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Autore: jacksmannequin    14/07/2016    1 recensioni
[Frank/Gerard]
Per quanto potesse avere il sonno pesante era totalmente impossibile non sentire un continuo fruscio di coperte e i rumori prodotti da qualcuno che cambiava posizione ogni tre per due. E per quanto potesse essere stanco, di certo non poteva ignorare quale, o meglio, chi fosse la fonte di tali rumori.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giusto quando questa one shot è vicina al compiere un anno, io mi ricordo di pubblicarla anche qui. Probabilmente mi era passato di mente, non chiedete, ma ero davvero nella convinzione di averlo fatto, lmao. Long story short, questa OS arriva da Wattpad - e la trovate qui - ed è una delle fics mie che amo di più, aw. Le altre fanno schifo, sorry not sorry.
Vi lascio anche il mio Twitter ed il mio Tumblr, così, just because.
Hope y'all enjoy!
-Dan x
***



Per quanto potesse avere il sonno pesante era totalmente impossibile non sentire un continuo fruscio di coperte e i rumori prodotti da qualcuno che cambiava posizione ogni tre per due. E per quanto potesse essere stanco, di certo non poteva ignorare quale, o meglio, chi fosse la fonte di tali rumori.

In realtà, si era accorto che c'era qualcosa che non andava già durante l'ora di cena; insomma, non ci voleva di certo chissà cosa per rendersi conto che Frank aveva qualcosa: aveva ripulito il piatto - com'era suo solito, sì - ma era stato sospettosamente taciturno e questo era più che palese agli occhi di un pensieroso Gerard.

Il ragazzo, che occupava uno dei letti che si trovavano nel camper, aveva le spalle rivolte verso la parete e, di conseguenza, aveva - nonostante fosse buio - la possibilità di far vagare lo sguardo e soffermarlo, dopo qualche attimo di esitazione, sul profilo dell'amico, che giaceva nel letto di fianco al suo.

Gerard assistette ad un'altra serie di suoi spostamenti, per poi corrucciare le sopracciglia quando si rese conto che l'altro, sbuffando, aveva appena scostato con un gesto brusco le lenzuola e stava lasciando l'abitacolo, per dirigersi nell'ampio spazio in cui era parcheggiato, insieme all'altro dove si trovavano Mikey e Ray. Ora, l'interrogativo che si stava facendo spazio nella testolina abbastanza frastornata del ragazzo dai capelli rossi era il seguente: raggiungerlo o meno?

Se avesse seguito la prima opzione, sarebbe sicuramente andato incontro al rischio di trovarsi davanti ad un Frank più che irritato, possibilmente acido e probabilmente desideroso di rimanere da solo.
Se non l'avesse raggiunto, però, non sarebbe stato in grado di voltarsi verso il muro, chiudere gli occhi e rimettersi a dormire come se niente fosse.

Decise di imitare l'amico e in poco tempo si ritrovò a sgusciare fuori dal letto, cercando di non fare troppo rumore; percorse abbastanza rapidamente il minuscolo tragitto che portava fuori dal camper e, tentando di non apparire troppo teso, si guardò attorno, appena chiuso lo sportello, in cerca dell'altro.

«Sono qui, Gee», asserì con un tono inespressivo Frank, sollevando un braccio e sventolando una mano in direzione del ragazzo, che sobbalzò quasi, sentendo la sua voce al buio, ma che non esitò ad avvicinarsi al ragazzo, il quale stava fumando una sigaretta con la schiena appoggiata al lato posteriore dell'abitacolo.

«Che ti succede?» domandò senza fare alcun giro di parole, mentre arrivava nel punto in cui era appoggiato l'amico, e si sistemava accanto a lui.

Frank aveva i capelli scompigliati in modo buffo, un'espressione più che cupa - maggiormente evidente, rispetto a poche ore prima - ma che lasciava intendere che avvertisse la necessità di sfogarsi con qualcuno. E non era forse Gerard la persona più adatta? Certo che lo era.

«Sinceramente non so nemmeno da cosa iniziare, perché penso che non sia solamente uno, il problema.»

Il ragazzo dai capelli rossi ridacchiò sommessamente, senza farsi sentire, mentre si sistemava meglio contro il camper, incrociando le braccia all'altezza del petto. Fece poi cenno all'altro di continuare.

«In realtà non so nemmeno perché te ne stia per parlare, ma per quel che vale», inspirò del fumo dalla sigaretta, ormai quasi finita, facendolo uscire subito dopo dalle labbra appena schiuse. Gerard, che stava osservando attentamente tutti i movimenti che il tatuato metteva in atto per fumare, si risvegliò dalla trance nella quale era caduto vedendo il fumo scappare da quelle labbra così perfette. Subito dopo annuì velocemente, esortandolo a non perdersi all'inizio del discorso.

«Ho paura, Gee. Paura che tutto questo finisca. Vedo come ti muovi sul palco, ti conosco. Tu non reciti una parte quando canti, ma sei semplicemente te stesso. Ora, invece, è come se tu stessi fingendo di essere qualcosa che non sei. Non ti comporti spontaneamente, è come se seguissi uno schema.»

Gerard era impressionato da come quel piccoletto riuscisse sempre a capirlo. Era riuscito a cogliere perfettamente nel segno, interpretando i suoi movimenti davanti al pubblico. Fece per dare fiato ai suoi pensieri, interrompendosi non appena notò che il ragazzo non aveva finito di parlare.

Quest'ultimo terminò la sigaretta, gettandola subito dopo in terra e schiacciandola distrattamente con un piede, prima di voltarsi verso il suo interlocutore.

«So cosa ti sta succedendo. Tu non ti trovi più a tuo agio con noi. Scioglierai la band alla fine del tour, non è così? E io che farò senza di voi? Sarò semplicemente Frank Iero, il chitarrista dei My Chemical Romance, quelli che si sono sciolti. E Ray, Mikey, non pensi a come la prenderebbero? Io non voglio che succeda, semplicemente non voglio.»

Frank aveva continuato il discorso, alzando lievemente il tono della voce solo al menzionare i due amici, per poi ritornare ad usarne uno malinconico nel pronunciare l'ultima frase.

Dopo un attimo di esitazione, stava di nuovo parlando, farfugliando frasi sullo stesso argomento e menzionando a volte il nome della moglie Jamia, borbottando qualcosa come "dovrei sopportarla tutti i giorni".

Il più basso sarebbe andato avanti così ancora per molto, se Gerard non gli avesse coperto la bocca con la mano e lanciato una palese occhiataccia.

«Ora, zitto un attimo e fa parlare me.»

Frank annuì, tenendo lo sguardo fisso sulla mano che gli impediva di parlare, con un lieve lampo di divertimento negli occhi.

«Tutto ciò che hai detto ha un fondo di verità, e non posso negarlo - riprese Gerard, togliendo la mano dalla bocca del ragazzo, una volta sicuro che avrebbe tenuto la lingua al suo posto - ma non ho nessuna intenzione di sciogliere il gruppo, Frankie, o perlomeno, non ora. Quindi smettila di preoccuparti, vedrai che troverò il modo di tornare a esibirmi come prima!»

Non era da Frank stare in questo modo, lui doveva ridere, scherzare e fare battutine deficienti ogni momento possibile. Ad ogni modo, stava quasi per replicare, quando Gerard gli pizzicò la coscia con una mano e riportò l'altra sulla bocca di Frank.

«Ti ho forse dato il permesso di parlare? Non devi farti condizionare da questi pensieri, distraendoti dal tour qui con noi, intesi? Piuttosto, dovremmo goderci ogni show, chissà, potrebbero non essercene altri», scherzò il più grande, guadagnandosi in quel modo un sorriso divertito, smorzato dalla sua mano, da parte del minore.

Frank stava osservando attentamente il volto del ragazzo avanti a sé. Trovava più che adorabile l'espressione autoritaria che aveva assunto, come se fosse il capo del reggimento o qualcosa del genere.

Gerard si aspettava una risposta, ma aveva del tutto dimenticato che il palmo della sua mano era ancora schiacciato contro il viso dell'altro.

Frank però non si fece scoraggiare, dischiuse le labbra e stuzzicò con la punta della lingua la base delle sue dita, guadagnandosi la seconda occhiataccia della serata da parte dell'altro.

Successivamente si schiarì la voce e allargò le braccia verso di lui, invitandolo ad avvicinarsi con un cenno del capo. Gerard lo guardò perplesso per un attimo per poi sollevarsi dal camper, rimanere in ginocchio e avvicinarsi all'amico, che avvolse la sua vita prontamente. Frank poggiò il mento sul suo addome e sollevò lo sguardo verso l'alto, mimando un 'grazie' con le labbra, non appena i loro sguardi si incrociarono. Il ragazzo dai capelli rossi si strinse nelle spalle e si chinò a stampare un bacio sulla punta del suo naso, producendo anche un sonoro schiocco.

«Ma che schifo, Gerard!» borbottò Frank, arricciando il naso in un'espressione disgustata; per tutta risposta, l'altro - rimanendo chinato verso di lui - poggiò le labbra sulle sue e vi schioccò un bacio.

«Questo non ti fa schifo, invece, vero?»

Frank, non sapendo come rispondere, gettò una rapida occhiata alle proprie spalle e, appurando che  non ci fosse nessuno attorno a loro, si lasciò cadere all'indietro tirando il ragazzo con sé contro il posteriore della roulotte. Gerard riuscì a stento a soffocare una fragorosa risata, aggiungendo anche una serie di pizzicotti alle braccia del povero Frank, che lo fece spostare accanto a sé, così che i due si ritrovarono ad essere faccia a faccia.

«Ti conviene tornare dentro e addormentarti, perché per colpa tua mi sono svegliato e ho dovuto abbandonare il caldo delle mie lenzuola per venire da te e capire cosa ti stesse prendendo!»

Frank sembrava non ascoltare il farfugliare del cantante di fronte a sé, e infatti lo guardava con un'espressione (odiosamente?) idiota e un sorrisino stampato sulle labbra.

Gerard sbuffò sonoramente e arricciò le proprie, cosa che faceva ogni qual volta l'amico si comportava in quel modo. Perché doveva essere così lunatico?

Nel contempo Frank sollevò una mano che teneva distesa lungo il fianco e la portò tra i capelli dell'altro, iniziando a giocare con i suoi capelli rosso fuoco, che arrotolava intorno a due dita con aria concentrata; Gerard, a quel gesto, non poté che sorridere, mostrando due file di denti perfettamente bianchi.

Non era la prima volta che i due si ritrovavano a stare così vicini e per loro non era di certo qualcosa di strano, visti tutti i baci che si erano dati sul palco nel corso degli anni. Una coppia perfetta, no?

Ad ogni modo, Gerard avvicinò nuovamente il volto a quello di Frank e poggiò la fronte contro la sua, lasciando che i rispettivi nasi si sfiorassero; umettò le proprie labbra sfiorandole tra loro e, in una frazione di secondo, si ritrovò a poggiarle su quelle dell'amico.

Rimasero in quel modo per attimi che sembravano essere interminabili, l'uno avvertiva il respiro dell'altro, i loro sguardi non si abbassavano e le loro gambe si sfioravano. Frank continuava a muovere le dita tra i capelli di Gee e Gee accarezzava il profilo del busto di Frank, strofinando i polpastrelli sul tessuto della maglia che indossava. Il più piccolo tra i due azzardò a dischiudere le labbra e a stuzzicare il labbro inferiore dell'altro con la punta della lingua, ottenendo il permesso di insinuarsi all'interno della sua bocca con molta facilità.

Era la prima volta che si baciavano in quel modo, ben lontano dai baci appassionati e quasi famelici che si scambiavano on stage, ma nessuno dei due sembrava aver intenzione di staccarsi o di chiedere spiegazioni, perché queste - più che sicuramente - avrebbero rovinato quel momento così intimo che stavano vivendo. Il palmo della mano di Frank si distese completamente sulla nuca dell'altro, in modo da sospingerlo verso di sé e approfondire maggiormente, per quanto fosse possibile, quel contatto.

Gerard iniziò a solleticare il suo palato con la lingua, arrivando a tracciare anche il profilo della sua arcata dentale superiore, il tutto mentre il più piccolo inclinava lateralmente il capo e muoveva le labbra sulle sue, strofinando anche i polpastrelli sul suo cuoio capelluto.

La mano del più grande scivolò con lentezza verso la schiena dell'altro, soffermandosi sulla fascia più bassa, che iniziò ad accarezzare dopo aver superato il bordo della sua maglia; i suoi polpastrelli disegnavano circonferenze immaginarie sulla pelle quando il ragazzo tatuato iniziò a discostarsi dalle sue labbra, ma non prima di avergli morso quello inferiore. Frank regalò una serie di baci a stampo alla bocca del ragazzo più grande, riprendendo a giocare con i suoi capelli: ormai era diventato una sorta di rito.

Le palpebre di entrambi iniziarono a diventare gradualmente più pesanti, ma le loro labbra continuarono a sfiorarsi, seppur impercettibilmente.

Dopo qualche istante, come per un tacito accordo, si alzarono nello stesso momento, per poi tornare in fretta nel camper, sdraiandosi entrambi sul letto ormai disfatto del chitarrista.

Si stesero uno di fronte all'altro, finendo inevitabilmente nella stessa posizione che avevano sfruttato fino a pochi minuti prima.

«Buonanotte, Gee», mormorò Frank sulla bocca del cantante.

Non dovette passare molto tempo prima che i due ragazzi si addormentassero, petto contro petto e labbra contro labbra.

   
 
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