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Autore: Celeste_08    13/07/2016    3 recensioni
Lui è Jorge Blanco. Karateka di fama nazionale, alle prese con la sua prima sfida internazionale.
Lei è Martina Stoessel, cintura nera dal talento indubbio, ma con un passato tormentato alle spalle, passato che non smette di inseguirla.
Jorge usa il Karate come scusa per isolarsi dal mondo degli affetti; Martina ne ha fatto un'arma per seppellire il proprio passato. O per prenderlo a calci.
Ridder Van Kooten, campionissimo olandese, e Pasquale Di Nuzzo, orgoglio tricolore, sono la squadra di Jorge. E la sua linea di confine fra conflitto interiore e mondo esterno.
Mercedes Lambre e Adrian Salzedo sono rispettivamente la fisioterapista e il maestro di Martina. E di quest'ultima non hanno a cuore solo il benessere fisico...
Como fa da sfondo a un avvincente incontro sul tatami. Una danza quasi mortale fra Martina e Jorge, che porterà uno dei due atleti ad un lungo viaggio alla scoperta di sé.
Nessuno si salva da solo, qui. Accetta di affrontare il tuo tormento. Fallo con me.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Jorge Blanco, Sorpresa
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chissà se Jorge aveva mai provato la meditazione trascendentale: il suo lavoro oggi è stato fenomenale. Non so davvero quale fosse la sua paura più grande, anche se qualcosa mi ha raccontato.
So solo che, qualunque cosa fosse, ha fatto un gran lavoro per domarla e dominarla. Almeno lui è uscito rilassato... Anche i suoi compagni di squadra sembravano molto molto molto rilassati al termine delle tre ore di meditazione.
Io... Io non posso dire lo stesso. Ho provato a immaginare la mia paura più grande ma non sono riuscita nemmeno a identificarla. E adesso mi sto sorbendo, tanto per cambiare, un cazziatone di Adrian... A cui si è unito Xabian. 
"Martina io non ti capisco. Dove hai la testa?"
Sbotta Adrian, senza che lo senta davvero.
"Adrian, ti ho già detto... Adduttori a posto e ho già risolto con Mechi la contrattura."
Vedo Xabi alzare le mani rassegnato.
"Tini.. I tuoi muscoli tre ore fa. Cosa ti prende?? Un po' di nervosismo ci sta, ma tu stai esagerando."
Non ho capito che ha detto.
"Ma la piantate voi due? Non ha bisogno che le urliate addosso. Giusto Tinita?"
Mechi è appena arrivata e ha preso sottobraccio Xabi, che finalmente ha di meglio da guardare. 
"Okay. Mi raccomando. Svuota la testa. Non farti attraversare dalle emozioni."
E detto questo, bacia Mechi sulla tempia ed escono. Oh li invidio tanto.
Adrian resta a fissarmi.
"Mi serve quel fottuto oro. Dobbiamo qualificarci, capito Martina? Non so che cazzo di incantesimo ti abbia fatto quel ragazzino, ma tu devi dimenticartene. Adesso."
Si avvicina e io agisco prima di pensare. Con una mossa repentina lo allontano, colpendolo all'altezza del plesso solare.
"Sei una ragazzina. Un giorno mi apprezzerai, e capirai che stai sbagliando tutto su di me."
Lo fisso, disgustata.
"Adrian, prenditela da solo la qualifica. Io sono già arrivata al Grand Prix, mi basta."
So di aver detto una bugia, ma spero che lui non lo capisca. In fondo, cosa sa di me? 
Esco dal dojo e salgo nella mia stanza. È davvero spartana e non ha nulla che induca al relax. Al massimo, può andare bene per un sonno ristoratore dopo grandi fatiche. Ma io.... Io che fatica ho fatto oggi?
Mi tuffo sotto la doccia e mi faccio scivolare addosso acqua gelida, sperando che calmi la mia ansia. Non lo fa. 
Mi asciugo i capelli distrattamente, guardando uno spicchio di lago che intravedo dalla finestra. La giovane falce di luna si riflette sulla superficie. È bellissimo, e non sembra lontano dal nostro hotel.
Decido, impulsivamente, di concedermi un giro, anche se è davvero tardi ed io domani alle 7 devo essere sveglia. Alle 9 iniziano le convocazioni. 
Mi metto un paio di leggings e indosso la tuta di Jorge. Ha il suo profumo e questo mi distrae, gliela dovrei ridare. 
"Dopo... Alla fine di tutto."
Chissà se, lontani dal Karate, avremmo un futuro io e lui. Scuoto la testa ed inizio a correre... Io non ho mai immaginato un futuro con nessuno dei miei uomini. 
Ma lui è uno dei tanti?
"NOOOOOO!" Urla una voce nella mia testa. 
Arrivo al lago senza rendermene conto. Non mi manca nemmeno il fiato, tanto ero presa dal mio flusso di coscienza. 
Invece, è lo spettacolo dinanzi a me a togliermi il respiro. 
Il lago è una lamina argento, incastonata in una conca verde smeraldo, punteggiata di minuscoli fiorellini azzurri. La luna si riflette sulla superficie e le lucciole sembrano divertirsi a giocare con quel riflesso argentato. Sono incantata, mi siedo e mi perdo ad ammirare il panorama.

Mi ricordo qualcosa della mia infanzia. Andavo spesso in un parco a Buenos Aires, mi incantavo a tirare sulla superficie di uno specchio d'acqua sassolini. Volevo rifrangere la luce del sole.
Una mano. 
Una piccola piramide di cristallo.
Sette colori brillanti e mille parole felici, che mi scaldano il cuore, anche se non le riconosco. 
"Tini"
Mi chiama una voce di bambino.
Un sorriso gentile. Due figure grandi.
"All you need is love" cantata in sottofondo. 
Poi una nuvola. Una grande nuvola nera. L'arcobaleno è andato via. 
"Tini! TINIIIIII!"
La voce di quel bambino è spaventata ed è lontana. Una sostanza rossa e appiccicosa che sa di ferro. Un rumore cattivo e profondo. 
Poi qualcosa cade in acqua. 
Non vedo più niente: tutto è rosso e nero e sa di ferro. Non mi piace. 
"La mia bambina!"
Qualcuno mi chiama ed io vengo trascinata in acqua. Rumore di qualcosa che esplode, ma è attutito dalle onde di quello specchio d'acqua. 
"Tini! Non lasciare la mia mano!"
È una mano fresca, una mano di mamma. La stringo e la mano diventa viscida, sudata. Mi stringe ed io ho paura. Mi tocca sul fianco, sono grande ora. 
Combatto. 
La mano è forte. 
Ma io posso spiazzarla. 
Salto per divincolarmi, mi libero e poi la colpisco con un calcio. 
Va via come polvere, ed il fresco mi avvolge.

"Martina! Martina, riprenditi!!!"

Due braccia forti mi afferrano e finalmente apro gli occhi. 
Smeraldi lucenti incontrano il mio sguardo. 
"Jorge, ma che..?"
"Eri finita in acqua, come stai?"
Mi stringo a lui mentre un brivido mi attraversa. 
La mia testa è libera...
 Ma io? Io lo sono?
   
 
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