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Autore: soffio di nebbia    17/07/2016    1 recensioni
C'era qualcosa che Hyoga avrebbe voluto dirgli... qualcosa che avrebbe voluto dirgli da un sacco di tempo, ma che non era mai stato capace di esprimere a voce. Lo aveva lasciato sottinteso in ogni abbraccio, in ogni carezza, in ogni sfioramento di labbra, ma non era mai riuscito a dirlo in una lingua comprensibile a Shun.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ja tebja ljublju


Shun amava l'accento di Hyoga. Lo amava da sempre. Anche se con il passare degli anni quell'accento era diventato sempre meno percettibile, ancora adesso c'erano dei momenti in cui il giovane Cavaliere del Cigno non riusciva a far nulla per impedirgli di tornare a galla. Quando veniva colto di sorpresa, ad esempio. Altre volte, quando era sovrapensiero, lo si poteva perfino sorprendere a parlare a bassa voce tra sé e sé in un russo incomprensibile. Lo faceva senza nemmeno rendersene conto e Shun adorava quando accadeva.
«A volte mi chiedo cosa dici» esordì Shun un pomeriggio, dopo averlo sentito per l'ennesima volta bofonchiare qualcosa in quel linguaggio così criptico.
Hyoga lanciò un'occhiata confusa al compagno che fino a quel momento stava riposando languidamente sul divano del soggiorno. Shun sorrise, gli occhi ancora lucidi per il sonno.
«È bellissimo ascoltarti parlare nella tua lingua» disse «Un giorno dovresti insegnarmi qualcosa»
Solo in quel momento Hyoga capì a cosa si stava riferendo. Ricambiò il suo sorriso e si avvicinò al giovane, prendendo posto accanto a lui sul divano.
«È il minimo che potrei fare per sdebitarmi di tutte le volte che mi hai aiutato con il giapponese» disse.
Shun si sollevò con la schiena e incrociò le gambe sul divano.
«Avanti, dimmi qualche frase» propose, sorridendo con entusiasmo mentre si appropriava di un cuscino.
«Di che genere?» domandò Hyoga.
«Qualsiasi genere» rispose Shun «Dopo io provo a ripetere»
Hyoga sembrò riflettere qualche istante. I suoi occhi trasparenti esitarono a lungo in quelli luminosi e verdissimi di Shun che lo osservavano con curiosa attesa.
C'era qualcosa che Hyoga avrebbe voluto dirgli... qualcosa che avrebbe voluto dirgli da un sacco di tempo, ma che non era mai stato capace di esprimere a voce. Lo aveva lasciato sottinteso in ogni abbraccio, in ogni carezza, in ogni sfioramento di labbra, ma non era mai riuscito a dirlo in una lingua comprensibile a Shun. Non si trattava di un problema legato alla traduzione o alla difficoltà di pronuncia. Semplicemente, non ci riusciva, e sapeva anche che, per quanto tentasse di non darlo a vedere, a volte Shun soffriva a causa di quella sua difficoltà.
Allora, sottovoce, come se si trattasse di un segreto mai confessato, Hyoga soffiò poche, semplici parole. Parole che ora, mentre venivano pronunciate, erano così immense da fargli quasi male al petto.
«Ja tebja ljublju» mormorò «Ty moja zvezda»*
La sua voce sommessa si dissolse nel silenzio. Per un lungo istante, Shun non disse nulla. Un'espressione smarrita si dipinse sul suo volto dopo aver ascoltato quelle parole di cui ignorava completamente il significato.
Divertito dal suo sguardo confuso, Hyoga sorrise di cuore. La lieve fitta che aveva avvertito al petto cedette il posto ad un tiepido calore.
«Forza, ora prova a dirlo tu!» lo incoraggiò.
Dopo momento di esitazione, Shun aprì e chiuse la bocca un paio di volte in un goffo tentativo di ripetere quanto aveva appena udito. Tuttavia, dalle sue labbra non uscì che qualche suono sporco e sgraziato che nulla aveva della gentile musicalità che così tanto amava quando era Hyoga pronunciare quelle misteriose parole.
Di fronte ai maldestri tentativi di Shun, Hyoga non poté fare a meno di ridacchiare.
«Dai, non ridere!» esclamò il più giovane, fingendosi offeso.
«Scusa, scusa...»
Nonostante l'evidente difficoltà, però, Shun tentò ancora un paio di volte. Senza successo.
«Basta, è impossibile!» esclamò infine, arrendendosi.
«Sei stato bravo, non era facile» lo confortò Hyoga, attirandolo a sé.
Shun gli si raggomitolò a fianco, lasciando che le sue braccia gli avvolgessero le spalle.
«Non mi hai ancora detto cosa vuol dire però» fece notare.
Hyoga restò in silenzio. Rifletté per qualche istante, combattuto. Lottò con se stesso e fu quasi vicino a cedere... ma non lo fece.
«Questo dovrai scoprirlo da solo» rispose infine.
Shun sollevò la testa, sul punto di ribattere qualcosa, ma Hyoga fu più veloce: si chinò sul suo viso e soffocò le sue parole in un dolce, lungo bacio.
«Un giorno te lo dirò» sussurrò «Te lo prometto»

 

Aprile 2015

Note:

* Ti amo/Ti voglio bene. Sei la mia stella.

Ennesima ripubblicazione, ma questa volta ne ho approfittato per darci una seconda mano che rimandavo da un po', spero ne sia valsa la pena ^^

 

 
  
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