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Autore: shatteredones    18/07/2016    2 recensioni
Cosa succederebbe se i figli degli "originali" membri del Glee seguissero le orme dei propri genitori?
Riusciranno a crescere e a conoscere se stessi grazie alla musica?
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Dal secondo capitolo:
" « Se entro la fine di questa settimana non avrai abbastanza ragazzi a cui potrai rovinare la vita con quelle smielate di canzoni che ascolti dalla mattina alla sera, giuro su me stessa che ti renderò la vita impossibile. Non ho passato i migliori anni della mia vita a distruggere quel gruppetto da quattro soldi se non avessi visto in William ed in voi ragazzi un qualcosa di speciale. » "
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Cosa significa che non puoi portare avanti il Glee? »
La voce di Sue Sylvester risuonò nell’immensa stanza.
Un’ormai adulto Sam Evans la guardava con uno sguardo dispiaciuto, non sapendo cos’altro dirle. Aveva fallito. Il professor Schuester gli aveva affidato quel ruolo perché in quel momento della sua vita aveva visto in lui quel qualcosa che poteva cambiare in meglio il Glee. E lui aveva fallito. Aveva perso le speranze, nessun ragazzo sembrava più interessato a partecipare a qualche stupida gara di gruppo corale. Perché mettersi in ridicolo davanti a tutta la scuola? Eppure dentro di sé Sam sapeva che quella era la sua strada, anzi lo era sempre stata.
« Non so che dirle preside, nessun ragazzo vuole iscriversi, i fogli per le audizioni sono affissi nelle bacheche da settimane e sono completamente vuoti. Non so che fare. »
Sue si sfilò gli occhiali, per poi guardare attentamente il giovane uomo che aveva davanti. Si schiarì la voce e si alzò, percorrendo la distanza che la separava da Sam. Si sedette sulla scrivania, per poi guardarlo attentamente, questa volta da vicino.
« Stammi a sentire Justin Bieber dei poveri.. » cominciò, prendendo Sam per il colletto della camicia ed avvicinandolo al suo viso. « Se entro la fine di questa settimana non avrai abbastanza ragazzi a cui potrai rovinare la vita con quelle smielate canzoni che ascolti dalla mattina alla sera, giuro su me stessa che ti renderò la vita impossibile. Non ho passato i migliori anni della mia vita a distruggere quel gruppetto da quattro soldi se non avessi visto in William ed in voi ragazzi un qualcosa di speciale. »
Sue lasciò Sam, il quale la guardò spiazzato. Aveva vissuto i suoi anni nel Glee sapendo che lei, Sue Sylvester, li avrebbe prima o poi rovinati tutti. Eppure adesso era lì davanti a lui che cercava di spronarlo –a modo suo ovviamente-. Sam annuì, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta d’uscita. Si fermò di scatto, per poi voltarsi verso la donna.
« Ti ringrazio Sue. » sorrise, per poi uscire dalla presidenza.
 
***
 
Erano ormai ore che Olivia fissava quel foglio affisso alla bacheca. Finalmente i primi nomi cominciavano a spuntare tra le righe, anche se la maggior parte di quelli era qualche nome inventato per scherzo. Le sue amiche avevano deciso di iscriversi, mentre lei era lì, appoggiata al suo armadietto, a fissarlo senza sosta. Sospirò pesantemente, per poi cominciare a camminare. Aveva sempre avuto la passione per il canto, essere figlia di due persone che del canto ne facevano la loro professione aveva di certo influito. Sua madre aveva sempre cercato di iscriverla a qualche concorso per principianti, ma lei si era sempre rifiutata. Non era un tipo da palcoscenico, non amava i riflettori o tutti gli sguardi puntati su di lei. Era sempre rimasta nell’ombra ed era lì che voleva continuare a passare il resto della sua vita.
Senza rendersene conto, mentre la sua mente era concentrata su altro, i suoi piedi l’avevano diretta verso l’aula di musica. Liv vi entrò dentro e guardandosi attorno non riuscì a trattenere un sorriso. Quel posto le trasmetteva una sensazione di pace, una sensazione che non riusciva a descrivere a se stessa. Si sentiva completa in un luogo che emanava musica in ogni angolo. La musica era sempre stata la sua valvola di sfogo, un mondo immaginario dove rifugiarsi quando quello reale era uno schifo. Si avvicinò al pianoforte, accarezzando con i polpastrelli i tasti freddi e bianchi. Si sedette allo sgabello, per poi cominciare a suonare. Le parole della canzone Titanium uscirono dalla sua bocca, mentre la melodia che stava suonando accompagnava ogni parola. Era possibile sentirsi a casa in quel posto?
Non appena finì di cantare, dopo aver messo tutta se stessa in quella canzone, sorrise come mai aveva fatto prima. Quel posto, quella magia che aveva sentito non appena ci aveva messo piede, era tutto così strano per lei.
Un applauso fu tutto ciò che arrivò alle orecchie della ragazza, la quale si voltò verso la porta.
« Complimenti, hai davvero una bella voce. »
« G-grazie. » farfugliò, per poi cominciare a camminare verso la porta d’uscita dell’aula. Ma la sua goffaggine non la lasciò sola neanche quel giorno, visto che inciampo nell’enorme tappeto rosso. Stava per finire dritta a terra, chiuse gli occhi per incassare il duro colpo che l’aspettava, ma tutto ciò che sentì furono due braccia che la presero al volo. Passarono pochi secondi, fin quando Liv, aprendo un occhio, si rese conto che non si era schiantata a terra. Alzò lo sguardo ed incontrò quello della persona che non l’aveva fatta cadere rovinosamente a terra.
« Ti ho presa. »
La mise di nuovo in piedi, per poi passarsi una mano nervosamente tra i capelli.
« Io sono Travis, piacere. » esclamò il ragazzo, allungando la mano per presentarsi.
Olivia osservò prima il suo viso e poi la sua mano, per poi stringerla.
« Lo so, sei il cugino di Joanne. Io sono Olivia. » mormorò, sorridendo poco dopo.
Travis la osservò attentamente, trovando in lei alcuni tratti che la rendevano così familiare ai suoi occhi.
« Aspetta, Olivia la bambina che mi faceva i dispetti quando venivo per le vacanze dai miei zii? » domandò il ragazzo, ridendo poco dopo a causa della faccia che la mora davanti a lui aveva fatto.
Olivia sorrise innocentemente, per poi indicarsi.
« Si sono io. » mormorò totalmente imbarazzata, ridendo poco dopo. « Ma per la cronaca, anche tu mi prendevi in giro. »
Travis sorrise, abbassando poco dopo lo sguardo.
« Però, sei cresciuta bene. » esclamò, osservando il viso della ragazza diventare completamente rosso.
Liv lo spinse leggermente con la mano, ridendo poco dopo ed abbassando lo sguardo, cercando di ritornare al suo colorito normale. Non era solita ricevere complimenti per il suo aspetto fisico e, quando succedeva, il risultato era che il suo viso prendeva le sembianze di un peperone.
« Beh anche tu Puckerman. » aggiunse, guardandolo in quegli così chiari in confronto ai suoi.
« Perché nascondersi a suonare qui dentro sola con una voce così bella come la tua? » chiese il ragazzo, mentre camminava per l’aula, guardandosi intorno.
Olivia lo seguì con lo sguardo, cercando di trovare le parole adatte a descrivere quella situazione. Perché continuava a nascondersi? Perché non abbandonare una volta per tutte il buio ed uscire alla luce? Joanne glielo ripeteva sempre, come avrebbe fatto un pappagallo. Olivia sorrise a quell’idea, per poi tornare con i piedi sulla terra.
« Diciamo che cantare davanti ad un pubblico non mi entusiasma. » mormorò, cominciando a giocherellare con i suoi capelli.
Travis si appoggiò al piano, per poi osservare la ragazza davanti a sé. In quel momento le sembrava così piccola e fragile, quasi fosse fatta di cristallo. Ma sapeva che dentro di sé aveva una forza immane.
« Facciamo un patto. » propose il ragazzo, incrociando lo sguardo confuso di Liv. « Io ti aiuto ad uscire dal tuo guscio iscrivendomi con te alle audizioni ed in cambio tu diventi la mia fan numero uno. »
Olivia scosse la testa, ridendo per ciò che avrebbe dovuto fare lei in cambio.
« Dovrei diventare una groupie? »
« Una specie. »
Travis le porse la mano sorridendo, sperando che lei accettasse quella specie di patto. Olivia osservò la sua mano protesa verso di lei, per poi mordersi il labbro pensando a cosa avrebbe dovuto fare. Accettare o no? Alzò lo sguardo verso Travis, rimanendo folgorata dal suo sorriso smagliante.
« Ci devo pensare. » mormorò con aria di sfida, per poi stringergli la mano, dando la conferma che il ragazzo attendeva con ansia.
« Lo sapevo che avresti accettato. » esclamò entusiasta il giovane Puckerman, per poi pizzicare la guancia alla ragazza, che si alzò ridendo.
« Non montarti la testa Puckerman e preparati per l’audizione. »
Olivia lo guardò sorridendo, prima di andare verso la porta e lasciarlo lì da solo.
 
***
 
« Certo, ti chiamo appena esco di casa, a dopo. »
Leanne chiuse la chiamata con Fallon, per poi salire frettolosamente in camera sua. Passò davanti la camera di sua sorella, per poi sentire dei singhiozzi farsi sempre più forti. Si fermò, per poi chiudere gli occhi, cercando di canalizzare altrove tutta la rabbia che in quel momento provava per Zach. Sua sorella stava soffrendo per colpa sua e non poteva più permetterlo. Bussò piano alla porta, per poi aprirla e portare lo sguardo su sua sorella.
« Ehi, posso entrare? » domandò con una voce flebile, per poi sorridere appena.
Piper annuì, per poi mettersi seduta sul letto e guardare sua sorella imitarla. Si asciugò le lacrime, passandosi poi le mani sul viso, per cercare di calmarsi. Era passato un anno ormai, ma quella ferita era ancora aperta. Come aveva potuto lasciarla? Cosa aveva fatto di sbagliato nel loro rapporto?
« Stai bene? » soffiò Leanne, accarezzando i capelli della sua sorellina.
Odiava vederla soffrire così, per un cretino poi. Piper scosse la testa, poggiando poi la testa sulle gambe di Lee.
« Ho visto Zach baciarsi con un’altra, non posso credere che dopo tutto questo tempo faccia ancora così male. » mormorò, per poi tirare su col naso.
Leanne cominciò ad accarezzarle i capelli, per poi sospirare alle sue parole. Non l’aveva mai meritata davvero. Come aveva potuto lasciare una ragazza come lei?
« E’ un’idiota e lo sai, non merita neanche una tua lacrima. Devi chiudere con il passato, devi chiudere con lui. Solo così potrai finalmente voltare pagina ed andare avanti. »
Piper sapeva che sua sorella aveva ragione, ma come poteva chiudere con la persona che amava e che avrebbe sempre amato? Era davvero così semplice chiudere quel capitolo della sua vita e smettere finalmente di soffrire? La risposta le era ancora sconosciuta.
« Lo so che ti sembra una cosa impossibile. » continuò Leanne. « Ma so che puoi farcela tesoro, devi solo metterci tutta te stessa e non sarai da sola, ok? Io ti sarò sempre accanto, sei la mia sorellina e devo proteggerti da tutto e tutti. »
Piper guardò sua sorella negli occhi, per poi annuire e regalarle finalmente uno dei suoi bei sorrisi. Amava sua sorella più di chiunque altro al mondo.
« Non so cosa farei senza di te. » sussurrò, per poi tirarla a sé in un abbraccio.
Leanne la strinse, per poi sorridere e lasciarle un bacio tra i capelli.
« Che ne dici se ti vesti ed andiamo da Fallon? Passiamo una serata tra ragazze, così ti dimentichi di tutto. A lei farà piacere. »
Piper sorrise, per poi mettersi seduta, sempre tenendo le mani di sua sorella.
« Preferisco restare a casa, magari passo del tempo con mamma e papà. Tu vai a divertirti con Fallon. »
Leanne annuì, per poi alzarsi. Stampò un bacio sulla sua fronte, per poi avviarsi verso la porta.
« Lee? » la chiamo Piper, per poi vedere sua sorella voltarsi. « Grazie. » sorrise, per poi guardare sua sorella andare via.

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Scusatemi immensamente per questo grandissimo ritardo, ma ho un esame a giorni e sto entrando in una completa crisi ç_ç
Btw, anche se non ancora tutti, state pian piano conoscendo i vari personaggi. 
Nel corso dei vari capitoli vi prometto di trattare le storie di tutti e soprattutto di inserire anche i genitori, in modo da renderli personaggi attivi della storia. 
Spero che il capitolo vi piaccia, alla prossima 
  
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