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Autore: Sbirilla    13/07/2016    4 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Stava camminando per Diagon Alley, l’abito nero, la maschera argentata e il mantello nero svolazzante sulle spalle. La missione quella sera era stata fin troppo semplice, e nessuno era più bravo di lui. Lo diceva anche il Signore Oscuro, lo riteneva il Mangiamorte più capace della nuova generazione. Lily lo vide arrivare dalla parte opposta. Un Mangiamorte a Diagon Alley! Adesso non provavano neanche più a nascondersi, maledetti! Strinse le dita attorno alla bacchetta, maledicendosi per aver indossato i guanti che non le permettevano una presa salda. Ma in inverno aveva sempre bisogno dei guanti, il freddo le screpolava le mani. Le mani! Lo sguardo cadde sulle mani dell’uomo vestito di nero, e sussultò. Erano le sue mani. Le avrebbe riconosciute ovunque, sempre. Lunghe, bianche e affusolate, le mani più belle che avesse mai visto. Glielo diceva spesso. Che lui fosse diventato un Mangiamorte lo sapeva, era un’Auror, doveva saperlo. Ma vederlo e riconoscerlo le fece mancare un battito.
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro. Aveva riconosciuto subito la voce, i capelli, il viso affilato di Lily. Ebbe un fremito e si fermò. Gli bastò un attimo per ricordarsi che indossava la maschera e lei non avrebbe potuto riconoscerlo. Doveva solo passarle accanto e far finta di nulla, passarle accanto e far finta di nulla. Ma Lily non avrebbe fatto finta di nulla, lo sapeva già.
«Severus!»
Gli sfiorò un lembo del mantello e in una frazione di secondo si sentì risucchiare in un vortice. Le venne la nausea, come sempre. Cavoli! Pensò che Severus doveva essere uno dei migliori Mangiamorte di quel mostro: aveva riflettuto, scelto la Materializzazione Congiunta e agito nel giro di pochissimo tempo. Si appuntò mentalmente di complimentarsi con lui. Il ragazzo però non era per niente lucido, e mentre gettava a terra la maschera si maledisse per averla portata a Spinner’s End.
«Sei impazzita? Cos’è, la Signora Potter aveva voglia di rischiare la vita e ha deciso di fermare un Mangiamorte per strada?»
«Non ho fermato UN mangiamorte, ho fermato te! – urlò. Poi aggiunse a bassa voce - …e chi ti ha detto che ho sposato James?»
«Lo so e basta – disse con una smorfia - Hai fermato me, dici, e se non fossi stato io?»
«Eri tu!» alzò la voce ancora e si tolse sciarpa e cappotto in un gesto rabbioso.
«Come potevi esserne certa?»
«Lo sapevo e basta» rispose piccata, incrociando le braccia.
Severus si era avvicinato alla ragazza, il cuore in subbuglio e le labbra serrate. La spinse verso il muro del piccolo salotto e la bloccò con le braccia.
«Che credevi di fare Lily, una rimpatriata? Potrei ucciderti!»
«Anch’io potrei ucciderti!»
Lui ghignò sollevando un sopracciglio.
«Ah sì, sei qui per questo allora? Per uccidermi?»
«No» la sua risposta fu quasi un sussurro. Era lì, il viso a pochi centimetri da quello di Severus e sentiva il cuore battere a un ritmo forsennato. Non aveva paura, no. Non poteva fare altro che pensare che quello di fronte a lei non era il ragazzino introverso che aveva lasciato a Hogwarts. Era un uomo, e le respirava a due centimetri dal viso, guardandola intensamente, e lei lo desiderava così tanto.
«Baciami ti prego!»
 Lily aveva sussurrato di nuovo e lui non era sicuro di aver capito esattamente cosa avesse detto, ma pensò che non fosse importante. Staccò la mano sinistra dal muro, le strinse la nuca con vigore e la baciò. Fu un bacio intenso, quasi aggressivo. Non se lo ricordava mica così il suo migliore amico! Mentre la lingua di Severus la esplorava, Lily ebbe l’impressione di aver dimenticato come si facesse a respirare e quando lui staccò finalmente le labbra dalle sue, era così stordita che non si accorse che lui la stava guardando negli occhi. Lo sentì entrare con prepotenza nei suoi ricordi. Lui che agitava una mano verso di lei sul binario, lui che le cingeva i fianchi in quel bacio alcoolico e impacciato nel pub babbano, le sue mani che la abbracciavano, le sue mani che versavano ingredienti nel calderone, le sue mani che scrivevano in una grafia minuta sul libro di pozioni.
Quando Severus si ritenne soddisfatto e interruppe il contatto visivo, lei tremava leggermente.
«Perché lo hai fatto?»
«Siamo in guerra Lily, sai? Dovevo controllare… Hai detto tu che avresti potuto uccidermi»
La sua voce e la sua espressione non erano cambiate di una virgola. L’aveva baciata, era entrato nella sua mente ed era completamente indifferente. O almeno, così sembrava. Lily continuava a tremare di rabbia, ma non abbassò lo sguardo. Lui invece chinò la testa e cominciò a baciarle il collo, con una lentezza intollerabile, i lunghi capelli neri che le facevano il solletico.
«Scriverò una lettera a Silente, qualcuno deve avvisarlo dell’impreparazione dei suoi…» la guardò sorridendo beffardo e poi concluse «soldati»
«Io sono un ottimo soldato» mormorò lei senza convinzione. Non le piaceva quel termine, ma non riusciva a concentrarsi su una risposta migliore mentre Severus depositava minuscoli baci sulla pelle sensibile. Seguiva con le labbra i suoi fremiti. Un brivido un bacio, un altro brivido un altro bacio. Le sembrava di essere di nuovo ubriaca in quel pub babbano, quando avevano 15 anni e avevano voluto provare la birra alla spina e tremavano, ridevano e si baciavano in piena tempesta ormonale. Solo che adesso era soltanto lei la quindicenne impacciata. Lui era diventato grande.
D’altra parte, Severus non aveva un briciolo della sicurezza che ostentava. Aveva imparato a simulare, in ogni occasione. Gli era servito a farsi accettare a scuola e poi nel cerchio del Signore Oscuro nascondendo le proprie insicurezze e valorizzando i punti di forza. Sapeva che incutere timore negli altri lo avrebbe sempre aiutato a nascondere le proprie paure. Aveva imparato a simulare sicurezza anche quando Lily gli aveva spezzato il cuore alla fine del quinto anno a Hogwarts. Era andato avanti e basta, anche se soffriva come un dannato. E sapeva che anche lì, con una Lily tremante sotto le sue mani e i suoi baci, nascondere i battiti del suo cuore lo avrebbe salvato.
Pose fine a quella lentissima tortura e tornò a guardarla con aria di sfida, la voce d’un tratto più profonda.
«Allora? Vuoi che ti riporti a casa?»
«Cosa? No!» Lily aveva risposto troppo in fretta, trattenendo il respiro, come lui avesse proposto di ucciderla su due piedi. Severus sorrise.
«E cosa vuoi, piccola Lily?»
Non riusciva a respirare, lui era troppo vicino. Con il cervello scollegato e il cuore martellante rispose, di getto in un sussurro quasi inudibile «Ti voglio!»
«Tu…mi vuoi». Non era una domanda, ma lei annuì lo stesso. Quella voce di seta sembrava accarezzarla.
Severus fece un sorriso sghembo, che sembrava una minaccia. Lei lo voleva, davvero. Non fu facile tenere le mani sotto controllo mentre gettava di lato il mantello. La camicia bianca che apparve, quando anche il maglione andò a fargli compagnia per terra, sembrò abbagliare la ragazza ancora tremante appoggiata al muro. Intanto lui le accarezzava la schiena alla ricerca della zip e quando la trovò la tirò giù e le sfilò il vestito. Lily non riusciva a muoversi né a parlare. Era incantata a guardare quelle mani perfette che lente e precise aprivano i bottoni della camicia e poi dei polsini. Quando finalmente quel cerimoniale finì, vide qualcosa che la fece inorridire. Severus capì: aveva visto il marchio. Si bloccò, la camicia in mano e lo sguardo che passava alternativamente dal viso terrorizzato di Lily al suo braccio sinistro, dove il serpente d’inchiostro macchiava la sua pelle bianca. Sembrava che ridesse di loro. Il ragazzo sospirò, e per un attimo la sua maschera di indifferenza scivolò via.
«Questo – disse piano, sollevando il braccio – ti fa paura?»
Lei annuì e abbassò lo sguardo.
«E io – la voce di Severus si fece più dolce e lei ebbe un brivido – io ti faccio paura, Lily?»
«No» sussurrò tornando a guardarlo. Lui le prese il mento tra le dita, la baciò ancora e poi le sfiorò una mano.
«Allora non guardare lui, guarda me» un vero sorriso apparve per una frazione di secondo a illuminargli il volto, che poi tornò serio. Ricominciò a baciarla, ad accarezzarla, a eliminare quei sottili strati di stoffa che lo separavano dalla pelle di lei. Quando non ci furono più ostacoli, la prese in braccio sentendosi morire al contatto con quel piccolo corpo caldo, e la adagiò sul divano e poi piano piano si fece strada dentro di lei, era forte e delicato, come se avesse tra le mani qualcosa di sacro e sotto i suoi colpi e i suoi sospiri finalmente Lily ricominciò a respirare. Lui non diceva nulla, la sua voce di seta era diventata ruvida di gemiti sconnessi ma non poteva parlare. Se avesse detto qualcosa, le avrebbe detto che la amava e non poteva. La guardava in modo così intenso che avrebbe potuto invadere di nuovo la sua mente, così come adesso stava invadendo il suo corpo. Lei diceva solo una parola: «Severus». Gemeva «Severus», sospirava «Severus», mormorava «Severus». Lui non aveva mai pensato al proprio nome come a qualcosa di sexy, ma adesso ascoltava rapito il fiato di Lily sussurrare quelle S, farsi tagliente sulla V e la lingua arrotolarsi intorno alla R, per poi terminare in un soffio. Pensò con un brivido che avrebbe potuto perdere il senno solo ascoltando quel suono, mentre il contatto caldo e urgente dei loro corpi faceva il resto.
Si ritrovarono sdraiati sul divano, senza fiato. Lei poggiò la testa sulla sua spalla, i capelli rosso fuoco sparsi sul torace di lui come una ferita in pieno petto. Severus le cingeva un fianco sottile e le accarezzava la pelle con una delicatezza che non sapeva di avere, ipnotizzato dalla curva perfetta in fondo alla sua schiena. Non riusciva a credere di avere tra le mani quel prezioso fardello.
«Sev…» Lily si pentì subito di aver usato quel nomignolo infantile, che aveva spezzato il morbido silenzio come una lama. Lui però non sembrò infastidito, grugnì un «Mmh?» e prese a fissare la libreria di fronte a sé.
«Che succederà adesso?»
«Niente» era riuscito a mettere una freddezza glaciale in quell’unica parola, aveva assunto di nuovo quell’aria indifferente che lo nascondeva al mondo e si era irrigidito sul divano. Ma quella maledetta mano no, non ne voleva sapere di smetterla di accarezzare Lily. Doveva stare attento, lei non doveva sapere. Non doveva sapere, non doveva sapere, non doveva sapere.
Lily si girò, lo vide in quella posa e deglutì a vuoto.
«Come… come niente Severus? Io credevo… non ci vedremo più?»
«Certo che ci vedremo Lily, in battaglia» sembrò rifletterci un attimo e poi aggiunse «…forse ti ucciderò».
«Vuoi spaventarmi? Non giocare al Mangiamorte cattivo con me Severus, io ti conosco!» lo aveva quasi urlato, anche se non voleva.
«Non sto giocando. Ci siamo divertiti, ma adesso tu tornerai a casa tua da tuo marito» la voce si era incrinata per un attimo su quelle ultime due odiose parole.
«Ci siamo divertiti? Severus, questo per te è stato solo… è stato solo sesso?» la sua voce si era fatta strana, come se stesse trattenendo le lacrime. Lui non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo per controllare.
«Lily siamo onesti, che altro potrebbe essere?»
«Onesti? Mi stai parlando di onestà?» Lily si alzò in piedi, era ancora nuda, e lui dovette fare uno sforzo per non fissare quel corpo perfetto e concentrarsi sulle parole. «È troppo facile Severus, tu entri nella mia testa e scopri i miei sentimenti per te, senza che possa difendermi. Ma tu? Quando mi parlerai con onestà?»
«Sentimenti? Lily la legilimanzia permette di scoprire i ricordi, i meccanismi mentali, non i sentimenti» disse con calma, sembrava un professore che stesse facendo lezione in classe.
«Il Signore Oscuro non li sceglie poi così intelligenti i suoi compari! Hai visto i miei ricordi e c’eri praticamente sempre tu! Come fai a non capire che ti ho pensato ininterrottamente dopo la scuola, e che quando ho saputo cosa… - un groppo in gola le impediva di continuare. Sospirò e chiuse gli occhi - …cosa sei diventato ho pianto per giorni e ho pregato, con tutte le mie forze, di incontrarti e allo stesso tempo di non incontrarti mai! Sei uno sciocco Severus, se non hai capito che ti amo e ti desidero ogni giorno e oggi quando ti ho visto non sono riuscita a trattenermi. Avrei dovuto, e tu non avresti potuto approfittare di me». Si era seduta sul divano, sembrava esausta. Lui non la guardava ancora, ma dopo quel rimprovero sembrò che sul suo viso fosse ricomparso il ragazzino impacciato. Lily era lì, nuda nel suo salotto, seduta sul suo divano, e gli stava dicendo che lo amava. Lo amava. Lo amava lo amava lo amava. Dopo un lunghissimo silenzio, finalmente sollevò il viso e la guardò. Non c’era più traccia d’indifferenza sul suo volto.
«Va bene… va bene. Hai ragione tu. Il mio è un gioco sleale. Chiedimi pure quello che vuoi, cercherò di essere… sarò onesto». Lei si era avvicinata, sentirlo parlare così l’aveva intenerita. Lo guardò negli occhi.
«Ok, allora… dimmi la verità. Mi hai mai pensata in questi anni?»
«Ogni minuto di ogni giorno» lui aveva parlato lentamente, a voce bassissima, quasi avesse paura della sua stessa risposta.
Lily deglutì e le guance le presero fuoco mentre chiedeva «Prima… è stato davvero solo un gioco per te? Mi desideri?»
«Mi sentivo impazzire» la sua voce era più sicura adesso, ma le sue labbra tremavano ancora. Lily sorrise leggermente di quella risposta. Poi tornò seria.
«E mi ami, Severus?»
«Sempre. Da sempre» il ragazzo sembrò soffrire tremendamente nel dare quella risposta, quasi l’avesse tirata fuori a forza con una tenaglia arroventata. Lei si era portata una mano alla bocca. In un altro momento forse avrebbe riso delle risposte criptiche di Severus, ma adesso no. Adesso lui era lì, con uno sguardo terribilmente ferito e le stava dichiarando il suo amore, a modo suo.
«Io ti amo e tu mi ami - disse lei, sorridendo e sfiorandogli il viso – riesci a immaginare qualcosa di più bello?»
Lui la guardava fisso, immobile, sembrava aver paura che qualcosa gli facesse male di nuovo.
«Siamo in guerra, Lily»
«Risposta sbagliata!»
«Sei…sposata» un’altra smorfia.
«Risposta sbagliata! Sai qual è la risposta giusta? È NO. “No, Lily, non riesco ad immaginare niente di più bello” - Lui la guardava accigliato – Dillo!»
«Non riesco ad immaginare niente di più bello» sorrise debolmente e lei lo baciò sulle labbra.
«Senti, adesso devo andare davvero. Quando e dove potrò vederti?»
Lui prese la bacchetta, che era stata scaraventata in un angolo, e cominciò ad agitarla in aria mormorando qualcosa. Poi la puntò verso di lei, continuando a mormorare. Lei aspettò pazientemente che finisse.
«Che hai fatto, Sev?»
«Un sistema che ti avviserà quando sono a casa. Così potrai venire direttamente qui e sarai sicura di trovarmi.»
«Cosa… che vuol dire mi avviserà? Come mi avviserà?»
«Lo saprai e basta. Lo saprai solo tu – aggiunse, capendo le paure che lei non aveva espresso - È una cosetta di mia invenzione, non so ancora se funzionerà. Lo scopriremo»
«Una cosetta di tua invenzione? Continui a dilettarti con queste cose, Principe?» Lui sorrise. «Allora è vero che sei il più intelligente tra i Mangiamorte, come dicono in giro»
«Dicono questo in giro?»
«Sì. Giovane e spietato: il reparto Auror ti sta alle calcagna. E un’Auror in particolare» concluse con un sorriso malizioso un attimo prima di smaterializzarsi.
 
   
 
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