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Autore: Mirajade_    19/07/2016    3 recensioni
[Mileena/Scorpion]
One-shot finalmente ripresa dopo mesi.
Ispirata ad "Ammunition" dei Krewella.
Gli avvenimenti si svolgono prima dell'attacco a Kotal Khan nel Mortal Kombat X.
***
Dedicata a tutti coloro che apprezzano questo pairing.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Comets'
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Dammi tutta la tua energia
Amami come un nemico
So che non vorrai mai smettere
Quindi, dammi il tuo colpo migliore
 
Vuoto.
Era così che era il suo trono, vuoto, senza un vero imperatore pronto a governare quella immensa e vasta terra che era l’Outworld.
Suo padre era morto e lei era sola, sola e l’unica discendente di quel trono che chiunque pretendeva ritrovandosi in quella guerra che non avrebbe mai voluto combattere. Perché non poteva governare secondo loro?! Perché tutti vedevano in lei “quella falsa”, la mezza tarkatan dalle sembianze della principessa Kitana? Cosa credevano? Che non avesse una testa per pensare e un cuore per decidere?
La chiamavano mostro quando loro erano i primi a rinnegarla e calpestare la sua figura perché alleata di Shao Khan perché loro non capivano l’amore che lei provava per suo padre, colui che aveva permesso la sua creazione e che l’aveva amata fin da subito. Avido e disgustoso ma pur sempre suo padre, la sua famiglia.
Ricordava perfettamente lo sguardo spaventato e disgustato di sua sorella quando l’aveva vista per la prima volta e lei seppe certamente che la prima emozione provata dalla sua “nascita” fu la tristezza, per colpa di quella sua gemella dal viso perfetto.
Prese la mascherina viola di stoffa posandola sulle labbra e ammirandosi un’ultima volta in quello specchio  di quella catapecchia che aveva ritrovato insieme ai ribelli, lontani da sguardi indiscreti, rivedendo dal naso in su i lineamenti della sorella, odiandosi per quello.
-Imperatrice- la chiamò Tanya dietro di lei, piegata in un inchino –Siamo pronti per l’attacco, aspettiamo un suo ordine-
L’attacco a Kotal Khan se ne era quasi dimenticata.
Si perse nel guardare la sua fidata collaboratrice dagl’occhi color miele pensando se lei l’avrebbe mai tradita, scacciando subito dopo quel pensiero –Si… grazie Tanya- rispose –Potete andare, io vi raggiungerò dopo, quando il carissimo Khan entrerà in città-
Doveva riappropriarsi del trono e la sua priorità in quel momento era che Kano facesse quello per cui era stato pagato o gli avrebbe tolto la vita con le sue stesse mani.
La baracca si svuotò velocemente, priva della presenza dei tarkatan e dei ribelli facendo sentire l’imperatrice finalmente sola;  ormai trovava piacere nella solitudine, le piaceva il silenzio e la calma, come la calma di un cuore che cessa di battere, quello era il suono che preferiva.
Prese un lungo respiro e si avviò, lungo quella landa desolata e desertica che nessuno aveva mai controllato.
La tempesta di caldo portava aria irrespirabile ma la prescelta Kahnum sembrava essere abituata a quell’ambiente arido, dove lo sporco della terra sembrava posarsi sulla pelle e i vestiti. Camminò a lungo fin ad arrivare in un ristretto avvallamento dove l’erba sembrava avere le sfumature del verde e non giallognole che spesso si vedevano in quell’ambiente.
Caldo e sete l’avevano rallentata e mostrò con fierezza lo sguardo serio e in allerta, forse per l’importanza dell’uomo che aveva deciso di ritornare in quel mondo dai terreni aridi e dal sentore metallico del sangue.
I ricordi le intasarono la testa con l’aggressività di un pugnale nella carne, rabbrividì e fu tentata di togliersi la vita pur di non ricordare e di ripetersi i medesimi insulti.
Si sentiva completamente stupida.
Poi l’aria si fece più respirabile ma stranamente più calda, un calore che aveva il potere di entrarti nei polmoni e farti respirare di nuovo, si voltò di scatto, un sai alla mano, e la figura del maestro Hasashi le riempì la visuale. Lo sguardo severo e le braccia muscolose incrociate.
Mileena cercò di trattenersi, voleva stringere un’ultima quel corpo che era stato Scorpion e che ancora lo era, se lo sentiva.
-Maestro Hasashi- pronunciò quasi in un sussurro, riponendo il sai e sfidando il ninja con lo sguardo d’oro che rifletteva il suo stato d’animo tempestoso e nero, quasi adirato, forse, nel vederlo ritornare in quel modo con tanta naturalezza. La stessa naturalezza di quando l’aveva lasciata sola, solitudine che non aveva fatto altro che alimentare quell’odio che aveva iniziato a covare, con ancora più fervore, imprigionando quel suo essere ingenuo, quasi scherzoso e vivace.
Il ninja non parlò, si limitò a guardarla, scrutandola a fondo come lo si fa con un quadro astratto difficile da comprendere, corrugando le sopracciglia quasi infastidito alla vista della tarkatan.
-Stai facendo aspettare l’Imperatrice, capoclan dello Shirai Ryu- sibilò la donna, raccogliendosi i gomiti nei palmi della mani – Non vorrei essere venuta qui per sprecare il mio tempo, ho altro a cui pensare- passarono minuti, minuti che a Mileena parvero ore interminabili, ore in cui Hanzo Hasashi non diceva nulla semplicemente la guardava alimentando in lei la rabbia accecante che tanto la caratterizzava e che una volta aveva caratterizzato quell’uomo dai lineamenti marcati e duri, come fossero scolpiti.
Quando l’Imperatrice ribelle fece per andarsene e per mandare il capoclan al diavolo, la voce dell’uomo si espanse forte e limpida come lei la ricordava, con quel tono infastidito che aveva sempre avuto.
-Quel demone… non fa altro che ricordarti- aveva detto –Si insinua nella mia testa e fa in modo che io ti desideri- la guardava ancora, questa volta con l’astio negl’occhi, come se lei avesse colpa di quel tormento.
-E chi sarebbe questo demone di cui parli, Maestro Hasashi?- adesso si mostrava interessata, incuriosita e volenterosa di sapere chi o che cosa disturbava i pensieri del ninja, pensieri che l’avevano portato lì… davanti al suo cospetto, davanti alla futura e legittima imperatrice dell’Outworld.
-Scorpion, lo schiavo di Quan-Chi. Percepisco i suoi ricordi, le sue sensazioni, i suoi pensieri…-
-E in cosa pensi io possa aiutarti- lo interruppe Mileena, stizzita.
Hanzo rimase a bocca asciutta, con le labbra dischiuse e un pensiero che gli martellava in testa,  scavandogli i neuroni, un pensiero che suonava come “Perché sei venuto da lei? Perché? Perché?” a cui lui non sapeva rispondere cadendo di nuovo in uno stato di mutismo.
La tarkatan era tentata: quell’uomo l’attraeva ancora, con o senza maschera e avrebbe fatto di tutto pur di tornare ad essere stretta tra quelle braccia possenti che ormai lei riconosceva come rifugio ma voleva delle risposte e se non le avesse avute lo avrebbe lasciato lì, segregando poi il ricordo di Scorpion in qualche meandro oscuro della sua mente; perché lei credeva, sperava, che Scorpion non fosse morto quando Hanzo Hasashi era rinato perché Scorpion era lì davanti a lei con un’altra sembianza ma pur sempre Scorpion… ed era questo che il capoclan non aveva ancora compreso.
-Perché pensi che il demone di fuoco sia un’entità che non ti appartenga, Hanzo? Perché era maligno? Pieno di rancore e vendetta? Pensieri che non sfiorerebbero adesso, credi?- guardò la terra secca a suoi piedi come a voler sfuggire dallo sguardo pece del ninja – Scorpion vive ancora in te… perché tu lo sei e non…- si trovò a pochi centimetri con la Mugai Ryu davanti al collo, coperto dalla stoffa della mascherina.
-Non dire più certe blasfemie, tarkatan. Scorpion era uno schiavo, un folle niente che abbia a vedere con me- e fu lì che Mileena si infervorò, a quel “tarkatan” pronunciato con disgusto che gli occhi le si velarono di lacrime di collera e ira accecante.
Si tolse la mascherina viola, quasi stracciandola, mostrando le fauci per cui era conosciuta, insultata e temuta –Questa tarkata!- urlò –E quella che il tuo demone ha amato! Quella che ha fatto riaccendere qualcosa in un cuore ricolmo d’odio e vendetta, quella che le tue mani hanno stretto e quella che le tue labbra hanno baciato ricordatelo Scorpion! Perché tu sei e rimarrai colui che mi ha amato e mi sta amando, quello che non lo ammetterebbe neanche sotto tortura!- sono una lacrima solcò la pelle della donna e fu tanta la voglia di uccidere quando le sue parole sembrarono non avere più un eco in quella landa desolata, una voglia che venne fermata, contrastata dal calore che il ninja trasmetteva mentre la stringeva a se, carezzandole le braccia come per rassicurarla, il suono della Mugai Ryu che cadeva le si riproduceva nella testa.
Si lasciò andare, l’imperatrice, imprimendosi l’odore dell’uomo, marchiandoselo nella mente pur di conservarlo quando questo se ne sarebbe andato un’altra volta.
-Forse hai ragione Mileena- sussurrò Hanzo –Forse mi sto auto-convincendo che quei pensieri non siano i miei ma non sono ancora pronto per poterlo dire, sento solo che vorrei stringerti- prese tra le mani il viso della tarkata, questa volta nei suoi occhi l’astio era del tutto svanito, poté notare quest’ultima.
E si svolse tutto lentamente, quando le labbra del ninja toccarono la fronte dell’imperatrice ribelle che con una punta di insufficienza aveva stretto tra le mani quella corazza gialla, come avrebbe fatto una bambina che pretendeva più caramelle dallo scomparto dei dolciumi.
Prese un lungo respiro e alzò il viso, incidendosi nella mente la figura del capoclan dello Shirai Ryu. Per lei Scorpion era già bello, di una bellezza che l’incendiava dentro, un incendio alimentato da quegl’occhi bianco perla che adesso le si presentavano neri, neri con qualche screziatura grigia, colore che accompagnava i capelli tagliati corti, un colore che risaltava l’incarnato leggermente abbronzato dell’uomo che con fierezza mai vista si limitava a guardarla.
E Mileena non resistette: si fiondò sulle labbra che tanto la richiamavano, carezzando il volto dell’uomo coperto da una leggera barba e lasciando che un battito del cuore la facesse rivivere come mai aveva fatto dalla sua nascita. Un battito che alimentava il fuoco dentro di lei e che la fece sentire libera, priva di ogni pensieri di morte che riguardasse Kotal Khan e tutti i suoi alleati.
E fu ancora più forte quella sensazione quando Hanzo ricambiò con lentezza inaudita.
Poi la stretta svanì, le labbra di Scorpion si fecero più incandescenti e quando riaprì gli occhi lui era scomparso lasciando solo un mucchio di erba secca bruciata e portandosi ancora una volta quel pezzo di cuore che Mileena aveva giurato si sarebbe ripreso anche a costo della vita.
 
I need you to be
The keys in my ignition
I need you to feed
The fire in me
Cause you're still my AMMUNITION

 

LITTLE WONDERLAND
Buonsalve a tutti! :3
Dopo l'ultima recensione su "Halo" ho voluto finalmente pubblicare questa Oneshot che vede come protagonisti Mileena e Scorpion. L'avevo segregata da qualche parte nel pc ancora in fase di revisione e mi ero ripromessa di non riprenderla perchè troppo sdolcinata per un contesto come Mortal Kombat ma mi sono ricreduta (infondo Halo era pure abbastanza sdolcinata quindi perchè non pubblicare questa?)
Bene, adesso mi dileguo, come sempre se il genere "Romantico" non vi piace, non siete costretti a leggerla nè tantomeno a recensirla.


   Adieu ^-^
 
 
 
   
 
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