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Autore: Fonissa    18/07/2016    0 recensioni
{Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa "Artist Meet Artist" a cura di Fanwriter.it}
[OttavianoxRachel] [AU|Highschool] [Accenni: Percabeth, Jasper, Frazel, Solangelo, Tratie, ClarissexChris, Charlena, Thaluke, Caleo]
Tutta la scuola sa che ci sono due gruppi che si disprezzano. Il primo è formato dai classici amici che amano ridere e scherzare, il secondo da quelli che per un motivo o per un altro non sono simpatici agli altri.
Nel primo c'è Rachel, nel secondo c'è Ottaviano.
Ma per uno strano scherzo del destino, si ritroveranno a dover passare del tempo insieme.
Dal testo:
Il professore iniziò ad annunciare le coppie che avrebbero collaborato.
“Ottaviano e Rachel” disse all’improvviso.
Il ragazzo per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Poteva andargli bene chiunque, ma non proprio una di loro.
Del canto suo, di certo Rachel non stava gioendo. Tra tutti i ragazzi di quel gruppo, lui era quello che sopportava di meno.
Non sapevano che quello era solo l’inizio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Octavian, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Appena Rachel mise piede a scuola, Hazel le venne incontro sorridendo.

"Grazie alla tua uscita di ieri ho guadagnato dieci dollari!"

Rachel la guardò, stupita.

"Avete davvero scommesso?"

"Ovviamente!"

"E sentiamo, a chi hai preso questi soldi?"

Hazel rise, indicando Percy alle sue spalle che la guardava sbuffando. Poi la campanella suonò e la rossa dovette salutare i suoi amici per dirigersi in classe. Appena arrivò buttò lo zaino ai suoi piedi, sedendosi al suo posto. Strabuzzò gli occhi alla vista di un biglietto poggiato sul suo banco. 

"Buongiorno."

Si guardò intorno, cercando di capire chi potesse essere stato. Poi capì. Guardò Ottaviano, a soli due banchi di distanza da lei, e questo ricambiò sorridendo nervoso. Rachel sorrise. Ovvio che era lui, avevano detto di salutarsi quando si vedevano, ma ovviamente con potevano farlo davanti a tutta la scuola. Scrisse anche lei un saluto su un pezzo di carta, poi, mentre tutti erano impegnati a prendere appunti e il Professor Dionisio era girato di spalle, lo lanciò. Ottaviano lo lesse, ma non fece in tempo a risponderle poichè il Prof si girò verso la classe.
L'ora procedette come sempre, con la maggior parte degli studenti annoiati, fino a quando Dionisio non disse:

"Si parla di guerra civile quando due gruppi, che fanno parte dello stesso popolo, si dichiarano guerra."

Era inevitabile che tutti si sarebbero girati verso Rachel e Ottaviano. La prima cercò di improvvisare uno sguardo omicida, l'altro per poco non scoppiò a riderle in faccia. 
Alla fine della prima ora, mentre uscivano dall'aula, si scambiarono uno sguardo e se ne andarono ognuno per un corridoio diverso.
Si rividero a mensa, ognuno seduto al proprio tavolo. Non una parola, non uno sguardo, sarebbe stato troppo pericoloso. 
La mensa era stranamente silenziosa quel giorno e gli insegnanti tranquilli.

"Cosa succede oggi?" chiese Bianca guardandosi intorno.

"Forse ho capito..." rispose Annabeth, indicando il tavolo nell'altro gruppo. Gli Stoll mancavano.

"Secondo voi dove sono andati?" chiese Rachel fingendosi indifferente. In realtà era preoccupata, non voleva che qualche cazzata rovinasse il rapporto appena creato tra lei e Ottaviano. L'unica risposta che ricevette fu la risata di Leo.

"Che hai fatto questa volta?" domandò Piper sorridendo. 

"Lo vedrete tra poco." 

E infatti due minuti dopo un ragazzino del primo anno affacciato alla finestra urlò:"Venite a vedere!"

Tutti si precipitarono alle ampie finestre che davano sul cortile della scuola. Quando Rachel vide la scena, un flash improvviso passò davanti ai suoi occhi. Come aveva fatto a dimenticarlo, se era successo solo il giorno prima? I suoi amici avevano programmato uno scherzo, ma con tutta la faccenda della cena e altro se ne era scordata. 
Connor e Travis correvano per tutto il cortile con i pantaloni in fiamme, urlando e dimenandosi. L'intera scuola stava ridendo, tutti tranne Rachel e il gruppo degli Stoll. 

"Non è pericoloso?" sussurrò Jason a Leo, non smettendo però di ridere.

"Sono fiamme controllate." rispose il ragazzo riccio con un luccichio negli occhi.

Alla fine i due fratelli si buttarono nella piccola fontana al centro, uscendone solo dopo qualche minuto fradici e sputacchiando acqua. Rachel vide i loro amico correre via, probabilmente per andare ad aiutarli, e decise di agire. Prese una scorciatoia attraverso le aule e si rinchiuse in uno sgabuzzino poco prima dell'uscita che dava sul retro. Aprì leggermente la porta per guardare fuori e video tutto il gruppo correre verso l'uscita. Appena Ottaviano passò, Rachel lo afferrò con uno scatto fulmineo. Quando si richiuse la porta, aveva ancora il battito del cuore a mille.

"Che vuoi?" esclamò il biondo a metà tra l'arrabbiato e lo stupito. 

"Senti, io non ne sapevo niente..."

"Si certo, come no!"

"Te lo giuro! Lo hanno programmato ieri sera, e io ieri ero con te, alla cena."

Appena Ottaviano sentì l'ultima frase sembrò calmarsi. Sospirò, guardando in basso.

"Anche se tu l'avessi saputo, avresti fatto bene a non dirmelo. Sarebbe come tradire i tuoi amici..."

"Senti chi viene a parlarmi di tradimento... -Rachel si morse la lingua, rendendosi conto di quel che aveva detto- io...scusa."

Ma il ragazzo non sembrava turbato.

"Pensa, io e gli altri certe volte discutiamo ancora su chi sia stato più coglione: Luke a tradire la Grace o noi a sostenerlo." 

Rachel scoppiò a ridere, subito seguita dall'altro.

"Allora ci vediamo da te? Va bene alle quattro?"

"Si, va bene."

E le quattro arrivarono. Ottaviano andò ad aprire, trovandosi davanti Rachel con la sua giacca nera in mano custodita in una busta di plastica.

"Ecco qui, questa è tua." disse, porgendogliela. 

"L'hai anche fatta lavare? Davvero?"

"Già."

"Non potrebbe mai essere un mio nemico qualcuno che mi fa lavare i vestiti." 

Entrambi risero, poi Ottaviano fece strada a Rachel fino a camera sua. La casa del ragazzo non era grande come quella di Rachel, ma era comunque molto ampia. La camera era semplice: un letto dalle coperte viola, una scrivania con un pc, varie mensole con molti libri, un armadio e le pareti bianche e spoglie.

"Ci vorrebbe un pò di colore qui."

"Non tutti sono bravi a disegnare -Ottaviano si buttò sul letto sospirando- che ne dici se tu programmi tutto e io sto qui ad annuire facendo finta di ascoltarti?"

Per risposta Rachel gli lanciò addosso il cuscino che era poggiato sulla sedia.

"Alza il culo idiota."

Era sorprendente il modo in cui a entrambi veniva spontaneo chiaccherare, discutere oppure lanciarsi cuscini. Quando non pensavano ai loro amici era tutto più facile.

"Ti aiuterò, ma il culo da questo letto non lo alzo."

"Va bene, allora io mi metto qui!" e detto questo anche Rachel si accomodò sul materasso, di fronte a lui, con il libro di storia poggiato sulle ginocchia incrociate.

"Iniziamo!"

Le idee non mancavano. Avevano già deciso come strutturare la presentazione, di comprare una macchina per il fumo finto in modo che Rachel potesse imitare l'Oracolo di Delfi, quando Ottaviano se ne venne fuori con una strana idea.

"No, ripetimelo ancora, cosa vorresti fare?"

Ottaviano alzò gli occhi al cielo.

"Squartare dei peluche, come i sacerdoti romani squartavano gli animali per leggerne le viscere."

"Tu sei strano."

"Pff, senti chi parla."

Dopo due ore era tutti pronto, Rachel reggeva i disegni dei costumi che avrebbero dovuto indossare e Ottaviano aveva recuperato vari pupazzi. Mancava solo la parte teorica, ma per quella c'era tempo.

"Siamo stati i primi a finire, sai?" disse la rosse guardando per l'ennesima volta i bozzetti.

"Quindi è questo che succede quando qualcuno dei due gruppi lavora insieme, diventano i migliori. Approposito, voglio proporti un patto."

"Che genere di patto?"

"Non dovremo lasciare che le lotte tra i due gruppi rovinino la nostra...ehm...quasi-amicizia. Però non potremo nemmeno lasciarci scappare segreti."

"Si, mi sembra sensato. Ci sto."

In quel momento si sentì qualcuno bussare. Ottaviano si affacciò alla finestra, confuso. Non potevano essere i suoi genitori, ritornavano sempre verso mezzanotte. Ma quando vide chi aspettava di entrare, sbiancò. Clarisse, Chris, Silena, Katie e Drew erano davanti alla sua porta.

"Oh cazzo..." ormai preso dall'agitazione, iniziò a nascondere i disegni e i libri.

"Che succede?" chiese Rachel.

"Silena, Drew, Clarisse, Chris e Katie... sono qui..."

Rachel diventò bianca come un cadavere.

"Anche le sorelle di Piper?!" 

"Esatto! Presto, nasconditi lì." rispose il ragazzo indicando l'armadio.

"Non dirai sul serio!"

"Vuoi farti vedere da loro mentre stiamo a chiacchierare entrambi seduti tranquillamente sul letto?"

Rachel non aveva altra scelta.

Quando i cinque entrarono, Ottaviano aveva assunto la sua solita aria infastidita.

"Che ci fate qui?"

"Clarisse ha qualcosa da dire a tutti. Gli altri lo sanno, ma tu non hai risposto al cellulare." disse Chris.

"Ti abbiamo chiamato circa venti volte." precisò Drew sedendosi elegantemente sulla sedia e guardandosi le unghie.

"Ora capisco perchè Clarisse e Chris sono qui, le altre tre?"

"Supporto morale." rispose freddamente Katie guardando fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel vuoto. Si comportava così dallo scherzo subito dagli Stoll quella mattina.

Ottaviano si fece serio mentre Clarisse si sedeva sul letto.

"Che è successo?" 

La castana sospirò, poi si lanciò nel suo racconto.

"...ma lui non sa chi sono io. Sa solo di avere una sorellastra." così finiva la storia della famiglia La Rue.

"Ma tu sai chi è lui?"

"È questa la parte più difficile." sussurrò Silena, abbassando lo sguardo.

"Il mio fratellastro... è Frank Zhang."

Silenzio, nient'altro. L'unico rumore era quello dei respiri dei presenti. Ottaviano ci mise un pò ad assimilare l'informazione.

"Tu e lui... parenti?! È impossibile..."

"E invece è così. E prima o poi verrà a vivere da me!"

"Oh, capisco la sensazione. Prima o poi butterò Piper fuori di casa." commentò Drew acida. Ottaviano rivolse uno sguardo all'armadio per assicurarsi che Rachel non si facesse scoprire.

"Quel gruppo di idioti perfettini sono una persecuzione." sussurrò Silena.

"Si vantano perchè hanno popolarità, tutti gli sbavano dietro, riescono sempre a prendere almeno la sufficienza anche senza studiare." disse Katie, la voce che lasciava trasparire disprezzo.

"E perchè la maggior parte hanno i soldi." aggiunse Chris giocherellando con un buco nei suoi pantaloni.

Quando si parlava dell'argomento 'denaro', Ottaviano non sapeva mai cosa dire. Lui era uno dei pochi a non avere problemi finanziari. 
Ma per tutto il resto, avrebbe solo voluto urlare. Dire che non tutti erano così, che anche alcuni di loro avevano problemi in una cosa o un'altra.
Si salutarono dopo mezz'oretta e Ottaviano, ancora shoccato, andò ad aprire l'armadio.

"Questo infrange il patto?" fu la prima cosa che disse Rachel. 

Ottaviano sospirò. 

"Beh, se mi dici uno dei voatri segreti siamo pari."

"Effettevimanete ha senso." La rossa iniziò a pensare e dopo qualche secondo il suo viso si illuminò.

"Ehm, hai presente quei due miei amici, Will e Nico?"

"Certo."

"Stanno insieme."

Ottaviano per poco non si strozzò con la sua saliva.

"Sei seria?!"

"Si... mica ti crea problemi?"

"No, per niente. È solo che... sono così diversi."

"Non devi dirlo a nessuno."

"Ovviamente, come tu non dirai che Clarisse è parente di Zhang."

"Certo." 

Si strinsero la mano, sorridendo.

"Ti va di restare a cena qui? Sai, per quando ti ho disturbato a casa tua."

"Effettivamente quella sera ero parecchio infastisita. Si, ci sto."

  
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