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Autore: Daughter_Of_The_Moon    17/07/2016    2 recensioni
Saphael
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Mamihlapinatapai
«guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo».
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Buona lettura,
Daughter_
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamihlapinatapai

«guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo»



Simon si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Era seduto in un angolo, lontano dalla massa di persone che si agitava, muovendo le mani al ritmo della musica fin troppo forte per il suo udito sviluppato, e teneva tra le dita un bicchiere pieno di uno strano liquido fluorescente che qualcuno con delle orecchie a punta-una fata?- gli aveva passato.

Sospirò. Era a dir poco patetico. Clary era venuta quella sera al Dumort e gli aveva chiesto di accompagnarlo ad una festa poco distante da lì. “Ci divertiremo!” aveva detto, “hai bisogno di svago.” Beh, su una cosa aveva ragione. Eppure, anche il rumore delle voci non riusciva a cancellare il pensiero di un certo vampiro dalla sua mente.

Occhieggiò l'alcolico, indeciso se valesse la pena bere quella roba o avrebbe rischiato una morte per niente gloriosa.

<< Al diavolo >> borbottò, decidendo di mandare a quel paese tutto il buon senso. Lava bollente gli corse giù per la gola, lasciandolo boccheggiante. Non sapeva che cosa fosse ma era decisamente forte. Dopo essersi ripreso e aver controllato che non avesse nulla di strano-a parte l'essere, beh, morto-si alzò in piedi. La stanza cominciò a girargli e percepì il gusto della bile in bocca. Si piegò su sé stesso. Non aveva mai pensato che ci fosse stata una qualsiasi cosa peggiore della fame, ma evidentemente si era sbagliato.

<< ¡Idiota! ¿que pasa por tu mente? >>

Raphael, pensò. Non che conoscesse un'altra persona capace di parlare spagnolo. Due braccia lo presero prima di cadere sul pavimento. Si ritrovò abbracciato-se quello si poteva chiamare abbraccio; era più una stretta, con il braccio sinistro schiacciato tra il suo petto e quello del salvatore, la guancia appoggiata all'altezza del cuore immobile del vampiro-a Raphael, che lo sostenne, impedendogli di scivolare a terra.

<< Come ti è saltato in mente di bere qualcosa dalle fate?! >> Era arrabbiato. La voce era roca, le sillabe che ottenevano un accento diverso. Rabbrividì. Se non fosse stato sul punto di vomitare avrebbe pensato fosse hot.

<< C-come... >> provò a dire ma un attacco di nausea lo costrinse a chiudere la bocca. Il moro sembrò capire. << Vieni >> gli disse, prendendolo sotto braccio per aiutarlo a camminare.

L'aria fresca della sera lo colpì in pieno viso, dando sollievo al calore che sembrava avvolgerlo come una coperta. Si appoggiò al muro dietro di lui, strizzando gli occhi alla sensazione dolorosa che l'alcol gli aveva causato. Prese un profondo respiro. Non che servisse davvero, i suoi polmoni era fermi, ma lo calmò. Si azzardò ad aprire un occhio, notando che quelli del maggiore erano già-o ancora?-su di lui. Un senso di agitazione lo pervase. Era come se il suo cuore stesse battendo, o il suo fiato mozzato, lasciandolo affannato. Non si era mai sentito così umano, ed era buffo dirlo quando, di umano, aveva solo l'aspetto.

Voleva baciarlo. Quello stupido istinto lo provava almeno una volta al giorno, ma ora ne aveva il bisogno fisico e mentale, di avvicinarsi, prenderlo per la giacca e baciarlo, appoggiare il mento sulla spalla del ragazzo, alla giuntare del collo e sentire l'odore del suo sangue. Ed ebbe la prova che anche Raphael lo volesse quando lanciò uno sguardo alla sua bocca. Si leccò le labbra, sorprendendosi nel sentire i canini. Baciami, urlò nella sua mente a gran voce, la gola secca.

Si costrinse a tornare in sé. Raphael sembrava piuttosto scosso, ma, per una volta, Simon decise di stare in silenzio.

O quasi. Il dolore allo stomaco tornò con la stessa potenza di prima. Si inginocchiò a terra e rigettò l'alcol. Alzò la testa, convinto di aver finito, ma non riuscì a rimettersi in piedi che vomitò ancora una volta, sporcando il cemento nero. Una mano gli si posò sulla schiena tremante.

Si passò una mano sul viso per asciugare il sudore e pulirsi. Si sentiva molto meglio. Guardò Raphael con un sorrisetto. Quello fece una smorfia di disgusto. << Che questo ti sia da lezione. Non ti hanno mai insegnato a non accettare caramelle dagli sconosciuti? >> disse con una punta di ironia. Il castano roteò gli occhi. Si rese conto della pressione leggera sulla sua pelle. Anche Raphael doveva, perché si allontanò subito da lui. Simon percepì un peso calargli nel petto, soffocandolo.

<< Mi dispiace >> sussurrò. Il maggiore sollevò un sopracciglio in una muta domanda. Non gli rispose; nemmeno lui sapeva di cosa si stesse scusando. Forse di essere stato troppo stupido ed ingenuo, o forse di ciò che era successo tra loro-perché qualcosa era successo, poteva vedere la tensione nell'aria sfrigolare, quel “non-detto” silenzioso ogni volta che uno di loro parlava.

Si scompigliò i capelli già incasinati.

<< Penso sia meglio tornare a casa >> esclamò, sentendosi esausto. Raphael annuì piano.


Prima o poi la situazione si sarebbe risolta.

Simon sperava accadesse più prima che poi.




Angolo di quella pazza della scrittrice:

Ho scritto questa roba qua in un attimo di noia mortale (solo un attimo?), avevo voglia di Saphael e ne ho scritta una.

Avrei potuto fare molto meglio, non sono molto contenta del risultata ma, mi sono detta, tentar non nuoce. Soo...a voi l'ardua sentenza!

Vi lascio,

Daughter_


   
 
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