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Autore: Nebul_a    16/07/2016    1 recensioni
La donna si asciugò con gesti secchi gli occhi arrossati e sorrise con dolcezza. Con molta semplicità spiegò la sua reazione.
-Il mio nome è Taanipu, ragazzo, e sono tua madre.-
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-S... Sei s...stata... sco... scorretta!- mormorò senza fiato e la voce strozzata.
-E tu, un povero sciocco!- sibilò con l'amaro tono di chi aveva ragione assestandogli un colpo ben mirato.
Dopodiché per Trunks ci fu solo buio.
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E se quel che credono tutti, non fosse vero? E se ci fosse un inaspettato ritorno? I guerrieri torneranno a combattere, ma le loro vite non saranno più le stesse.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pan, Trunks, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Pianeta GX247.  25 minuti all'atterraggio.- 
Le parole di Trunks furono a malapena sentite dai due compagni di viaggio, poiché Pan aveva cominciato a dare di matto chiedendosi chi degli amici saiyan avrebbero salvato per primo. 
La ragazzina si illudeva che con il semplice guardare il pianeta che ormai si stagliava chiaramente contro l'orizzonte nero del cosmo, avrebbe potuto capire chi era il fortunato. 
-Secondo me è Toma! Oppure Kio... Arani certamente no, é un pianeta troppo poco regale per lei!-
-Perché tu riesci a capire quando un pianeta é regale o no?- le chiese sardonico lo zio.
Pan, presa com'era dalla gioia di rivedere gli amici, non si accorse per nulla del tono pungente. -Be' é troppo piccolo per una principessa!-
-L'hanno mandata in esilio Pan, non in vacanza. Penso che le dimensioni del pianeta siano state l'ultimo dei pensieri di Sika.- tentò di farla ragionare Trunks, ma la ragazzina era troppo eccitata per dargli ascolto.
-Chissà come stanno... Pensate che gli piacerà la Terra?-
-Non hanno poi molta scelta...- mugugnò Goten, che per quanto si fosse affezionato ai ragazzi, avrebbe di gran lunga preferito farsi quel fine settimana tanto desiderato, solo soletto con Valese a mare, piuttosto che partire per un altro viaggetto interplanetario.
-Questo è vero, e poi staranno di nuovo assieme... Però se ci pensate la Terra è tutto l'opposto di Leyva, per loro sarà un bel cambiamento!-
-Sicuramente... Ragazzi, stringete le cinture di sicurezza: tra cinque minuti entreremo nell'atmosfera.- li avvertì Trunks, eseguendo per primo quelle indicazioni.
Come previsto la navicella entrò nell'atmosfera del pianeta in cinque minuti esatti e pochi istanti dopo atterrarono senza eccessivi scossoni. 
Il paesaggio che si presentò ai loro occhi era quanto di più strano avessero mai visto: il cielo era di un orribile marrone che Goten definì subito, molto gentilmente, color "cacca"; quella poca erba che cresceva sulle colline formava piccole chiazze bianche su un terreno dal colore molto vicino al grigio topo; infine, le foreste, che si allungavano all'orizzonte, avevano un caratteristico e del tutto inspiegabile colore blu.
-Che posto orribile...- commentò Pan spaventata. 
-L'esilio...- rispose impassibile Trunks, che nel mentre si era concentrato a captare un'aura familiare per iniziare subito le ricerche.
-La sento verso quella direzione.- disse Goten, indicando la vasta foresta che si stendeva dritta di fronte a loro.
-Bene. Andiamo allora.- assentì il figlio del principe, alzandosi in volo.
-Non riesco a capire chi sia!- sbuffò Pan seccata.
-Di certo non è Arani. Quest'aura non è forte quanto la sua.- osservò Trunks.
-Forse è Toma?- chiese quindi l'amico.
-No, è Yocar.- confermò l'altro gettandosi a capofitto tra le fronde degli alberi, dove aveva sentito l'aura in maniera più forte e chiara.
Goten e Pan lo seguirono a ruota.

-Alla faccia dell'esilio!- esclamò stupefatto Goten appena vide in che condizioni si trovava l'amico; -No, sul serio, anch'io voglio essere mandato in esilio!-
Trunks e Pan scoppiarono a ridere, ma non potevano certo dargli torto.
Yocar era seduto su una sorta di poltrona, fatta di frasche, che dava tutta l'impressione di essere comodissima, attorniato da bellissime ragazze, a sorseggiare una bevanda che certamente doveva essere abbastanza buona da soddisfare i gusti di un saiyan. 
Quel galeotto stava decisamente meglio di loro.
-Ehi, ragazzi! Da quanto tempo! Che diavolo ci fate da queste parti? Siete lontanucci da casa, non è vero?- li accolse festoso e gioviale, abbracciandoli con un trasporto fraterno.
-Yocar, tu dicci come stai! Anche se da quel che vedo, non puoi certo lamentarti!- lo punzecchiò Goten con una punta di malizia e invidia nella voce.
-Non posso darti torto, ma non lasciarti ingannare dalle apparenze: in realtà loro sono i miei aguzzini.-
Trunks e Goten non poterono evitare di sbottargli a ridere in faccia. 
-Si, certo, come no! A chi vuoi darla a bere, Yocar!- lo schernì il figlio di Goku.
Il saiyan stranamente arrossì ma tentò di spiegarsi meglio, assumendo un tono serio del tutto incompatibile con il suo personaggio: -Ecco, vedi Goten, in realtà loro sono dei mostruosi metamorfi che amano nutrirsi del cervello delle loro vittime...-
-Sai, Yocar, abbiamo smesso di credere a certe favole molti anni fa...- sogghignò Trunks, incrociando le braccia al petto.
-Dico sul serio... Basta che ti giri e lo vedrai tu stesso...- insistette invece il ragazzo.
Il figlio di Vegeta stava per mettersi a ridere di nuovo ma l'urlo terrorizzato di Pan lo costrinse a voltarsi: la ragazzina era corsa dietro le spalle dello zio per sfuggire alle lunghe fauci di una di quelle ninfe che si stava, effettivamente, rivelando un essere mostruoso. 
I capelli lisci erano diventati un groviglio di vermi verdastri e la pelle candida era stata ricoperta da miriadi di squame marroni.
I due mezzosangue fissarono quell'orrenda creatura interdetti sul da farsi, ma un ki-blast di media potenza li tolse dall'imbarazzo.
-Avete visto? C'ho messo settimane ad addestrarle a mantenere quelle sembianze, ma ogni tanto il loro istinto riprende il sopravvento... Che volete farci? Sapete come si dice: in tempo di carestia, ogni buco è galleria!-
-Yocar!- lo riprese immediatamente Goten, coprendo prontamente le orecchie innocenti della nipote.
Trunks non sapeva se ridere o inquietarsi; in compenso era decisamente più tranquillo: l'amico stava benissimo.
Il saiyan scoccò uno sguardo di rimprovero a Goten, volendo sottolineare l'ipocrisia di quell'atteggiamento protettivo. Tuttavia evitò di tradurre i suoi pensieri in parole e, dopo una scrollata di spalle, spostò la sua attenzione verso Trunks.
-Allora, come mai da queste parti?-
-Taanipu ci ha dato le coordinate dei quattro pianeti in cui siete stati esiliati e ci ha chiesto di venirvi a recuperare.- rispose l'altro, con finta noncuranza.
L'espressione di Yocar fu impagabile: lo scontro tra la gioia e il desiderio di celarla, era così evidente che strappò una risata ai terrestri, facendolo arrossire vistosamente.
-Perciò, che ne dici? Vieni con noi?-
Yocar abbassò gli occhi e fece finta di pensarci su: -Sai com'é... Le mie ragazze si sentirebbero perse...-
Nel mentre una delle sue "ragazze", lì accanto, ne aveva appena sgozzata un'altra e le stava succhiando il cervello dal cranio. 
-Va bene. Andiamo.- 
I terrestri non attesero un attimo di più e ripresero il volo verso la navicella.

-Pianeta Cochack17.- annunciò Trunks mentre attendeva che tutti scendessero dalla navicella.
-É sicuramente di Arani: ogni volta quella principessina da strapazzo ha tutte le fortune.- borbottò Yocar seccamente.
-L'ho pensato anch'io. É un pianeta bellissimo!- assentì Pan, ancora fermamente convinta della sua teoria.
In effetti la ragazzina non aveva torto sulla bellezza del pianeta: era notte ma il cielo invece di essere del tipico color blu cupo, sembrava un mosaico di ametiste e le stelle tanti piccoli diamanti tessuti su quel manto prezioso. 
Purtroppo il loro momento di stupore fu brutalmente interrotto da quattro navicelle di forma sferica che per poco non rischiarono di distruggere la loro, atterrando qualche chilometro più avanti.
-Chi diavolo sono?- sbottò Goten che era corso a proteggere la nipote che era stata la più vicina a rischiare di essere colpita.
-Maledetti! Sono navicelle dell'esercito di Sika!- disse Yocar e, immediatamente, il suo presentimento fu quello di tutti.
Purtroppo prima di trovare l'aura di Kio ci misero molti minuti preziosi, volando in giro per il pianeta tentando di trovarla prima degli sgherri del tiranno. I loro sforzi, comunque, si rivelarono vani.
Trovarono la ragazza impegnata in un duello serratissimo contro tre alieni. 
Uno di loro giaceva già a terra nella pozza del suo stesso sangue. 
Trunks e Yocar non ci misero molto a ucciderne altri due, lasciando a Kio il tempo di far fuori l'ultimo.
A differenza del compagno la ragazza non nascose affatto la sua felicità, correndo ad abbracciare prima l'amico di infanzia e poi i terrestri.
-Che cosa ci fate qui? Come sapevate?-
-Gliel'ha detto Taanipu, ma forse ora è meglio andare. Ho un bruttissimo presentimento!- spiegò velocemente l'altro saiyan, tentando di trascinarla verso la navicella.
-Mi chiedo cosa ci facessero qui, questi soldati.- rifletté ad alta voce Trunks, osservando pensoso quei corpi.
-Temo che l'esilio sia stata soltanto una facciata.- rispose Kio, intuendo i pensieri dell'altro.
I quattro compagni la guardarono aspettando che continuasse.
-L'esilio serviva a tenere buona Kea; in realtà la nostra esecuzione é stata semplicemente rimandata.- spiegò con tono cupo lei, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
-Razza di infame doppiogiochista!- sbottò Yocar.
-Dobbiamo sbrigarci allora! Arani e Toma potrebbero essere già sotto attacco!- li riprese, quindi, Trunks. La preoccupazione lo aveva assalito come tutti gli altri, ma non era proprio quello il momento di abbandonare il suo senso pratico e la razionalità.
Rapidamente risalirono sulla navicella, dove vennero immediatamente inserite le coordinate del pianeta più vicino: Trispian128.
L'ansia gli attanagliava le viscere: cominciavano ad intuire l'andamento dell'attacco, dovevano aver cominciato con uno dei due pianeti che non avevano ancora raggiunto. Con molta probabilità Toma e Arani erano già sotto attacco, eppure non volevano ancora lasciarsi andare allo sconforto. Erano pure supposizioni, nulla era certo.
Trunks impostò il volo al massimo delle possibilità della navicella che, a causa delle sue dimensioni, non poteva andare al di là di una certa velocità critica. 
Incrociarono le dita. 
La loro preoccupazione maggiore era rivolta alla volontà che stava dietro quegli attacchi: Arani e Toma erano tra i più forti saiyan del loro pianeta, ma Sika non avrebbe certo concesso loro un combattimento leale. Si trattava di una esecuzione e come tale avrebbe agito per la sicura riuscita dell'operazione; bastava guardare ai livelli di combattimento dei sicari inviati per Kio: singolarmente avrebbe rappresentato uno scontro interessante e per nulla certo, insieme erano una forza inarrestabile anche per la potente Arani.
-Quanto manca ancora?- chiese con voce tremolante Kio, stringendosi sulle spalle una coperta calda.
-Un'ora.- sibilò Trunks, gettando le spalle all'indietro sullo schienale del sedile.
-Lurido bastardo, vile e infame. Avremmo dovuto ucciderlo tanto tempo fa!- sbottò allora Yocar, schioccando le articolazioni delle dita.
-E quando mai avremmo potuto? Sarebbe scoppiata una guerra che non potevamo permetterci!- lo riprese piccata la compagna.
-Noi siamo saiyan, Kio.-
-Siamo quasi estinti, Yocar!- 
I terrestri li guardarono zittirsi l'un l'altra e abbassare lo sguardo sconfitti. Una scena che mai si sarebbero aspettati da degli esponenti di quella genia. 
-Esattamente, cosa rende questo Sika così spaventoso?- Goten decise di dar voce a una domanda che da tanto tempo frullava nella testa dei suoi amici.
-É semplicemente il Capo del più grande esercito della galassia del Sud.- rispose sardonica Kio, meritandosi l'occhiataccia di Yocar. 
-Un esercito che potrebbe essere nostro se riuscissimo a tagliargli la testa.- ribadì allora il ragazzo.
-Non siamo nelle condizioni di attaccarlo e lo sai. Abbiamo già rischiato troppo.-
-Forse non avremmo rischiato così tanto se lei ci avesse permesso di aiutarla.-
Fu a quel punto che Kio parve zittirsi. Le parole non dette gravavano pesantemente su quel silenzio. Era facile capire di chi parlassero e anche che i due ragazzi provassero un forte sentimento; quale però non era intuibile. Trunks vide, in quel loro sguardo basso e le labbra tirate, delusione e finanche dolore.
-Voleva proteggerci.- il tono di Kio era debole, poco convinto.
-Noi siamo una squadra Kio, non aveva diritto di tagliarci fuori. Il Maestro ci ha fatto giurare.- Yocar la fissò intensamente negli occhi, e Kio dovette chinare di nuovo il capo.
I tre terrestri rimasero in silenzio. Adesso appariva chiaro cosa pesasse sui loro cuori: si sentivano traditi dal fatto che Arani non li avesse coinvolti in qualsiasi cosa avesse combinato per meritarsi l'ira di Sika.
-Ragazzi, siate comunque felici: in fondo vi é andata bene. Sono certa riusciremo ad arrivare in tempo e ritornerete a stare assieme!- Pan sorrise loro fiduciosa. Yocar e Kio rilassarono un po' le labbra ma senza molta convinzione.
Il pianeta Trispian128 era ancora molto lontano.

Shara osservò la donna allontanarsi dal palazzo spiccando il volo con una velocità esagerata anche per una doppiogiochista piegata dai sensi di colpa come lei; anche se Shara sapeva perfettamente che la saiyan non provava nessun rimorso. 
Aveva tradito il suo popolo e condannato alcuni dei guerrieri più potenti della sua stirpe, eppure non  era affatto pentita. Probabilmente i superstiti saiyan sarebbero diventati di nuovo schivi, così come ai tempi di Freezer, eppure non le importava.
Questo la rendeva pericolosa e Shar stava cominciando a temere quel doppiogioco. 
Suo padre e suo fratello non le volevano dare ascolto, soprattutto dopo che era venuta apposta nel loro palazzo per avvertirli che Taanipu sapeva delle coordinate dei pianeti d'esilio. 
Questo era una prova sufficiente che la sete di potere di quella saiyan era di molto superiore al rischi di un tradimento.
Shara quel giorno voleva sentirsi felice perché era il giorno della vera esecuzione della maledetta Arani; eppure dopo che quella donna era arrivata a portar loro la notizia che forse i quattro guerrieri erano già stati portati in salvo, aveva cominciato a sentirsi inquieta. Voleva che Arani morisse più di ogni altra cosa al mondo, ma allo stesso tempo non voleva che questo potesse essere utile agli scopi segreti della loro spia.
Perché era certa che l'ex-amante di Zerak avesse un suo tornaconto che esulava i privilegi che suo padre tanto generosamente le accordava.
Shara sospirò profondamente. Un aspetto positivo, in ogni caso, continuava ad esserci: Arani presto o tardi sarebbe morta, e questo contava più di ogni altra cosa.
La giovane si riscosse dai suoi pensieri, vedendo suo fratello attraversare a grandi falcate il salone in cui era rimasta dopo la riunione con alcuni generali.
-Dove stai andando?- l'apostrofò, bloccandolo poco prima che uscisse.
-Ad assistere alla morte della principessa.- Non alzò gli occhi a guardarla. Le stava mentendo.
Shara ne era certa, nessuno capiva suo fratello come lei, ma non volle metterlo con le spalle al muro, così non le avrebbe mai detto la verità. Fece finta di credergli per il momento.
-Che motivo hai? I soldati che abbiamo mandato sono più che sufficienti.-
Zardas le sorrise con malizia. -Voglio vederla supplicarmi.-
Sharà sentì montare la rabbia. Suo fratello non andava affatto a veder morire la saiyan. 
-Solo questo?- sperò che facendogli capire che lei sapeva, avrebbe cambiato idea.
-Solo questo.-
Non fu così.
Zardas si allontanò e Shara si consolò pensando all'orgoglio dei saiyan. Arani non avrebbe mai ceduto alle richieste del fratello, si sarebbe fatta uccidere piuttosto.
Guardò il proprio riflesso sul vetro del balcone e sorrise con gusto.

Atterrarono su un territorio brullo e arso dal sole. Si potevano indovinare i segni di un violento scontro: crateri prodotti da ki-blast, alcuni alberi carbonizzati, rocce divelte e corpi riversi.
I cadaveri erano chiaramente dei nemici, i soldati di Sika, ma questo non era sufficiente a far calmare i cuori dei nostri: infatti nessuno di loro riusciva ad avvertire l'aura di Toma.
-Dev'essere qui, in questa zona, non può essersi allontanato se lo hanno ferito...- disse Kio con la voce tremante.
-Oppure sta continuando il combattimento in un luogo molto lontano da qui; non é detto che questi siano gli unici soldati inviati per Toma.- osservò invece Goten.
-In ogni caso non possiamo far altro che cominciare a fare una ricognizione: portiamoci in alto e vediamo se riusciamo a capire in che direzione si sono mossi, osservando le tracce della distruzione...- propose Trunks cominciando a innalzarsi in volo. Gli altri lo seguirono a ruota.
Si portarono a circa cinquecento metri dal suolo e riuscirono a scorgere il luogo in cui erano atterrate le navicelle dei nemici; si trovava all'incirca tre chilometri a est della loro posizione.
I nostri stavano sorvolando il punto il cui molto presumibilmente era cominciato lo scontro e li forse doveva essersi concluso perché l'area distrutta era piuttosto circoscritta e non si estendeva verso una precisa direzione, indicando la possibilità di una fuga del saiyan o uno spostamento del campo di battaglia.
La presenza delle navicelle era rincuorante: il lavoro non doveva essere ancora finito; del resto erano in numero superiore al numero dei cadaveri che avevano visto.
-Propongo di distruggere le loro navicelle: impediamo loro di chiamare soccorso e soprattutto di avvertire la loro centrale del fatto che noi siamo ancora vivi.- dopo aver detto quelle parole Yocar cominciò ad avvicinarsi ai veicoli.
-Aspetta! La priorità è Toma adesso.- lo bloccò Trunks.
-Sì lo è, ma lo è anche disfarci delle navicelle: sia per le ragioni che ho già detto, sia perché, nel caso in cui fossimo arrivati troppo tardi, voglio assicurarmi che nessuna di quelle merde possa sfuggirmi, sono stato chiaro? Inoltre é un modo anche per attirarli a noi visto che sono sempre in collegamento con la loro navicella.- ribatté il saiyan. 
Trunks stava per rispondere quando Kio, senza nemmeno un emissione di fiato, si gettò a capofitto in direzione delle navicelle, ma dopo poche centinaia di metri s'immerse nella fitta boscaglia che circondava il campo di battaglia.
Gli altri la seguirono quasi a fatica, solo Yocar pareva starle dietro e fu una fortuna.
Trunks, Goten e Pan li ritrovarono dopo pochi ma preziosi minuti: Yocar stringeva tra le braccia Kio e le teneva una mano ben piantata sulla bocca per impedirle di urlare. Gli occhi della ragazza erano rossi e rimanevano fissi su un punto oltre le loro spalle.
Quando si voltarono, si trovarono dinanzi una scena orribile: Toma era in ginocchio e attorno a lui c'erano una ventina di alieni bene armati e nemmeno molto malridotti, chi più chi meno. 
La situazione richiedeva subito un loro intervento ma dovevano essere cauti: Toma era assolutamente alla loro mercé: aveva un braccio rotto e l'osso era arrivato a strappargli la pelle. Avrebbe resistito ancora per poco.
Trunks, con l'aiuto di Yocar, tentò di far calmare Kio: la ragazza era completamente fuori di sé. Il figlio di Vegeta le spiegò il suo piano: sarebbero piumati dall'alto e si sarebbero gettati direttamente su Toma per prenderlo e portarlo via. Di questo si sarebbero occupati lei e Yocar. Lui e Goten avrebbero cercato di eliminarne quanti più possibile, prima di seguirli e aiutarli a resistere a quelli che inevitabilmente avrebbero tentato di seguirli. Pan doveva andare a distruggere le navicelle.
 A quelle parole Kio si riscosse e finalmente tornò lucida, migliorando anche il piano di Trunks. - È meglio non far muovere Toma: così li costringiamo a rimanere compatti ed evitiamo che qualcuno ci sfugga. Io farò una barriera attorno Toma per proteggerlo e voi vi occuperete dei soldati; la piccola Pan invece può occuparsi delle navicelle, ma è bene che si tenga pronta a scappare se avverte che qualcuno di loro si avvicina: sola non può affrontarli.-
-Sta' tranquilla, il nostro obiettivo è eliminarli dal primo all'ultimo.- sussurrò Yocar, con un ghigno fiducioso.
Il piano andò come avevano previsto, almeno nei primi momenti. L'effetto sorpresa e la trasformazione di Goten e Trunks in super saiyan diedero ai nostri un grosso vantaggio che permise loro di eliminare la metà dei soldati in poco tempo; tuttavia non appena i primi segnali della distruzione delle navicelle arrivò loro, alcuni dei soldati si gettarono a rotta di collo verso i veicoli. Accortosi di quelle fughe, Goten si mise al loro seguito per assicurarsi che Pan fosse al sicuro, lasciando in definitiva solo Trunks e Yocar ad affrontare gli ultimi soldati che comunque li superavano numericamente. Kio era troppo impegnata a proteggere l'amico per poterli aiutare. I due saiyan riuscivano a tenerne impegnati solo alcuni, lasciando liberi gli altri di attaccare e fiaccar  quanto più possibile la barriera eretta da Kio; quando riuscirono a provocare una breccia, un ki-blast ben mirato centrò in pieno petto Toma e la ragazza si vide costretta a gettarsi anche lei nella mischia, già notevolmente sfiancata dallo sforzo appena compiuto. La situazione sembrava andare sempre più a rotoli, l'esito sembrava stesse volgendosi a favore dei nemici se non fosse stato per il ritorno di Goten e Pan. Erano riusciti ad avere la meglio sui soldati che si erano diretti alle navicelle e avevano completato la distruzione delle navicelle. Con il loro aiuto, riuscirono a riprendersi il vantaggio e dopo poco tempo Yocar eliminò l'ultimo dei guerrieri di Sika, mettendo fine allo scontro.
Non ebbero il tempo di festeggiare: Kio era china su Toma e cercava di riscuoterlo senza troppo successo; sangue usciva dalle narici e dalle labbra del giovane, e respirava a malapena. La giovane lo chiamava con le lacrime agli occhi, lo stringeva a sé e accarezzava il suo viso, chiamandolo incessantemente. Yocar scambiò uno sguardo d'intesa con Trunks: dovevano ripartire immediatamente. Il ragazzo aiutò la compagna a sollevare il loro amico e si diressero tutti verso la navicella.
Una volta decollati e impostate le coordinate, Trunks si mise ad aiutare gli altri a prendersi cura di Toma, che dopo un paio di ore riprese a respirare con più forza.
Allora il figlio di Vegeta ritornò al posto di comando e osservò con la morte nel cuore il tempo che li teneva separati dall'ultimo pianeta.
Tre ore.
Tre ore per sperare e pregare, prima di scoprire se avevano fatto in tempo o meno, e più passavano i secondi e i minuti e più le possibilità di vedere Arani salva potevano scemare.
Il suo era il pianeta più distante nella loro prospettiva, mentre era il più vicino ai domini di Sika, così Yocar gli aveva spiegato appena aveva pronunciato le coordinate.
Che l'attacco fosse iniziato direttamente dalla figlia di Kea non era più una possibilità, era una certezza. Le uniche speranze erano legate alla capacità di Arani di resistere fino al loro arrivo. 
La principessa doveva salvarsi da sola.










   
  
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