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Autore: Miss Larolles    17/07/2016    3 recensioni
"Non possedeva la malizia e la cattiveria di cui era dotata Katy, la schiettezza di Emily e nemmeno la tagliente ironia di Naomi, ma Effy, sapeva che la piccola Panda possedeva qualcosa che, forse, con tutte le canne fumate ad offuscargli ed allo stesso inebriarli il cervello, avevano scordato tutti, persino a lei, ammesso che l'avesse mai avuta: l'innocenza."
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth Stonem, Pandora Moon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Innocence
Fandom: Skins
Personaggi: Elizabeth "Effy" Stonem, Pandora Moon.
Conteggio parole: 690
Tipo di coppia: nessuna
Note: Ho sempre pensato, che come Pandora ammira Effy, poiché la vede come un modello da imitare per il suo
atteggiamento ribelle e libertino, quest'ultima, nel profondo, invidia l'amica per la sua spensieratezza e spontaneità e l'innocenza tipicamente infantile,
sapendo che lei, queste qualità non le ha mai avute. 
Attenzione: è solo un mio pensiero personale, niente di più. Se non la pensate come me, mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni.
Detto questo tolgo il disturbo, e mi scuso in anticipo se la storia non sarà di vostro gradimento o i personaggi risulteranno un po' OOC.
Buona lettura ^_^

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Sì lo ammetteva, la bionda non era e non sarebbe mai stata la più sveglia del gruppo: credulona ed ingenua com'era, avrebbe dato per oro colato, perfino le stronzate uscite, dalla boccaccia di Cook.
 
Non possedeva la malizia e la cattiveria di cui era dotata Katy, la schiettezza di Emily e nemmeno la tagliente ironia di Naomi, ma Effy, sapeva che la piccola Panda possedeva qualcosa che, forse, con tutte le canne fumate ad offuscargli ed allo stesso inebriarli il cervello, avevano scordato tutti, persino a lei, ammesso che l'avesse mai avuta: l'innocenza.
 
Pandora, la svampita fragile e dolce Pandora, era l'innocenza fatta persona. Non sapeva cosa fosse, quella morsa al cuore e lo stomaco chiudersi e il boccale di birra, buttato giù tutt'ad un sorso, ritornare su. Invidia? 
No, come ribadito prima non lo sapeva, ma era un'ipotesi da prendere in considerazione.
 
O forse sì, invidiava la spensieratezza della sua incompetente amica, il sorriso sincero e radioso che le illuminava le labbra carnose e colorate dal lucida labbra rubato alla madre, mentre le sue sottili e pallide, si increspavano soltanto in ghigni falsi e lascivi, la spontaneità che trapelava dai suoi discorsi senza un filo logico ad unire i discorsi che buttava giù senza, apparentemente, fermarsi per prendere aria.
Ammirava l'allegria tipicamente bambinesca che, da fida compagna, non la lasciava mai sola, anche se questi erano, tutti piccoli particolari che non avrebbe mai detto. 
Sarebbero stati custoditi insieme a tutte le altre emozioni, chiusi a chiave, per non farli uscire fuori.
 
Pandora prendeva la vita come una fiaba che sarebbe dovuta finire per forza con la solita espressione "E vissero tutti felici e contenti", un gioco dove tutti erano vincitori.
 
Ma Effy aveva sempre saputo che era  tutto uno sporco gioco dove c'erano più sconfitti che vincitori, e quest'ultimi di solito, erano le persone meno qualificate per quel ruolo, quelle che non meritavano nemmeno di partecipare a quell'assurda partita che era la vita.
Una delle più grandi beffeggiatrici di questo mondo. O quello era il destino? O erano semplicemente complici?
 
Vede Pandora seduta davanti a lei, con il boccale ancora riempito e mai toccato con un dito, mentre si arrotola con il dito, una ciocca bionda raccolta, nei codini alti incastrati in due elastici rosa, gli occhi chiari che vagano curiosi per il locale mentre la bocca -che sembrava aver preso vita propria- continuava a blaterare di discorsi tediosi quanto inutili.
 
"Effy, Effy! Mi stai ascoltando?!" la chiama nel frattempo, mentre si ritrova improvvisamente, l'attenzione non richiesta di quelle due pozze chiare e limpide.
 
Dal canto suo, incrocia le braccia al petto e fissa gli occhi cerulei su quelli della ragazza davanti a lei.
 
"Promettimi una cosa Pandora" dice soltanto con il sempre tono di voce inespressivo.
 
La bionda sorride, mentre unisce gli indici al petto prosperoso, per poi proferire, nel suo invece, caratteristico tono di voce, per le sue orecchie troppo squillante:
 
"Te lo prometto… croce sul cuore, guarda!"
 
Effy, a quel punto, si piega in avanti, tenendo sempre le profonde iridi azzurre incatenate a quelle di Panda, appoggiando i gomiti sul legno sudicio del tavolo del pub, appartenente a quello scellerato dello zio Keith, mentre avvicina le labbra all'orecchio dell'altra, come se dovesse dirle un segreto di Stato.
 
"Non cambiare mai."
 
La biondina sorride, la labbra rosse si arricciano in uno di quei sorrisi ebeti, che inevitabilmente ed a causa di una qualsiasi forza ancestrale, fanno sorridere anche la mora.
 
"Lo giuro." Ma Effy è sicura che Panda non abbia capito un'accidente, ma se ne sta zitta, e punta gli occhi sul piovoso paesaggio di Bristol, fuori dalla vetrina del locale, attraverso le lettere cha dipinte a caratteri cubitali sul vetro, formano il nome del pub.
 
Fa' in tempo a vedere di striscio, Thomas che trascina via l'amica fino a pochi attimi fa' seduta davanti a lei, e sente la sua risata -troppo alta anche quella per i gusti suoi e per quelli dei suoi timpani- riecheggiare tra le quattro pareti spoglie.
 
Impassibile, continua ad osservare quel paesaggio che trova alquanto deprimente, mentre nella sua testa, si continua a chiedere, se anche lei sia mai stata innocente.
   
 
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