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Autore: Bibi_Farfalla_22    15/07/2016    1 recensioni
"Il mio colore preferito è sempre stato il rosso.
Mia madre aveva i capelli di uno splendido rosso scuro,con degli stupendi riflessi rosso fuoco. Erano lunghi,morbidi e lisci. Mio padre li paragonava sempre al fiume vicino al nostro villaggio.
Le mie tre sorelle erano state così fortunate ad aver ereditato i capelli di mia madre. I miei erano di un banale marrone, senza riflessi , ondulati e questo mi dava tremendamente fastidio."
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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                                                                            Red Hair
 
 
Il mio colore preferito è sempre stato il rosso.
Mia madre aveva i capelli di uno splendido rosso scuro,con degli stupendi riflessi rosso fuoco. Erano lunghi,morbidi e lisci. Mio padre li paragonava sempre al fiume vicino al nostro villaggio.
Le mie tre sorelle erano state così fortunate ad aver ereditato i capelli di mia madre. I miei erano di un banale marrone, senza riflessi , ondulati e questo mi dava tremendamente fastidio.
Le persone al villaggio disprezzavano i capelli di mia madre. Mio padre diceva che era solo invidia la loro.
Io e le mie sorelle eravamo ancora piccole e tante cose del mondo ci erano estranee. L’invidia era una di queste.
Nonostante la mia giovane età,ero l’unica a capire quel sentimento. Anche io provavo invidia. E la provavo verso le mie sorelle,che potevano possedere gli splendidi capelli rossi ereditati da nostra madre.
Mi chiedevo spesso perché io fossi l’unica a non averli e altrettanto spesso mi veniva in mente la spaventosa e triste ipotesi che io potessi non essere figlia di mia madre. Tutte le altre bambine del villaggio avevano qualcosa che le accumunava alle loro madri. Io ero l’unica ad essere diversa.
Un giorno mia madre mi svegliò prima del sorgere del sole. Disse di volermi portare al fiume;voleva mostrarmi qualcosa. Le mie sorelle continuarono a dormire.
Arrivate al fiume mia madre mi lasciò la mano e disse,con voce intenerita:”Bambina mia,so quanto ami i miei capelli ed ho capito quanto tu ti senta diversa. Ma non temere;hai ereditato anche tu qualcosa da me. Qualcosa di molto potente,che tutti ti invidieranno. Ma tesoro,l’invidia è davvero una brutta cosa,quindi non dovrai mai mostrare a nessuno ciò che sto per mostrarti.”
Quella notte,mentre il sole ancora si nascondeva dietro le montagne e le colline, mia madre mi fece innamorare di qualcosa di mai visto,qualcosa che non tutti avrebbero capito e che solo pochi sapevano giostrare: la magia.
E quella notte, mia madre mi confidò un suo piccolo segreto: lei  ,a differenza delle sue sorelle, non era nata con i capelli rossi ,ma con gli stessi banali capelli castani che tanto odiavo.
Quella notte mi spiegò come riuscì a trasformare i suoi stupidi ed orrendi capelli castani in quei meravigliosi ed affascinanti capelli rossi che tanto bramavo.
Alla fine mi disse che quando sarebbe giunto il momento,anche io l’avrei dovuto fare. Poi tornammo a casa.
Quella stessa mattina,al mercato,vidi una costruzione parecchio strana,che mi mise un’insopportabile inquietudine addosso:c’erano tanti pezzi di legno sparsi a terra che formavano un cerchio;poi sopra di essi,posizionati in verticale stavano dei tronchi che si chiudevano attorno ad un tronco più alto di tutti gli altri. Mi vennero i brividi senza ancora una ragione.
Tutte le persone del villaggio pian piano si riunirono attorno alla costruzione.
Due uomini coi volti coperti da dei cappucci,ritagliati in due cerchi che nel punto in cui si trovavano i loro occhi senza espressione ,tenevano per le braccia una donna.
La riconobbi subito.
Era l’unica donna nel villaggio con quelli splendidi capelli rossi.
Non capivo,non capivo cosa stesse succedendo.
Mia madre si dimenava dalla presa di quegli uomini.
Provai ad urlare,ma la voce non voleva uscire. Ero paralizzata.
 
Madre.
 
Venne legata a quel tronco alto,mentre continuava a dimenarsi. Un uomo sotto la costruzione teneva in mano una pietra,la stessa pietra che mio padre usava per accendere il fuoco quando serviva.
Pian piano infatti,il cerchio iniziò a colorarsi dello stesso colore dei riflessi nei capelli di mia madre.
Mi cadde il cesto con i fiori raccolti quella stessa mattina,ma non lo presi, non lo guardai nemmeno. I miei occhi presero a pizzicare,ma io continuavo a non capire ciò che stava accadendo.
Dopo attimi interminabili il fuoco raggiunse mia madre. In quel momento capì.
Mia madre lanciò un urlo disumano ed i suoi occhi si illuminarono dello stesso colore del fuoco che pian piano la raggiungeva,che la feriva. E poi i suoi occhi incontrarono i miei.
Qualcosa scattò dentro di me. Sentì qualcosa scorrermi nelle vene,ma non era sangue;era più potente. Era magia.
D’improvviso le urla di mia madre diventarono le mie ed i miei piedi si staccarono dal suolo e mi sollevai in aria.
Gli abitanti del villaggio mi fissavano terrorizzati,con i loro stupidi occhi di semplici umani spalancati all’inverosimile.
Mia madre mi lanciò un ultimo sguardo. Sorrise fra le fiamme.
Quello era il mio momento. I miei capelli sarebbero finalmente diventati rossi.
 
Sterminare il villaggio fu estremamente facile. Mi bastò guardare ogni singolo abitante per farlo contorcere e poi spezzare.
Il sangue degli uomini finì nel fiume.
Non ebbi cuore di uccidere gli animali,ai qual diedi in pasto i corpi degli abitanti. Questo sarebbe stato il nostro patto;ora eravamo alleati.
Mi seguirono tutti fino al fiume.
Mio padre e le mie sorelle erano stati divorati da un cervo. Questi divenne di un bianco splendente e puro subito dopo aver ingoiato l’ultimo boccone.
Gli diedi un’ultima carezza per poi dirigermi verso il fiume rosso,come i capelli di mia madre.
Mi immersi.
Finalmente potevo avere quelli splendidi capelli rossi.
Sarebbero stati il mio ultimo ricordo di mia madre.
 
 
                                                                                                                                                        Fine.
 
 
  
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