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Autore: melanita    15/07/2016    3 recensioni
Era solo una giornata di vacanza, per Guerra. Non aveva la minima idea che si sarebbe ritrovata ad accudire quattro gattini orfani, né che liberarsene fosse così difficile, soprattutto quando facevano quella cosa con gli occhi. Ma per fortuna può sempre contare sull'aiuto più o meno volontario di altre rappresentazioni antropomorfiche, per non parlare di angeli, diavoli, ed un Anticristo. In fondo, quando può essere difficile avere dei gatti?
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6:
La domanda sarà posta...

 
Aziraphale aveva avuto una giornata molto piacevole, spesa ad andare in estasi di fronte ad un libro particolarmente raro che era riuscito ad acquistare, ed a risistemare la sua libreria senza ritrovarsi tra i piedi clienti indesiderati (ossia qualsiasi cliente volesse comprare qualcosa) o altri intrusi. Solo nel tardo pomeriggio, riemerso finalmente dalla sua beatitudine, si era reso conto di quanto fosse strana l'assenza di intrusi, in particolare di uno specifico intruso che aveva preso l'abitudine di passare nella sua libreria almeno una volta ogni tre giorni, con l'ostentato proposito di lasciare impronte sui suoi libri, fare commenti sarcastici alla vista della cassa antiquata, e scroccare qualcosa da bere.
Così, una volta assicuratosi che tutto il suo piccolo regno fosse in ordine, l'angelo aveva fatto un sospiro profondo e deciso di andare a vedere in che cosa fosse impegnato Crowley quella volta. Ovviamente, lo faceva solo perché era suo preciso dovere scoprire e sventare le trame del Nemico, ed era molto più facile farlo quando il Nemico in questione se ne vantava a cena. Non sarebbe stato professionale non tenerlo d'occhio.
La Bentley era parcheggiata di fronte all'appartamento, rigorosamente posizionata in modo da bloccare il marciapiede sotto al cartello di divieto di parcheggio, e con un'area di rispetto di due metri davanti e dietro. Le automobili che cercavano di parcheggiare troppo vicino a quella di Crowley tendevano ad avere guasti, essere rubate o scomparire nel nulla con notevole frequenza.
Aziraphale sospirò e proseguì, entrando nell'elegante condominio e salutando con cortesia la portinaia, che rispose con un sorriso di complicità ed un gesto di incoraggiamento. L'angelo ed il diavolo sarebbero rimasti molto stupiti se avessero saputo che la portinaia, le due signore delle pulizie ed il tuttofare del condominio avevano in corso una serie di scommesse su quanto ci sarebbe voluto prima che l'ospite regolare del signor A. J. Crowley diventasse un inquilino fisso del palazzo, o quanto meno i due iniziassero a presentarsi con un anello al dito. Neppure il fatto che i volantini di agenzie matrimoniali finissero sempre nella sua posta aveva ancora fatto insospettire Crowley, ma d'altra parte il demone aveva l'abitudine di bruciare la posta con uno schiocco di dita senza neanche aprirla.
Aziraphale era appena arrivato di fronte alla porta dell'appartamento, quando percepì che qualcosa non andava. C'era qualcuno insieme a Crowley, e non era un umano. Ma neppure un angelo o un demone, si rese conto subito. Il che lasciava... lasciava una gran quantità di cose, in effetti, visto che nonostante l'opinione di gran parte dell'umanità la loro posizione come unica specie intelligente... okay, diciamo senziente del pianeta era assai contestata da tutte le altre specie.
Un rumore di vetri rotti lo riscosse dalle sue speculazioni, seguito subito da un... miagolio? Confuso, l'angelo si decise ed aprì di scatto la porta, tenendosi pronto a qualche miracolo di emergenza.
La scena dall'altra parte non fece nulla per chiarire la sua confusione. Crowley era disteso a terra, gli occhiali caduti sul pavimento a circa un metro di distanza ed il completo scuro spiegazzato. Acccanto a lui un giovane albino in tuta bianca da meccanico stava accasciato con lo sguardo al soffitto, mentre un altro uomo assai magro, con un elegantissimo vestito ridotto più o meno come quello del demone, stava appoggiato ad un muro con il naso tra le mani. E c'erano quattro minuscoli, adorabili gattini che facevano le fusa in cima allo stereo.
Crowley sollevò lo sguardo e gracchiò:- Angelo. C'è una spiegazione.-
 
**
 
- Quindi, tu hai guarito questo micetto che stava per morire...- riassunse Aziraphale, con uno scintillio commosso negli occhi.
- Se provi a ripetere che c'è del buono in me, andrò a lavarmi il cervello con l'acido, poi userò lo stesso acido sul libro più prezioso che possiedi.- sibilò minacciosamente Crowley, rendendosi tuttavia immediatamente conto che la minaccia sarebbe stata più efficace invertendo l'ordine delle due azioni.
- … dopodiché un demone e due Cavalieri dell'Apocalisse non sono riusciti a ricatturare queste adorabili bestioline?- completò l'angelo, ignorando la minaccia e continuando ad accarezzare la testa dei due gattini che gli si erano acciambellati sulle gambe. A quanto pareva, ai gatti l'angelo stava molto simpatico, e questo era prevedibile ed accettabile. Quello che non era prevedibile né accettabile era che gli altri due gatti si fossero piazzati sulle gambe di Crowley ed ora stessero facendo le fusa lì, senza accennare a spostarsi nonostante gli sguardi omicidi mandati nella loro direzione. I due Cavalieri dell'Apocalisse sopracitati stavano approfittando del fatto che i gatti avessero trovato delle nuove vittime per riprendere fiato ed una parvenza di dignità.
- Questi gatti non sono normali.- brontolò Crowley:- Guerra li ha recuperati in qualche laboratorio militare, vero? Uno di quei posti dove inventano armi di distruzione di massa?-
Inquinamento e Carestia si scambiarono un'occhiata, poi scrollarono le spalle. Non erano sicuri di avere una risposta soddisfacente, e del resto Guerra non li aveva informati sui dettagli del ritrovamento.
Per loro fortuna, non fu necessario rispondere, visto che in quel momento la porta si aprì di scatto ed un'apparizione in giacca di pelle coperta di sangue fece il suo trionfale ingresso nella stanza. Ovviamente, considerarla una fortuna avrebbe implicato che non stessero contemporaneamente considerando i diecimila motivi per cui Guerra avrebbe potuto prendersela ugualmente (e dolorosamente) con loro.
- Perché i miei gatti sono qui?- domandò la rossa, mentre si gettava su una poltrona libera. Si stiracchiò languidamente e gettò a terra accanto a sé un'elegante borsa griffata che, ad un più attento esame, si sarebbe rivelata piena di bombe a mano piuttosto che di trucchi.
- Me lo sto seriamente chiedendo. Ormai non so più perché ho fatto mettere una porta.- sibilò frustrato Crowley, spingendo giù le prove miagolanti della sua umiliazione, che scivolarono felici sul pavimento per poi precipitarsi a fare le fusa sulle gambe della loro padrona. Gli altri due li seguirono immediatamente, anche se quello bianco si fermò per un attimo a fare qualche fusa di saluto ad Aziraphale.
Se Crowley era convinto che il resto della sua giornata fosse stato strano, vedere Guerra che accarezzava distratta i quattro batuffoli di pelo, con un accenno di sorriso sulle labbra, lo convinse che tutti quei secoli tra gli umani lo avevano definitivamente fatto impazzire. Quello, oppure era tornato all'Inferno e la sua punizione era vivere in un mondo dove nulla aveva più senso. Da un momento all'altro Aziraphale avrebbe tirato fuori un tablet ed annunciato che voleva passare dal cartaceo agli e-book.
Per fortuna, l'angelo sembrava ancora beatamente impegnato ad ammirare con espressione intenerita i gatti in questione. Se quello fosse stato un cartone animato (area in cui entrambe le parti, Sopra e Sotto, investivano grandi sforzi, con frequenti ed imbarazzanti equivoci su chi fosse responsabile di cosa), l'angelo avrebbe sfoggiato cuoricini al posto degli occhi. Eppure qualcosa sembrava turbarlo. Alla fine, dopo qualche tentennamento, Aziraphale si decise a fare la sua domanda.
- E questi adorabili micetti come si chiamano?-
L'innocente interrogativo fu accolto da un profondo silenzio, mentre tutti puntavano lo sguardo su Guerra, che considerò la possibilità di usare una granata flash e sparire prima che gli altri se ne accorgessero... ma non era sicura che avrebbe funzionato contro qualcuno in quella stanza.
- Perché dovrei dare un nome a queste bestie?- domandò, sforzandosi di suonare noncurante, un'operazione particolarmente difficile quando il gatto nero stava cercando di strapparle la cerniera della giacca. Proseguì:- Non è come se intendessi adottarli. O tenermeli. Questa è una...- esitò:- Una situazione temporanea, ecco. Molto temporanea.-
- Credo che loro la pensino diversamente.- borbottò Crowley, osservando uno dei gatti grigi che si infilava dietro la schiena di Guerra e sbucava sulla sua spalla, acciambellandosi lì. La personificazione gli rivolse un'occhiata minacciosa ed allungò una mano verso la borsa con le bombe a mano.
Per fortuna di Crowley, Inquinamento scelse proprio quel momento per intervenire:- Per quello nero io pensavo a Ninja.-
- Avevi già anche cominciato a dare loro i nomi?- mormorò Carestia, sbattendosi una mano sulla fronte.
Il suo collega si difese:- Ehi, non potevo continuare a chiamarli Bianco, Nero, Grigio Uno e Grigio Due per tutto il tempo, ti pare?-
- Ninja non è pessimo.- convenne Guerra, pensierosa, esaminando il gatto nero:- A lui non sembra dispiacere. Per gli altri?-
- I due grigi possono chiamarsi Monossido e Carbonio?- suggerì Inquinamento con scarse speranze.
- Neanche per idea. Proponi dei nomi decenti.- sbuffò subito Guerra:- E voi altri, collaborate allo sforzo! Altrimenti che cosa ci fate qui?-
- Ti dirò, ero convinto di abitarci.- bofonchiò Crowley stringendosi la testa tra le mani.
Gli altri lo ignorarono completamente, così proseguì suggerendo in tono svogliato:- Che ne dite di Vomito per quello bianco? Abbreviazione per Vomito sulle scarpe, ovviamente.-
Carestia assentì vigorosamente, ma gli altri scossero la testa e Guerra gettò all'altro Cavaliere un'occhiata omicida, scandendo:- Ho detto nomi decenti.-
- Palla di neve? Baffetto? Candido?- snocciolò Aziraphale, dimostrando che non erano solo il suo abbigliamento ed il suo arredamento a fare invidia ai novantenni. Ricevette un'ampia gamma di sguardi da “ma sei serio?” a “angelo, mi conforta il fatto che tu sia la mia oasi di normalità in questa giornata assurda, ma non peggiorare la situazione”.
- Però qualcosa sulla neve non era male...- meditò Guerra:- Valanga?-
- Valanga è molto appropriato.- concordò subito Inquinamento, ricordando quanto era successo quando aveva portato quei gattini alla discarica. Avrebbe dovuto pensarci lui... oh beh, almeno aveva trovato il nome a Ninja.
- A questo punto perché non stiamo in tema con Disastro e Catastrofe?- intervenne Carestia, gettando un'occhiata alle tracce che i quattro esseri avevano lasciato in giro per l'appartamento.
Con sua grande sorpresa, la proposta fu accolta da un sorriso radioso di Guerra:- Bravissimo, collega! Sapevo che avresti trovato qualcosa se ti fossi impegnato!-
- Non sono proprio nomi tipici, ma hanno un certo che di appropriato.- concesse Aziraphale, per quanto dubbioso, e leggermente risentito che le sue proposte non fossero state prese in considerazione.
- Sono perfetti, basta che la facciamo finita.- tagliò corto Crowley.
SI', NON MI DISPIACCIONO.
Tutti gli esseri antropomorfi presenti nella stanza sobbalzarono. Quelli a quattro zampe, d'altra parte, non sembravano particolarmente scossi.
- Ma perché nesssssssuno capisssce il concetto di proprietà privata?- sibilò il demone, nascondendosi ancora una volta la testa tra le mani e giurando a se stesso di prendersi una vacanza alle Bahamas appena possibile. Senza lasciarsi dietro un indirizzo.
(Va bene, magari un indirizzo sì. Aziraphale diventava isterico quando non sapeva dove era.)


 
 
 
Nota dell'Autrice:
Ebbene sì... sono ricomparsa. Dopo oltre un anno, questa fanfiction riprende vita, nell'ambito del mio progetto suicida per l'estate "tenta di finire almeno qualcuno dei molteplici progetti di scrittura che hai lasciato in sospeso negli ultimi anni". Non prometto nulla, ma tra questi progetti in sospeso ci sono altre due fanfiction di questo fandom... magari prima o poi vedranno la luce!
  
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