Prometti che non ti arrabbierai?

«Niisan, ho bisogno di parlarti...»
Sentendo il tono della sua voce, Ikki lanciò una rapida occhiata a Shun, squadrandolo da capo a piedi: teneva gli occhi bassi, avanzava a passo incerto, si mordeva le labbra.... aveva fatto qualcosa. Nel corso degli anni, Ikki aveva visto quella scena un numero sufficiente di volte da capirlo.
Shun sapeva di aver fatto qualcosa che non gli avrebbe fatto piacere e adesso aveva paura di confessarglielo.
«C'è una cosa che dovrei dirti e...»
«Taglia corto, cosa hai fatto?»
Il ragazzino tremò visibilmente. Era il momento della verità. Aveva rimandato troppo a lungo quel momento.
«Prometti che non ti arrabbierai?»
Ikki sospirò esasperato. Il solo fatto che gli stesse facendo quella richiesta significava che quasi sicuramente si sarebbe arrabbiato, e molto anche.
«Prometti che...»
«Shun, sto già perdendo la pazienza...»
Il più piccolo strinse i pugni lungo i fianchi. Doveva dirglielo. Lui e Hyoga stavano insieme da diversi mesi ormai e non avrebbero potuto nasconderlo per sempre, ma Shun non trovava le parole per dire a suo fratello che si era innamorato di un ragazzo. Per lui non poteva esserci nulla di male in una forma d'amore, ma cosa sarebbe successo se Ikki non fosse stato della stessa idea? E se fosse arrivato addirittura ad odiarlo?
Sentì un nodo stringergli la gola.
«Niisan, io...»
Indugiò ancora.
«Avanti, sputa il rospo!»
Shun sospirò, cercando di prendere coraggio. Fece uno sforzo sovrumano per mantenere ferma la propria voce mentre parlava.
«Io e Hyoga stiamo insieme»
Il silenzio calò sulla stanza a seguito di quelle parole. Il tempo si congelò per un lungo, lunghissimo istante.
«Da sei mesi...» aggiunse Shun, esitando «Io lo amo e lui mi ama...»
Il ragazzino sollevò leggermente lo sguardo, appena in tempo per vedere Ikki che gli si avvicinava lentamente, con passo sicuro.
«Tu... lui... insieme?»
Shun arrossì. Chinò il capo, preparandosi alla sfuriata che sicuramente sarebbe seguita.
Invece, Ikki, si portò una mano tra i capelli. Sospirò senza dire nemmeno una parola.
«Sei arrabbiato?» mormorò Shun, incerto.
Fu a quel punto che due occhi blu come la notte lo incenerirono sul posto.
«Vai al diavolo, Shun! Pensavo fosse qualcosa di grave!»

Aprile 2015