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Autore: onetrueklaine    13/07/2016    1 recensioni
“Ed il primo posto va ai… Warblers della Dalton Academy”.
Quando sentì questa sentenza , seppe che era tutto finito.
A dire il vero era una bugia.
Seppe che era finita quando era stato annunciato che gli Hipsters erano arrivati al secondo posto; perché non c’era assolutamente nessuna possibilità che le New Directions potessero aver battuto i Warblers...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Finn Hudson, Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blaine Devon Anderson'
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Domenica:

Blaine tornò a casa per il weekend, un pò ansioso di raccontare alla madre che qualcuno aveva scoperto il suo segreto.

Ma conoscendola, probabilmente, le sarebbe andato bene.

Scese dalla macchina ed entrò in casa.

“Mamma?” la chiamò dal salotto.

“Sono in cucina , tesoro" gli rispose e Blaine si voltò, si diresse nella loro grande cucina.

“Perché ti cerco sempre da qualsiasi altra parte?” le chiese mentre l’abbracciava da dietro.

Si sciolse dall’abbraccio e si voltò sorridendo a suo figlio.

“Uno potrebbe pensare che dovresti averla imparata la lezione ormai.”

Baciò le sue guance e poi si sedette su una delle sedie, facendolo sedere su di un’altra.

“Com’è andato la settimana, tesoro?”

“Perfetta. Solo.. alcuni Warblers hanno scoperto.. la cosa di Devon”

Lei annuì con espressione seria sul viso.

“Cosa è successo?”

Le raccontò tutto e si sentì meglio immediatamente.

“Ma è tutto okay. Non hanno fatto nessun commento o riso di me. E’ stato tutto normale.

A dire il vero, ora che ci penso, è bello che sia venuto fuori. Ieri Tobias mi ha detto che gli piacciono davvero i miei video e… di certo è bello quando la gente su internet me lo dice, ma sentirselo dire da qualcuno faccia a faccia.. è bellissimo.”

Annuì di nuovo e sorrise, felice di sapere che Blaine ha amici che lo sostengono.

Blaine aspettò che sua madre dicesse qualcosa, e poi si sporse oltre il tavolo per stringerle la mano.

“E’ tutto okay mamma? Sei così silenziosa oggi. E’ successo qualcosa?”

Pamela guardò in basso sulle loro mani intrecciate e accarezzò il dorso della mano di Blaine col pollice.

Poi prese un respiro profondo.. “ Ha chiamato tuo fratello”…

Pamela sentì la mano di suo figlio irrigidirsi attorno alla sua.

“Cooper? Co…cosa ha detto?.. Mi ha nominato?”

“A dire il vero la chiamata era tutta su di te. Beh, quasi.

Lo ha capito, Blaine.

Ha visto uno dei tuoi video ed ha riconosciuto alcuni suoi vestiti o qualcosa di simile.

E’ molto impressionato da te, tesoro”, disse calorosamente, stringendo la sua mano, ma Blaine voltò la testa.

Niente era su di lui quando era Cooper a dirla e suo fratello non era mai orgoglioso di nessuno se non di se stesso.

“Vuoi dire che vuole usare la mia popolarità per se stesso”.

Sua madre si lasciò sfuggire un sospiro.

“Credo di averlo dissuaso. Per lo meno per ora.

Non dirà nulla a nessuno su chi sei.  

Anche se avrebbe voluto.”

“Non ha detto altro?”

“Vuole che ti dica che verrà presto a trovarci”.

Blaine tolse la mano dalla sua.

Certo che il fratello vuole vederlo, dopo anni di silenzio.. l’attimo in cui ha realizzato che lui potrebbe aiutarlo con la sua carriera vuole riprendere i contatti.

“Hmh.. No grazie.”

“Tesoro..” provò sua madre, ma Blaine non la lasciò indorargli la pillola.

“Va bene, mamma.

Comunque, cosa stai cucinando? ”


 
Lunedì:


Quando Kurt tornò a scuola , lo fece indossando il vestito più brutto che ci fosse nel suo armadio.. Jeans blue sformati e un pullover che suo padre gli aveva regalato per il suo quattordicesimo compleanno.

Indossò anche le sue vecchie scarpe da ginnastica, giusto così..

Era ovvio che Karovsky pensasse che lui si vestisse in un certo modo solo per impressionarlo, quindi oggi non lo fece.

Incoraggiare il grosso ragazzo era l’ultima cosa che volesse fare.

Lasciò che i suoi capelli gli cadessero sul viso , invece di farsi il solito ciuffo ed andò a scuola molto presto dopo aver salutato suo padre.

Burt lo guardò come se fosse impazzito, e provò anche a parlargli prima che andasse a scuola.

“Uhm.. figliolo. Sei sicuro di stare bene per poter tornare a scuola? Non prenderla sul personale, ma non sembri.. il solito ..”

“Sto bene, papà” disse Kurt con decisione, “ ma grazie”.

“Kurt”, sospirò l’uomo e poggiò una mano sulla spalla del figlio.

“Ti ho comprato questo pullover anni fa e non lo hai indossato nemmeno una volta.

E cosa dire di questi jeans? Li odi, giusto? Credevo fossero per le persone che..”

“Apprezzo il tuo rinnovato interesse per i miei vestiti e ti prometto che potremmo parlare di moda un altro giorno, ma vado davvero di corsa, papà.

Non voglio fare tardi!”

Si scusò Kurt e uscì velocemente dalla porta.

Quando arrivò a scuola, prese un profondo respiro per calmarsi.

Doveva solo stare in mezza ad altre persone.

Karovsky non avrebbe mai fatto nulla in mezzo ad altre persone.

Anche se era forte e popolare, Karovsky era un codardo ed amava la sua reputazione da “ re degli etero a scuola” più di qualsiasi cosa.

Così Kurt si affrettò ad entrare in classe e si sedette, felice che ci fossero altre due persone arrivate prima di lui.

Lo derisero solo nel tentativo di intimidirlo, ma lui li ignorò.

Sei migliore di loro. Migliore di tutto questo” ricordava a se stesso, mentre si sedeva, schiena dritta e testa alta, nonostante i suoi vestiti squallidi ed i suoi capelli.

Kurt riuscì a rimanere tra la gente per le prime lezioni, incluso l’intervallo quando si sedette in caffetteria con Rachel , Mercedes e Artie.

Ma quando tornò al suo armadietto un’altra volta per prendere un libro che aveva dimenticato prima, era tutto solo.

Beh tecnicamente non lo era, la scuola non era grande e c’erano studenti dovunque, ma nessuno di loro lo avrebbe protetto da nulla.

Kurt trattenne il fiato e cercò di girare intorno ad un gruppo di cinque giocatori di football, tra cui Karovsky, ma per fortuna non era dal suo lato.

“Hey frocio, dove hai trovato quei vestiti? Sembri quasi normale”.. commentò uno e Kurt ricordò che il grosso ragazzo dalla pelle scura aveva indossato lo stesso pullover.

Kurt si strinse il naso.. come poteva un normale essere umano preferire robaccia come questa a McQueen?

In normali circostanze, gli avrebbe urlato per la sua ignoranza sulla moda, ma non lo fece.

Era circondato da atleti, e notò, per il suo terrore, che Karovsky si stava avvicinando a lui, fino a quando non fu a solo pochi centimetri dal braccio di Kurt.

Mentre aspettò che il Neanderthal lo insultasse per i suoi abiti, il suo bullo si avvicinò ancora di più ed iniziò a parlargli sottovoce.

“Come mai questo stile diverso?”

Kurt sbuffò ma non rispose.

Cercò di non far vedere la paura che queste parole gli avevano evocato ma i muscoli del suo collo e della sue mascella si irrigidirono involontariamente.

Karovsky si avvicinò ulteriormente allo spazio personale di Kurt e gli ringhiò.

“Ti ho fatto una domanda. Non essere scortese e rispondimi.

Non vuoi farmi arrabbiare , vero?”

Kurt sentì il panico crescere nel suo petto, perché no.. non lo voleva.

Mentre gli altri ragazzi si stavano calmando, Kurt si voltò e guardo Karovsky.

“Puoi ripetere la domanda , allora? “ chiese innocentemente , “ solo per essere sicuro di non aver capito male”.

“Ti prego lasciami solo”.

Karovsky guardò i suoi amici mentre calcolava quale potesse essere la loro reazione se avessero scoperto i suoi sentimenti.

Ovviamente decise che non ne valesse la pena, perché afferrò Kurt per le spalle e lo spinse attraverso il corridoio, così Kurt sbatté contro gli armadietti, per poi, perdendo i sensi per un secondo, cadere a terra.

“Fanculo, Hummel! Non voglio prendermi la tua frociaggine” urlò e si voltò per andarsene.

Dopo qualche minuto , quando tutti i giocatori di football erano spariti, Kurt si rialzò.

Si tenne la testa con una mano mentre con l’altra stringeva la sua borsa.

“E quello cos’era?”

Kurt alzò la testa di scatto e vide Rachel Berry in corridoio, le mani sui fianchi , in piena posa da diva.

Kurt scosse la testa e mormorò:

“Lasciami in pace Rachel”

Si voltò , pronto ad andarsene , quando Rachel lo superò sbarrandogli la strada.

“Huh.. Kurt? Ti ho fatto una domanda”.

Il controtenore sussultò alle sue parole, il volto di Karovsky apparve nella sue testa.

“Non era nulla , okay? Adesso lasciami andare, non voglio fare tardi”.

“Dimmi perché lo ha fatto , Kurt. Questo è bullismo e non è giusto che alcuni studenti se la prendano con altri! E’…”

“Non è giusto prendersela con altri?”  disse guardando la piccola ragazza .

Rachel delirava?

“Questo è quello che abbiamo fatto per anni, Rachel. E tutti se la sono presa con me, nello stesso modo in cui se la prendono con te ora che il Glee non esiste più.”

“Oh dai. Non eravamo così cattivi.”

“Abbiamo molti ragazzi che hanno lasciato la scuola per colpa nostra”

Sia Kurt che Rachel incrociarono le braccia simultaneamente.

Entrambi dovettero sorridere e la voce della ragazza divenne più dolce.

“Solo.. non è giusto. A dire il vero sembra piuttosto doloroso.

Dimmi se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”

Kurt scosse la testa.

Perché…cosa poteva Rachel Berry, così noiosa ed ostinata com’era, fare contro qualcuno come David Karovsky?

Nulla.

Era come se una mosca gli avesse detto che lo avrebbe protetto da un elefante.


 
Martedì


Quando Brian e Blaine erano caduti nella routine di andare a fare colazione insieme, si erano accordati per incontrarsi fuori la stanza di Blaine prima.

Ma negli ultimi giorni, Brian aveva cominciato a presentarsi fuori la sua stanza presto, sempre più presto.. ed ogni volta cercava , insistentemente, di entrare nella stanza del suo amico.

Così oggi Blaine aveva finito la sua routine mattutina con mezz’ora di anticipo ed aveva aspettato fuori il suo compagno di scuola.

In modo che non avrebbe avuto nessun motivo per entrare nella sua stanza mentre aspettava che Blaine si preparasse.

E vedere la sua stanza.

E ricordarsi della sua stanza nei video di Devon.

Cosa che non poteva succedere, perché sapeva che Brian era un grandissimo fans di Devon.

Aveva anche una lista completa di tutti i libri che erano sulle mensole di Blaine, che voleva leggere.

Dopo due minuti, ventotto minuti prima che iniziassero le lezioni, Brian arrivò davanti la sua stanza e guardò Blaine.

“Sei in anticipo” disse seccamente.

Blaine sollevò le sopracciglia.

“Uhm… si.. anche tu”

Brian annuì ed incrociò le braccia.

Guardò Blaine, che tutt’ad un tratto si sentì a disagio.

Davvero molto a disagio.

“Cosa?” chiese con calma.

“Perché non vuoi mostrarmi la tua stanza?”

Blaine, scioccato dal fatto che Brian avesse affrontato , beh, l’elefante davanti la sua stanza, sorrise senza entusiasmo.

“Scusa, cosa?”

“Non vuoi che io veda la tua stanza. Ecco perché sei qui fuori così presto, non è vero? In modo che io non possa vedere cosa nascondi li dentro”.

“Cosa? No, no. Mi sono solo svegliato un pò più presto, questo è tutto”.

I due ragazzi si guardarono l’un l’altro per un momento, prima che Brian si voltasse e prendesse un profondo respiro, le braccia incrociate tese.

“Io..” iniziò il giovane, ma non continuò.

“Oh dio, mi sento come se stessi prendendo a calci un cucciolo…”

“Ascolta Brian. La mia stanza è privata e solo che non mi piace avere gente girovagare tra le mie cose” disse Blaine cercando di fare del suo meglio per sembrare rassicurante.

Brian restò in silenzio, sembrava stesse pensando a cosa fare ora.

“Non sono stupido , Blaine” disse andandosene infuriato, lasciano Blaine da solo nel corridoio.

“Oh Dio” mormorò, “ che disastro”.

Si appoggiò al muro e guardò il suo cellulare.

Potrebbe chiamare David o Wes e parlarne con loro, ma vorrebbe affrontare la situazione da solo.

Ma.. Qual è la cosa giusta da fare in questa situazione?

E cosa sapeva già Brian?

Aveva mostrato un grande interesse per la sua stanza, quindi forse ha scoperto che sono Devon?

Forse ha capito che hanno la stessa voce e lo stesso volto e.. beh.. che fossero la stessa persona?

O forse voleva solo vedere la sue stanza ed era stato insultato da Blaine?

Irritato da non riuscire ad affrontare questa situazione da solo, Blaine diede un pugno al muro dietro di lui, imprecando interiormente quando la sua mano cominciò immediatamente a fargli male.

“Sono così stupido..” mormorò, ed andò a fare colazione.

Quando arrivò in caffetteria, c’erano solo pochi ragazzi e Brian era l’unico seduto al loro solito tavolo.

Blaine si fermò davanti ad esso, il vassoio in mano , non sicuro di essere il benvenuto a sedersi.

“Ti dispiace se mi siedo?” chiese , rabbrividendo .

“ Come se all’improvviso fossimo diventati estranei”

Il giovane annuì , sembrando sconfitto.

Blaine represse un sospiro e poggiò il suo vassoio proprio vicino al suo amico.

“Ascolta, Brian. Non so cosa ti spinge a voler vedere la mia stanza così tanto, ma non è una cosa importante, okay?

Voglio dire, non sono ancora mai stato nella stanza di Kevin eppure siamo ancora ottimi amici”

Non ebbe risposta.

“Dai, non fare così” disse cercando di risollevargli il morale

Quando Brian alzò la testa e lo guardo dritto negli occhi, Blaine ridacchiò.

“E daaaaaaaaiii… lo sai che non puoi restare arrabbiato con me per molto”.

“okay” disse , con un leggero sorriso per il suo amico più grande, “ Hai ragione, non posso”.

“Ok? E’ tutto okay di nuovo?” Blaine ne voleva essere sicuro.

“Si. Credo di essermi costruito tutto nella mia testa” spiegò Brian, “Devo solo accettare il fatto che tu non vuoi gente in camera. Mi dispiace di essere stato così stronzo”.

Blaine sobbalzò.

“No. no, non sei stato uno stronzo, non dirlo nemmeno”

L’altro ragazzo scrollò le spalle.

“Lo sono stato, vero?”
La loro conversazione finì immediatamente quando Nick e Jeff arrivarono ed iniziarono una discussione sugli Iphones.

Blaine sorrise loro, e decise di dimenticarsi tutta la faccenda di Brian per un momento e godersi la compagnia dei due piccioncini.

Anche se non avevano mai flirtato tanto palesemente e Jeff non aveva ancora mai ammesso di essere gay, Blaine era certo che fossero innamorati.

E destinati a stare insieme.. la loro dinamica era straordinaria e non avevamo mai sorriso così tanto come facevano tra di loro.

Avrebbe pensato a Brian più tardi..


 
Mercoledì


Kurt camminò lentamente dalla caffetteria al suo armadietto, di tanto intanto qualcuno lo spintonavano.

Stava a testa bassa, col viso nascosto.

Le spalle incurvate, sentendosi assolutamente infelice.

Non dormiva bene da giorni, e non riusciva a prestare attenzione alle lezioni.

Tutto quello che voleva davvero era che la scuola finisse, trasferirsi a New York o da qualsiasi altra parte.

Solo lontano, quanto più lontano possibile da questo posto.

Aprì l’armadietto e trovò un piccolo foglio stropicciato nel suo libro di matematica.

Lo prese, con mano tremante, lo aprì e si voltò in modo che nessuno potesse leggerlo da dietro le spalle.

“Sei bellissimo. Voglio sempre toccarti, sentire il tuo profumo e non smettere mai” c’era scritto in una pessima calligrafia .

Kurt chiuse gli occhi e strappò il biglietto a metà, ficcandola nella tasca posteriore dei suoi jeans.

“Questo deve finire! Non è comunque normale, è solo terrificante” pensò affrettandosi  verso il bagno.

Prima di poter entrare, sentì la voce di Mr. Schuester urlare il suo nome.

“Stai calmo. Va tutto bene..”

Kurt si voltò con un sorrise stampato sul viso.

“Ciao Kurt” lo salutò l’insegnante , “ Come stai?”

“Sto bene” lo rassicurò Kurt, “Sto solo per vomitare”

“Hmh.. Te lo sto chiedendo perché Rachel, così come altri del Glee sono venuti da me e mi hanno detto che sembri un po’ spento da quando il club è stato chiuso”

“Beh, credo che quello che indosso o no siano affari mei, giusto?”

Schuester sollevò le sopracciglia.

“Non sto parlando dei tuoi vestiti, anche se devo ammettere che sembrano molto.. normali per i tuoi gusti”

“Oh, così adesso sta criticando le mie scelte in fatto di moda?” Kurt fece del suo meglio per cambiare argomento, ma Schuester non  mollò.

“Io.. no Kurt , per favore puoi solo ascoltarmi?”

Il ragazzo non disse nulla battendo un ritmo a caso contro le braccia.

Voleva ascoltare l’uomo, perché lo rispettava come insegnante.

Nulla di più.

“Okay” disse con calma Schuester, “ allora Rachel mi ha detto che sembra ci siano delle piccole contrasti tra te e Karovsky, vero?”

Una risata si formò nella gola di Kurt.

E’ così che la chiamavano? Piccoli contrasti?

Karovsky era un viscido ed uno stalker, e per qualche ragione esprimeva i suoi sentimenti per Kurt con violenza.

Ma prima che Kurt potesse parlare al Sig. Schuester del colpo ricevuto dal ragazzo più grande, dei lividi blu e nero sulla sua schiena per colpa delle spinte negli armadietti, della minaccia di morte che gli aveva sbattuto in faccia, realizzò che non importava.

Rachel era tante cose, ma non era una che addolcisca le cose.

Okay , forse sulle cose che la riguardano, ma aveva detto lei stessa che quello che stava facendo Karovsky era bullismo.

D’altra parte il professo Schuester odiava le liti di qualsiasi tipo, preferiva nasconderle piuttosto che affrontarle.

E negli anni al McKinley, Kurt aveva imparato una cosa.. se qualcosa può essere ignorata, sarà ignorata.

L’insegnante non poteva comunque fare nulla.

Tutti gli studenti in quella scuola lo odiavano, quindi non c’era nessuno dalla sua parte, nessuno si sarebbe mosso per difenderlo.. a parte forse Rachel e Mercedes.,

Così guardò il prof. Schuester e con calma lo rassicurò che andasse tutto bene, che non c’era nessun problema e che si sentiva bene solo un po’ stanco.

L’insegnante annuì e poggiò una mano sulla spalla dolorante di Kurt, senza sentire il forte sospiro di dolore di Kurt.

“Per favore , Kurt. Se c’è qualsiasi cosa in cui ti posso aiutare , tutto quello che pensi che io possa fare per migliorare le cose , fammelo sapere”

“Aiuto. Io ho bisogno di aiuto. Non posso farcela da solo…”

“Far lasciare la scuola a Karovsky?” sussurrò , e immediatamente si sentì di nuovo un bimbo ferito e indifeso.

“Cosa hai detto?” chiese gentilmente il professor Schuester, la sua mano stretta sulla spalla ferita del suo studente.

“David Karovsky” fu la sua timida risposta..” Mi fa del male e a dire il vero mi spaventa.

“Gli fate lasciare la scuola?”

La mano dalla sua spalla sparì.

“Non posso semplicemente far lasciare la scuola ad un ragazzo , Kurt. Qual è il problema con lui?”

Kurt lo guardò negli occhi, e fece un passo indietro.

Lo sapeva..

Non appena voleva qualcosa, aveva bisogno di aiuto, non c’è era modo di averla.

“Nulla. Lasciamo perdere.

Girò i tacchi e piombò nel bagno, passando la successiva mezz’ora a piangere silenziosamente nel bagno.


Giovedì:


Per giovedì, Blaine prese una decisione.

Girovagava nella sua stanza , fermandosi davanti allo scaffale dei libri e leggendo i vari titoli, o fermandosi alla sua scrivania per controllare di aver messo tutti i libri di cui aveva bisogno nella sua borsa.

Erano le 7 del mattino, ed aveva appena mandato un messaggio a Johnny e a Brian.

Emergenza. Per favore vieni in camera mia.

Dopo qualche secondo , ci fu un forte bussare alla porta, e sentì la voce del suo giovane amico attraverso il sottile legno.

“Blaine? Blaine sono Brian. Per favore , posso entrare?”

Prese un respiro profondo e si sedette sulla sedia davanti alla sua scrivania.

“Si”, strillò, sentendosi più ansioso che mai, “Entra”.

Quando la porta si aprì ed emerse un Brian ancora in pigiama, il tempo sembrò fermarsi.

“Perché cazzo lo sto facendo? Oh guarda, sto imprecando di nuovo…” si chiese Blaine.

Aveva deciso che, visto che sia Johnny che Brian erano ormai i suoi migliori amici e non avevano fatto nulla per tradire la sua fiducia, poteva condividere con loro il suo segreto.

Quindi eccoci.

La porta della sua, della stanza di Devon, del tutto aperta, i suoi capelli liberi e completamente privi di gel, negli stessi abiti che aveva usato la sera prima per fare un piccolo nuovo video.

“Per favore, chiudi la porta?” chiese con voce calma, ma Brian non si mosse.

Guardava il suo piuttosto famoso amico, a bocca aperta e senza muoversi di un millimetro.

Poi nella sua visuale apparve Johnny, capelli spettinati e con dei boxer corti, una camicia stropicciata gettata sulle spalle disordinatamente con le mani che trafficavano con i bottoni.

“Blaine, cosa…” iniziò, per poi fermarsi non appena vide la familiare stanza, e la ancora più familiare persona davanti a lui.

“Oh mio dio” sospirò.

Blaine fece del suo meglio per non scoppiare a ridere, invece sorrise e ripeté le parole di prima.

“Ragazzi, potete entrare e chiudere la porta?”

Brian non si mosse per nulla, non fino a quando Johnny non lo spinse nella stanza, chiudendo la porta dietro di lui.

Poi, come se qualcuno avesse premuto un interruttore nel ragazzo bruno, quest’ultimo cominciò ad urlare e si gettò tra le braccia di Blaine.

Se il ragazzo più grande non avesse reagito prontamente come aveva fatto, alzandosi e prendendo il suo amico, Brian sarebbe felicemente caduto col culo per terra.

Il suo fan lo abbracciava senza smettere di strillare, mentre Johnny scuoteva la testa,

“Blaine. Ma che cazzo, amico?”

“Quindi…si.. Sono Devon” sorrise.

Il suo biondo amico scosse la testa di nuovo.

“Cosa?” chiese incredulo, “cioè come?.. tu sei.. cosa?”

Brian lasciò andare un urlo particolarmente forte e Blaine rise cercando di calmare un pò i suoi amici.

“Hey Brian, dai, non vogliamo mica che si sveglino tutti , vero?”

Brian lasciò andare Blaine e scosse la testa.

“Avevo ragione! Sei Devon! Oh mio dio, sono amico di Devon!” si voltò per guardare Johnny, “ Siamo amici di Devon!”

Il ragazzo era ancora davanti alla porta sorridente, “Suppongo di si…”

Dopo i primi minuti di shock , con un Johnny che a malapena diceva qualcosa e un Brian che non riusciva a smetterla di parlare, Blaine fece sedere i suoi amici sul suo letto “ Quindi.. suppongo che voi due avete un sacco di domande da farmi?..”

“Sono seduto sul letto di Devon.. “ iniziò Brian, “non credo di poter pensare ad una qualsiasi domanda in questo momento”.

Johnny, che a quanto pare si era ripreso, apparentemente poteva.

“ Come riesci a gestire tutto questo? Voglio dire, non ho mai avuto nessun sospetto”:

Con una mano tra i ricci, Blaine alzò le spalle.

“Beh… io..”

“Io si” lo interruppe Brian, “ Lo sapevo. O almeno ne ero quasi certo. Sono stato nella sua stanza una volta, te lo ricordi Blaine?”

“Si.. ero così spaventato che tu scoprissi qualcosa qui e li..”

“Ero troppo eccitato per notare qualsiasi cosa..

Ma me lo sono ricordato.. e solo.. Beh , era la tua stanza.

Così o eri il più grande fans di Devon, più di me, e eri Devon”.

Blaine annuì.

Brian sembrava un cucciolo, ma uno molto sveglio.

Passarono la maggior parte della loro mattinata a parlare di tutto, ed entrambi giurarono di mantenere  il segreto.

Quando alla fine lasciarono la stanza di Blaine per poter essere pronti per le loro lezioni, Blaine si sentì più leggero.

Aveva parlato del suo segreto a qualcuno personalmente e questo era stato magnifico.

Forse ora poteva finalmente iniziare ad essere se stesso.

Ed ora che qualcuno conosceva la sua doppia vita.. forse  poteva far sapere chi era.



Note

Ok prima di tutto scusate il ritardo... è venuta a trovarmi la mia "nipotina" americana e sono stata un pò impegnata...starà qui circa un mese.. ma prometto di pubblicare quanto + puntuale possibile..

Cosa dire del capitolo?...

Blaine finalmente capisce che può fidarsi di Brian e gli spiattella tutto.. e si sente finalmente più sollevato..

Le cose non potrebbero andargli meglio insomma...

E per Kurt?

Lo stalkeraggio di Dave continua e lui ormai è sull'orlo del "precipizio"...

Rachel comincia ad accorgersi di qualcosa e chiede aiuto a Schuester... che però non può davvero aiutare Kurt...

La settimana pubblicherò l'ultimo capitolo di questa seconda parte e prenderò le mie solite due settimane per iniziare la terza e ultima parte.. che purtroppo non è ancora finita.. ma onetrueklaine ha promesso che avrebbe ripreso presto a pubblicare... speriamo bene... altrimenti forse invece di due mi prendo qualche settimana in più ...

Vedremo.. come al solito spero il capitolo vi piaccia e che qualcuno lasci un commentino...

Bye...!!!

Ultima cosina... Mi manchi Cory.... !!
   
 
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