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Autore: Phoenix12    15/07/2016    2 recensioni
NaruSasu
Un what if? su cosa sia successo alla fine della serie, dopo lo scontro nella Valle dell'Epilogo -perché diciamolo, io non voglio offendere assolutamente nessuno, ma quel finale proprio non si può vedere. Sarà forse una mia visione in quanto fan della NaruSasu, ma vabbè, a ognuno le sue ship-
Spero che la storia vi piaccia^^
Buona lettura
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Sasuke si chiese com’erano arrivati a quel punto.
Era sempre stato il più forte dei due, o così aveva sempre creduto.
Ma ripensando al modo in cui Naurto non aveva mai smesso di credere in lui, di inseguirlo, si rese conto di quanto Naruto fosse forte, con la sua capacità di rialzarsi ogni volta, di non arrendersi mai.
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Naruto si chiese com’erano arrivati a quel punto.
Un attimo prima gli stava stringendo la mano nella sua, l’attimo dopo si ritrovava su di lui, baciandolo come se ne andasse della sua vita.
Un bacio così febbrile e agognato, sognato per anni.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Era stato uno scontro devastante.
Le pareti rocciose della Valle dell’Epilogo erano mezze distrutte, il prato era macchiato di sangue in più punti, l’acqua scorreva inquieta.
I due ragazzi, il Jinchuuriki del Kyuubi e l’ultimo degli Uchiha, erano distesi a terra, uno di fianco all’altro, stremati.
Naruto girò la testa per guardare Sasuke, facendo incrociare i loro sguardi.
Avrebbe voluto dire qualcosa, Naruto, qualsiasi cosa, anche solo la più stupida, ma non riuscì ad aprire bocca.
Rimase a guardare il moro in silenzio, un silenzio che diceva più di mille parole.

 

Sasuke si chiese com’erano arrivati a quel punto.
Era sempre stato il più forte dei due, o così aveva sempre creduto.
Ma ripensando al modo in cui Naurto non aveva mai smesso di credere in lui, di inseguirlo, si rese conto di quanto Naruto fosse forte, con la sua capacità di rialzarsi ogni volta, di non arrendersi mai.
Forse questo Sasuke l’aveva sempre saputo, forse era per questo che se n’era andato di nascosto, perché sapeva che Naruto sarebbe riuscito a fermarlo, anche solo con un semplice scambio di sguardi.
E lui questo non poteva permetterlo.
Se quella notte ci fosse stato lui e non Sakura, sarebbero bastati quegli occhi per convincerlo a rimanere.
Allungò una mano verso il suo viso, accarezzandogli dolcemente una guancia con le sue dita bianche e sottili, macchiate di sangue.
Il biondo sorrise a quel gesto, stringendo la mano del moro della sua.
Sasuke si perse in quegli occhi così azzurri, così limpidi e capì che non sarebbe riuscito ad andarsene di nuovo, non finché Naruto l’avesse guardato in quel modo.

 

Naruto si chiese com’erano arrivati a quel punto.
Un attimo prima gli stava stringendo la mano nella sua, l’attimo dopo si ritrovava su di lui, baciandolo come se ne andasse della sua vita.
Un bacio così febbrile e agognato, sognato per anni.
Naruto non riusciva a staccarsi da quelle labbra e non era per la mancanza di energie -no, quelle gli erano tornate di colpo-, ma era per quell’attrazione che il corpo di Sasuke sembrava avere sul suo.
Non che il moro fece qualcosa per allontanarlo o respingerlo, semplicemente lo assecondò stringendosi a lui, tirandosi il biondo più vicino.
Naruto sapeva che doveva fermarsi, Sasuke aveva liberato tutti dallo Tsukuyomi Infinito con il suo Rinengan, presto Kakashi-sensei, Sakura-chan e tutti i loro amici sarebbero accorsi da loro.
Con alte probabilità avrebbero arrestato Sasuke, il biondo sapeva che lui non sarebbe scappato, l’aveva letto nei suoi occhi prima ed era consapevole che non se ne sarebbe andato per lui, perché gli avrebbe dato un dispiacere troppo grande, un altro.
Sapeva che non si sarebbe sottratto alle manette per la stessa ragione per cui ora non si sottraeva si suoi baci, per amor suo.
E l’unica cosa che Naruto riuscì a fare fu baciarlo.
Baciargli quegli occhi così neri e magnetici, baciargli quei capelli così soffici, le guance graffiate dai suoi pugni, quelle labbra così dolci e così sue, solo sue e di nessun altro, quella pelle così liscia e delicata, ricoperta di lividi e ferite.
L’unica cosa che in quel momento Naruto riuscì a fare fu amarlo, lì, su quel prato macchiato di sangue.
Amarlo nel modo più completo e profondo che conosceva, nel modo in cui non era mai riuscito a fare.
Non gli importava niente se da un momento all’altro sarebbero arrivati i loro compagni.
Non gli importava niente se sarebbero arrivati gli Ambu per portargli via Sasuke.
Non gli importava niente della guerra appena conclusa, dei loro continui scontri o delle reincarnazioni nei loro corpi che li facevano combattere.
Gli importava solo di poter stringere Sasuke tra le braccia, di poterlo baciare, di sentire la sua voce che sussurrava il suo nome, di veder quel corpo che sarebbe stato solo suo.
Si perse nei suoi occhi così neri da poterci affogare, non smise di guadarlo nemmeno quando lo sentì gemere sotto di lui.
Poi quel nero così confortevole e invitante li circondò.

 

Quando Naruto si risvegliò si trovava in un letto d’ospedale, il corpo che gli ricordava le sue innumerevoli ferite e uno strano senso di vuoto, ma allo stesso tempo dii completezza, all’altezza del petto.
“Ti sei svegliato, Naruto.”
Girò la testa verso quella voce trovandosi davanti Kakashi e Sakura.
“Quando siamo arrivati vi abbiamo trovati svenuti, uno di fianco all’altro, eravate ricoperti di sangue e con i vestiti strappati in più punti. Ci avete fatto veramente spaventare, baka.” gli spiegò la ragazza
Naruto la fissò interdetto per poi annuire leggermente.
Era stato forse un sogno?
Quei baci infuocati ma gentili, quegli sguardi così pieni di significato, il corpo di Sasuke sotto al suo, il calore che emanava, così vivo, così presente.
Quella consapevolezza di riaverlo trovato, più vicino che mai.
“Saske…” si ritrovò a sussurrare
Alla fine gli Ambu glielo avevamo strappato dalle braccia.
Aveva toccato il cielo per poi non ritrovarsi più la terra sotto i piedi, ed era precipitato.
Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.
“Dobe.”
Girò di scatto la testa.
Era lì.
Sasuke, il suo Sasuke, era lì, seduto nel letto di fianco al suo.
Tsunade gli stava sistemando una benda sulla testa, ma stava bene.
Era lì.
Per l’ennesima volta il corpo del biondo sembrò agire d’istinto di fronte a quello del moro.
Ignorando il dolore delle ferite si alzò dal letto gettandoglisi addosso travolgendo quasi la donna che si spostò in tempo.
Gli prese il volto fra le mani e dopo aver sussurrato un “Saske” a fior di labbra lo baciò come aveva appena sognato di fare.
No, come aveva già fatto.
Non era stato un sogno, era successo davvero.
Aveva già assaporato il sapore di quelle labbra, Sasuke era stato veramente suo, lì su quel prato sporco del loro stesso sangue.
Sasuke era stato ed è suo.
Ora come lo sarebbe sempre stato.
E non gli importava cosa avrebbe significato quel gesto.
Non gli importavano le reazioni dei presenti.
Non gli importava il fatto che Sasuke era un nukenin e che il Raikage avrebbe rivoltato mezzo mondo pur di vendicare la sconfitta subita dall’ultimo degli Uchiha.
Non gli sarebbe importato di niente, non finché avrebbe avuto la forza stringerlo a sé -e quella non gli sarebbe mai mancata-, non finché il moro si sarebbe aggrappato al suo petto e avrebbe risposto ai suoi baci con quel trasporto.
Non finché Sasuke avrebbe continuato ad amarlo.

 

   
 
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