la bionda. 'Lo sai che non uso mai il mio cappellino degli Yankees per cose non di vitale importanza ma questa volta farò uno strappo alla regola se ce ne sarà bisogno'.

Piena di entusiasmo la traumatologa iniziò 'Oddio grazie Arizona, graz...'
'Frena l'entusiasmo, facciamo un accordo. Io userò il berretto dell'invisibilità e tu in cambio mi darai qualche informazione in più sulla bella mora arrivata da poco qui, mi piacerebbe almeno conoscere il suo nome. Ci stai?' concluse.

'Ti piace la mora? E quando credevi di dirmelo? E poi...'
'April shh, abbassa la voce! E non cambiare discorso, siamo d'accordo?'
'Affare fatto!'

Le due si scambiarono soddisfatte una stretta di mano e si allontanarono chiacchierando.

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In pronto soccorso era appena arrivato un piccolo semidio che, avventuratosi nei boschi con un paio di amici, si era ritrovato faccia a faccia con un minotauro non molto cordiale, che aveva avuto la meglio e lo aveva scaraventato a terra più volte riducendolo parecchio male.
Il giovane era stato fortunato perchè scappando dal mostro si era diretto involontariamente verso il campo mezzosangue*1, aveva ricevuto i primi soccorsi ed era stato subito trasferito al vicino  SGDGH.

I figli semiumani delle divinità dell'Olimpo, a partire dai 10/11 anni fino al raggiungimento dei 21, venivano mandati in questi campi per essere addestrati a combattere i mostri e allo stesso tempo venivano protetti. Raggiunta poi la maggiore età potevano decidere di andar via e prendere la propria strada poichè spariva la traccia*2 e non erano più in continuo pericolo di attacchi.

Alex si era precipitato, seguito da due specializzandi, sull'emergenza e dopo una veloce occhiata alle condizioni e ai traumi multipli del piccolo paziente era già pronto a correre in sala per l'intervento.
Jo e Andrew, gli specializzandi di turno in pediatria, avevano preparato il malcapitato e poi erano passati al lavaggio per poter assistere.

Alex Karev, lo strutturato di pediatria discendente del burbero dio della guerra Ares, scherzava e tranquillizzava sempre i 'piccoli umani', come li chiamava il suo capo, ma non aveva mai modi altrettanto carini per i suoi colleghi.
Nessuno sembrava poter rompere quella corazza di ghiaccio che aveva creato attorno a sè ma, all'insaputa di tutti forse anche di se stesso, la giovane e promettente Josephine Wilson erede di Ermes aveva compiuto un miracolo: era riuscita a catturare l'attenzione del dottor Lucifero, così lo chiamavano, e a far uscire pian piano la bontà e la tenerezza che per troppo tempo erano rimaste sepolte dentro di lui.

L'ntervento aveva avuto delle difficoltà iniziali, il giovane ragazzo era stato stabilizzato e solo dopo l'equipe aveva potuto procedere con l'operazione, la quale aveva avuto esito positivo.
In sala c'era stato silenzio per la maggior parte del tempo, i due però non si erano fatti mancare sguardi timidi. Negli ultimi tempi si erano avvicinati molto. C'era un tipo di interesse che  andava oltre il semplice affiatamento, entrambi però non avevano avuto il coraggio di affrontare l'argomento.

A breve ci sarebbe stato il party annuale per festeggiare l'anniversario dell'ospedale e al quale tutti i dipendenti erano stati invitati. Ognuno poteva portare un accompagnatore o accompagnatrice, ci si divertiva sempre come matti tra cibo, musica, balli e chiacchiere. Il tutto all'insegna dell'alcol per coloro che non erano di turno nelle ore successive.

Andrew si era lavato ed in tutta fretta era corso via per un caffè, così Alex e Jo erano rimasti soli a completare la detersione post-operatoria.

Per rompere quel silenzio imbarazzante Alex aveva iniziato 'Ehi, hai sentito che alla festa annuale utilizzeranno anche il fuoco greco per illuminare e decorare il locale?'

'Wow davvero? Allora Stephanie aveva ragione! Sono curiosa di partecipare, negli ultimi due anni sono stata impegnata con post-operatori e interventi dell'ultimo minuto e non ho potuto vedere quanto ci si diverte! Ne parlavano in molti nei giorni scorsi per i corridoi ed erano tutti entusiasti!' disse interessata la ragazza.

'Beh hai sentito bene! Anche il più timido si farebbe trascinare in pista o coinvolgere nelle chiacchiere.'

'Ottimo, non resta che trovare un bel cavaliere allora!' aggiunse maliziosa.
'Già! Tu quindi non sai con chi andarci?'

'Ti ricordo che sono figlia di Ermes, protettore dei ladri, sono molti quelli che preferiscono non avere a che fare con me!'

'Ah non dirlo a me! Anche Ares ha la cattiva nominata che lo precede. Di solito vado con Arizona ma puntualmene mi abbandona per qualche bella ragazza e poi mi tocca badare a Cristina perchè ogni volta esagera con i drink' disse sconsolato il giovane strutturato.

'Beh allora per quest'anno tieniti libero perchè ci andremo insieme.' La mora gli fece l'occhiolino e se ne andò senza neanche permettergli di replicare, lasciandolo con un sorriso enigmatico sulla faccia.

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Alcuni chirurghi si erano riuniti, durante la pausa, in caffetteria con un cartone di caffè, cappuccino  o nettare tra le mani, tutti intenti a discutere allegramente dell'evento del fine settimana, il 'compleanno' del SGDGH.

April, Arizona, Meredith e Lexie stavano chiacchierando di vestiti e compagni per la serata, Cristina seppur presente fisicamente era assorta in una rivista medica da brava erede del dio protettore della medicina, in più non avrebbe potuto partecipare alla serata a causa del lavoro.

Jackson, Owen e Derek poco più lontani invece stavano discutendo dell'ultmo modello di automobile e a loro si era appena aggiunto Mark, con il suo solito ghigno stampato in faccia.

La rossa, discendente di Artemide però aveva notato il nuovo arrivato nel gruppo e tramite Lexie, fidanzata di Mark, aveva scoperto per caso che l'uomo era uno degli amici più cari della new entry di chirurgia e così si era avvicinata a lui.

'Ehi Mark, come va?' esordì la traumatologa.
'Ehi April, mmm...bene grazie. C'è qualcosa che posso fare per te?' chiese dubbioso McSteamy.

'In realtà sì, come si chiama la tua amica appena arrivata al Seattle Grace?'
'Ah parli di Callie! Vai direttamente al sodo!' disse ridendo.
April entusiasta rispose 'Sì, proprio lei! Mmm sai dirmi in che reparto si trova?'

'Aspetta, frena! Da quando ti piacciono le donne? Non avevi delle regole puritane da seguire fino ai 30 anni o vale solo con gli uomini questa cosa?' chiese confuso ma curioso.

'Mark! Sei sempre il solito! Non è per me, devo un favore ad Arizona .'
Luminoso in volto replicò 'Ah bene! Callie sarà felice di saperlo!'

'No, non devi dire nulla a lei, Arizona mi ucciderebbe! E poi cosa intendi?'
'No, no niente! Tranquilla non aprirò bocca allora! Ortopedia, ora è di turno e questa sera sarà al bar da Joe.'

La donna lo aveva ringraziato, stava per andar via ma Mark richiamò la sua attenzione e con un occhiolino aggiunse 'Io non ti ho detto niente!'.

Quando la conversazione tra Mark ed April fu conclusa Jackson si riavvicinò al suo superiore cercando di capire di cosa i due avessero parlato. Alla 'plastic posse', come si facevano chiamare i chirurghi plastici, si aggiunsero però anche Meredith e Derek per finire di organizzare i dettagli della festa imminente, e con loro anche Arizona. Così Jackson abbandonò il suo presupposto un po' sconsolato.

Mark decise di non dir nulla alla pediatra della conversazione con la migliore amica di lei ma vedendo Avery pensieroso in viso non potè fare a meno di nominare la rossa.

'Ehi amico che hai? Mi sembri un tantino assorto, non starai pensando alla Kepner?' buttò lì bisbigliando Mark.

Jackson lo trascinò poco lontano, preoccupato e tutto d'un fiato rispose 'No! Cioè si! E' che in realtà riflettevo se invitarla o no a venire con me all'evento di sabato sera. Ha mille regole da rispettare e non vorrei essere io quello che la spingerà ad infrangerle.'

'Pensi di poterla aspettare ancora per un po' finchè non compirà i 30 anni e sarà libera?' chiese Mark.

'Sì certo che posso!' Ribattè deciso ed indubbiamente attratto da April il figlio di Efesto.
'Bene allora cosa ci fai qui, corri da lei e chiedile di accompagnarti alla festa! Il resto verrà da sè'

'Grazie mille, sei il migliore!'
'Oh, puoi dirlo forte!' rispose soddisfatto McSteamy.

Dopo che anche il figlio di Efesto aveva lasciato la caffetteria era il turno di Arizona di usare un po' di strategia militare ereditata da sua madre per ottenere qualche informazione riguardo la 'questione Dedalo' e regalare una piacevole sorpresa alla sua migliore amica dopo le poche parole origliate dal bell'Avery. Tutte le sue domande potevano trovare le loro risposte in una sola persona - e senza l'impiego di trucchetti come il cappellino invisibile- : Mark Sloan.

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Concluso il suo lunghissimo turno Arizona aveva ricevuto un SMS dalla sua migliore amica che la pregava di incontrarsi con lei all'ormai famigliare bar da Joe, situato a pochi passi dall'ospedale, perchè doveva comunicarle "novità grandiose" per l'imminente festa.

Quello che il capo di Pediatria non sapeva era che la Kepner aiutata da Mark, oltre alle news, aveva architettato tutto per farle incontrare Callie, il nuovo ortopedico... all'insaputa di entrambe le interessate.

Arizona non ci pensò su neanche un attimo e radiosa accettò poichè anche lei aveva buone notizie per April.

Si diedero appuntamento alle 22:30 e puntuali si salutarono fuori dal locale. Dopo poche chiacchiere sulla giornata lavorativa trascorsa decisero di entrare e furbamente April si accomodò ad un tavolino ben in vista per tenere con facilità d'occhio tutti i clienti di quella sera.

Subito dopo aver ordinato la rossa comunicò entusiasta alla sua amica e collega che sarebbe andata alla festa con Jackson.
L'altra rimase sorpresa, credeva che sarebbe stata lei a riportarle il breve scambio di battute tra Sloan ed Avery ma a quanto pareva il ragazzo era stato più veloce dei pettegolezzi.

Le due si erano lanciate nei racconti quando April vide Callie, Lexie e Mark entrare. Quest'ultimo la notò e le fece un occhiolino di intesa.

'Ehi Arizona, guarda sono arrivati Mark e Lexie e con loro c'è anche Callie!'
La bionda si girò a guardare e si accorse che April stava parlando della mora che da qualche giorno aveva occupato buona parte dei suoi pensieri e iniziò ad iperventilare.

L'amica osservò la reazione dell'altra e aggiunse con cautela 'Che ne dici se ci uniamo a loro?'
La pediatra presa alla sprovvista rispose incerta 'Ma no li disturbiamo! E in più mi stavi raccontando di te e Jackson e... oddio se non le interessano le donne? Sai che figuraccia! Poi dovrei incontrarla comunque in ospedale!'

L'altra decise che non avrebbe affatto lasciato che Arizona perdesse questa occasione e la trascinò sicura dal trio 'Guarda che coincidenza! Anche voi qui?'

Mark veloce prese la parola 'Ehi Kepner, Robbins! Perchè non vi unite a noi?!' così dicendo lanciò un sorriso incoraggiante all'ortopedico di fronte a lui che non perse tempo e si fece coraggio tendendo una mano verso le due donne.

'Piacere, io sono Callie Torres, il nuovo chirurgo ortopedico e voi dovete essere April e Arizona giusto?'

'Sì piacere April Kepner, traumatologia' rispose allegra e l'altra un po' imbarazzata ma sorridente 'Arizona Robbins, pediatria. Ed il piacere è tutto mio!'

La bella mora, figlia di Apollo con uno scintillio negli occhi aggiunse. 'Arizona, Mark mi ha parlato molto... molto bene di te!'
La bionda si colorò in viso e rispose 'Ah davvero? Ne sono lusingata!'

Callie di tutta risposta, abituata a seguire il cuore piuttosto che la ragione le disse 'Io invece sarei lusingata di poterti offrire qualcosa, ti andrebbe?'
Raggiante della proposta Arizona non se lo fece ripetere due volte 'Sarebbe un piacere'.

Appena le due donne si allontanarono verso il bancone April e Mark si guardarono, scoppiarono a ridere e si batterono il cinque sotto lo sguardo un po' confuso di Lexie.

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Al party in ospedale mancavano ormai meno di 24 ore ed i preparativi erano quasi tutti conclusi.
Quest'anno ad essere di turno toccava a Cristina che non avrebbe potuto scolarsi tutto l'alcol, a Shane Ross che avrebbe sostituito Lexie sotto richiesta diretta del capo di chirurgia, nonostante la ragazza non sapesse nulla di questo scambio, ad Owen, Amelia, Teddy e a Andrew.

Tutti coloro che avrebbero dovuto partecipare avevano già ritirato abiti da sera o smoking per il grande evento, mancavano solo gli oggetti che erano stati presi per i partecipanti, come ricordo della serata e che sarebbero arrivati nel primo pomeriggio. Ma chirurgia generale, questa volta era toccato a quel reparto organizzare il tutto, aveva fatto un gran bel lavoro.

I tavoli per cibo e bevande erano già stati allestiti, non c'erano stati problemi con il catering, il gruppo musicale e il dj, nè con coloro che si erano occupati delle decorazioni, del fuoco greco e delle luci. Si prospettava una gran bella festa.

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I festeggiamenti non erano ancora entrati nel vivo ma la sala era già affollata di specializzandi, chirurghi ed infermieri che per qualche ora potevano dimenticare gli impegni del proprio lavoro e divertirsi, ballare e mangiare in compagnia.

Meredith si stava occupando di controllare che tutto filasse liscio mentre Derek, che aveva dato una mano nell'organizzazione, tentava di farla rallentare per godersi il party.

Vicino ai tavoli dei drink c'erano Jo ed Alex, intenti a chiacchierare su argomenti futili come i bracciali luminosi - item scelto come ricordo per il 170° anniversario dell'ospedale - i quali  erano stati consegnati all'ingresso da Miranda Bailey e che erano differenti per colore e simbolo a seconda del genitore divino.

Alla ragazza, figlia di Ermes, ne era stato assegnato uno giallo pastello con dei sandali alati stilizzati, mentre al dottor Lucifero uno rosso fuoco raffigurante due spade incrociate che ricordavano la guerra, priorità di Ares.

Le prime canzoni iniziavano già a risuonare nell'ambiente così Alex decise di prendere coraggio.
'Jo... che ne pensi di scendere in pista a ballare un po'?' Le propose tendendole la mano.

La ragazza rimase qualche attimo stupìta e controbattè  'Non avrei mai immaginato che un figlio di Ares potesse avere dei modi carini' e gli sorrise.

Tra i due c'era sempre stato feeling perciò anche se questa frase poteva essere interpretata negativamente il chirurgo pediatrico le sorrise a sua volta e buttò fuori l'aria che aveva trattenuto per quei brevi ma intensi attimi di inquietudine.

'Lo prendo come un sì, andiamo a far vedere come ci si diverte!' la prese delicatamente per mano e si mischiarono alla folla.


Poco distanti invece c'erano April e Jackson che finalmente stavano affrontando la 'questione Dedalo'.
La traumatologa, sempre molto curiosa, aveva fatto al suo accompagnatore mille domande a cui però erano state date risposte di buon grado.

Sorprendentemente nei pochi giorni successivi all'invito per la serata il rapporto tra i due giovani medici era esploso potente e colorato come i fuochi d'artificio del 4 luglio, pur mantenendo il rispetto reciproco e senza oltrepassare dei limiti stabiliti silenziosamente che allo stesso tempo con semplicità si sarebbero potuti abbattere.

Nonostante questo c'era stato un avvicendamento. Di comune accordo e con molto entusiasmo avevano deciso che sarebbero partiti insieme alla volta del Labirinto, armati di computer dell'architetto greco, coraggio e spirito di avventura, per qualche settimana.
Quella sarebbe stata un'occasione d'oro per conoscersi meglio e per condividere momenti che nessuno dei due avrebbe dimenticato tanto facilmente.

April era elettrizzata e non vedeva l'ora di comunicare la bella notizia alla sua migliore amica. Per la tanta felicità non avrebbe potuto aspettare neanche un secondo in più perciò iniziò a vagare per la sala con lo sguardo in cerca di Arizona.
Non fece in tempo a pensare 'ma dove sarà finita!?' che la trovò.

Era in piedi, luminosa come non l'aveva mai vista, in un vestito rosso scuro che la fasciava nei punti giusti e che esaltava la sua figura non troppo alta ma estremamente aggraziata e al fianco di una bellissima donna dai tratti latini.

La rossa stentò quasi a riconoscere Callie ma sorrise a trentadue denti. Insieme le due donne sembravano brillare, ricordavano le muse di un dipinto di Raffaello.

Si erano incontrate per la prima volta pochi giorni prima ma al giovane chirurgo, osservandole, sembrava si conoscessero da sempre. Decise perciò di non avvicinarsi, la  sua novità poteva attendere l'indomani mattina.


Callie ed Arizona erano prese dalla conversazione. Si erano trovate a proprio agio l'una con l'altra dal primo istante tanto che si erano accordate per un drink da Joe dopo la fine del turno nei giorni precedenti al grande evento.

Si stavano conoscendo e raccontando qualche aneddoto di quando da non ancora adolescenti avevano per la prima volta messo piede nel Campo mezzosangue.
La Torres fino ai 21 anni aveva vissuto in quello messicano, per poi intraprendere gli studi di medicina nel confine americano, mentre l'altra in quello di Baltimora, nel Maryland e poi anche lei si era trasferita.

Callie durante la seconda serata da Joe aveva deciso di esporsi nuovamente ed invitarla ad andare insieme alla festa, con la scusa di essere una delle poche che già conosceva e subito la Robbins aveva accettato; perciò toccava a quest'ultima fare un passo nella giusta direzione.

Si avvicinò all'orecchio del chirurgo ortopedico e quasi urlando le chiese 'Qui c'è la musica alta, non riesco più a sentirti e fa un caldo tremendo. Che ne dici di andare sul terrazzo a prendere un po' d'aria?'

Callie fu felice di accontentarla e vicine tra loro uscirono fuori.
Entrambe si appoggiarono al parapetto in marmo, rivolte l'una di fronte all'altra.

'Ora va meglio' disse la bionda.
L'altra la guardò negli occhi per qualche istante e aggiunse 'Decisamente meglio'.

Senza accorgersene si erano avvicinate, tra i loro corpi c'era qualche centrimetro.  Lentamente la bionda poggiò la sua mano destra sul braccio dell'altra per valutare la reazione; voleva di più ma doveva fare i conti con un possibile rifiuto.
Fare una follia o lasciar prevalere quel minimo di razionalità che le era rimasta, con molta fatica, di fronte a quegli occhi scuri e penetranti?

Il cuore ebbe la meglio in quella guerra. Piano iniziò ad eliminare la distanza tra le loro labbra. Callie capì le intenzioni dell'altra e anche lei si avvicinò impercettibilmente.

Erano a meno di un palmo quando Mark corse fuori, un po' accaldato in volto cercando l'ortopedico.

'Callie?...' Si accorse della situazione e con la sua solita faccia di bronzo aggiunse. 'E' il momento, ho bisogno di te per quella cosa.'  Poi con spudoratezza disse 'Non ho interrotto niente spero!' 

La mora un po' stizzita, con fare ironico rispose. 'No Mark. Tempismo perfetto!'

'Robbins te la riporto subito!' così dicendo le rivolse un occhiolino compiaciuto.
La pediatra con un leggero sorriso annuì imbarazzata.


Quando furono abbastanza lontani Callie prese parola 'Cavolo Mark non potevi aspettare giusto un minuto?!'
'Scusami, non ti ho più vista in giro per la sala e sono andato nel panico, sono agitato.' cercò di giustificarsi il biondo.
'Va bene per questa volta sei perdonato solo perchè si tratta di qualcosa di importante, la prossima volta non la filerai liscia' disse imbronciata ma con un'espressione buffa.

La donna aprì la sua borsetta da sera e ne tirò fuori una scatolina blu scuro.
'Ecco. Mi raccomando nervi saldi, andrà benissimo' Radiosa gli porse il piccolo oggetto.

'Grazie di averlo tenuto al sicuro per me. Sei la miglior testimone che si possa desiderare' Così dicendo la abbracciò forte. Stava per rientrare quando aggiunse 'Torres! Faccio il tifo per voi'
La latina gli rivolse un sorriso e lui subito corse dentro.

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La Bailey era sul palco dove, fino a poco prima, la band e il dj stavano intrattenendo gli invitati. In qualità di Capo di Chirurgia aveva tenuto un discorso per ringraziare tutto lo staff medico per il lavoro che, ogni giorno e senza sosta, veniva svolto nell'ospedale ed aveva conluso dicendo 'Prima di ridare spazio alla musica vorrei lasciare un attimo la parola al nostro collega Mark Sloan che ha un annuncio importante da fare. Buona serata e buon divertimento a tutti'. Ed ammiccò sorridendo in direzione della piccola Grey.

Mark era al centro della sala con al fianco una Lexie totalmente disorientata.
Tutti quelli che erano attorno a loro si scostarono di un paio di metri, lui fece un cenno verso la band che attaccò a suonare una delle canzoni che l'uomo aveva dedicato alla sua ragazza diversi anni prima .

[ "Come up to meet you, tell you I'm sorry,
You don't know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart.
Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, let's go back to the start." ]*3


Su queste note lui guardò negli occhi la donna per cui avrebbe fatto qualunque cosa, le si inginocchiò di fronte e senza perdere altro tempo iniziò 'Una volta dissi ad un mio amico che se si ama qualcuno bisogna dirglielo, anche se si ha paura che non sia la cosa giusta, anche se creerà problemi e potrà cambiare la tua vita. Bisogna dirlo e farlo con forza. Io vorrei potertelo dire ogni giorno per il resto della vita perchè dal momento che ti ho conosciuta non ho più saputo fare a meno del tuo sorriso, dei tuoi occhi e di ogni altra cosa di te. Anche se poteva essere la cosa più sbagliata da fare ti sei fatta amare da subito, prepotentemente, quindi Alexandra Caroline Grey, vorresti farmi l'onore di diventare mia moglie?'  Tirò fuori dalla tasca interna della giacca la scatoletta contenente l'anello e l'aprì.

Lexie scoppiò in lacrime di gioia, letteralmente colta alla sprovvista. Dopo qualche secondo di silenzio annullò la poca distanza correndo tra le braccia di Mark e gli sussurò tra i singhiozzi 'Assolutamente sì'. Sorrise e lo baciò sulle labbra.
Dopo essersi allontanati tra loro Mark prese con delicatezza la mano sinistra di lei e tremante le fece scivolare il piccolo e luminoso solitario sull'anulare.

La folla scoppiò in un boato di approvazione e applaudì contenta per i due ragazzi. La sorpresa organizzata nei dettagli, con l'aiuto di molti amici, era riuscita alla perfezione.

Mark era visibilmente emozionato, dopo il sì di Lexie non riusciva a smettere di sorridere. Era parecchio commosso e con una mano stretta in quella della sua donna ringraziarono insieme tutti coloro che si erano avvicinati per gli auguri.

La festa riprese, ci furono parecchie risate, tanti balli, molte chiacchiere e il gruppo musicale si rivelò un successone poichè furono arrangiate numerose  canzoni famose appartenenti a generi differenti così che tutti i gusti potessero essere accontentati.

Soltanto un cercapersone suonò quella notte, un altro piccolo semidio sfortunato fece accorrere Alex in ospedale, il quale venne seguito senza esitazione da Jo.
Per il resto della serata filò tutto perfettamente, il gala si concluse con un numero quasi surreale, per i membri del Seattle Grace, di note ed avvicendamenti positivi.






Il matrimonio si sarebbe celebrato a distanza di cinque mesi, la maggior parte del personale medico del reparto di Chirurgia avrebbe partecipato. Callie, accompagnata dall'ormai ragazza Arizona, sarebbe stata la testimone di nozze di Mark mentre Meredith affiancata da Derek quella di Lexie.

Jackson ed April sarebbero tornati appena in tempo dopo il periodo prolungato nei cunicoli del Labirinto situato nel sottosuolo americano ed Alex avrebbe finalmente trovato il coraggio di rivelare i suoi sentimenti a Jo.










*1 Campo mezzosangue= Luogo immaginario in cui si tengono campi annuali dove i figli di dei greci e mortali, chiamati anche 'mezzosangue' vengono addestrati a poter combattere i mostri. (luoghi tratti dalla saga di Rick Riordan 'Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo')
*2 Traccia= Intesa come rintracciabilità del semidio da qualunque creatura appartenente al mondo magico di Percy Jackson.
*3 La canzone, per chi volesse ascoltarla, è 'The Scientist' dei Coldplay.








Angolo autrice:

La scelta di abbinare ogni personaggo di Grey's Anatomy ad un genitore divino è scaturita da alcune caratteristiche presenti  nella serie tv riconducibili alla peculiarità di ogni dio greco e dalla mia immaginazione.

A chiunque sia arrivato fino alla fine di questa mia prima one shot e in assoluto primo lavoro su EFP, grazie.  Grazie a chi leggerà in silenzio, grazie a chi si soffermerà qualche minuto in più per lasciare il proprio pensiero o la propria critica sia essa positiva o negativa. Sarà un piacere leggere, rispondere e chiarire qualunque dubbio.

Questo percorso per quanto breve possa sembrare mi ha arricchito. E' stato molto bello e allo stesso tempo difficoltoso buttar giù e rendere al meglio le proprie idee per cui nonostante ci abbia messo impegno chiedo scusa anticipatamente per qualsiasi errore di battitura, grammaticale o di altro tipo possiate aver riscontrato.

Un grazie particolare a chi ha dovuto sopportare i miei dubbi iniziali, le mie lamentele e le ripetute richieste di lettura. Allo stesso modo grazie a chi mi ha fornito tante informazioni, consigli preziosi e belle parole senza ricevere nulla in cambio.

Buona giornata a tutti e, chissà, al prossimo lavoro.


Jas18
   
 
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