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Autore: CattivoProfeta    12/07/2016    2 recensioni
Estratto di un'opera più grande in fase di stesura.
Jack scrive una lettera a suo figlio che, purtroppo, non nascerà mai.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è morto mio figlio,
Oggi sei andato via, per sempre.
Ad otto settimane e sei giorni, passati tutti nella pancia morbida della tua mamma.
L’ecografia mostrava già da qualche giorno il tuo battito, regolare, forte, incoraggiante. Un battito che aspirava alla vita, che aspirava alla tachicardia causata dell’amore, che prima o poi avresti cominciato a provare dentro di te.
Ancora un battito nel petto avresti chiesto implorando, in preda ai sentimenti.
È stata un’emozione strana, poco piacevole, direi praticamente acida, come quando bevi in un sol sorso il latte fuoriuscito da un cocco appena aperto con difficoltà, a martellate, che però si rivela essere andato a male.
Ti sorprende, ti disgusta e ti fa stare una merda.
Non è stato bello, ma era ciò che andava fatto, piccolo mio.
Vichy (questo il nome di tua madre) ha poco più di vent’anni, studia all’università da circa un anno ed io non ho una stabilità economica né un avvenire certo e né un presente quantomeno incoraggiante.
Era ciò che andava fatto, figlio mio.
Eri (e sei ancora) una parte di me, il frutto dell’amore che c’è stato fra i tuoi genitori.
Era ciò che andava fatto…
Non sono sicuro di riuscire a spiegarti il dolore che provo, ma sento che mi lacera qualcosa che va oltre la carne e la pelle e di tutto ciò che tiene insieme il mio corpo.
Sento che mi strappa in mille pezzi qualche cosa che si definisce, con la prigione delle parole, “anima” e che anche tu, un giorno, avresti sentito in subbuglio per cose belle e cose brutte.
Sento la mia intimità cadere in frantumi talmente piccoli che nessuna tecnica giapponese di colatura dell’oro può mettere a posto. Forse riuscirò a rinsaldare soltanto i cocci più grandi e così la mia anima avrà dei pezzi mancanti, vuoti, incolmabili, per sempre.
Ti scrivo questa lettera in lacrime, pensandoti forte forte, amore mio, immaginandomi insieme a te a giocare a pallone ed a suonare una strampalata canzone con la chitarra da dedicare alla mamma.
Piango e non riesco a smettere e sto inondando i tasti della macchina da scrivere di questo mio liquido, carico di dolore e tristezza e disprezzo per me stesso perché non sono stato alla tua altezza.
Ma era ciò che andava fatto.
Ti porterò nel cuore finché pomperà sangue nelle mie vene, finché i miei polmoni rigurgiteranno aria.

Prima di salutarti voglio dedicarti una canzone. Il suo autore ha perso anch’egli un figlio molto piccolo, magari vi incontrate all’altro mondo e potrete giocare insieme, ed anche se non sai come si fa, qualcuno te lo insegnerà. Anche se non sarò io.
My father’s eyes di Eric Clapton.
 
 
Ora devo andare e ti lascio il bacio più dolce che riesco ad immaginare.
 
Addio piccolo mio.
Ti Amo.
 
Jack,
Tuo padre.
   
 
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