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Autore: didi_95    14/07/2016    4 recensioni
Dopo il rapimento di Tony, sia lui che Pepper tornano con la mente ad una giornata particolare, quella del loro incontro. Nessuno dei due se ne rende ancora conto, ma il loro è un legame molto più forte di quanto sembri.
[Pepperony, Iron Man 1]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold 'Happy' Hogan, Jarvis, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts, Yinsen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Ricordi pt1


Pov Pepper

"In ritardo! Terribilmente in ritardo!"
"La giacca... quella grigia del completo; era sulle sedia, l'avevo stirata ieri sera..."
Comincio a mettere a soqquadro l'appartamento, senza più preoccuparmi di fare rumore e di svegliare Grace.
A proposito... Grace!
< Grace! Hai preso tu la mia giacca? > urlo in direzione della stanza accanto, ancora buia e silenziosa.
La mia coinquilina ha la brutta abitudine di spostare le cose in continuazione.
< Mmmmm... cosa? > mi risponde con voce assonnata.
Entro di volata, rischiando di scivolare sui tacchi e di rompermi l'osso del collo; non appena spalanco le persiane, la luce del sole invade la stanza, posandosi impietosamente sul viso di Grace.
Sillabo le parole, cercando di contenere il nervosismo e la voglia di guardare nuovamente il piccolo e discreto orologio da polso che mi ha regalato papà:
< La. Mia. Giacca! Mi serve per il colloquio di lavoro, ricordi? E' tra un'ora! >
Grace si mette una mano sul viso, proteggendosi dalla luce.
< Ma sei impazzita? Sono tornata tardi da lavoro ieri sera... l'ho messa nel tuo armadio la giacca, perché ti scaldi tanto? >
Sospiro.
Quante volte dovrò dirle ancora di non cambiare posto alle mie cose?
Spalanco il gigantesco armadio che condividiamo, cercando inutilmente di non guardare verso la sua parte, dove colori e vestiti di ogni genere si mescolano nel caos più totale.
La mia parte è la stessa di sempre, trasmette ordine e serenità.
L'unica cosa fuori posto è la mia giacca che per fortuna non si è sgualcita.
< Non rimetti in ordine le tue di cose! > dico ridendo.
< Perché allora cerchi di rimettere le mie? >
Grace fa spallucce, sempre sorridendo.
In realtà dovrei solo ringraziarla, perché mi sopporta da quasi due anni.
Seduta sul letto, mi guarda sistemare gli ultimi dettagli, compresa una passata di trucco leggero; ogni particolare adatto alla situazione, ogni cosa al suo posto.

< Devi rilassarti, andrà bene! Sei adatta per quel lavoro. Cerca solo di non essere troppo nervosa, d'accordo? > mi dice, stringendomi in un lieve abbraccio.
< Fosse facile... Non mi sento affatto all'altezza. Le Stark Industries... ma perché mi sono lasciata convincere da te? >
< Perché è la cosa giusta da fare! Fidati di me. Ecco, così sei perfetta... >
Aggiunge, sistemandomi dietro l'orecchio un ribelle ciuffo rosso.
< E poi... voglio dire... dovresti andarci anche soltanto per vedere Tony Stark! Da quando ha ripreso in mano le redini dell'azienda del padre, sembra essere l'uomo del momento... pare diventerà il prossimo sex symbol... >
Vedo un'espressione maliziosa diffondersi sul viso di Grace e scoppio a ridere:
< Cielo, possibile che tu riesca a pensare sempre e solo a quello? Se ho deciso di andare è solo perché ho davvero bisogno di un lavoro... Non so nemmeno come sia fatto il tuo famoso Tony Stark... >
Grace alza un sopracciglio e spalanca la bocca:
< Ma dove hai vissuto negli ultimi anni? Eppure sei sempre stata con me! >
< Tra i libri direi... > le rispondo, senza smettere di ridere.
< E adesso fammi andare prima che l'agitazione mi divori... > mormoro, con una mano sulla maniglia della porta.
Grace mi strizza l'occhio: < Andrà bene, vedrai! >

Sarà... ma non sono mai stata così nervosa in vita mia.

  Dopo qualche minuto sono già in macchina, immersa nel traffico di New York.
< Sapevo che avrei dovuto svegliarmi prima... > borbotto, fulminando con lo sguardo l'ennesimo guidatore che suona il clacson inutilmente.
Mi mordo le labbra e ovviamente mi rovino il rossetto.
Accidenti al nervosismo.
Approfittando della lunga fila di macchine ferme, inizio a ritoccarmi le labbra nei punti in cui il rosso si è sbavato.
Nel bel mezzo di questa delicata operazione, un rombo minaccioso mi riscuote.
Sembra che la costosissima macchina in fila dietro di me abbia parecchia fretta.
Sospirando di frustrazione, gli lancio un'occhiataccia dallo specchietto.
Di solito funziona.
Ma non questa volta.
Questa volta non solo sento suonare il clacson, ma mi arriva all'orecchio anche una colorita imprecazione.
< Ma come si permette? > sbotto indignata.
Per fortuna all'improvviso il traffico sembra sbloccarsi, permettendomi di ripartire.
< Che maleducato... > sospiro, mentre aumento la pressione sul pedale dell'acceleratore.
Nemmeno un secondo dopo, mi balena nella mente un pensiero; il primo della giornata che non ha nulla a che fare con il mio imminente colloquio.
Non sono riuscita a vederlo in faccia.
"Oh, ma che idiozia? Perché mai dovrebbe interessarmi?"
Proprio mentre lo penso mi accorgo di stare indugiando con lo sguardo sullo specchietto retrovisore, tuttavia la macchina dietro ha i vetri oscurati e non riesco a vedere nulla di più di una sagoma scura.

Riportando finalmente lo sguardo alla strada, mi accorgo troppo tardi che è già scattato il rosso; di riflesso schiaccio il pedale del freno con forza.
La fermata è brusca, ma del tutto priva di pericoli, dopotutto ero notevolmente distante dal veicolo davanti.
Non si può dire lo stesso della Porsche alle mie spalle.

La botta è più forte di quanto mi aspettassi ed il contraccolpo sul sedile mi lascia per un secondo senza fiato.
" Ma perché a me? E perché oggi? "
Penso disperata mentre sento l'indignazione e la rabbia salire a dismisura.
Mentre sono ancora intenta a pensare, mi arriva chiara e forte la voce del decerebrato che mi ha tamponata.
< Cosa ho sempre detto Happy? Le donne non sanno guidare! L'ho vista mentre si rifaceva il rossetto prima! >
Non potendo più trattenermi, mi catapulto fuori dall'auto.
< Adesso anche i commenti sulle donne al volante? Non le pare di essersi spinto decisamente oltre il limite della decenza? Le ricordo che se lei avesse mantenuto la distanza di sicurezza, non sarebbe accaduto nulla di spiacevole. >
L'uomo che mi ritrovo davanti, in tutta risposta, mi squadra in un modo che, se possibile, ha l'unico effetto di farmi infuriare ancora di più.
< Pronto? Mi sta ascoltando? >
Mentre aspetto una risposta, anche il mio sguardo si sofferma su di lui:
camicia blu, classica, elegante ma non troppo.
Sembra il classico miliardario ricco e viziato.
"Però è affascinante..."
Scuoto la testa, scacciando via un pensiero tanto indiscreto quanto indecoroso.
< Non è mia abitudine ascoltare troppo le donne, a meno che non siano insieme a me in una camera d'albergo; ma non mi sembra questo il caso, non è d'accordo? Oppure è disposta a cambiare location? >
I pensieri coerenti mi si spengono.
< Ma come si permette? Insinuare che io... e lei?! >
< Su su! Non si agiti, era pur sempre una battuta di spirito. >
< Una... battuta di spirito. >
< Si, conosce il genere? Film comici, barzellette, show televisivi... >
Senza darmi nemmeno il tempo di rispondere, continua a parlare.
< Sa? E' illuminante la sua compagnia, ma temo di essere in ritardo. Perciò... uhm, il paraurti è ammaccato, la macchina ha i suoi anni, i pezzi di ricambio costicchiano... diecimila possono andare? >
Lo guardo incredula, mentre tira fuori dalla tasca un libretto degli assegni.
< D-diecimila? > riesco a balbettare.
Lo sconosciuto mi guarda, ammiccando.
< Ho imparato che, di solito, nelle liti tra i due sessi, è sempre la donna a spuntarla. Dunque salto tutta la roba noiosa: moduli da firmare, testimonianze, polizia stradale... Del resto posso permettermelo. >
< Ma... non posso accettare una somma così alta. Dovremmo scambiarci gli estremi, fare una constatazione amichevole, così saranno le assicurazioni a stabilire... >
< Niente da fare... detesto che mi porgano cose. Ma fortunatamente lei no, quindi tenga l'assegno e... tante care cose. Oh e sorrida ogni tanto. >
Posa l'assegno nella mia mano sinistra ed una parte del mio cervello, diversa da quella arrabbiata, sconvolta e razionale, registra il tocco della sua mano, calda e forte.
< Le chiederei il numero, se non fossi altamente sicuro che mi lancerebbe addosso qualcosa. >
Continua, tornando alla sua macchina.
< Ed avrebbe ragione! > gli rispondo, ritrovando la parlantina.
< Beh nel caso dovesse ripensarci, sull'assegno ho scritto il mio. >
Arrossisco violentemente.
L'ultima cosa che lo sento dire, prima che chiuda la portiera, è sicuramente senza senso.
< Sarebbe perfetta Happy... Perfetta. >

Ho un assegno di diecimila dollari in mano.
E sono in estremo ritardo.



Nda:
Buonasera!;)
Ed eccoci anche al secondo capitolo, la prima parte del tanto agognato incontro tra Tony e Pepper <3
Spero che anche questo vi sia piaciuto:D e che vi abbia divertito, personalmente mi sono divertita parecchio a scriverlo lo confesso xD
Mi scuso in anticipo se non pubblicherò a intervalli ben definiti, ma sono fuori casa e senza internet da pc, dunque pubblico appena ne ho l'occasione ;)
Come al solito, ringrazio chiunque sia passato di qui.
Un grazie particolare a chi mi ha già dato la sua opinione <3
Un bacio e alla prossima!
Didi
   
 
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