Riflessioni di un guerriero

La guerra era finita, anche se da poco, era finita. Per sempre. Appena tornati a Dreamland la compagnia formata da alcuni volontari, Kirby, Tiff, Tuff, Edge Knight, Shark Knight e Meta Knight, furono accolti da eroi, non solo di quel mondo, ma dell'intero universo.

Meta Knight si diresse nel suo appartamento. Arrivato li si sedette nel letto. Fece un grande respiro, abbassò la testa e pensò. Pensò alla fine della guerra, cosa che prima gli sembrava solo un Utopia. O per lo meno pensava di non arrivare a vivere tanto a lungo da viverlo, quel momento.

Pensò a se stesso, che come tanti altri, era nato per combattere in quella guerra durata anni, anzi, secoli.

Pensò alle persone a lui vicine, i suoi compagni, morti in battaglia di fronte ai suoi occhi, i loro volti gli passarono davanti come la pellicola di un film crudele, alcune volte si erano sacrificati persino per salvare lui stesso. Pensò ai momenti, più unici che rari, in cui si concedeva il lusso di avere paura e di piangere.

Quello era uno di quei momenti: il grande guerriero stellare Meta Knight, stava piangendo.

Come biasimarlo? Non potevi. Puoi solo immaginare quanto abbia sofferto durante la sua vita. Iniziava a sperare che essa finisse presto. Rendetevi conto a che livello era arrivata la disperazione.

Si lasciò sfuggire un singhiozzio a denti stretti, da sotto la maschera in pietra.

Nella sua mente balenavano mille pensieri e ricordi crudeli che voleva cancellare, ma non riusciva, non poteva cancellarli. Uno fra questi pensieri spiccava tra tutti: gli era sembrato di provare quasi... paura. Paura? Uno come lui? Possibile. Ma non riusciva a capire di cosa avesse paura. Di Enemy? No, era bello che morto oramai. Ma allora cosa?

Si risvegliò, sollevando la testa di scatto, scosso dallo scricchiolio della porta aperta. Si distinsero le figure di Kirby e Tiff. Dalla maschera del Cavaliere si poteva scorgere il luccichio eccessivo degli occhi bagnati di lacrime. Ora interrotte bruscamente dalla sua volontà.

-Cosa ci fate qui?- chiese lui, più freddo del ghiaccio

-volevamo salutarti... ti stai perdendo i festeggiamenti per la fine della guerra...- rispose ,offesa dal tono freddo del compagno, la ragazzina.

Il Guerriero distolse lo sguardo per evitare che loro scoprissero le sue lacrime -Sto arrivando... datemi qualche minuto...- ma la sua voce lo tradì.

La pallina rosa aveva notato nei suoi occhi qualcosa di strano, e quel qualcosa si chiamavo tristezza. Allora il confettino trascinò Meta Knight giù dal letto tirandolo per il mantello e lo guardò incuriosito emettendo un “poyo?” che reclamava il perchè di tanta tristezza.

Tiff invece capì dalla voce del Cavaliere, ciò che esso provava. Sul suo volto si fece strada un sorriso dolce, molto dolce, troppo dolce. Lanciò un'occhiata d'intesa al confettino. Poi entrambi sia avvicinarono al loro compagno fidato e... lo abbracciarono.

Gli occhi di Meta Knight si spalancarono ed il battito cardiaco accelerò in maniera esponenziale. Non si ricordava un altro momento in cui lo avevano abbracciato con così tanto affetto, forse non c'era mai stato.

Dopo qualche straziante secondo che servì al Cavaliere per calmarsi e regolarizzare il battito, esso, con il braccio sinistro avvicinò ancora di più Kirby a se, lo stesso fece il braccio destro per Tiff. Le lacrime ripresero a scendere. Ma non erano lacrime di tristezza, no.

Quelle che gli bagnavano il viso coperto, erano lacrime di gioia.

Alla fine pronunciò delle parole che lui nemmeno sapeva di poter accostare -Vi voglio bene...- Kirby rispose anche per la ragazza con un'adorabile “poyo...”.

Ora aveva capito. Ora Meta Knight aveva capito di cosa aveva paura: aveva paura di perdere i suoi nuovi compagni.

Dopo anni, da quando gli aveva conosciuti era riuscito a provare persino della felicità. E non avrebbe permesso che tale felicità sarebbe stata spezzata da nessuno. Avrebbe protetto i suoi compagni a costo della vita, ma senza rimettercela, altrimenti sarebbero stati loro ad essere tristi.

Poi non poteva mica andarsene così. Doveva ancora dire a Kirby una cosa: infatti quale Padre non avrebbe detto al proprio figlio di essere tale? Doveva dire a Kirby che lui era suo padre. E lo avrebbe fatto dopo la festa, davanti a tutti. E sarebbe stato orgoglioso che suo figlio abbia salvato l'universo. Sarebbe stato fiero di dirlo.

Queste erano le sue riflessioni. Riflessioni di un guerriero. Un guerriero che rimpiangeva i compagni caduti. E gli stessi compagni, dall'alto, facevano le stesse riflessioni, guardandolo dall'alto.

NOTE D'AUTORE (?) :

Non sono molto brava con le malinconiche... spero di avervi commosso almeno un poco, perchè era quella l'intenzione! Ad ogni modo, partirò il 20 luglio a Firenze, quindi non potrò pubblicare per mancanza di rete... T-T lo dico principalmente per le mie fanfiction di Naruto, un po' più numerose di quelle su Kirby (ovvero 1, su Naruto ne ho cieca 3... non è molto, ma chi la trova l'ispirazione!!!). Ma potrò prendere appunti, quindi preparatevi, verranno fuori un sacco di robe da questa mia testolina! Allora, ci vediamo!

Ciau :3 Astrale20.