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Autore: Imbranata09    19/07/2016    9 recensioni
Dal capitolo 1^
Ho sempre creduto al colpo di fulmine. Quello che ti fa scoprire innamorata di una persona in pochi istanti. In quel momento in cui gli occhi di due innamorati si incontrano e non esiste più nulla intorno a loro. Non ci sono i problemi di lavoro, i colleghi impiccioni, i figli che strepitano per essere ascoltati, le bollette da pagare, … non esiste niente se non la persona amata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cap. 16°
"Fidanzati"


 
Giugno 2014
Pov Bella
Questi primi giorni con Edward a casa mia sono stati meravigliosi. Ci ha dato la possibilità di capire come sarebbe la nostra quotidianità se fossimo due persone qualsiasi che si innamorano e decidono di frequentarsi e, poi, andare a convivere. Certo, la consapevolezza che al piano sotto al nostro ci sono tutti i miei parenti rende la situazione surreale.

Mio padre, la mattina successiva alla catastrofica cena, ha cercato di parlarmi venendo alla galleria durante la pausa caffè. La sua intenzione era, probabilmente, di farmi il lavaggio del cervello! Dopo varie allusioni mi ha espressamente detto che non crede sia Edward l’uomo giusto per me. Perché lo vede troppo preso dalla sua famiglia e dai suoi impegni e dedica a me solo del tempo residuale. Ha ribadito le paure di Alice ed ho così capito che i due si sono parlati a lungo. Durante tutto il suo monologo, perché non mi ha dato tempo di ribattere nulla, ho anche capito che nessuno dei miei familiari ha speso parole positive in favore di Edward. Mi ha consigliato di mandarlo subito via da casa mia e di interrompere questa relazione che mi porterà solo problemi. Non è contento di sapere che dovrò accudire una figlia non mia mentre la madre legittima è chissà dove a divertirsi! Insomma, tutti sono preoccupati per la piccola Isabella! Sembra quasi che mi abbia circuita. E non serve a nulla cercare di fargli capire che non sono un’incapace di intendere e di volere!

Edward, in compenso, si sta divertendo molto con mia madre. Da qualche giorno sostiene che un’aurea nera ci circonda! Non le abbiamo fatto notare che, forse, l’aurea negativa è rappresentata dai parenti e lei pare non prendere in considerazione l’idea. Allora si è messa d’impegno per scovare il problema. Ieri sera, al rientro dal lavoro, Edward e mia madre erano al tavolo da cucina a leggere il fondo del caffè della sua tazzina. Lui era divertito e, penso, stia prendendo mia madre per una svitata. Lei si stava impegnando seriamente. Non avendo trovato la risposta che cercava, è passata alla cartomanzia. Purtroppo continuava ad uscire il cinque di spade ed ogni volta sbiancava. Edward è stato al gioco e le ha chiesto il significato della carta. E ci ha spiegato che è la più brutta carta che poteva uscire perché indica castigo, agitazione, sconforto, perdita della ragione, disonore, rimorso e nemici. Non solo. Bisogna anche verificare il verso della carta pescata:  in senso diritto, le sciagure si imbatteranno sui sentimenti della persona, mentre se viene pescata in senso rovesciato, il carattere negativo abbraccia tutti i campi esistenziali, dall’amore agli affetti passando per salute, lavoro e vita sociale. Ed è inutile dire in che verso la pescava Edward!
Visto che non otteneva risultati positivi con Edward, mia madre ha pensato bene di leggerle a me. Ed in quel momento le sciagure sono aumentate! Non solo ho pescato il cinque ma anche l’asso di spada! Renee è saltata in piedi e si è presa una birra dal frigorifero!
“Malattia, Bella! Ed anche seria, finirai in ospedale” in quel momento sono sbiancata io mentre ho notato Edward che si …. toccava lì!!! In quel momento non era più allegro e divertito!
Poco dopo Renee è andata via per studiare meglio la nostra situazione! E per purificare il mazzo di carta dal nostro influsso decisamente negativo!

Dal canto suo, invece, Edward non ha chiarito con Alice. Si salutano a mezza bocca se si incontrano per le scale ma nulla di più. Lei rimane nella sua posizione credendo che soffrirò le pene dell’inferno a causa del cugino!
Anche per me i rapporti con Alice si sono un po’ raffreddati. Capisco la sua voglia di proteggermi, ma se qualcuno lo avesse fatto con lei quando pensava di trasferirsi a Londra, come avrebbe reagito?

Vengo distratta dai miei pensieri da Edward che ride di cuore. Fino a poco fa dormiva profondamente. Oggi è sabato e siamo entrambi liberi. Così ne abbiamo approfittato per dormire un pochino di più senza dover mettere la sveglia!

“Che succede?” non capisco perché rida così sfacciatamente. Forse, stava sognando qualcosa di divertente?
“Ho sognato tua madre che legge i tarocchi! Avrà studiato tutta la notte e magari fatto la macumba per scongiurare le tragedie che potrebbero abbattersi su di noi!” effettivamente non è da tutti avere una genitrice che si impegna tanto per scoprire il futuro della figlia! Scoppio a ridere anche io e non è facile riprendersi.
“Non dire nient’altro, per favore! Mi sento così in imbarazzo!” si volta verso di me e mi abbraccia.
“E perchè? Almeno è simpatica e non ha pregiudizi verso la nostra relazione! Se fosse per tuo padre mi avrebbe già sbattuto fuori di casa tua! Sicura che non possieda armi da fuoco?” gli accarezzo i capelli. È un gesto che mi piace fare e noto che anche lui lo apprezza.
“Sicurissima! Anche quando era ancora in servizio non portava mai la pistola d’ordinanza in casa. Né ho mai saputo dove la custodiva!”

In questi giorni di vita in casa mia abbiamo cementato ulteriormente la nostra unione. Probabilmente, soggiornando nella solita suite d’albergo, questo non sarebbe accaduto. Ed, invece, abbiamo scoperto molto di noi.
Ho scoperto che Edward ama preparare la colazione la mattina perché, sostiene, lo rilassa prendersi cura dei suoi familiari. E devo ammettere che i suoi pan cake sono eccezionali. Ha promesso che appena rientrerà a casa acquisterà e mi spedirà un barattolo del suo sciroppo d’acero preferito. Perché, dice, solo con quello i pancake sono eccezionali.

Mi è piaciuto parecchio preparare la cena per lui e attenderlo in cucina al rientro dopo una lunga giornata. Mentre, ieri sera, pur essendo presente mia madre, mi è piaciuto ritrovare lui a casa in una sera in cui ho fatto tardi al lavoro. E quando è andata via, abbiamo preparato insieme la cena raccontandoci la giornata trascorsa al lavoro e ridendo delle pazzie di Renee.

Insomma, ci siamo vissuti nella quotidianità e ci è piaciuto più del dovuto. Tanto che diverse volte sono stata sul punto di chiedergli di farmi vedere … l’anello! Perché dalla sera in cui mi ha fatto la proposta, l’ha messo via e non abbiamo ripreso più il discorso.
“Come li vuoi i pancake oggi?” mi ridesto nuovamente dai miei pensieri e lo trovo in piedi vicino al letto con indosso i boker.
“Nooo! Perché ti sei già alzato!?” ho messo il broncio come una bimba ma voglio ancora le coccole.
“Non possiamo poltrire ancora e le coccole sono rimandate a stasera. Sono già le 9.30 e fra un’ora ci attende l’agente immobiliare per vedere le case” si china per darmi un bacio e se ne va in cucina. Mi alzo e lo seguo al volo, indossando solo una sua tshirt.

“E questa volta vedi di fare la brava con il tizio dell’agenzia” lo precisa appena mi vede, con aria seria.

Un paio di giorni fa avevamo in programma di incontrare Miss Tanya Denali nel suo ufficio, assistente in una delle più quotate agenzie immobiliari di Londra. Quelle, per intenderci, dove non andrei mai a cercare casa perché loro non trattano mansarde, monolocali o case comuni! Essendo un’agenzia vip non hanno avuto problemi a concederci un appuntamento nel tardo pomeriggio, dopo i nostri impegni di lavoro. Solo che ho fatto un po’ più tardi del previsto e, nel frattempo, Miss Denali ha cercato di intrattenere il mio fidanzato!
Quando sono arrivata all’appuntamento e mi sono resa conto della situazione, ho subito preso le mie contromisure. Ho chiesto di incontrare il responsabile dell’ufficio e ho spiegato la situazione: la sua assistente stava importunando il mio fidanzato ed ho preteso un altro impiegato! Edward è divenuto di tutti i colori ma, quando siamo usciti, è scoppiato a ridere orgoglioso che avessi marcato il mio territorio! Ed, ora, sono due giorni che mi prende in giro.
“Mi comporterò bene se l’agente sarà professionale. Se è donna e pensa di poter mettere i suoi occhi su ciò che è mio dovrà vedersela con la tua gelosa e possessiva fidanzata!” si allunga a darmi un bacio mentre mi passa un piatto con la colazione.
“Mangia, gelosona mia!”

Mezz’ora dopo stiamo uscendo di casa e Jack ci attende pronto con la macchina.

“Sai che potrei anche abituarmi ad avere un’autista sempre a disposizione? Non dover fare più i conti con gli orari della metro e potrei non essere più in ritardo. Un sogno! Non ti nascondo che le migliori lavate di capo da Madame Leblanc le ho prese per l’orario di ingresso” lo faccio sorridere.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me, Piccola! Dopo che avremo fatto il giro delle case andremo alla concessionaria a trovare l’auto giusta per te. Anche se un’idea già l’avrei” lo guardo sconvolta per vedere se mi sta prendendo in giro oppure se parla seriamente e, dal ciglio sul suo viso, opto per la seconda. Poi, si rivolge al suo autista.
“Jack, serve un’autista per Bella. Assumiamo qualcuno a Londra o possiamo distaccare qualche dipendente da Boston?” si, parla seriamente e Jack gli ha anche corda.
“Signore, potremmo distaccare Mike. Inoltre, se miss Swan ha intenzione di trasferirsi a Boston, Mike potrebbe essere utile nella fase del trasloco e nei primi giorni di adattamento nella nuova città” mi rendo conto troppo tardi che quando parlo con Edward devo stare attenta, molto attenta. Perché adesso, io che sono solo un’assistente in una galleria d’arte e che vivo in una mansarda di cui pagherò il mutuo per i prossimi venti anni, avrò a disposizione una macchina e un’autista!
“Ottima idea, Jack. Chiamalo subito e lo voglio a Londra prima che riparta. Voglio spiegargli bene quali saranno i suoi compiti!” eccolo, felice come un bambino, per aver ottenuto quello che vuole!!
Non ho possibilità di spiegargli che la mia era solo una frase senza senso, detta così senza neanche pensarci su. Siamo arrivati alla prima abitazione da visionare e l’agente, una donna sulla sessantina, è già in attesa. Bene, molto bene!

“Signor Masen è un piacere conoscerla. Miss Swan” stringe con vigore le nostre mani e, noto, non guarda in faccia Edward. Evidentemente, ha saputo i motivi della sostituzione della sua collega e vuole tenersi stretta il lavoro e la percentuale che potrà garantirsi dalla vendita della casa!

Passiamo tutta la mattinata a visionare tre bellissime ville. Sono meravigliose ed a poca distanza dalla mia attuale abitazione. In ognuna non c’è nessun lavoro da effettuare se non piccole modifiche per adattarle maggiormente ai nostri gusti. Sono perfette. Dobbiamo solo decidere quale ci soddisfa maggiormente: quella con un’intera parete del salotto occupata dal camino?  Quella con Robert Pattinson quale vicino di casa? Quella con la cabina armadio più grande della mia mansarda?
“Le faremo sapere in giornata” ci congediamo dall’ agente  immobiliare poco prima di pranzo.

Vista la bella giornata, scegliamo di pranzare in un piccolo bistrot. Abbiamo entrambi voglia di pizza. Ne scegliamo di gusti diversi in modo da potercela dividere.
“Sei proprio sicuro di voler comprare casa a Dulwich?”
“Si, sarà comodo quando verremo a Londra. Staremo vicino i tuoi familiari e, al tempo stesso, avremo più spazio con i bambini” lo guardo senza capire.
“Vorrei dei figli da te, un giorno” lo dice come se fosse la cosa più normale e, mentre lo fa, mi fissa intensamente con le sue gemme verdi. Mi sconvolge, non le sue parole, ma quello che leggo nei suoi occhi: amore, passione, futuro … si, è lui l’uomo della mia vita!

Rimaniamo a lungo in silenzio, ma è una pace tranquilla. Senza dire parole ci scambiamo la pizza. Edward mi fa assaggiare, direttamente dalle sue mani, le patatine con una salsa speciale che adora. Ed io faccio lo stesso con l’insalata di noci.  Però molte domande mi frullano in testa e l’argomento è uno solo. Vorrei porle direttamente a lui, ma non so da quale cominciare. Inoltre, tra noi, è un argomento … tabù.
“E quando vorresti sposarti?” la mia domanda lo lascia perplesso. Mi fissa prima di rispondere. Si pulisce le mani e la bocca.  Sembra riflettere attentamente sulla risposta da darmi, forse, per evitare altre liti. Ma quando comincia a parlare per me è difficile non trattenere le lacrime. 

“Non ho in mente un giorno preciso. Per me anche domani andrebbe bene. Così come non sono interessato alla location. Boston o Londra. Non sono particolarmente legato alla mia città o alla mia chiesa. Anzi, in generale, posso dire che non sono interessato ai dettagli del matrimonio. Voglio sposarti perché sono innamorato di te e ogni giorno che passiamo separati è una tortura. Questi giorni trascorsi a casa tua sono stati fantastici. Probabilmente più dei periodi passati nella suite. Ho amato preparare la cena insieme e rassettare subito dopo. Ho amato alzarmi presto per preparare la colazione. E mi ha dato un senso di famiglia quando mi hai stirato la camicia per farmi essere impeccabile al lavoro. È questo che voglio. Per me è questo il matrimonio. Viverti in ogni situazione. La festa, l’organizzazione, oppure i vestiti mi interessanno poco!  Li considero come contorno per avere te. Se vorrai il mio parere per il colore delle tovaglie oppure per i fiori, lo avrai. Ma non intendo passare le mie giornate alla ricerca della bomboniera perfetta” per tutto il tempo in cui ha parlato, calmo e scegliendo ogni singola parola, ha tenuto i suoi occhi incollati ai miei. Era così forte il legame in quel momento che mi ha reso difficile anche distogliere lo sguardo.

Metabolizzo le sue parole. Avrei tanto da dirgli perché mi sono resa conto di desiderare le sue stesse cose. Il rapporto a distanza comincia a starmi stretto. Ho voglio di abbracciarlo tutte le notti. Augurargli buona giornata la mattina, prima di andare al lavoro, con un semplice e volante bacio. Ho voglia di accoccolarmi a lui la sera sul divano mentre guardiamo la tv. Magari anche bisticciare su chi debba scegliere  il programma o il film. Tutti gesti normali tra coppie ma, per noi, resi impossibile dalla distanza. Eppure non riesco a dire niente. I miei pensieri, adesso, si fissano per un solo oggetto che, forse, rappresenta tutti i miei sentimenti.
“Non mi hai più fatto vedere l’anello” il mio è appena un sussurro. Eppure mi sente e mi sembra di vederlo sorridere. Immaginavo lo tenesse in casa, nel suo trolley. Invece lo vedo prendere la scatolina dalla tasca interna della sua giacca sportiva che indossa.

Poggia la scatolina sul tavolo, vicino al mio sorbetto, senza dire nulla. Non penso a quello che dove fare perché le mie mani agiscono da sole prendendo la scatolina e osservo il contenuto. E devo ammettere che è proprio un bell’anello. Non è nulla di appariscente e non posso dire che sia immenso. Soprattutto se si pensa che il promesso sposo è un milionario. Però è bello e mi fa sentire sicura. E quel tipo di anello che in ogni situazione è perfetto. Sia per andare a fare la spesa che per partecipare ad una serata di gala.

Continuando a non parlare lo indosso e ammiro la mia mano. Edward sorride apertamente mentre beve il suo caffè.

“E’ bello, Masen!” scuote la testa.
“Oddio, avevo sperato che sortisse un altro effetto quando te l’ho dato. Ma mi accontento dell’accordo che abbiamo raggiunto!” adesso ridiamo entrambi di cuore. Forse, nota che non ho tolto l’anello e, a dire il vero, non ho proprio voglia di restituirlo. In fondo, è mio!
“Non dovrei essere io a metterlo alla tua mano?” ha alzato un sopracciglio in un gesto che amo particolarmente fatto da lui.

“Si. Penso proprio di si” e lo tolgo per metterlo nella scatolina. Sto per chiuderla quando Edward me la toglie dalle mani, si alza e mi inginocchia davanti la mia sedia. Non parla. La proposta è stata già fatta. Si limita ad infilare l’anello al mio anulare sinistro e baciarmi la mano.
“Ti amo, piccola”

Quando torna al suo posto ci accorgiamo che gli occupanti dei tavoli vicino hanno tutti gli occhi fissi su di noi ed anche diverse persone in strada si sono fermate ad osservarci. Arrossiamo entrambi e, visto che abbiamo finito di pranzare, andiamo via tra gli applausi degli spettatori e i complimenti del cameriere che ci ha portato il conto al tavolo!

E, finalmente, mentre siamo in strada riesco a confidare i miei pensieri ad Edward.
“Anche io voglio le tue stesse cose. Voglio vivere la quotidianità con te. Voglio vivere in maniera straordinariamente normale. Non mi interessa poter passare un fine settimana in una suite fantastica e fare cose che a casa difficilmente potrei realizzare. Preferisco passare un pomeriggio a preparare qualcosa di gustoso per cena. E nei miei piani è compresa anche Erin. Non pretendo di essere sua madre perché c’è e prima o poi tornerà. Ma mi piacerebbe affiancarla ed aiutarla nella crescita” man mano che parlo lo vedo sorridere sempre più.
“Quindi mi stai dicendo che possiamo scegliere la data?” annuisco e riprendo a parlare.
“Certo però, a differenza tua, io ho un luogo particolare dove vorrei sposarmi, qui a Londra” siamo uno di fronte l’altro. Forse non è giusto parlarne per strada, ma ci siamo …
“Spara!”
“La  Chiesa del Cristo Re, qui a Londra. Che ne pensi?”
“Andiamo a vederla e vediamo quando è libera!” e mi trascina in macchina dove Jack ci attende con un sorriso luminoso sul viso!!!
 

 
  
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