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Autore: innominetuo    13/07/2016    19 recensioni
Mozart. Non solo Wolfgang Amadeus.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Ieri ho compiuto trentatré anni e mio padre non ha voluto neppure darmi la benedizione d’uso.

Da diverso tempo, anzi, vivere con lui mi è sempre più penoso. I suoi sguardi si incrociano sempre di meno con i miei: evita quasi ogni contatto con me perché sono “una figlia disobbediente, una figlia ostinata”. Vuole, esige che io mi sposi il prima possibile. “Una donna che non vuole sposarsi è un abominio", è solito ripetermi, come in una triste litania. 

Poco importa quello che amo far vivere sulla tastiera del mio pianoforte, accarezzando, seducendo i tasti d’avorio.

Mi ricordo di allora… mi ricordo benissimo.

Ero una ragazzina, con al fianco un bimbo.

Il mio fratellino, Amadè, dallo sguardo birichino.

Ci facevano esibire insieme, fianco a fianco. Io al violino, lui al clavicembalo, oppure ambedue al fortepiano su due strumenti disposti l’uno di fronte all’altro. Si suonava, quasi giocando: o, almeno, per Amadè allora poteva essere solo un gioco… un gioco bellissimo. E poi tutti quegli applausi, che quasi ci assordavano, così come esplodevano nei saloni scintillanti…

Chiudo gli occhi e mi sembra quasi di vederli, tutti e due, come se fosse ora.

Amadè aveva sette anni, Antonia pure. Mio fratello è emozionato, arrossisce, dopo che la bella bimba bionda lo ha aiutato a rialzarsi dal capitombolo dovuto al pavimento troppo lucido: però lui riprende subito il controllo e fa l’inchino, calando il grazioso tricorno con un perfetto gesto affettato. Antonia fa la riverenza, nel suo bel vestitino di seta, color grigio-celeste come i suoi grandi occhi. Poi Amadè si gira, torna sui suoi passi e si inchina di nuovo: stavolta alla mamma della sua piccola salvatrice. È innamorato, dice: chiede la sua mano. Maria Teresa sorride, materna. Tutti gli sorridiamo, compiaciuti: ad Amadè, al piccolo genio è tutto concesso… anche di professare il suo amore per Sua Maestà l’Arciduchessa d’Austria Maria Antonia.

Non so se la vita gli sorride ancora.

Sono anni che non ci vediamo più.

Lui continua con i concerti e le composizioni. Con i suoi successi, in giro per il mondo: calca i pavimenti di marmo dei palazzi più belli e sontuosi. Tutti tacciono, mentre la sua musica seduce e avvince, senza tregua alcuna.

Diceva sempre che potevo essere una sua pari.

"Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose." (*)

Allora componevo pure io. Avevo diciannove anni e credevo sul serio di poter essere come lui, di poter fare la sua stessa vita.

Tic. Toc.

No, quello è un suono che non voglio udire: l’unico che odio davvero nell’ orchestra dell’Universo. Mi tappo le orecchie, mentre mi concentro, mentre mi voglio perdere nei ricordi. Mentre desidero solo ricordare le sinfonie e le partiture dei miei amatissimi strumenti.

Tic. Toc.

Tic. Toc.

Tic.

Toc.


Le lancette continuano con il loro movimento, incessante e spietato.

Sono note semplici e sciocche, non vale proprio la pena di riprodurle su uno spartito. Non valgono un bel nulla, per me. Sono solamente rumore, e basta. Ma per il mondo quel rumore odioso ha valore: ti ricordano ciò che sei.

Sei donna, Nannerl, da molto tempo. Da sempre, anzi.

Non è più tempo di composizioni, per te, e neppure per gli applausi ai concerti, mentre facevi la riverenza, commossa e frastornata, dopo aver fatto vivere la tua musica.

Per Amadè è ancora e sempre sarà tempo. Lui è un uomo.

Ma per te, d'ora in poi, la musica dovrà lasciare il posto al silenzio.

 
§§§§§§

Maria Anna Walburga Ignatia Mozart (Salisburgo 30 luglio 1751 – Salisburgo 29 ottobre 1829), chiamata dai familiari Nannerl, era la sorella maggiore (di cinque anni) del Mozart ben più famoso, Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus, alias Wolfgang Amadeus (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), che in famiglia preferiva farsi chiamare semplicemente Amadè o Gottlieb. Musicista eccezionale e brava compositrice (* trattasi di una lettera del fratello del 7 luglio 1770), dovette dire addio a concerti e successi, dato che, a partire dai diciotto anni, divenne una cd. “ragazza da marito”, sebbene si fosse rassegnata ad un matrimonio d’interesse ben più tardi, solo all’età di trentatré anni. Nonostante tutti i rimbrotti paterni, tuttavia, Nannerl non rinunciò mai al suo adorato pianoforte, che continuò a suonare con amore e con talento pure nelle vesti di Baronessa von Berchtold zu Sonnenburg nel privato del suo piccolo palazzo di Salisburgo. Una volta rimasta vedova nel 1801 poté dedicarsi all’insegnamento del pianoforte: cosa che fece fino al giorno della sua morte. (credits: Wikipedia)

Ecco un delizioso ritratto dei due fratellini Mozart, all’epoca dei loro concerti insieme in tutta Europa:


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Un ritratto di Nannerl, all’epoca del suo matrimonio con il Barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg:

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Maria Antonietta d’Austria a sette anni d’età, quando venne “corteggiata” da Wolfgang Mozart, suo coetaneo:

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(All images are from a google search, no copyright infringement intended)

Dedico questo breve racconto alla mia cara
DivergenteTrasversale , che mi ha incoraggiato a comporlo.

La suesposta one-shot è stata composta per puro diletto personale, senza scopo di lucro alcuno. Anna ed Amadeus Mozart di certo non mi appartengono, bensì alla Storia.
  
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