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Autore: giamma21    18/07/2016    3 recensioni
"Forse fu per l’occasione, o perché entrambi inconsapevolmente si erano avvicinati “quel poco in più”, che le coccole si trasformarono in baci, sfuggenti ma travolgenti, ingenui ma consapevoli, e in carezze tanto caute quanto pericolose. Logan aveva sempre rinnegato l’attrazione per il migliore amico, come mai si era lasciato andare? Aveva bisogno di amare, tanto quanto ne aveva Toby. Nessuno si aspettava che due anni dopo, due migliori amici sarebbero stati degli estranei."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Le dita del ragazzo accarezzavano l’addome di Logan.
Sfioravano delicatamente ogni zona del suo corpo, mentre le labbra venivano a contatto con il suo morbido collo. La lingua compiva piccoli giri sulla pelle.
Trevor stringeva Logan contro di lui, contro i suoi boxer stretti attraverso i quali cercava di liberarsi un’imponente erezione.
WOAH. HEY. NO. CALMATI.
Logan… stai sognando.
Il ragazzo si girò dall’altro lato del letto. Aveva bisogno di freschezza.
Sotto i pantaloni del pigiama, era… (come dire?) duro, e si strusciava contro il materasso. Il sedere sodo del ragazzo si muoveva con colpi delicati verso la pancia.
Okay, fai pure, ma sappi che è quasi ora di svegliarti.
-Trevor…- sussurrò all’orecchio del ragazzo, stringendo tra le mani il suo...
 
Lunedì. Il giorno odiato probabilmente da tutti.
Logan si alzò a fatica dal letto una volta che la sveglia del telefono prese a suonare.
Si sentiva un po’ scosso dal sogno, che ricordava nei minimi dettagli.
L’erezione era ancora abbastanza evidente, quindi andò in bagno a terminare il lavoro. Adolescenti…
Erano le 7, e i raggi del sole illuminavano dolcemente la stanza del ragazzo, filtrando dalle finestre. I poster di cantanti e film appesi alle pareti, tuttavia, erano ancora poco illuminati.
Logan non aveva voglia di vestirsi, né tantomeno di andare a scuola per un’altra settimana di prese in giro, ma doveva farlo.
-Sei in piedi?- chiese Laura, sua madre, bussando alla porta.
Lui mugugnò un suono in risposta alla domanda della donna, che scese al piano inferiore senza repliche.
La madre di Logan lavorava come agente immobiliare della zona, e il fatto che coinvolse suo figlio l’anno precedente fece parlare molto della sua famiglia “particolare”. Fu dura per tutti riprendersi da quell’evento, e soprattutto dalla dipartita improvvisa di Toby, ma bisognava andare avanti.
Scendendo in cucina, circolava nell’aria il dolce odore di pancakes appena preparati, che erano già pronti in un grazioso piatto giallo sul tavolo in legno marrone.
-Dormito bene?- chiese Laura, finendo di pulire alcuni piatti che aveva lasciato nel lavandino la sera prima.
-Hm, come tutte le sere. Non ho fatto tardi ieri-.
E in effetti oltre alla festa di Venerdì, Logan non era più uscito.
Aveva passato due giorni a pensare alla conversazione con Trevor, alla discussione con Vanessa, a quella scena nel parcheggio di casa Burges (tra Trevor e chiunque fosse la ragazza che lo stava baciando).
Pensò che se fosse uscito di più negli ultimi mesi, probabilmente avrebbe vissuto anche eventi più bizzarri; d’altronde era bastata una sera fuori per aprirgli gli occhi sulla vita che non stava vivendo a pieno. Poi si aggiunse quel sogno…
-Vuoi un passaggio a scuola?- chiese Laura, prendendo chiavi e borsa dalla sedia del tavolo.
-No, vado a piedi, tanto sono in anticipo…- rispose Logan, scuotendo la testa.
La scuola superiore di Stanton era a 10 minuti di camminata da casa sua (durante la quale poteva ammirare la gioventù prepararsi per le lezioni).
Non ti era mai successo prima d’ora di sognare in quel modo.
Già… mai.
Arrivato a scuola, Logan andò al suo armadietto per prendere i libri della prima ora.
Cominciavano già ad arrivare gli altri studenti, alcuni con un’espressione infelice sul volto, altri allegri o carichi di caffè. A Logan non piaceva il caffè, era amaro e gli dava la nausea anche solo sentirne l’odore. Toby invece ne prendeva sempre una tazzina, prima di andare in classe. Dio, gli era impossibile vivere qualcosa senza collegarla immediatamente al migliore amico. Un’adolescenza passata a costruirsi un passato e a formare un futuro, e poi boom: tutto esplode.
Si era cancellato dai social network, e conoscendo la sua famiglia conservatrice come minimo aveva anche cambiato nome.
Tutto questo, perché gli piacevano i ragazzi.
Il mondo stava veramente andando a puttane.
-Scoop della giornata: Trevor potrebbe non essere gay, o potrebbe comunque esserlo- disse Vanessa, appoggiandosi all’armadietto di Logan. Lui non si aspettava di vederla, o che gli andasse a parlare, ma non aveva voglia di stare da solo anche quella mattina.
-Fammi indovinare: ha a che fare con Venerdì e con del sesso campagnolo?- chiese lui.
-Potresti avere ragione. Ma… con Olivia Collins, sul serio? Quella se la fanno persino i morti, cristo. Pensavo avesse gusti migliori-.
-Ah, era la Collins. Non l’avevo riconosciuta…-.
-In che senso? Non dirmi che già lo sapevi!-.
Logan spostò l’amica per prendere il libro di Filosofia.
-Li ho visti mentre tornavo a casa, e non è stata di certo una visione eterea, non so se mi spiego…-.
-Uh, orrore, posso solo immaginare. Quindi non ti interessa più, Trevor?-.
Logan sbuffò.
-Non mi interessava in partenza- GAY –E poi non lo sai che gli etero bisogna lasciarli in pace?- SUPER GAY.
Ripensandoci, nessuno era così gay quanto Logan in quella scuola, e in più era bugiardo, perché negava i suoi sentimenti reali verso il ragazzo che aveva sognato qualche ora prima. Era interessato.
-Sì, beh, hai ragione. Ma non venirmi a dire che non ti interessa, perché quando sono entrata in camera, l’altra sera, eri tutto nervoso e imbarazzato!- aggiunse Vanessa, ridacchiando.
-Forse perché è un figo e io ero bloccato in camera con lui? E’ tipo il sogno di ogni diciassettenne gay con un minimo di cervello, V-.
V, il soprannome che aveva dato alla ragazza quando ancora erano amici stretti.
-Era da molto che non sentivo quella lettera- disse lei, pensierosa.
Lui le diede un colpetto sulla spalla.
Il suono della campanella interruppe il momento sentimentale.
-Ci vediamo- disse Logan, chiudendo l’armadietto.
Vanessa gli sorrise, poi andò nella direzione opposta dell’amico.
L’aula di Filosofia era vicina, e il professore non era ancora arrivato, perciò Logan si sedette al suo solito posto, vicino alla finestra.
Non aveva ancora visto Trevor, ma in realtà non ci aveva neanche fatto particolarmente caso. Aveva avuto poco tempo per mettersi a cercarlo nei corridoi, e comunque sarebbe stato inopportuno.
-Ragazzi, oggi non c’è il professore e non c’è nessuno a sostituirlo. Mi raccomando, non comportatevi come delle scimmie, studiate, o fate cose da studenti…- disse la bidella. Marnie, una donna di mezz’età che lavorava a scuola da prima che Logan nascesse, era sempre stata amica degli studenti. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, soprattutto dal vecchio dirigente.
Non appena diede l’annuncio, i ragazzi si spostarono vicino ai loro amici. Tutti tranne Logan, ovviamente, che si alzò per andare in bagno (anche se in realtà voleva fare una passeggiata).
Marnie, seduta alla sua postazione di guardia, diede un’occhiata investigativa al ragazzo.
-Bagno- disse lui, sorridendole.
La donna continuò a sorvegliare, soddisfatta dalla risposta.
Mentre camminava tra i corridoi, Logan passò sul serio per il bagno, ma non si fermò. Voleva prendere solo una boccata d’aria, anche se quella che si respirava nella scuola non era proprio gradevole.
Quante volte aveva percorso quegli spazi con Toby… ora erano solo corridoi vuoti. Non c’era nessuno a renderli speciali o importanti. Anche loro erano soli.
La porta del bagno sbatté alle spalle di Logan.
Quando si voltò, vide a grande sorpresa Trevor, che si accorse allo stesso modo dell’altro.
Si guardarono per qualche istante, poi l’altro se ne andò, lasciando Logan interdetto.
Ok, di certo non si aspettava un abbraccio o un caloroso abbraccio, ma almeno “un saluto” sì! Lo sapeva che non doveva farsi storie nella testa, non ne valeva la pena. Era solo un ragazzo come tanti, senza cervello, innamorato di sé stesso.
Come aveva potuto cascarci anche solo per due giorni?
Tornò in classe deluso.
Prima regola da rispettare quando ti piace qualcuno: non farti false speranze, non farti viaggi mentali, perché nel 90% dei casi rimarrai fregato.  
Il resto della mattinata passò in fretta, e lui cercò di non pensare a quello che era successo. Non voleva farlo.
Quando fu ora di tornare a casa, alle due del pomeriggio, Logan prese le sue cose e uscì a testa bassa dalla scuola.
E fu mentre si allontanava a piedi che si sentì strattonare il braccio.
Era Trevor, e aveva qualcosa da dirgli.
   
 
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