Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: scriveremibasta    14/07/2016    2 recensioni
"Mi ha sussurrato tre regole, all'ombra di un cespuglio di rose rosse. Le avevo trovate strane, folli...ma non avevo proferito parola. Lei mi aveva guardato e, all'ombra di quel cespuglio, mi aveva cambiato la vita. Se ne andava sempre senza salutarmi ma non mi offendevo...anzi, mi piaceva da impazzire."
Inuyasha, un giovane ragazzo che si ritroverà a fare da servitore alla famiglia Higurashi.
Tre importanti regole a scandire la sua esistenza, insieme al ticchettio dei tacchi della sua padrona. Ce la farà a rispettarle?
Chissà che non scopra qualcos'altro oltre al segreto che oscura quella famiglia...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La carrozza sfrecciava sul terreno, incurante della pioggia e della poca luce presente sul percorso. Eravamo rimasti solo in due, dentro di essa. Io e uomo smilzo, con la tuba calata sul volto e uno smoking nero. Era piuttosto inquietante, non aveva parlato per tutto il viaggio e aveva continuato a leggere uno strano giornale di qualche settimana fa; quello che, a quanto avevo sbirciato, portava la notizia di un furto ad una delle famiglie più prestigiose sulle sue pagine ingiallite.
"Fortunatamente" pensai "Non è la famiglia a cui presto farò da servitore" e, ricordati sempre Inuyasha, pur essendo un servitore devi sempre farti rispettare. E iniziare a parlare con la propria mente non è un buon inizio, assolutamente.
-Signori, presto saremo a destinazione- ci avverte la voce del cocchiere, profonda e un po' beffarda.
Ma dico, il rispetto al giorno d'oggi?
"Ricorda che non sono tutti educati servitori come te" già, giusto.
 Inizio a sistemarmi il colletto, per poi stirare la camicia e mettermi la giacca di mio padre; sono pronto. Beh, fisicamente...
Lancio un'ultima occhiata all'uomo che ho accanto, augurandomi di non rivederlo più "È troppo inquietante" penso, deglutendo. Peccato che, fin'ora, non è mai sceso a nessuna fermata...e se scendesse alla mia? Ah no, è impossibile...cosa c'entra lui con la famiglia Higurashi?
"Spero niente..."
-Buona serata- mi augura il cocchiere e, dopo un cenno con la tuba che ha in testa, riparte a tutta velocità verso l'alto della montagna. Sospiro sollevato, sotto il tettuccio del cancello e mi guardo intorno: il giardino che circonda la villa è immenso, fatto di cespugli di rose e alberi curati alla perfezione, è praticamente il paradiso terrestre; per non parlare, poi, della villa... meravigliosa, grande e perfettamente simmetrica; tre piani delle più segrete meraviglie e regalità varie. Cosa più importante...quell'uomo, quello strano e inquietante, non è sceso! Oggi sembra essere il mio giorno fortunato, senza contare la pioggia!
Si, ma ora, che cosa dovrei fare? Il cancello è chiuso a chiave da un lucchetto dalle rifiniture argentee...come faccio a passare? "Bah, forse avrebbero dovuto darmi una chiave..." pensai, ma era impossibile, considerando che non avevo mai visto i padroni di casa...come avrebbero potuto darmi anche solo qualche indicazione o- To' guarda c'è qualcuno lì infondo, sotto il portico della casa...
È un uomo, che riesco a vedere non appena mi si avvicina ed apre il cancello: alto e prestante, carnagione scura e capelli biondo platino; ha un volto che mi ispira fiducia...
-Lei dev'essere il Signor Inuyasha No Taisho, il nuovo servitore della famiglia- fa ed io annuisco, orgoglioso di essere finalmente riconosciuto come "signore" nonostante i miei sedici anni. L'altro, non appena apre il cancello, mi lascia la strada libera per passare ed apre un ombrello nero, in modo da non farmi bagnare -Prego, da questa parte- mi indica il portico della villa.
Ed io, non so proprio come non essere eccitato all'idea di questa nuova vita. Mio padre mi ha sempre insegnato l'arte del servitore, visto che è la tradizione della nostra famiglia...ma non avrei mai pensato di essere voluto in una tra le più prestigiose famiglie e di rendere mio padre così orgoglioso...ne vado fiero! Tutti quegli allenamenti distruttivi, tutte quelle sessioni di studio obbligatorio...non sono state vane.
E sarò io, a dimostrarlo.
-Oh, ma guarda chi abbiamo qui...il giovane Inuyasha!- una donna dai capelli castani corti, acconciati con un fermaglio a forma di rosa mi saluta, venendomi incontro e abbracciandomi. Ha un odore forte, indossa un vestito elegante rosso e dei guanti neri le coprono le mani delicate; è anche leggermente truccata e la sua voce ha un debole accento francese, che le da' un senso di regalità -Hai fatto buon viaggio?- mi dice, quasi strozzandomi: ha le braccia al mio collo, diamine! E, pur essendo bassina e gracile, devo dire che è molto forte.
-Si-signora- mormoro, cercando di non asfissiare e quella pare capire, lasciandomi e facendomi un sorriso di scuse. Poi si volta verso un'altra persona sulle scale, indicandola con un gesto della mano.
-Sono lieta di presentarti mio figlio, Souta, il minore della famiglia Higurashi- mi spiega. E, no, aspetta, la domanda di prima? Se n'è già dimenticata? Che donna...
Osservo il ragazzino fermo sulle scale che portano ad un secondo piano e, solo ora, mi accorgo che la sala dove sono è dedita soltanto all'accoglienza: sopra ad un grande e quadrato tappeto rosso vi sono un paio di divani e poltrone, sempre accompagnati da dei tavoli; poi, procedendo dritto, delle enormi scale lucide e luminose...ma questo forse è dovuto all'enorme lampadario che troneggia sull'intera stanza, è in cristallo. Varie piante d'interni a fare d'arredo e, ai rispettivi lati della porta d'ingresso, attraversati dei piccoli corridoi arredati con quadri e piccoli lampadari, vi sono due porte chiuse. Chissà che vi è all'interno...
Comunque, tornando al ragazzino sulle scale, è imbronciato e mangia un lecca-lecca, indossa dei pantaloncini, scarpe nere, un gilet rosso e una camicia celestina. I capelli sono neri e spettinati e gli occhi, del medesimo colore, hanno un luccichio birichino.
-Souta, vieni a salutare Inuyasha- lo invita la donna e quello, dopo una smorfia, mi si avvicina a passo insicuro, squadrandomi con sguardo sospetto. E che sono, un mostro?
-Lieto di fare la sua conoscenza, Signorino- mi inchino, con un sorriso "Non serve arrabbiarsi solo perchè ha un viso da schiaffi, Inuyasha...stai calmo"
Lui, dopo un cenno con la testa si aggrappa alla gonna del vestito della donna e mi guarda male, continuando a leccare la sua caramella.
-Oh cielo, Souta- fa la donna, senza rabbia -Scusalo Inuyasha, fa sempre così con chi non conosce...- mi rivolge, poi, un sorriso -Io, comunque, mi chiamo Akemi- si presenta.
Io annuisco. Le sta proprio bene...vista la sua bellezza.
-Vieni, ti porto alle tue stanze- mi invita, con il ragazzino in braccio ed iniziando a salire le enormi scale. Io la seguo, eccitato all'idea di vedere la mia nuova camera. E, già mi immagino il bel letto a baldacchino, i comò in legno pregiato, le grandi e luminose finestre e- COSA?!
Non mi sono neanche accorto di essere arrivato che noto come la mia camera non sia come l'ho immaginata: letto unico, un armadio, una scrivania...ma che cavolo, sembra la stanza di uno studente fuori sede...dov'è finita la regalità?  "Immagino che quella sia riservata solo ai padroni di casa"
-Allora? Ti piace?- mi domanda Akemi. Io annuisco, cercando di sembrare convinto e mormorando un "Si, signora" che la fa sorridere -Bene, per ora riposa e sistema le tue cose, domattina avrai i tuoi primi ordini- mi fa, uscendo e chiudendo la porta. Io, una volta rimasto solo, poggio la valigia che, fin'ora avevo completamente dimenticato e scosto le tende della finestra per osservare la pioggia sbattere sui vetri e i tuoni che, qualche volta, solcano il cielo. Sta ancora piovendo...
-Ah, non ci pensare!- mi dico, sbattendomi le mani sulle guance "Domani sarà la tua prima giornata da servitore!" e i servitori devono riposare no? L'ha detto anche la padrona...quindi riposa Inuyasha, riposa che, domani, dovrai essere carico.

-Buongiorno- biascico a qualcuno di non ben definito dentro la stanza, solo la calda luce dell'alba ad accogliermi. È stato più indolore di quanto mi sia aspettato...cioè, appena messo a letto mi sono subito addormentato! Ed io che credevo che mi avrebbe fatto soggezione cambiare area...e invece è tutto normale, mi sento riposato ed un po' emozionato; non vedo l'ora di scrivere a mio padre per dirgli come procede!
Mi stiracchio, consono di indossare solo una semplice canottiera e dei pantaloncini; i vecchi vestiti appogiati a quella che, presto, diventerà ufficialmente il mio armadio. Scuoto la testa "No, no Inuyasha! Non puoi utilizzare una sedia come armadio!" penso, determinato ad essere il meno disordinato possibile. E, che diamine, sono appena arrivato, non posso fare casino già da ora! Niente vecchie abitudini, questa non è casa mia! "Eh appunto..." rifletto, accorgendomi solo ora di una cosa "I servitori non possono alloggiare nella stessa casa dei padroni...allora perchè io...?"
-Signorino Inuyasha, la padrona vuole vederlo- sento le nocche battere sulla porta, poi una voce abbastanza gentile mi chiama da dietro di essa. Dev'essere quella di una vecchia, visto il tono un po' tirato.
-Si, arrivo subito- avverto, togliendomi la canottiera e i pantaloncini per infilarmi la camicia ed i normali pantaloni. Nel farlo, osservo per un attimo il me stesso riflesso sullo specchio: capelli lunghi e neri, morbidi che mi ricadono sulla schiena nuda, occhi color carbone e fisico muscoloso. Si, okay, non proprio muscoloso vista la mia giovane età ma conto di diventare come papà, un giorno. Per il resto, beh, sono tutto mia madre...ripensandoci, è proprio per lei che tengo i capelli lunghi, gli piacciono tanto e quando ero piccolo adorava accarezzarli; io, però, non ci trovo nulla di così eclatante...insomma, sono solo capelli! Ma, a sentirla se solo me ne tagliavo una ciocca...sarebbe diventata matta!
Ora basta coi ricordi, però...non posso fare tardi!
Mi osservo per una seconda volta allo specchio, sorridendo orgoglioso di ciò che vedo e di ciò che vedono sempre i miei genitori: un giovane ragazzo un po' rozzo che vuole far felice i propri cari.
Beh, oltre alla bellezza naturalmente.

-Signora, per servirla- mi inchino educatamente al cospetto della mia padrona, è seduta ad un tavolo pieno di pietanze con il piccolo Souta ed un'altro uomo che credo sia il marito. Alto, ben piazzato, capelli tirati all'indietro da manate di gel, monocolo ed occhi blu freddi e profondi che sanno guardarti dentro l'anima. Deglutisco, mi fa soggezione ma non sarà un omuncolo a mettermi alla prova!
-Oh, Inuyasha, non serve tutta questa premura!- mi richiama lei, sorridendomi gentilmente
-Sono lieta di presentarti mio marito, Riku- mi fa un gesto con la mano ed io, a quello, mi inchino in segno di rispetto. E, okay che non mi sarei fatto mettere i piedi in testa da costui...ma, cavolo, è pur sempre il padrone di casa!
-Tu devi essere Inuyasha...- fa, squadrandomi in modo un po' troppo altezzoso. Io reprimo l'istinto di rispondergli a tono e mi limito a sorridere mormorando un "Si, signore". Lui, invece, continua a squadrarmi per poi annuire, finalmente convinto -Bene- esordisce -Mi aspetto il massimo da te- termina, infine.
-Certo, signore- mi inchino ancora. E, dovrei essere orgoglioso no? Il padrone si aspetta il massimo ed io non posso mica...no, proprio per niente! Buon Dio, quanto mi infastidisce quello lì!
-Caro, dov'è andata Kagome?- chiede la signora, con sguardo preoccupato.
"Kagome? Sarà la figlia?" agrotto le sopraciglia, pensando che, se è la figlia, non l'ho mai sentita nominare. Come il più piccolo del resto..."Ti saresti dovuto informare di più"
-Inuyasha, caro, perchè non le porti la colazione? Credo sia in giardino-  mi chiama Akemi, ed io mi riprendo dai miei pensieri, finendo per sussultare.
-Eh? Ah...si, certo, gliela porto subito!- dico, prendendo il piatto che, ora, ora, è stato portato dalla vecchia cameriera ed ignorando lo stomaco che brontola nel sentire il buonissimo odore che emanano le pietanze poggiate  su di esso.
Esco dalla porta finestra della tavola da pranzo che da su un enorme giardino, camminando a passo spedito e facendo saltare lo sguardo da un punto ad un altro, sperando di trovare la signorina. Inutile dire che, dopo ben tre giri, mi arrendo alla mia più totale incapacità di trovare le cose e mi do per disperato. Insomma, ho già perso il mio primo incarico! Ma quanto sono pessimo a fare il servitore? Sarei dovuto andare a lavare le scarpe, sarei!
-Ed ora che faccio, qui mi si raffredda tutto...- mi dispero, guardando i croissant e il latte caldo e fumante. Quando mi viene in testa un'idea..."In fondo, poi posso dire di averli consegnati.."
Ed è un attimo: afferro un cornetto, mangiandomelo in un sol boccone e soddisfacendo il mio appetito; il secondo, invece, lo mangio a bocconi piccoli, gustandomelo perfettamente.
-Mmmmh!!!- esclamo -Sono buonissimi!-
-Ah, sono contenta che la mia colazione ti piaccia, ragazzetto!-
Per poco non mi strozzo col croissant che ho in bocca. Mi hanno già scoperto? Sarò licenziato?! Stupido di un Inuyasha, stupido, stupido, stupido! Ma ti pare? Ti metti a mangiare il cibo degli altri, tuoi padroni per giunta! Stupido!
-Ehi, ci sei? Prima sembravi tanto in vena di parlare!- mi volto lentamente, sudando freddo e deglutendo ciò che ho in bocca. Cavolo!
-Io...- provo a dire, osservando colei che ho davanti: pelle diafana, labbra rosse ed occhi blu zaffiro, animati di una luce da ragazzina; che, però, non è. E, cavolo, se no! Corpo sviluppato, dalle curve perfette e capelli lunghi e corvini dalla frangia sbarazzina tirata di lato da un fermaglio a forma di rosa. Alta, slanciata, bellissima...mi sono innamorato.
-Dannazione, vuoi finirla di stare lì impalato e portarmi, magari, un'altra colazione? Sei o non sei un servitore?!- okay, forse non mi sono innamorato...però è carina comunque.
-T-tu! Insomma! Se non avessi giocato a nascondino per tutto il tempo non mi sarei già mangiato la tua colazione!- mi alzo, puntandole il dito contro e urlandole contemporaneamente -E, comunque, non dovresti trattare così un servitore! Stupida ragazzina!- la provoco, ghignando ed osservandola con le braccia conserte.
-Nel frattempo la "ragazzina" è più alta di te- mi canzona lei, facendo un sorrisetto -E poi sono molto più vecchia di te, per tua informazione!-
-Ah, ma davvero? Abbiamo una vecchia befana, quindi!- le rispondo a tono. E, Dio mio, una più infantile di lei non l'ho mai incontrata!
-Vedila come vuoi- fa -Io, però, rivoglio indietro i miei cornetti!- ghigna, poi, indicandomi quello che ho in mano con il mento. Ed è in quel momento che mi balena un'idea:
-Ah, quindi vuoi che ti porti dei cornetti?- chiedo, testa bassa e ghigno nascosto dalla mia frangetta.
-Certo, non ci senti?- mi chiede, con le braccia conserte ed un cipiglio infastidito.
-No, io ci sento benissimo...- sussurro, mentre il mio ghigno si allarga -Tu, invece, perchè non ti prendi questo, di cornetto?- alzo la voce, lanciandoglielo dritto in faccia e gustandomi il mio operato con un sorrisetto soddisfatto.
-Ah...- sospira lei, per nulla turbata -È il tuo primo giorno e già mi affronti...- continua, poi, ad occhi chiusi -Potrei licenziarti, sai?- mi chiede, di seguito, con non-chalance; mi osserva con un solo occhio aperto e...sembra quasi un gufo...
-Tsk, solo i miei padroni possono licenziarmi- dico, stizzito, affondando le mani nelle tasche dei miei pantaloni.
-Ah, quindi non te l'hanno detto?- mi chiede, di rimando lei, avvicinandosi; solo ora mi rendo conto che indossa una candida veste che le arriva alle caviglie e si muove ad ogni suo passo. Dev'essere la vestaia da notte...
-Cosa?- chiedo, sinceramente incuriosito ma conscio che potrebbe mentirmi facilmente.
-Che tu- dice, avvicinandosi sempre di più fino a giungere di fronte a me -Sei...- mi squadra con quello sguardo da ragazzina viziata e altezzosa -Il mio servitore personale- conclude, infine.
Io ci rimango secco. Letteralmente.
Non so che dire, quando ho accettato questo lavoro sentivo che nulla mi avrebbe mai e poi mai fermato...ma, ora...nel scoprire cosa realmente mi attende...beh, sono un po' nervoso...sopratutto con una tipa così.
-C-cosa?- balbetto, cercando di non fuggire immediatamente a gambe levate.
 "Calmati, Inuyasha, calmati" e, infondo, cosa sarà mai una ragazzina che dimostra molti più anni di me ma che ha un comportamento tale e quale ad una bambina? Cioè, sarebbe potuta andare peggio...no?
-Tornando ai miei croissant...- no, evidentemente non sarebbe potuta andare affatto peggio...perchè, si da il caso, che questo sia il "peggio".
Osservo la ragazza che pare chiamarsi Kagome, ha un sorrisetto da schiaffi e...ma, ehi, non è un po' troppo vicina?
-Dovrai riportameli lo sai?-
"Troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina"
-Ho fame e, ehi, ma mi stai ascoltando?-
"Troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina"
-Pensandoci potrei mangiare te...-
OKAY, BASTA, COSA?!
Togliendo il fatto che è davvero troppo, troppo vicina...che diamine le viene in mente di dire?! E perchè ora mi guarda in quel modo così...stupido! Stupidamente malizioso, ecco!
Deglutisco, guardandola alzare una mano che prima era dietro la schiena per poi accarezzarmi il collo con un dito; percorrendone la giugulare, squadrandola con quello stesso sguardo e lasciandomi completamente paralizzato.
Okay, è ufficiale: questo è il peggio dei peggi.


Angolino piccino picciò <3
Alloraaaa, sono in ritardo? xD spero di no...ma, vedete, ho un'altra storia da portare avanti e devo cercare di dividere il mio tempo in modo da non trascurare i vari...chiamiamoli aspetti, della mia vita.
Andando al capitolo, come vi sembra? Ho fatto un Inuyasha troppo checca? xD e Kagome? Cosa sarà mai? Provate a scoprirlo, non credo sia molto difficile...
Per quanto riguarda info e cose varie, ho dato volto e nome al padre di Kagome, Inuyasha per una volta è più piccolo di quest'ultima e ci troviamo in un epoca non precisata.
Se in caso ve lo state chiedendo...si, la madre di Kaggy ha un nome giapponese ma un accento francese...lo spiegherò nella storia il perchè. Il motivo per cui Inuyasha dice che il suo aspetto si abbina al nome è perche Akemi significa "Bellezza luminosa" e, appunto, la signora è bella e luminosa. O, almeno, spero...
Aspetto vostre :3
Al prossimo chappy :DDD
   
 
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