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Autore: Emily27    17/07/2016    3 recensioni
L'espressione di Rick era indecifrabile. Disapprovazione, sfida o rassegnazione, forse tutte insieme, a Daryl non interessavano i suoi sentimenti, l'unica cosa che aveva importanza per lui in quel momento era trovare Carol.
Quando Daryl viene a sapere che Rick ha allontanato Carol per aver ucciso David e Karen, decide di partire alla sua ricerca.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: tenete conto che l'attacco alla prigione da parte del Governatore avvenga un giorno più tardi rispetto ai tempi della serie.



 
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Non è mai un errore



 
 
1


Senza di lei





 
Carol guidava sulla strada deserta, facendo sollevare le foglie da terra al suo passaggio. Non aveva una meta, né certezze, solo se stessa e il dolore che sentiva dentro. I pensieri si avvicendavano nella sua mente senza tregua.
Karen e David potevano sopravvivere, invece ora sono morti. Non era una decisione che spettava a te.
Aveva ucciso due persone, niente avrebbe mai potuto cancellarlo dal suo cuore, ma aveva agito in quel modo per una ragione precisa, una buona ragione. Era stato per il bene delle persone che amava, per la loro sopravvivenza e quella di tutti coloro che dimoravano alla prigione, per i quali avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Quando lo verrà a sapere Tyreese, ti ucciderà.
Era pronta ad accettare le conseguenze del suo gesto, non le importava se Tyreese avrebbe preteso la sua vendetta, se avesse potuto tornare indietro avrebbe preso la stessa decisione.
Non era questo, però, il motivo principale per cui Rick l'aveva allontanata.
Quando lo scopriranno gli altri non ti vorranno più alla prigione.
Se morissero tutti per questa cosa, se restassimo solo noi due, con Judith e Carl, con i miei figli, io non ti vorrei con noi.

La verità era che non la riteneva più degna di stare con loro, lei che aveva dato tutta se stessa per quella gente, la sua famiglia, fino ad arrivare a compiere quel gesto. Lei che adesso vedeva la loro porta chiudersi.
Rick le aveva assicurato che si sarebbe preso cura di Lizzie e Mika, una promessa che lei aveva fatto al padre in punto di morte e che ora non le era più permesso mantenere.
Si ritrovava completamente sola, con il peso di aver ucciso due esseri umani e la consapevolezza di averlo dovuto fare, in una battaglia senza vincitore.
Non sei più la donna che aveva paura di restare sola, non lo sei più. Ricomincerai da zero, troverai altre persone che non conosci e sopravviverai anche fuori di qui, ci riuscirai.
Carol sentì le lacrime salirle agli occhi, ma le ricacciò indietro. Sì, ci sarebbe riuscita, sarebbe sopravvissuta con o senza altre persone, non le faceva paura la solitudine. Era forte, avrebbe ricominciato, senza mai arrendersi. Non sarebbe stato poi così difficile.
Una lacrima, sfuggita al suo controllo, le rotolò sulla guancia. L'asciugò con una mano, mentre altre colmavano già i suoi occhi senza che lei potesse più trattenerle. Fermò l'auto, si accasciò sul volante stringendolo con le mani e pianse.
No, non era vero. Ricominciare sarebbe stato tremendamente difficile.
Uno zombie si avvicinò all'auto battendo sul finestrino.
«Vattene» mormorò Carol tra i singhiozzi.
Il vagante continuò a colpire la macchina emettendo versi.
«Vattene via!» gridò lei sollevando la testa, con tutta la rabbia e la pena che aveva nel cuore.
Rimise in moto e partì, lasciando lo zombie a barcollare sulla strada.
Si asciugò le lacrime e respirò profondamente, cercando di riprendere il controllo di sé. Doveva trovare un posto dove trascorrere la notte, quello al momento era il suo unico proposito, non voleva pensare all'indomani o ai giorni successivi.
Guidò ancora per un tratto di strada costeggiato soltanto da boschi, finché giunse in un piccolo centro abitato dove, su quella che doveva essere l'unica via, si affacciavano basse palazzine e alcuni negozi che sembravano essere stati saccheggiati. Fermò l'auto davanti a una costruzione in mattoni a vista, che recava la scritta “The Whalen law firm LLP”, e la osservò dal finestrino. Forse aveva trovato un rifugio.


 
**


Daryl camminava avanti e indietro sulla passerella delle celle, non riuscendo a stare fermo, non dopo quello che aveva appena saputo da Rick.
Quando era ritornato dalla spedizione, portando le medicine che avevano salvato la vita ai contagiati, non aveva trovato Carol alla prigione. L'ex vice-sceriffo gliene aveva spiegato il motivo: era stata lei a uccidere David e Karen e lui, durante un'uscita alla ricerca di farmaci che potessero servire a Hershel, l'aveva allontanata, non permettendole di tornare alla prigione. Non poteva più stare con loro.
Rick aveva preso quella decisione da solo e a Daryl non andava giù.
«Non potevi aspettare che tornassimo?» gli chiese rabbioso.
«Che tornasse Tyreese?»
«Potevo occuparmene io!»
Rick non dovette gradire i suoi toni. «Ehi, ehi! Ha ucciso due dei nostri, non poteva restare. Se la caverà, ha un'auto, provviste, armi, è una che sa sopravvivere.»
«Smettila di dirlo come non ci credessi!» lo aggredì ancora Daryl. Carol era sola, sola là fuori e a lui non importava un cazzo!
«È stata lei, ha detto che l'ha fatto per noi. Era premeditato e non era pentita.»
«È da lei, ma non è da lei» disse a pochi centimetri dalla faccia di Rick. Stava accusando Carol come un'assassina qualunque, quello che lei non era. Certo che non era pentita, aveva agito per proteggerli, una delle tante cose che aveva fatto per loro dando sempre tutta se stessa. Carol era così, quel gesto estremo doveva esserle costato moltissimo e lui non la giudicava, al contrario, rispettava la sua scelta. Di sicuro non era una che uccideva con facilità e leggerezza, non poteva credere che Rick ritenesse il contrario.
«Che facciamo con quelle due ragazzine?» chiese ritrovando un po' la calma e pensando a Lizzie e Mika, delle quali qualcuno avrebbe dovuto prendersi cura in assenza di Carol.
«Le ho detto che me ne sarei occupato io.»
Daryl si appoggiò con le braccia alla ringhiera, il capo chino su di esse. Non accettava la decisione di Rick, non quella, non per qualcosa che lo toccava così da vicino.
Si rialzò. «Che auto ha preso?»
Rick non gli rispose.
«Che auto ha preso?!» ripeté alzando la voce.
«Immagino che non possa impedirti di andare a cercarla.»
«No, non puoi. E in ogni caso la troverò» disse lui fronteggiandolo.
Rick attese qualche istante prima di rispondere. «Una Ford Taurus.»
Daryl non indugiò un secondo, raggiunse la scala e scese di corsa.
Andò a riempire uno zaino con cibo, acqua e una torcia, prese anche un fucile, per ogni evenienza. Con la balestra in spalla, uscì dal blocco e si diresse verso dove aveva lasciato la moto. Si muoveva velocemente, non voleva perdere tempo.
Rick lo raggiunse a grandi passi. «Che cosa hai intenzione di fare, riportarla qui?»
«Questa è casa sua» rispose lui continuando a camminare.
«Non la voglio con noi» affermò l'ex vice-sceriffo risoluto.
Arrivati vicino alla motocicletta, Daryl si sistemò lo zaino con il fucile sulle spalle e guardò l'altro dritto negli occhi. «Io la voglio con me.»
L'espressione di Rick era indecifrabile. Disapprovazione, sfida o rassegnazione, forse tutte insieme, a Daryl non interessavano i suoi sentimenti, l'unica cosa che aveva importanza per lui in quel momento era trovare Carol. Montò in sella e accese il motore facendolo rombare, poi si avviò lasciando Rick immobile a guardarlo andare via. Carl, senza fare domande, aprì il cancello e lui uscì, partendo con un'accelerata.

Rick gli aveva spiegato dove si trovava con Carol quando si erano separati il giorno prima, e Daryl era intenzionato a incominciare le ricerche proprio da lì, nel caso lei fosse tornata indietro non riuscendo a trovare altro riparo per la notte.
Viaggiava a velocità sostenuta, per accorciare la distanza fra lui e Carol.
Lei sapeva difendersi, usare le armi, poteva sopravvivere, ma per quanto? Là fuori era pieno di pericoli, perfino per lui non sarebbe stato facile da solo. C'era, però, un'altra ragione che l'aveva spinto alla sua ricerca: non voleva stare senza di lei. Questa certezza gli era piombata addosso nel momento in cui aveva saputo da Rick che non l'avrebbero rivista alla prigione.
Il loro rapporto, che era sempre stato unico e speciale, con il passare del tempo si era rafforzato, soprattutto negli ultimi mesi trascorsi alla prigione. Soltanto Carol aveva accesso alla sua parte più profonda, lo capiva senza che pronunciasse una parola e lo imprigionava con un solo sguardo. Con lei aveva voglia di sorridere. Per lei avrebbe dato tutto. Senza Carol, una parte di lui si sarebbe spezzata, facendogli male sempre. Doveva trovarla, a ogni costo.
Giunse al complesso residenziale dov'erano stati lei e Rick. In sella alla moto, percorse la zona, ma non individuò nessuna Ford Taurus, né trovò traccia della presenza di qualcuno. Se anche Carol aveva pernottato lì, doveva essersene poi andata.
Si fermò alcuni minuti per bere e mettere qualcosa sotto i denti, dopo rimontò in sella e ripartì seguendo la strada, mentre il sole calava. Durante il tragitto attraversò soltanto boschi, nessun posto in cui Carol avrebbe potuto trovare rifugio. Superò uno zombie dalla tipica andatura incerta e andò avanti, con l'oscurità che stava ormai inghiottendo il giorno.
Finalmente, il faro della moto illuminò quello che doveva essere un piccolo centro abitato. Daryl rallentò e si guardò intorno, facilitato dalla luce della luna che faceva capolino fra le nuvole.
Poi la vide: una Ford Taurus era parcheggiata lungo la strada. Si fermò dietro di essa e spense il motore, accorgendosi subito che qualcosa non andava.
«Merda...»
Scese dalla moto, con i sensi in allerta. La portiera sul lato del guidatore era spalancata e, a terra davanti all'auto, si trovavano i cadaveri di due zombie dal cranio trafitto, con probabilità dalla lama di un coltello. Un altro era sul marciapiede dall'altra parte della macchina, la testa spaccata. Daryl avvertì una fitta di apprensione. Dov'era Carol?
Udì prima il verso, poi li vide: due zombie stavano avanzando verso di lui sulla strada. Imbracciò la balestra e scoccò due frecce, che trapassarono loro il cranio facendoli cadere a terra. Daryl fece scorrere lo sguardo attorno a lui, senza scorgerne altri. Rimise in spalla la balestra e prese la torcia dallo zaino, con la quale fece chiaro all'interno dell'abitacolo dell'auto: sui sedili posteriori c'era del bagaglio forse appartenente al proprietario del mezzo, non vide nulla in quelli anteriori, mentre lo sportello del vano portaoggetti era aperto, al suo interno un pacchetto di gomme da masticare, una confezione di salviettine e alcuni cd. Seguendo un'idea, girò la chiave che era inserita nel quadro e il motore tentò invano di accendersi: ecco il motivo per cui lei aveva abbandonato l'auto.
Andò ad aprire il baule, che conteneva provviste, acqua e una tanica di benzina, non c'erano armi né lo zaino di Carol, forse li aveva portati con sé, ovunque fosse andata.
La macchina era di fronte a uno studio legale, la cui porta d'entrata era del tutto aperta. Dubitava che lei fosse lì, ma probabilmente doveva esserci stata. Entrò, premurandosi di battere una mano su un mobile per fare rumore, al fine di rilevare la presenza di vaganti, che non si palesarono. Illuminò con la torcia quella che era una sala d'aspetto, da lì passò alla stanza adiacente, divisa dalla prima da una vetrata. Diresse in giro il fascio di luce, finché non individuò qualcosa sul pavimento: i resti di un corpo divorato dagli zombie.
Gli si gelò il sangue nelle vene.

Il suo cuore riprese a battere, quando, notando il genere di scarpe e di abiti lacerati, realizzò che si trattava di un uomo. Sollevato, espirò l'aria in uno sbuffo.
Se Carol aveva incontrato quella persona, forse avevano lottato insieme contro i vaganti e lui non ce l'aveva fatta. Oppure l'aveva ucciso lei stessa per difendersi.
Dopo essere uscito dall'edificio, Daryl dovette usare la balestra per abbattere altri tre zombie in avvicinamento. Quel posto non era per niente sicuro, Carol doveva esserne fuggita continuando la strada, sperando in un riparo non troppo lontano. Avanzò in quella direzione spegnendo la torcia, per non attirare i vaganti. Camminò quasi fino in fondo alla via, dove terminavano gli edifici, con la balestra in mano pronta a essere utilizzata e cercando qualche segno del passaggio di Carol. Quando trovò uno zombie a terra con il cranio rotto e tracce di sangue piuttosto fresco sul muro sopra di esso, vide la sua ipotesi trovare conferma. Carol doveva essere arrivata fin lì a piedi, e a quel punto era molto probabile che avesse proseguito nella stessa maniera, senza provare a prendere una delle auto abbandonate lungo la carreggiata.
Daryl tornò indietro di corsa, recuperò le frecce dai vaganti passando loro accanto e rimontò velocemente sulla moto, rimettendosi poi in strada mentre gli zombie, attratti dal rumore, sbucavano da ogni dove. Una volta uscito dal centro abitato, rallentò per meglio controllare la zona, viaggiando circondato da prati e qualche boschetto. Sperò con tutte le sue forze che Carol stesse bene, mentre fremeva nell'impazienza di ritrovarla. Era trascorso più di un giorno da quando Rick l'aveva lasciata sola, e, anche se a piedi, lei sarebbe potuta arrivare ovunque.
Daryl stava ragionando su quest'ultimo pensiero, quando vide una piccola costruzione sul lato sinistro della strada. Fermò la moto e la osservò. Doveva essere stata utilizzata come stalla e scuderia, dato che davanti a essa c'erano un recinto a rettangolo e uno di forma circolare, dove di solito si fanno correre i cavalli. Daryl, andando a passo d'uomo, si diresse là, mentre il faro della motocicletta illuminava i segni del passaggio di qualcuno sull'erba alta. In lui si accese una speranza.
Una volta giunto vicino alla scuderia, spense il motore e smontò dalla sella. La costruzione, circondata da prati, era in muratura, con una grande finestra basculante aperta per metà, che sormontava un portone di legno dotato di una serratura. Daryl notò che l'erba nei dintorni era stata parecchio calpestata e di recente. Toccò il maniglione: il portone era chiuso. Benché regnasse il silenzio, non era da escludere la presenza di persone all'interno. Cautamente, fece il giro della stalla, senza scoprire ulteriori aperture o altro, se non una panca e un tavolo di legno sul lato destro e una cisterna con dell'acqua su quello sinistro. Si ritrovò sul davanti sperando che là dentro ci fosse lei. Doveva esserci.
«Carol!» chiamò a voce alta.





Le parti in corsivo all'inizio, il dialogo fra Daryl e Rick fino al momento in cui parlano delle bambine e le parole di Carol mentre è in auto sono tratti rispettivamente dagli episodi 4x04, 4x08, 5x06.
Per il titolo, ho rubato quello della canzone di Raf “Non è mai un errore”, ma la storia non è ispirata a essa.
Il banner è una mia creazione.
La storia è una mini long composta da tre capitoletti, giusto per tenervi un po' sulle spine (vero che lo siete???) Non sono abituata a raccontare fatti “avventurosi”, spero che il risultato sia stato di vostro gradimento e che lo sarà anche successivamente.
Credo di aver detto tutto, non mi resta che darvi appuntamento verso la fine della settimana :)











 
  
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